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Autore: Sophie Hatter    05/12/2011    7 recensioni
“Senti, Potter, non so che cosa tu voglia ma non avevo alcuna intenzione di disturbare le vostre confidenze stamattina, mi trovavo già in aula per puro caso e non so cosa aggiungere a mia discolpa, perché non c’è altro che io possa dire, ma ti assicuro che ho cose ben più importanti di cui occuparmi che non siano i vostri affari personali… se invece vuoi chiedermi del prossimo finesettimana a Hogsmeade, con mio rammarico devo annunciarti che ho già preso appuntamento con uno Schiopodo Sparacoda”.
Mentre Lily cerca di recuperare il fiato dopo quel discorso a raffica, James Potter sorride enigmaticamente dietro alle spesse lenti degli occhiali rotondi, facendo salire una mano a spettinarsi i capelli già in disordine.
“A dire la verità, l’argomento era più che altro il primo”, risponde, “ma mi rallegra sapere che ti interessava ricevere un invito da me”, aggiunge, e Lily si sente avvampare di colpo.
Maledetto idiota.
*
La raccolta si è classificata seconda al "Lily e James, Missing Moments contest" di Tittivalechan91 indetto sul forum di Efp, vincendo inoltre il premio caratterizzazione e il premio originalità.
L'ottava shot si è classificata seconda a parimerito al contest "E tu cosa scegli?" di _Aras_ indetto sul forum di Efp.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horace Lumacorno, I Malandrini, Lily Evans, Minerva McGranitt | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is... (the only weapon which I got to fight)'
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s10

Le buone maniere

 

 

Prompt: tulipani

Ambientazione: post-Hogwarts

Parole: 2455

 

 

29 maggio 1980

 

Gettandosi a peso morto sulla poltrona a fiori blu e bianchi del salotto, Lily si rende conto di aver esaurito ogni energia. Non le capita molto spesso, in realtà; solitamente, non è abituata a lasciarsi andare così. Scava sempre sul fondo per cercare un residuo di forza che la aiuti ad arrivare fino alla fine, a lottare ancora per guadagnarsi gli ultimi istanti della giornata. Soprattutto adesso che la fatica fisica del peso di un altro corpo dentro di lei inizia a farsi sentire. Tuttavia, questa sera si sente come se fosse stata completamente svuotata. Come se avesse preso un centinaio di bastonate, rimanendo a terra, incapace di reagire. E tutto questo non perché ha appena affrontato una battaglia con i Mangiamorte, difeso il Ministero da un attacco o scortato in salvo qualche persona in pericolo. No, tutto quello che Lily ha fatto oggi è stato alzarsi, cercare di frenare il suo desiderio di mangiare del cioccolato di Mielandia e litigare con James.

Quando lui è uscito, poco fa, per il suo turno di notte all’Ordine, non sa se ha provato più sollievo o più senso di vuoto. Sono ormai quasi due anni che vivono insieme e non averlo accanto riesce sempre a stordirla. Non ricorda più dov’è, cosa deve fare, perché James non è qui a rispondere ai suoi dubbi, a darle una mano o semplicemente a scostarle una ciocca di capelli dal viso per poi baciarla e sorriderle.

Purtroppo, le cose non vanno sempre come Lily vorrebbe e adesso non può schioccare le dita o fare un incantesimo e riaverlo a fianco solo perché una parte di lei lo desidera. L’altra parte, quella più arrabbiata, delusa e ferita, è felice per aver visto finalmente il termine di quella litigata. Anche se non si è conclusa fra parole di riconciliazione, ma soltanto perché per lui era venuta l’ora di andarsene.

Che lei ricordi, in effetti, non hanno mai fatto pace immediatamente dopo una discussione. È troppo complicato, quasi impossibile far sì che, dopo aver usato toni accesi e parole forti, due caratteri come i loro giungano ad ammettere, da una parte o dall’altra, di non avere completamente ragione. Sarebbe un colpo troppo basso per il loro orgoglio, nonché una figuraccia compiuta di fronte all’altro. In genere, il tempo necessario per giungere alla riconciliazione non è immediato. Servono ore, a volte giorni. Forse un’esagerazione agli occhi di molti – sicuramente di coloro a cui tocca consolare, di volta in volta, le rispettive parti – ma questa volta, Lily ne è sicura, sarà James a dover tornare strisciando e implorando il suo perdono.

