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Autore: Asfe    07/12/2011    2 recensioni
CONCLUSA, FINALMENTE.
Puntualmente però c’era un piccolo intruso, dall’aura triste, un pino o una quercia che si tendevano verso uno dei due senza raggiungerlo mai.
A Lily questa scena ispirava sempre disperazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Assemblate, modificate e semi-concluse le Flashfic James/Sirius dal punto di vista di Lily Evans. Lo so, è una pazzia, ma così vedo la storia e non posso farci nulla.
In arrivo — non richiesto, lo so bene — un seguito, dopo gli anni ad Hogwarts insomma, e questa volta vi prometto che ci sarà sul serio, non come gli altri sequel che non ho mai portato a termine (e che dormono placidamente tra i meandri del mio PC). Quindi, non è finita qui!
Buona lettura, SnitchStar a tutti, ma ricordate che James e Sirius sono miei.


Storia di un triangolo scaleno



L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue.
— William Shakespeare.


Preambolo.
Maggio è gentile con Londra. Regala cieli di mare azzurro e raggi limpidi di Sole con cui bagnarsi.
Dona pomeriggi passati in veranda a bere tè leggendo il giornale, mezzi sorrisi ai vicini, risate in un prato umido e nuvole dalla forma strana. A volte per dispetto fa cadere della pioggia fastidiosa, ma di solito Maggio è benevolo e orgoglioso della calma che porta.
Lily con le dita crea disegni invisibili sulla pelle, stesa accanto ad un faggio che nasce. Ha gli occhi chiusi e si morde le labbra, riflettendo su quanto sia gioioso Maggio.
È un mese di vita, è il tempo della Primavera, quella che saluta contenta e si affaccia sull’Inghilterra.
Maggio è speciale, magico. Come lei.
Soprattutto, Maggio fa notare l’amore nelle piccole cose. A Lily piaceva vedere i rami degli alberi allungarsi e sfiorare quelli dell’altro. Puntualmente però c’era un piccolo intruso, dall’aura triste, un pino o una quercia che si tendevano verso uno dei due senza raggiungerlo mai.
A Lily questa scena ispirava sempre disperazione.

Primo anno.
Lily Evans ha la fronte aggrottata, le sopracciglia alzate e l’aria di una bambina che sente il rumore di un tuono e si spaventa. Non può correre, non può far rumore, persino il respiro emozionato, eccitato – ma per cosa, per quale motivo? Le domande senza risposta non erano mai piaciute alla piccola Lily – dev’essere mantenuto inudibile.
Lily richiude in fretta la bocca che s’era socchiusa, si sporge un po’ di più per vedere, poi serra le labbra stizzita. Lei continua a osservare la scena, i piedi incerti, le gambe pronte a fuggire, le mani nervose.
Ma alla fine se ne va, silenziosa, irritata.
Lily ha visto James Potter.
Potter che rideva sommessamente, con quegli occhi vivaci e perennemente maliziosi. Lily ha visto James Potter e Sirius Black.
Black che mormorava frasi troppo lontane per essere ascoltate, con quella bella bocca sul viso fanciullesco eppure aristocratico – una bellezza superba, Lily ha sempre disprezzato la superbia.
Lily ha visto tutta la scena. Una scena innocente, per quanto innocente possa essere una punizione causata da un ballo col fango in Sala Grande.
Lei ha semplicemente visto Sirius Black che rendeva felice James Potter.

