Fanfic su attori > Coppia Gyllenhaal/Ledger
Ricorda la storia  |      
Autore: MaggieMurdock    07/12/2011    2 recensioni
[Dedicata a Cassandra84]
A volte, prendersi un'influenza, può non essere poi così male..
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'This mess we're in '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Ehilà! :D

Come già alcuni di voi sanno, in questi giorni ero a casa ammalata, quindi cosa fare per ammazzare il tempo se non scrivere?

 

Questa piccola fic la dedico a Cassie, mia fedele lettrice fin dall'inizio, per una prontissima guarigione del suo ginocchio! :)

 

Devo solo dirvi che il pov è di Jake. Per il resto, ci rileggiamo a fine capitolo.

Tanti cuoricini per tutti voi <3 <3 <3

 

ps. Naturalmente, tutto ciò che scrivo è frutto della mia immaginazione eccetera eccetera. u_u

 

 

 

 

 

Cazzo. Proprio ora mi doveva capitare di ammalarmi?

Non ci potevo credere. Quella mattina non avevo fatto in tempo ad aprire gli occhi che mi aveva colto uno starnuto potentissimo, sentivo la testa scoppiarmi.

Rimasi frastornato qualche secondo, buttando una mano verso il comodino in cerca di un fazzolettino di carta.

Scostai la coperta per provare ad alzarmi, un brivido di freddo percorse il mio corpo e starnutii di nuovo.

Dannazione! - imprecai tra me e me, prima di mettermi addosso una felpa e trascinarmi in cucina come se fossi stato ubriaco.

Ero da solo in casa, Heath era già uscito per andare al lavoro e per giunta girava dalla parte opposta della città, quindi sarebbe tornato solo molto tardi.

Fantastico, ci voleva proprio.

 

Trovai un bigliettino che mi aveva lasciato sul tavolo:

 

“Dormivi ancora quando sono uscito. Passa una buona giornata, ti amo H.”

 

Uff.. sì, buona giornata, come no.

Mia madre me l'ha sempre detto, tutti gli uomini quando sono ammalati diventano dei frignoni insopportabili e io non facevo eccezione.

Non riuscivo neanche ad essere contento di quel gesto adorabile.

Mi portai al viso il fazzoletto un attimo prima di starnutire di nuovo.

Echeccazzo, almeno cinque minuti di tregua!

Misi su il bollitore per farmi un tè, poi deambulai verso il bagno in cerca delle medicine.

La mia immagine allo specchio non prometteva granchè bene, pallore spettrale, occhi gonfi, labbra secche come il deserto del Sahara, ai quali si sarebbe aggiunto un naso rosso pomodoro se avessi continuato a soffiarmelo con quella frequenza.

Che bel quadretto, non c'è che dire.

 

Scrollai le spalle, rassegnato, e me ne tornai in cucina con il paracetamolo in una mano e una scatola gigante di Kleenex nell'altra.

 

Il bollitore sul fornello sbuffava a tutto spiano, lo spensi e versai l'acqua fumante nella tazza.

 

Mi misi sul divano, tirandomi addosso una coperta, sorseggiando il tè.

Il calore della bevanda mi diede un po' di conforto.

C'era di peggio al mondo, poco ma sicuro. Però per un iperattivo come me era una prospettiva un po' triste dover stare chiuso in casa, ma non potevo fare altrimenti quindi, cercando di calmarmi, accesi la tv in cerca di qualcosa che mi togliesse dalla testa quel deprimente senso di impotenza.

 

Trovai un vecchio film in bianco e nero, di quelli che guardavo con mio padre da piccolo.

Non riconobbi subito di quale si trattasse, perchè era già cominciato da qualche minuto, quindi rimasi in attesa finchè non mi prese l'illuminazione vedendo Laurence Olivier sullo schermo.