Quasi sorride di sé, sentendosi animare ancora da quella rabbia adolescenziale. Teoricamente dovrebbe comportarsi da donna sposata e quasi madre e scendere a compromessi, avere pazienza, sopportare ed evitare di mettere in discussione ogni dettaglio fuori posto. Tuttavia, nella maggior parte dei casi non ne è capace; neppure stavolta lo è.

Lily si guarda intorno, con un sospiro profondo. Le foto incorniciate presenti sulla credenza del salotto ritraggono quasi tutte lei e James, durante l’ultimo anno a Hogwarts. In alcune compaiono anche Sirius, Remus e Peter. Il periodo, tuttavia, è sempre lo stesso: non c’è traccia di quello che c’è stato prima, degli anni di battibecchi, sferzate sarcastiche, frecciatine, giochetti, ricatti, battaglie e dispetti cominciati fin dai primi mesi di scuola. Non erano mai stati amici, non si erano mai scambiati un gesto gentile fino al giorno in cui lei non gli offrì una Cioccorana per sancire una tregua, al sesto anno. Poi erano stati travolti da una specie di vortice, erano finiti ad uscire insieme e per mesi avevano continuato a domandarsi in silenzio, senza confessarlo all’altro, come fosse stato possibile. Allo stesso modo era andata con il bambino. Si era ritrovata incinta inaspettatamente, contro ogni previsione, quando nessuno di loro due aveva ancora fantasticato sulla possibilità di essere genitore.

Il motivo per cui poco fa hanno litigato era esattamente questo. James rientrava stanco ogni giorno, perché insisteva per farla rimanere a casa anziché occuparsi dell’Ordine. Lily si ritrovava immersa nella solitudine e nella frustrazione, così, nonostante ormai non manchi molto alla nascita del bambino, ha iniziato a ribellarsi e a tornare al quartier generale dell’Ordine, anche solo per andare a spazzare i pavimenti. James si è arrabbiato, le ha dato della testarda, ha detto che così tutta la fatica che fa risulta inutile, l’ha perfino accusata di essere egoista perché non si preoccupa del bambino.

“Te l’avevo detto che sarebbe andata a finire così, quando abbiamo dovuto decidere se tenerlo. Non mi hai mai ascoltata, James”.

Non ha potuto rispondere in altro modo, perché non c’erano parole dolci per indorare la pillola. Mesi fa avevano dovuto fare una scelta, ma James non aveva voluto rifletterci più di tanto. Sempre il solito ostinato, che si getta con un entusiasmo da capogiro in ogni nuova avventura che gli viene prospettata. Quello che spaventava Lily non era diventare madre ad appena vent’anni, bensì la guerra, l’impegno che entrambi avevano preso con Silente e con l’Ordine, i pericoli a cui avrebbero potuto esporre il bambino, la necessità di proteggerlo prima di ogni altra cosa. Quando aveva esposto questi dubbi a suo marito, lui l’aveva liquidata in breve tempo. Si era detto convinto di quella decisione, l’aveva rassicurata affermando che non se ne sarebbero pentiti. Tuttavia, ora, ciò che Lily aveva paventato si stava verificando. Non le sembrava giusto restare chiusa in casa, non contribuire a portare avanti una causa in cui credeva. Essere sfuggita tre volte a Voldemort non era sufficiente per considerare archiviata una carriera nell’Ordine.

Lily si raggomitola sulla poltrona, sentendosi improvvisamente invadere dalla stanchezza. La gravidanza l’ha resa più debole, affaticabile e capricciosa di quanto non credesse. Ma non sono tanto gli sforzi fisici a distruggerla, quanto quelli emotivi. Spesso Sirius, per prenderla in giro, le chiede come sia possibile che lei e James ancora non si siano scannati a vicenda nonostante ormai vivano insieme tutti i giorni, ma come spesso accade la sua totale mancanza di tatto rivela verità scomode che nessuno ci tiene a scoperchiare. La verità è che i litigi fra loro non sono mai cessati, neppure dopo essere passati dall’odio all’amore.

Sullo schienale della poltrona c’è una coperta leggera, ricamata a mano. Lily la prende e se la poggia sulle gambe con delicatezza. La sua pancia è ingombrante, il bambino scalcia. Ha già scelto il nome e nonostante tutto sa che lo amerà con tutta se stessa, ma è così difficile. Quel povero piccino nascerà in tempi orribili.