Secondo anno.
Dalle ampie finestre dell’aula di Storia della Magia, si può notare un’umida mattina di un Inverno quasi del tutto sbiadito.
Lily Evans ascolta pazientemente il borbottio monotono del professore e ogni tanto osa alzare l’indice per porre qualche domanda.
Ma in quegli attimi in cui la mano svelta non accinge a prendere diligentemente gli appunti della spiegazione, a Lily sfugge uno sguardo verso gli ultimi banchi.
E puntualmente raddrizza le spalle, stringe le labbra e sbuffa impercettibilmente, concedendo sprezzante un’ultima occhiata in direzione di Black e Potter – si ripete sempre che sarà l’ultima, mentendo perfino a sé stessa con un’audacia tale da conferirle a pieno merito il titolo di Grifondoro.
Remus Lupin, accanto a loro, si domanda a cosa devono stavolta i suoi amici quell’odio che non possono neanche notare, stando placidamente dormendo – tutt’al più, nemmeno svegli avrebbero potuto vedere alcunché, perché il viso di Sirius è sprofondato scomodamente nel petto di James, che a sua volta ha la testa poggiata su quella del compagno.
Lily vede l’espressione perplessa di Lupin e ricambia.
A volte Remus Lupin non sa davvero spiegarsi l’astio di quella ragazzina contro James Potter e Sirius Black.

Terzo anno.
Lily Evans ascoltò con leggera indifferenza la richiesta di James Potter - un rinnovato invito ad Hogsmeade, un nuovo modo di parlare, le dita affusolate a salirgli solite ai capelli, la stessa arrogante spavalderia che mostrava sul viso. No, non voleva andare con lui.
No, lui non le piaceva. Assolutamente.
Perché non erano affari suoi. Oh, va bene, glielo avrebbe detto: il motivo più lampante era che i suoi comportamenti lo inducevano ad apparire un babbuino egocentrico e in secondo luogo perché semplicemente non le interessava.
Sorriso sghembo di lui, smorfia di lei – lei che guardava negli occhi di Sirius Black e capiva e comprendeva qualcosa che né Lily né Sirius erano in grado di afferrare.
Il ghigno appena affiorato di Black, il mezzo abbraccio, i passi lenti e strascicati come se l'eco dovesse rimanere impresso nella mente di tutt'e tre. Sirius dice a James che piuttosto che a stare appresso a quella può votarsi a opere migliori come il loro nuovo scherzo; era del tutto incurante della presenza – forse nulla, forse aria, per loro? – di Lily.
Parlava con Potter e Potter con Black. Ma si dicevano anche tante altre cose che Lily non riuscì a sentire e di cui dopotutto non ne conosceva l'esistenza.
Lily si voltò e sparì nel dormitorio, a soffocare il ricordo dei sussurri inudibili di James Potter e Sirius Black.

Quarto anno.
Lily Evans aveva oramai quasi quindici anni, era una studentessa brillante e una ragazza carina e intelligente. Un paio di coetanei sembrava avessero una cotta per lei – oltre all'ossessione fastidiosa di Potter – ed anche se non ci dava peso era comunque soddisfacente; le amiche le regalavano spesso risate e qualche conversazione più colta. Poteva ritenersi appagata della sua esistenza.
A dispetto di ciò però sentiva un leggero nervosismo quando doveva trattare con esseri di sesso maschile – a parte raramente Remus Lupin, il quale costituiva l'unico lume di speranza in un gruppo di scalmanati evidentemente senza – e quindi non aveva ancora ricevuto il suo primo bacio.
James Potter stranamente non menzionava mai a questo pur sottolineando la sua mancanza di esperienze, e questo poteva voler dire che non lo sapeva o comunque non gli interessava. Lily, nel pensare che sicuramente era così, si sentì decisamente meglio e collegò la sensazione al non dover esporre i propri fatti personali a gentaglia come Potter.
Poi pensò che sia lui che Sirius Black pomiciavano praticamente ovunque e si rabbuiò di nuovo.