Ricordai che mio padre mi aveva parlato di lui, grande attore, vita travagliata, tantissimi riconoscimenti e pettegolezzi insistenti su una sua presunta omosessualità.

Era Cime Tempestose!

Magari non era proprio il film adatto al mio stato, ma non potei frenarmi dal guardarlo ugualmente.

Insomma, l'uomo che amavo portava quel nome, no?

Heathcliff. Era un nome perfetto per lui. Misterioso, di poche parole, con una tempesta perenne che gli si agitava dentro.

Mi incantai a guardare quel suo omonimo sullo schermo, in preda a un amore disperato e totalizzante con il quale faticava a convivere.

Riconobbi qualcosa del mio Heathcliff in quei gesti, in quel modo di fare istintivo e pieno di fuoco.

Era vero anche che c'era qualcosa in lui di profondamente diverso dal personaggio.

Tanto per cominciare, quella sete di vendetta, che lui non aveva mai avuto.

Nonostante questo, vidi chiaramente un filo sottile che li legava.

Ringraziai che le circostanze non lo avessero mai portato a una così cieca disperazione, che fosse riuscito ad aprirsi con me e che adesso potessimo viverci quell'amore che provavamo senza ostacoli.

Certo, avevamo superato momenti bruttissimi come la separazione da Michelle, ma adesso avevamo una stabilità appagante e liberatoria.

Non avrei mai cambiato quello che stavo vivendo, per nulla al mondo, era il momento più felice della mia vita.

Heath aveva lottato con me, non avevamo mai lasciato cadere la mano dell'altro nel vuoto, anzi.. le avevamo intrecciate sempre con maggiore decisione.

Improvvisamente, mi venne la voglia di chiamarlo, almeno per sentire la sua voce, ma pensai che a quell'ora il suo cellulare fosse in camerino, spento.

Presi una pastiglia di paracetamolo, pregando che facesse effetto, e continuai a guardare il film finchè non mi assopii.

Riaprii gli occhi e mi accorsi che avevo perso tutta l'ultima parte, al posto di Cime Tempestose un programma di medicina. Già che ero ammalato, non avevo proprio voglia di sentir parlare di certe cose.

Andiamo bene, pure il palinsesto televisivo ce l'ha con me!

Avevo ancora la testa nel pallone, ma almeno quel dolore lancinante di poche ore prima mi aveva dato tregua.

Improvvisamente, mi ricordai di aver sognato Heath.. cercai di ricostruire qualche immagine di quel sogno ma faticavo ad assemblarle.

Scacciai il pensiero sopraffatto dall'ennesimo starnuto, convinto che probabilmente mi sarebbe venuto in mente quando meno me lo aspettavo.

 

Sul tavolino davanti a me, il telefono cominciò a squillare.

Oh no, che palle! Spero che sia Heath, perchè non potrei tollerare nessun'altro in questo momento!

 

Pronto? -

Jay tesoro! Sono io, la mamma! -

Ecco, appunto.

Come stai? -

Aah, non tanto bene veramente, ho l'influenza temo – dissi con tono lamentoso

Al solito! Quando imparerai a coprirti di più? - e via con una ramanzina come se avessi avuto ancora cinque anni.

Creature strane le madri, per loro rimaniamo sempre bambini.

Sì, hai ragione mamma. Sì, le medicine ce le ho, non preoccuparti. Sì, Heath sta bene, è al lavoro. Ok, va bene. Certo mamma, sì. Ciao! -

Chiusi la telefonata sbuffando al nulla, certe volte mia madre non si rendeva proprio conto di essere fin troppo assillante.

 

E ora? Che faccio? Mi voltai a guardare l'orologio appeso alla parete, avevo dormito almeno un paio d'ore, erano già le 12.30 e non me n'ero reso conto.

Pensai di cucinarmi qualcosa, dovevo pur mangiare anche se non ne avevo nessuna voglia, ma non appena mi alzai sentii la testa girarmi e le gambe sul punto di fare cilecca.

