Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: mamie    07/12/2011    1 recensioni
Prima di svegliarsi nel castello di Shirasagi, Kurogane sogna (o forse delira) di occhi azzurri e di lacrime.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurogane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Kurogane sentiva le urla. Lo infastidivano particolarmente, specialmente quelle di… di chi era quella voce? Ah, sì, l'idiota naturalmente… L'aveva tirato fuori, questa era la buona notizia, per quanto irritante fosse in quel momento. La cattiva era che non riusciva ad aprire gli occhi né a parlare per dirgli di piantarla una buona volta. Doveva concentrarsi, ma era difficile con tutto quel baccano e poi c'era qualcuno che lo strattonava facendogli salire ondate di dolore fino alle tempie. Quel circo durò per un bel po' finché finalmente un benedetto silenzio si sostituì alle voci e alle grida. Ora poteva lasciarsi andare. La sensazione meravigliosa di poter dormire lo invase completamente come una coperta imbottita. Qualcosa, però, continuava a turbarlo, una voce che chiamava il suo nome da lontano ancora e ancora. Era deciso ad ignorarla, era stanco, non aveva voglia di ascoltare. Ma la voce insisteva, petulante e testarda, decisa a tirarlo fuori dal suo sogno vellutato. Vedeva gli occhi lampeggianti della strega che spazzavano un deserto di rovine, sentiva di nuovo la sua voce che diceva Il prezzo è stato pagato.  Dietro il suo c'era il volto del mago, pallido e agonizzante come l'aveva visto nella Tokio divorata dalla pioggia acida. Doveva risalire quel fiume nuotando controcorrente, sentiva i denti che stridevano per lo sforzo e i polmoni che bruciavano per la mancanza d'aria. Non si ricordava più perché doveva risalire, perché doveva lottare, sarebbe stato così semplice lasciarsi andare sul fondo, dolcemente, mescolarsi alla sabbia scintillante, alle ninfee ondeggianti; diventare tutt'uno con loro, le ossa che diventano sabbia, i capelli che crescono come alghe, quelle sono le perle che furono i suoi occhi.*  Invece ecco l'azzurro del cielo riguadagnato che diventa un occhio raggiante, traboccante di lacrime, e le lacrime sono quel fiume che ora lo culla nella sua acqua, lo adagia dolcemente a riva. E poi di nuovo una voce conosciuta, una voce soave che dice Ora dormi e lui finalmente, finalmente scivola nell'oscurità avvolgente e tiepida del sonno.
 
Fu un tocco lievissimo a riportare a galla la sua coscienza. Una carezza morbida, silenziosa come una piuma. Un profumo che aveva quasi dimenticato (ma mai, mai del tutto, no, non poteva). Una voce un po' infantile e allo stesso tempo antica.
- Principessa Tomoyo - sussurrò.
Il visino rotondo da bambola gli sorrise. Le piccole labbra  piegate nel loro dolce e perenne sorriso pronunciarono la più cara delle frasi: - Bentornato a casa, Kurogane.
 
 
 
* Those are pearls that were his eyes.
William Shakespeare - The Tempest 

  
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