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Autore: Slan Soulblaze    06/12/2011    2 recensioni
L'orologio non era un regalo, il regalo non era un orologio. Sappiamo che non è stata la prima volta.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Saluuute a voi, stimati colleghi! Quello che state per leggere è il mio contributo alla raccolta in tre parti con scambio di regal... di prompt pensata da crimsontriforce e PotterWatch. Io scrivo su prompt di quest’ultima, una bella tazzona vintage decorata a colori vivaci (quest’ultima parte l’ho aggiunta io), e la storia si ambienta dieci anni abbondanti prima dell’inizio del gioco, pre-caso Yomiel (anche se di poco). Anche qui mi sento in dovere di ricordare, come già ha fatto PotterWatch, che non è una roundrobin vera e propria! Buona lettura a voi <3

Tracce di ceramica

Jowd si rigirava da almeno un quarto d’ora l’oggetto fra le mani, cercando di cavarvi un senso che andasse al di là della bislaccheria del donatore.
“Un gentiiile omaggio di buon vicinato, che possa portare a una lunga e proficua collaboraziooone, partner. Non c’è nient’altro di simile!”
Lì per lì, era rimasto talmente sorpreso dal lancio olimpionico dell’allampanato collega detective da non essere riuscito a spiccicar parola per rispondere a quella spiegazione. Si era ritrovato nella stretta, dopo aver sollevato il braccio di riflesso, una grossa tazza decorata per il tè del pomeriggio. “Se non c’è nient’altro di simile, magari non lanciarla”, si era limitato a pensare, stringendo i denti per evitare che la mandibola gli cadesse fino al petto.

Posò la tazza sulla scrivania, poi incrociò le braccia e vi sprofondò il mento nel mezzo per fissarla ad altezza pianale: essendosi dato del tempo per ragionare e rimettere insieme quei pochi fili con cui ricostruire la trama del delitto, si trattava di una posizione buona come un’altra.
La superficie di ceramica, leggermente svasata in alto, era occupata dall’ingombrante motivo giallo acceso di un uccello, un pavone con la ruota in grande spolvero contornato da ampie e rigogliose corolle floreali. Aveva riconosciuto lo stile e il soggetto come quelli favoriti dal pittore la cui morte li faceva girare a vuoto da ormai una settimana. Avvelenamento, nessun nemico conclamato, motivazioni per un gesto insano poche o nulle, tracce e testimoni pari a zero: proprio una bella gatta da pelare per due detective freschi di distintivo al loro primo caso assieme.
Doveva essere la riproduzione di qualche quadro o illustrazione, dunque, e nemmeno del miglior gusto. Magari un promemoria o un trofeo anticipato che alludeva alla certezza di una risoluzione; forse un’esortazione a concentrarsi su quanto si sapeva della vita della vittima, almeno in base a meccanismi mentali che tentare di cogliere gli costava una fatica improba.

Ruotò sul posto l’insensato regalo, come se osservarlo descrivere quel movimento lo aiutasse effettivamente a canalizzare meglio analisi e pensieri, e si fermò di scatto. Aveva guardato tutto dall’angolazione sbagliata, in senso figurato e letterale. Nella penombra dell’ufficio non avrebbe potuto notarlo, almeno non fino a quando i raggi che filtravano dall’unica finestra non lo avessero colpito direttamente, ma qualcosa aveva appena mandato un improvviso scintillio. Qualcosa di piccolo, come una capocchia di spillo. Tornò a girare in senso inverso la tazza fino ad avere di fronte la testa del pavone, poi ripeté il movimento. Di nuovo. Dita attente e metodiche scorsero in su e in giù, a destra e a sinistra nel punto in cui il fenomeno si era verificato. Trovarono qualcosa. Il pavone lo guardava di rimando con due occhi di diamanti purissimi.

“Lo sapevi già, vero?”
“A cooosa ti riferisci di preciso?”
“La tazza. I diamanti. Per questo me l’hai ‘regalata’. In realtà era il tassello che mancava per mettere il caso in carreggiata e lo sapevi, giusto? Quel che mi chiedo è... perché? Per mettermi alla prova? Per sapere in quanto tempo avrei capito?”
Una pausa, poi un inchino fino a terra con una gamba tesa indietro. Tornò in piedi con un piccolo balzo sul posto, battendo i tacchi sul pavimento.
“Un tassello non saprei, ma di sicuro l’ho presa dalla scena del crimine. Dalla credenza, per la precisione. Un pezzo letteralmeeente unico, visto che tutte le altre erano bianche! Ho pensato che valesse un’occhiata e mi è sembrato giusto passarla a te. Perché, trovaaato qualcosa?”