Diamine, odio sentirmi così.

 

Ritornai in cucina a fatica e scrutai il frigo in cerca di qualcosa che non mi facesse venire la nausea.. niente da fare.

Optai per un brodo caldo, in fondo ficcare un dado nell'acqua bollente non era poi questo sacrificio enorme.

Andai a prendere il termometro elettronico mentre l'acqua si scaldava, lo misi sotto l'ascella e aspettai l'avvertimento sonoro.

Guardai il display controvoglia.

38.5

Che bella notizia!

Avevo dei brividi freddi in tutto il corpo, nonostante la felpona che mi ero messo addosso sopra al pigiama e la coperta che avevo tenuto sulle spalle.

Versai della pastina nel brodo e una volta pronto mi sedetti al tavolo a mangiare direttamente dal pentolino.

Di lavare i piatti, non se ne parlava.

Di nuovo il liquido caldo mi diede un po' di sollievo, presi un altra pastiglia di paracetamolo e andai a stendermi nuovamente sul divano.

Passai il pomeriggio a starnutire, soffiarmi il naso e fare zapping tra noiosi show televisivi e un mucchio di film che avevo già visto. Niente di interessante.

Avevo dormito fin troppo per come ero abituato, ma incredibilmente, forse a causa di quella nullafacenza forzata, mi riaddormentai verso le cinque.

 

#

 

Non sentii lo scatto della porta e nemmeno Heath che rientrava.

Mi sentii scuotere dolcemente, aprii gli occhi e me lo trovai davanti che mi guardava con aria interrogativa e preoccupata.

Jake? Che hai stai male? -

Sentii pizzicare il naso, buttai una mano sul tavolino per acchiappare un kleenex e feci appena in tempo a portarmelo davanti al viso prima di abbandonarmi a un sonoro starnuto.

Ok, mi hai già risposto con eloquenza – fece Heath trattenendo una risatina.

Dovevo avere un aspetto davvero buffo, se non fossi stato così scocciato dal trovarmi in quella situazione probabilmente ne avrei riso anch'io.

La sua mano mi carezzò un braccio, in segno di conforto, mentre il suo viso si apriva in un sorriso dolce e disarmante.

Che gran rottura di palle prendersi l'influenza! - esclamai seccato.

Su dai, non te la prendere – disse Heath calmo, continuando ad accarezzarmi – Adesso ci penso io a te! -

Meno male che sei tornato! - risposi addolcito, la sua presenza aveva migliorato in un istante il mio umore.

Ma che ore sono? - chiesi poi, avevo perso la cognizione del tempo con tutto quel dormire.

Le nove di sera -

Cavoli, non ho mai dormito così tanto in vita mia! - osservai sconcertato.

Heath rise sotto i baffi - Si vede che ne avevi bisogno. Vuoi qualcosa per cena? -

Uhm.. no, non mi va niente – dissi svogliato.

Ti faccio un po' di latte caldo? - propose lui di rimando.

Sì grazie, quello volentieri -

Heath si alzò per andare in cucina – Ci vuoi un po' di miele? -

Sì – ebbi la forza di rispondere prima di soffiarmi il naso per la centesima volta.

Tornò con il latte, mi tirai su appoggiandomi al bracciolo del divano.

Aspetta, meglio misurare prima la febbre – osservò Heath pratico.

Dopo un minuto.. 37.5

Mi sentivo meglio effettivamente, avevo recuperato un po' di forze.

Sorseggiai con calma il latte, senza che Heath smettesse di accarezzarmi una gamba, da sopra la coperta.

Sai che prima ti ho sognato? - gli dissi all'improvviso

Sì? Che facevo? - chiese subito incuriosito.

Uhm.. non me lo ricordo – e proprio mentre lo dicevo un'immagine nitida mi passò nella mente.

Ah sì invece! - e mi misi a ridere, era una cosa assurda.