Quinto anno.
Lily incrociò le braccia così strette da sentire un po’ di dolore; era furibonda. Severus, i suoi atteggiamenti ambigui, l’espressione avida che a volte gli leggeva sul volto scavato e l’ambizione che trafiggeva quelle iridi nere... un nervosismo continuo, che la pervadeva da capo a piedi.
Lily era furibonda, davvero tanto, ma anche molto triste; percepiva dentro di sé il decadimento a cui andava incontro il suo rapporto con l’amico.
Si innervosì guardando passare James Potter e Sirius Black, le loro facce ilari e lo sguardo complice, e le ricordarono così tanto lei e Severus da avere una piccola fitta al cuore. Si disse che non era giusto che fra loro dovesse andare così e per quei due mascalzoni ci fosse un lieto fine.
Rimuginò un po’ su questi pensieri infelici, prima di constatare di essere indietro con i compiti.
Ci vollero qualche ora e due temi prima che Lily fosse colpita da una dolorosa consapevolezza: tra Black e Potter non era per niente la stessa cosa.

Sesto anno.
Lily Evans aveva un'autostima piuttosto elevata; non era troppo presuntuosa o troppo arrogante, come due Grifondoro che lei purtroppo ben conosceva, ma talvolta nutriva verso di sé un odio violento e immotivato.
Saltuariamente ipotizzava che avrebbe dovuto farsi vedere da uno psicologo Babbano, rivelargli tutto e farsi aiutare – decisamente aveva bisogno di un professionista se si ritrovava a osservare affascinata James Potter più di una volta al giorno.
Ma poi si rese conto che avrebbe negato tutto quando il dottore le avrebbe spiegato, scavando orribilmente nel suo inconscio e nella sua memoria, con accondiscenza irritante e abbassando degli ipotetici occhiali sul naso, che lei... stava perdendo. Perdendo contro Potter.
Inaccettabile. Inammissibile.
James passò disinvolto davanti a lei, e le rivolse un sorriso fin troppo conosciuto, fin troppo detestato, e lei avrebbe anche potuto cedere se non avesse visto Sirius Black corrergli incontro e saltargli addosso, prendergli la faccia con le mani grandi e urlargli qualcosa a due centimetri dal viso, ecco, se non avesse avuto tutta quella voglia di rompere la faccia a Black forse non si sarebbe alzata andandosene impettita, per poi girarsi indietro e constatare vagamente delusa che James non la stava degnando della minima attenzione.
Rifletté e arrivò alla conclusione che anche Sirius Black talvolta poteva rivelarsi utile e, mettendo a tacere la parte di lei che ancora ambiva a spezzargli la mascella, iniziò i calcoli di Aritmanzia.

Settimo anno.
Lily Evans non aveva mai infranto il coprifuoco se non in caso di necessità. Paradossalmente considerando i trascorsi degli ultimi sei anni, fare sesso con James Potter le pareva una necessità assoluta e da soddisfare al più presto. Era un tardo pomeriggio di Venerdì e lei stava studiando assiduamente da ore; le parve una manna dal cielo perciò la comparsa improvvisa di Peter e gli chiese cosa fosse quell'affanno, dove fosse James e, di nuovo, perché fosse così agitato. Peter non parlò subito, ma poi disse che James aveva un qualcosa da fare con Sirius e che perciò per due giorni almeno Lily doveva rimanere a secco. L'espressione usata fu proprio "a secco".
Lily affermò che non aveva idea di cosa stesse dicendo ma sentì di malavoglia le proprie guance arrossire leggermente.
Peter le diede una lieve pacca sulla spalla e le sussurrò all'orecchio che ci avrebbe fatto l'abitudine pure lei prima o poi.
Lily non vide né James né Sirius per tutto il finesettimana e quando scorse i due abbracciarsi nel parco il Lunedì mattina non ebbe neppure la forza di sbraitare contro il fidanzato.
Quando lei risultò nervosa anche il Martedì ed il Mercoledì e il Giovedì, James Potter fece spallucce e si rispose che probabilmente aveva le mestruazioni. E quando tutto ciò continuò, a sprazzi, decise che la sua ragazza aveva il ciclo l'intero mese.
Ma ci fece l'abitudine, come Lily.
   
 
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