Sentendosi pervadere da un assonnato torpore, Lily decide di darci un taglio con i pensieri angoscianti.

 

“Evans, ho bisogno di te. In qualità di Prefetto, devi assolutamente andare a parlare con la McGranitt e chiederle di togliermi la punizione che mi ha dato per una settimana. Non riesco ad andare agli allenamenti di Quidditch e perciò capisci che la cosa non è minimamente accettabile”.

“In qualità di Prefetto non ho alcun potere decisionale sulle punizioni, come già Remus ti avrà spiegato, e se si tratta di inginocchiarsi davanti alla McGranitt puoi pensarci benissimo da solo”.

“Che diamine, sapevo che avresti risposto così… e va bene, mi toccherà sedurre la professoressa con il mio impareggiabile fascino”.

“Oh, ti prego”.

“Sì, lo so che il divario d’età è notevole, ma è per una nobile causa…”

“Potter, non credo che tu abbia la più pallida idea di come si conquisti una donna”.

“Ah, e perché no?”

“Beh, perché la proposta più invitante che potresti fare sarebbe offrirle un giro panoramico di Hogwarts a bordo della tua scopa nuova fiammante”.

“Non ci trovo nulla di male, anzi, è un invito originale e divertente”.

“Non tutte le ragazze trovano così entusiasmante l’idea un giro della morte a cento metri da terra, fidati di me”.

“Tu sottovaluti il quadro generale, Evans. Il vento fra i capelli, il paesaggio visto dall’alto, il brivido dell’atterraggio…”

“Sto già tremando al pensiero”.

“Che cosa c’è di sbagliato?!”

“Beh, tanto per cominciare il fatto che tu trascineresti la povera malcapitata sulla tua scopa senza sprecarti nell’uso delle buone maniere”.

“Non è un’opportunità che si può perdere così a cuor leggero”.

“Ecco, appunto. Peggio di un uomo primitivo armato di clava”.

“Sei sempre la solita guastafeste. Sentiamo, tu cosa consiglieresti?”

“Se tu fossi anche solo vagamente in grado, per una volta, di uscire dai tuoi panni e provare ad immedesimarti in una donna, scopriresti che buttarsi sul classico è la cosa migliore, nel momento in cui non conosci i gusti della fanciulla in questione. Ad esempio, un mazzo di fiori andrebbe benissimo”.

“Ma Evans, presentarsi con delle rose è così banale…”

“E chi ha detto che debbano per forza essere rose? A me, ad esempio, piacciono molto di più i tulipani”.

“Sei tutta strana”.

“Cerca di abituarti all’idea che esistano persone che non la pensano come te, piuttosto”.

“Tu invece potresti prendere in considerazione l’idea di non avere sempre l’ultima parola all’interno di una discussione, che ne dici?”

“Per lasciarla a te? Mi stai chiedendo troppo”.

“Bene, allora spiegami perché proprio i tulipani”.

“Tra i Babbani si dice che siano nati dalle gocce di sangue di un giovane suicidatosi per amore”.

“Uh, allora ti piacciono le relazioni sanguinarie?”

“Con te è tutto tempo perso, per Merlino”.

 

Lily sorride, lo sguardo perso nel vuoto mentre cerca di ricostruire visivamente il ricordo. Potrebbe prendere il Pensatoio, ma preferisce affidarsi alla pura e semplice immaginazione: era il quarto anno di scuola, quindi non si era ancora lasciata crescere i capelli, che all’epoca portava lunghi fino alle spalle. Mentre James doveva aver cambiato da poco gli occhiali, sfoggiando finalmente quelli con la montatura in corno di drago di cui andava tanto fiero. La discussione, se non ricordava male, si era svolta in sala comune, di fronte ai soliti, probabili curiosi che contribuivano ogni anno ad alimentare i pettegolezzi su di loro. Lily non aveva mai amato sentirsi sussurrare alle spalle od occhieggiare furtivamente da gente estranea, ma non era mai riuscita a trattenersi dal polemizzare animatamente con James in qualsiasi occasione buona per farlo. Perciò, era inevitabile che ogni loro nuovo diverbio finisse sulla bocca di tutti. Alcuni, come aveva scoperto, avevano perfino aperto un giro di scommesse sulla probabilità che lei cedesse di fronte alle insistenze di James.