Cosa? - insistette ancora più desideroso di saperlo.

Lo guardai, un po' in imbarazzo, poi finalmente spiegai – Era come se fossi in Cime Tempestose, vedevo Heathcliff nella brughiera, vagare in cerca di Cathy.. solo che, aveva il tuo viso -

Il mio ragazzo scoppiò in una sonora risata e mi rivolse uno sguardo incredulo

E' che prima ho rivisto una parte del film e.. - Heath rideva ancora più forte – Eddai, non mi prendere in giro! - gli allungai un pugno sul braccio.

Ahia! Vedo che stai meglio! - disse con un tono divertito.

Sì, effettivamente – notai sorpreso

Comunque, io sono molto meglio di quell'Heathcliff, no? - e si gonfiò il petto.

Sorrisi beffardo – Beh, non saprei.. in fondo non è affatto da buttare via – lo punzecchiai

Mi era tornata la voglia di scherzare.

Stavolta fu lui a tirarmi uno schiaffo sulla gamba.

Ehi, mi hai fatto male! - non era vero, volevo solo farglielo credere – Sei manesco come quell'altro là, guarda un po'! Mi sa che è meglio starvi lontano! - e lo guardai con finta disapprovazione

Non ce la faresti! - sentenziò spavaldo – Non ci credo neanche se lo vedo! -

Continuai a fare l'offeso finchè non si allungò verso di me, per darmi un bacio.

Le sue labbra calde e leggermente umide toccarono le mie, aprii la bocca d'istinto e mi ritrovai in pochi attimi avvinghiato al suo corpo teso e muscoloso.

Mi mancava il fiato, per via del naso chiuso, ma non mi importava.

Mi ero quasi dimenticato di dover respirare, potevo vivere aspirando solamente lui.

Aveva ragione, non ce l'avrei fatta senza di lui, in nessun modo.

Le sue braccia mi cingevano la schiena, le mie intorno al suo collo.

Almeno adesso mi gira la testa per un motivo valido.

Mi staccai da lui solo pochi centimetri, fissandolo negli occhi.

Siete tipi strani..- cominciai – però certo.. come baciate voi, pochi altri al mondo -

Mi rivolse uno sguardo soddisfatto, senza staccare gli occhi dai miei.

Hai le labbra secche – notò passandoci delicatamente un polpastrello.

Lo so, mi dispiace -

Non fa niente. Non fa niente neanche se mi beccherò qualcosa – e tornò a baciarmi intensamente.

Sicuro? - feci io in sussurro allontanandomi nuovamente.

Sì, però domani vado a comprarti il burrocacao – e rise.

Heath. Heathcliff. La mia cura.

Lo stare insieme è nello stesso tempo per noi essere liberi come nella solitudine, essere contenti come in compagnia. - disse in un soffio.

Non risposi niente, lo guardai in quegli occhi saettanti di intelligenza e dolcezza, e me lo strinsi addosso, più che potevo.

 

Precisando:

 

Da tempo volevo citare Cime Tempestose in una fic e mi è sembrato naturale mettere una citazione in bocca proprio al nostro caro Heath. :) ( In grassetto, l'avrete riconosciuta)

Il fatto che si chiamasse Heathcliff mi ha sempre affascinata, sono fermamente convinta che quel nome gli calzasse a pennello, ne parlavo con Cassie proprio pochi giorni fa.

Ho visto il film quando facevo le superiori, proprio la versione con Laurence Olivier.

(E poi, anche se vi interesserà poco saperlo, Emily Bronte è nata il mio stesso giorno :D )

Come ho detto, sono malata, quindi nonostante la febbre spero di non aver fatto casini e che sia all'altezza dell'adorabile gentilezza di Cassie e di tutte voi.

Graziegraziegrazie, come sempre.

<3

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Gyllenhaal/Ledger / Vai alla pagina dell'autore: MaggieMurdock