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Autore: vento di luce    06/12/2011    6 recensioni
Parigi,una stanza d'albergo.
I pensieri,le emozioni di Taro,la sera prima di un importante incontro.
L'affetto per il suo migliore amico...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COSE SEMPRE SEI…
Questi personaggi appartengono a Yoichi Takahashi,questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Pairing: Taro x Tsubasa.

Un saluto a chi leggerà questa storia! 

 
*********

Mi trovo al quarto piano di un elegante albergo,in una stanza dalle pareti purpuree,affacciato alla finestra. Siamo a Parigi,una delle capitali più belle del mondo,dove un vicolo,un ponte,un cafè possono evocare un’atmosfera d’altri tempi. Fa freddo questa sera,il cielo è nebbioso ed una lieve brezza soffia da ponente,scompigliandomi i capelli.  È meglio che chiuda o Ikaru e Mamoru potrebbero prendersi un malanno. Dormono profondamente dall’altro lato della camera,nel grande letto vicino alla porta, quasi posso percepire il loro respiro. Sono crollati non appena rientrati, subito dopo la cena. Non so per quanto abbiamo corso oggi,fra marcature ad uomo,dribbling e calci di rigore,il mister non ci ha dato tregua,ma anche se distrutto non riesco proprio a prender sonno.

Mi sento indolenzito ed ho un lieve strappo ad un muscolo della spalla sinistra,forse è meglio mi sdrai.

Dell’acqua frizzante mi rinfresca la gola,ma non riesco a non guardar fuori dalla finestra.

 Da questa posizione posso ancora vedere il campo dove in mattinata ho provato non so quante volte a segnare a Genzo,le strade piene di negozi dove sono andato con Ryo e Jun nel tardo pomeriggio e da lontano la torre,in tutta la sua imponenza.

Si,quella ferrea costruzione dove ci siamo incontrati,io e te pochi giorni fa,dopo tanto tempo. 

Se socchiudo gli occhi posso ancora percepire il calore di quell’abbraccio così inatteso,così sincero,la vibrazione dei nostri corpi,l’uno stretto all’altro. Nessuna parola,nessun commento, solamente una grande emozione nel pronunciare il tuo nome.

Sono passati anni ormai dall’ultima volta che ci siamo visti,eravamo ancora dei bambini,ma è come se ci fossimo lasciati ieri.

 Per il lavoro di mio padre ho sempre viaggiato molto,conoscendo luoghi,persone e culture diverse,adattandomi sempre ad ogni circostanza. E se qualche volta mi sentivo triste giocavo con il mio amico più fidato,mentre mio padre catturava col pennello i colori  della natura. Il suo affetto,per me che non ho mai avuto una madre,mi bastava,anzi mi ha reso più forte e sensibile. Ma mai avevo trovato qualcuno che potesse realmente comprendermi,fino a quando non ti ho incontrato.

Ancora ricordo quel giorno in cui,appena arrivato nella tua città dopo l’ennesimo trasloco, stavo palleggiando per strada. Tu passasti proprio in quel momento, sorridendomi,mentre spostavi con abilità il pallone da un piede all’altro,con il tuo grande amico Roberto. Da subito capii che ero giunto in un luogo dove avrei potuto finalmente condividere con qualcuno la mia grande passione per il calcio.

Quel qualcuno eri tu Tsubasa.

In quel poco tempo che siamo stati insieme quante partite abbiamo vinto,quante risate ci siamo fatti con gli altri ragazzi della squadra,quanti merende abbiamo consumato a casa tua. Quanti ricordi,amico mio!

Tu,che con il tuo formidabile talento hai realizzato il mio più grande sogno,vincere il campionato nazionale giovanile. Quella giornata è ancora impressa nella mia mente, come fosse ieri. Quando alzasti quella coppa,dopo un durissimo incontro in cui mi infortunai anche seriamente,a stento trattenni le lacrime. Ce l’avevamo fatta,ci avevamo creduto e ce l’avevamo fatta! Ma dovetti partire ancora,questa volta per la Francia dove mio padre si sarebbe fatto conoscere. Ci eravamo però fatti una promessa,ricordi?

Un giorno avremmo giocato di nuovo insieme!

Quanto mi sei mancato Tsubasa!

 Tu che con la tua gioia di vivere mi hai donato la serenità,tu che con il tuo entusiasmo hai alleviato la mia malinconia.