Era sempre stato tutto paradossale, assurdo, fuori dalle righe con lui. Lo è anche ora che si sono ritrovati improvvisamente adulti. Metà del tempo la loro convivenza funziona meravigliosamente, mentre per il resto sembra essere un completo disastro. I cambiamenti sono continui, sempre in agguato: prima la scoperta di provare qualcosa per lui, poi il matrimonio, la casa, il bambino in arrivo… e quando il piccolo nascerà, ci sarà una nuova rivoluzione. Ogni equilibrio raggiunto dovrà essere ricostruito da capo, in modo diverso da prima.

Sono riusciti a bisticciare perfino perché James sosteneva che di sicuro assomiglierà tutto a lui, perché quello è il marchio dei Potter. Lily l’ha tacciato di inguaribile egocentrismo, lui se l’è presa a morte. Come diamine faranno quando il bambino sarà nato? Lily vuole che cresca in mezzo all’amore, non vedendo i genitori farsi la guerra un giorno sì e uno no.

Mentre si tira la coperta più in alto, incurante del caldo, Lily si rende conto di aver inghiottito la rabbia in fretta. Ora vorrebbe solo che James tornasse presto da lei, che la rassicurasse sul fatto che andrà tutto bene. Non ce la fa a portare tutto quel peso da sola. Sa che non si troverebbe in questa situazione se non fosse stato per lui, né sarebbe mai diventata la persona che è ora; James ha totalmente scombussolato la sua vita da quando è riuscito a conquistarla, e non ha ancora smesso di farlo.

Tiene le mani sulla pancia come per abbracciare il bambino, mentre il sonno si insinua sempre di più nei suoi occhi e le fa chiudere lentamente le palpebre. Il suo ultimo desiderio, per quella notte, è di non avere incubi.

 

*

Il mattino dopo, quando Lily si sveglia, per poco non si prende un colossale spavento. Apre gli occhi e non si ritrova nel luogo in cui si è addormentata, bensì in camera da letto, sotto il lenzuolo di seta azzurra; l’odore del suo the preferito le entra nelle narici fin quasi a stordirla; sente qualcosa di sottile solleticarle la fronte, vi porta in fretta la mano e si rende conto, prima con il tatto che con la vista, ancora un po’ offuscata dal sonno, che si tratta di un foglietto di carta.

Si stropiccia gli occhi con foga per riprendere definitivamente contatto con la realtà, dopodiché mette a fuoco la frase scritta sul bigliettino.

Come vedi, non è vero che non ti ascolto mai.

Per prima cosa, Lily guarda sul comodino alla sua sinistra. Sopra il sottile vassoio d’argento, la tazza di the sta ancora fumando. A fianco, su un piattino da dessert, stanno un paio di muffin dall’aria calda e soffice. Lily allunga le gambe e solo in quel momento si rende conto che c’è qualcosa sul letto: sposta lo sguardo prima ai suoi piedi, poi tutt’intorno, esplorando ogni angolo della stanza.

Sulla coperta, a terra e sui mobili c’è una distesa di tulipani rossi e gialli e per poco non le si ferma il cuore nel petto.

Ricorda di averci ripensato proprio ieri sera. Strane connessioni mentali che, secondo Silente, si stabiliscono fra persone che si amano veramente. Non è vero che non ti ascolto mai. Per una volta non può che dargli ragione, dato che aveva registrato attentamente un’informazione riguardo ai suoi gusti in fatto di fiori diversi anni addietro, quando ancora non c’era neppure un’ombra che preannunciasse l’inizio della loro storia. La madre di Lily aveva sempre amato i fiori e lo testimoniavano non solo il giardino e la serra che con immensa dedizione aveva tenuto in vita per vent’anni sul retro della loro casa, ma perfino i nomi che aveva scelto per lei e Petunia. Un sacco di volte, quando Lily era ancora piccola e non aveva idea di cosa fosse Hogwarts, le aveva raccontato le storie che si celavano dietro quei fiori che innaffiava ogni giorno e quella dei tulipani l’aveva colpita nella sua ingenuità di bambina più di tutte le altre. Secondo la mamma, rappresentavano il vero amore. E anche dopo essere cresciuta, la sua bambina non aveva potuto fare a meno di conservare la sua predilezione per quella storia così affascinante.

Mentre non riesce a fare altro che rimanere immobile e sorridere, Lily pensa che forse, dopotutto, in quella casa ci sarà tutto l’amore sufficiente a far crescere il loro bambino nella maniera più giusta.