Avevano superato assieme l’addestramento da detective tre mesi prima, lo stesso esatto lasso di tempo per entrambi, e solo ora a poco a poco stava cominciando ad acquisire dimestichezza con le peculiarità di Cabanela. Se non altro questo riteneva, pur non avendo necessariamente le basi per poterlo credere. Ma quella grande luminaria d’idee che parevano accendersi una dopo l’altra e lo portavano ad azioni impulsive che neppure lui sul momento doveva comprendere appieno era, se non altro, un metodo affascinante da osservare e suo malgrado ispiratore. Così pure l’apertura e la totale mancanza di malizia o gelosia con cui riusciva a condividere qualunque sua intuizione, o il modo in cui il vulcanico lavorio della sua mente pareva rispecchiato dal fluire incessante dei movimenti esagerati in tutto, finanche nell’alzare la cornetta del telefono. E come in un giro di danza coordinato da anni di conoscenza e affiatamento, una deduzione era passata da una mano all’altra con una piroetta per esser completata e raffinata fino a diventare qualcosa di fondamentale. Gli tornò alla memoria il commento con cui il detective Cabanela aveva salutato la loro simultanea promozione.
“Stesso giorno, stanze affiancate: dev’essere destiiino, baby!”
Il sorriso sotto i suoi baffi si trasformò in uno sbuffo di risata. Destino. Già. Ne avrebbe tenuto conto.

***

Devo davvero ringraziare Ely/PotterWatch per questo prompt e lei e Crimsontriforce per la diabolica idea della raccolta a sei mani: oltre ad avermi sfiziato molto più di quel che pensavo inizialmente, la scrittura di questa cosa (che non è detto sia alcunché di decente, ma l’importante in questo caso è che mi sia divertita un sacco a impostarla) mi ha permesso di trattare una finestra temporale, gli esordi di Jowd e Cabanela nella divisione dei detective, cui avrei voluto dedicare un missing moment non riuscendo però a trovare il giusto contenuto. Ode dunque a quest’occasione, grazie alla quale ho potuto focalizzare il tutto!

“Non c’è nient’altro di simile” = Tentativo, non so quanto riuscito, di adattare il “nothing else like it” inglese in modo che, come nel caso del cipollone del capitolo 9, sia valido sia riferendosi al concetto di “omaggio” sia all’oggetto in sé (che in questa fic è un pezzo unico conclamato da Cabanela stesso più avanti). Per gli anglofoni è più facile, uffa uu

Dopo chiacchierata con Crimson a seguito di miei dubbi, che riguardavano l’eventualità che Cabanela e Jowd si conoscessero abbastanza bene già nel periodo dell’addestramento/accademia per detective, ho stabilito che anche l’ipotesi su cui si fonda questa fic (ovvero che “they entered the detective division the very same day” voglia dire che abbiano cominciato a lavorare assieme da dopo... in realtà su questo cambio opinione praticamente una volta a settimana XD per cui abbiamo deciso di comune accordo con Crimson di stabilire il qui presente headcanon AND SO BE IT =| ) reggesse comunque. Mi baso quindi qui sul presupposto che, collaborando alle indagini loro assegnate, Cabanela e Jowd abbiano iniziato a conoscersi sul serio e a comprendere empiricamente che i loro metodi complementari li avrebbero resi un duo inarrestabile quando operante in tandem. O almeno, ipotizzando il contrario molte delle affermazioni e delle riflessioni di Jowd qui presenti andrebbero allegramente a zampe all’aria, quindi mi è necessario presupporre tutto ciò per headcanon che sia :asd:

In ultimo, dal momento che qui Jowd e Cabanela stanno ancora girandosi intorno per conoscersi e rendendosi conto che possono lavorare bene insieme, può ancora capitare che sorgano delle incomprensioni (diamine, succede anche dieci anni dopo, grazie alla cocciutaggine di certa gente...) e che quindi Jowd non capisca sempre con che intenzioni agisca Cabanela. Di qui il dialogo pre-paragrafo finale. Insomma, i tempi dell’epico duo sono ancora da venire, pur se contenuti in germe in questo colpaccio a quattro mani.

  
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