In questi anni mi sono fatto nuovi amici,sono stato in Germania a trovare Genzo ed i suoi compagni di squadra,in Italia dove avevo anche creduto di amare una ragazza e qui in Francia dove tutt’ora vivo,ma il mio pensiero era rivolto  sempre a te. Non so quante lettere ti ho scritto,per raccontarti anche le cose più banali,la mia quotidianità. 

Ma ora ci siamo ritrovati,anche se presto le nostre strade si divideranno ancora.  Il nostro cammino per diventare calciatori professionisti è appena cominciato e tu,dopo questa avventura,partirai per il Brasile. Sei un fenomeno Tsubasa,riesci a farmi commuovere come nessun altro.

 Forse è meglio che provi a dormire ora,domani abbiamo una partita importante e voglio essere al massimo della forma. Anche se non sono in condizione di giocare per  tutti i novanta minuti,stringerò i denti. Questa è la tua grande occasione,non possiamo perdere!Ma anche se i nostri avversari sono temibili al tuo fianco mi sento sicuro. Come dimenticare il tuo sorriso disarmante ogni volta che ti facevo segnare,gli sguardi che mi rivolgevi. A volte era come se fossimo soli in campo, come se gli altri non esistessero.

Sarò sempre la tua spalla Tsubasa … il tuo migliore amico, il tuo …

No!Non riesco proprio ad addormentarmi,mi sento la testa pesante, le guance avvampare. Non ne posso più di rigirarmi nel letto.

Ma dove l’avrò messo? Forse nella borsa dentro l’armadio? Eccolo il nostro pallone, quello con le firme di tutti i compagni che ha girato mezza Europa. Lo porto sempre con me da quando me lo donasti,con uno dei tuoi formidabili tiri.

L’albergo è deserto,è meglio cammini piano o potrei svegliare qualcuno. Il campo dove oggi ci siamo allenati,illuminato dalla fioca luce della luna,sembra ancora più grande.  Ed ora a noi due amico,vediamo se riesco a segnare da questa distanza. Destro,sinistro,destro sinistro! Un due,un due,un due! Gool!Di nuovo,voglio tirare di nuovo  ma … un momento,sento dei passi provenire dall’altra parte del campo,vedo qualcuno avvicinarsi.

    - Taro?Taro anche tu qui? – sento gridare. 

  Quella voce così calda,come non riconoscerla.
 
     -  Tsubasa! –
 
    - Neanche tu riuscivi a dormire vero? - Mi dici scherzando correndo verso di me.

      Ma lo so che sei agitato,che senti il peso di questo incontro.
 
      - Al volo!-  grido passandoti il pallone di destro.
 
        - Eccomi – esclami tirandolo in porta,con una traiettoria ed una potenza che solo tu sai dare.
        
         - Eccezionale!Il tuo tiro ad effetto è strepitoso!Domani non li faremo nemmeno avvicinare alla porta quelli lì. – 

        - Ma smettila! Sei tu che … ma … ma questo è il pallone che ti regalammo anni fa! Mi dici incredulo prendendolo   in         mano,dalla porta.

         - Si,è il mio portafortuna – ti  rispondo sorridendo. 
          
        - Taro – mi sussurri con i tuoi luminosi occhi neri,accarezzandomi un braccio. 
  
          Quest’istante sembra interminabile,mi sento come sospeso,annebbiato.
 

         - Comunque hai ragione – dici poi passando la palla passa da un ginocchio all’altro – dobbiamo credere nelle nostre capacità come abbiamo sempre fatto,altrimenti come potremmo affrontare la Francia di Pierre o la Germania di Karl?No, non dobbiamo temere nessuno! Nessuno può impedirci di realizzare il nostro sogno! -

Sei sempre così determinato  amico mio,sempre così entusiasta,vedrai,non ti deluderemo.

            -  Forse è meglio se rientriamo adesso,dovesse vederci il mister ci lascerebbe in panchina,altro che partita! Taro? Taro mi stai ascoltando?

No,non ti sto ascoltando,sento il battito del cuore accelerare,le mani sudare.

          - Taro ho detto forse qualcosa che… -

          - Niente Tsubasa,niente.- ti rispondo scuotendo la testa. - Ma si,è meglio se rientriamo. Domani dobbiamo vincere,siamo o non siamo la coppia d’oro? -

A queste parole mi regali uno dei tuoi magnifici sorrisi,ti appoggi a me e scherziamo fino a che non rientriamo nelle nostre camere. Un brivido  mi percorre nell’esserti così vicino.

Un giorno capirai ed allora forse avrò il coraggio dei miei sentimenti.

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