Trasportando il suo peso ormai abituale si alza dal letto, indossa la vestaglia e corre di sotto a cercare James.

 

 

 

 

Nota conclusiva: mi sono documentata su alcuni siti per quanto riguarda il significato dei tulipani, e questo è quanto ho trovato: non tutti lo sanno ma il fiore che rappresenta il vero amore è il tulipano, il fiore perfetto per una dichiarazione d'amore in piena regola. La leggenda popolare racconta che il fiore sia nato dal sangue di un giovane suicidatosi per amore. Nulla di più adatto per James e Lily, insomma. Avevo scelto il prompt in base ai miei gusti personali in fatto di fiori, ma alla fine, per mia fortuna, mi sono ritrovata con qualcosa di perfettamente calzante alla storia che avevo in mente.

Per quanto riguarda i Lily e James adulti, forse è inusuale rappresentarli alle prese con difficoltà e litigi, e per giunta con un bambino inaspettato in arrivo. Personalmente sono sempre stata dell’idea che il loro fosse un amore vero, forte e sincero, ma che non ci fosse nulla di idilliaco: se nei primi libri di HP tutti parlano di loro come se fossero degli angeli, la Rowling dimostra in seguito che in realtà così non era, mostrandoli da ragazzini in tutta la loro umanità, pieni di difetti. Era normale che tutti li santificassero un po’ in quanto morti molto giovani e da veri eroi, ma questo non significava automaticamente che fossero perfetti e che avessero vite perfette. Ho preferito, quindi, immaginarli in questo modo, pur credendo fermamente all’amore che provavano l’uno per l’altra.

Bene, siamo giunti alla fine di questa raccolta. Chiedo scusa a tutti per aver tardato con l'aggiornamento, ma purtroppo è stato un week end devastante e, pur sentendomi in colpa per non aver postato, non ce l'ho proprio fatta. Quando scrivi di cose felici e poi vivi giornate che invece di felice non hanno un bel niente, credo sia normale sentirsi alienati, non riconoscersi più nel proprio lavoro. Mi dispiace, perché a chi mi segue anche al di fuori di questa raccolta non posso promettere nulla su quando ci sarà il prossimo aggiornamento. Sono a pezzi, mi è passata tutta la voglia, credo di dover prima rimettere insieme me stessa e tornare a pensare solo per uno anziché per due. Stando così le cose, non so dirvi quanto tempo ci vorrà.

Vi chiedo scusa, siete le migliori lettrici che si possano desiderare e se sarete ancora qui ad aspettare i miei tempi chilometrici e a comprendere i miei problemi personali, non potrò che costruirvi una statua.

Da ultimo, vi lascio il giudizio che la raccolta ha ricevuto al contest per il quale è stata scritta. Buona settimana a tutti, nel frattempo, e grazie per avermi seguito :)

Jane Gallagher / Sophie Hatter, E vissero felici e contenti (dopo anni di litigi, punizioni e rifiuti)
VALUTAZIONE
- grammatica e lessico: 8.5 / 10
- stile: 9.5 / 10
- caratterizzazione dei personaggi: 10 / 10
- originalità: 10 / 10
- gradimento personale: 10 / 10
- utilizzo dei prompt: 3 / 3
Totale: 51 / 53

Grammatica e lessico: la prima è inoppugnabile; invece, per quanto riguarda il lessico puoi ancora migliorare. Utilizzi un linguaggio semplice, ma neanche tanto, insomma nulla di troppo elaborato, ma che riesce comunque a definire ciò che vuoi esprimere. C’è comunque qualche imprecisione come “Animagi” o “mezzora”, ma non mi ci sono soffermata molto.
Stile: mi piace. È semplice e scorrevole, ma come ho già detto nulla di elaborato.
I personaggi sono IC, non ho nulla da dire sul loro conto. Riesco a percepire benissimo i caratteri frizzanti di James e Sirius, quelli pacati di Peter e Remus, e quello pungente della giovane Lily. Perfetti!
Originalità e gradimento personale: Sì, mi è piaciuta molto, anche perché in molti punti non mi aspettavo che utilizzassi i prompt in un determinato modo. Diciamo che sei riuscita a non cadere nel cliché e questo è da lodare. La fanfiction è divertente ed appassiona molto. Non è pesante da leggere, anche se è composta da capitoli veri è propri; e determinate scene sono davvero esilaranti. In particolare, ho adorato alla follia il modo in cui hai usato l’ “elfo”.

   
 
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