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Autore: Clopina    27/07/2006    5 recensioni
"Si erano promessi di restare sempre uniti, fratelli di spada, come si erano definiti, e l’avevano fatto.
Ora sembrava però che la promessa si fosse spezzata. Che non esistesse più."
Fanfic ambientata nei capitoli finali della trilogia della Jerle Shannara.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bek Ohmsford, Quentin Leah
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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FRATELLI DI SPADA
di Clopina



Quentin Leah osservava in silenzio il cugino che stava parlando tranquillamente con Rue Meridian, entrambi appoggiati al parapetto della Jerle Shannara.
Una parte di sé sorrideva a quella vista, l’altra la trovava insopportabile, e voleva che si allontanasse il più possibile.
Per quanto si sforzasse, Quentin Leah trovava difficile immaginare la sua vita senza Bek Rowe.
No, si corresse subito, non era più Bek Rowe. Era Bek Ohmsford.
Da quando erano piccoli, erano sempre stati insieme.
Per quando potesse ricordare, quello a Castledown, in Parkasia, era stato uno dei pochi momenti in cui si erano separati.
Cugini, fratelli, migliori amici.
Si erano promessi di restare sempre uniti, fratelli di spada, come si erano definiti, e l’avevano fatto.
Lui aveva salvato Bek dal Graak rischiando la propria vita, il cugino lo aveva salvato sui monti Aleuthra, dove da solo non ce l’avrebbe sicuramente fatta.
E non doveva dimenticare che Bek aveva anche provato ad utilizzare in ogni modo la sua magia, la magia della voce, del canto, per cercare di guarirlo dalle ferite del Graak, anche se ogni tentativo si era rivelato inutile. Ma l’aveva fatto, ed era questo che a lui importava realmente.
Ora sembrava però che la promessa si fosse spezzata. Che non esistesse più.
Bek era cambiato. Non era più il ragazzo che aveva lasciato le Quattro Terre, entrato a far parte del viaggio solo perché il cugino lo voleva. Era cresciuto. Non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Era più maturo. Quentin se n’era accorto subito, quando l’aveva rivisto sulle montagne mano nella mano con la sorella, Grianne, colei che un tempo era stata la Strega di Ilse. Quel viaggio lo aveva cambiato profondamente.
Come aveva cambiato lui.
Sentiva dentro di sé qualcosa di strano, un vuoto che non sarebbe mai riuscito a colmare.
Aveva visto morire molti dei compagni di viaggio davanti ai suoi occhi, ma nonostante tutto ciò che l’aveva colpito di più era stata la morte di Ard Patrinell e di Kreshen.
Lo scontro con il wronk dell’elfo e la morte della cercatrice di piste subito dopo, lo avevano cambiato. Irrimediabilmente.
Si accorgeva di non essere più il Quentin ottimista di un tempo, a cui Bek faceva affidamento. Ora accadeva il contrario. Era stato il cugino a risollevargli il morale ad un certo punto del viaggio.
Lui, così eccitato al pensiero della partenza e delle avventure che avrebbe portato, arrivato alla fine non voleva altro che far ritorno a casa.
Bek, dal canto suo, aveva deciso di partire con Rue Meridian, e Quentin non faceva che ripetersi che doveva essere contento della decisione del cugino, che sembrava aver trovato la tanto agognata felicità, ma falliva.
Dal discorso di Bek aveva capito che sarebbe tornato a Leah, ma qualcosa nella sua voce lo aveva spinto a credere che poteva anche non tornare più.
Il suo cugino, suo fratello, suo migliore amico.
Non sapeva se un giorno sarebbe tornato.
Poteva solo sperare.
Ma come si era reso conto lui stesso durante il viaggio a bordo della Jerle Shannara, non si poteva sempre fare affidamento sulla speranza.
Erano partiti in più di trenta, ognuno con le proprie speranze. Tra cui sicuramente c’era quella di tornare nelle Quattro Terre sani e salvi. O almeno salvi.
Ed invece erano tornati in meno della metà, poco più di una decina.
Scosse la testa.
No, decisamente no.
Non poteva fare affidamento su di essa.
Forse più sulla fortuna.
Non aveva mai creduto molto della sua esistenza, almeno fino al momento in cui aveva conosciuto Redden Alt Mer, prova vivente che la fortuna esisteva davvero.
“Quentin?” una voce lo ridestò dai suoi pensieri.
Si voltò di scatto e vide Bek accanto a lui, che lo guardava con aria insieme perplessa e preoccupata. Rue Meridian era rimasta vicino alla murata, e spostava lo sguardo da loro al paesaggio.
Il ragazzo lo fissò a sua volta, con la domanda perfettamente visibile nei suoi occhi. “Bek.”
“Quentin,” ripeté Bek. “Io… io e Little Red abbiamo deciso di non fare ritorno subito a Leah.”
Quentin attese in silenzio che proseguisse. Quello che gli aveva appena detto lo sapeva già. Li aveva sentiti, aveva sentito i loro discorsi.
Bek lo guardò incerto. “Abbiamo deciso di andare a cercare quello che è rimasto della mia casa, la mia vecchia casa, dove sono nato.” S’interruppe, e quando riprese sembrava più sicuro. “Poi potremmo proseguire per i territori di Confine, e arrivare al fiume Argento, per poi tornare a casa nell’Altopiano.” Attese una risposta del cugino che non venne, così continuò. “Big Red può accompagnarti a Leah con la Jerle Shannara, e portare così anche Ahren ad Arborlon.”
Quentin continuava a fissarlo senza parlare. Così quello che aveva sentito era vero, sarebbe partito, se ne sarebbe andato. Da solo, solo con Rue Meridian. Si sarebbero divisi, e forse non sarebbero tornati più quelli di un tempo.
“Quentin?” domandò Bek, preoccupato.
L’altro scosse la testa per liberarla da quei pensieri. Non poteva di certo impedirgli di andare. Bek ormai non era più un ragazzino, e doveva compiere le sue scelte da solo. E anche se ciò gli faceva male, non poteva negarlo.
Cercò di rivolgergli un sorriso rassicurante. “Cosa dovrei risponderti, Bek?” cercò di nascondere la tristezza che provava, ma non ci riuscì del tutto. “Se questa è la tua scelta, devi andare. Per me va bene. Chiederò a Big Red di portarmi con la nave fino all’Altopiano di Leah.”
Vide il viso di Bek illuminarsi. Per un attimo lo rivide com’era prima del viaggio, solo un ragazzo, e non quasi un adulto.
Prima che se rendesse conto, Bek Ohmsford gli si era gettato al collo e lo aveva abbracciato. All’improvviso comprese che al cugino dispiaceva quanto a lui della loro separazione, ma che era inevitabile, in un certo senso. Ricambiò l’abbraccio, stringendolo forte.
Ne era sicuro, un giorno si sarebbero rivisti. Tutti i suoi dubbi svanirono. Bek sarebbe tornato a Leah.
Un giorno o l’altro, sarebbe tornato a casa.
E allora, forse, sarebbero tornati come una volta.
Cugini.
Fratelli.
Migliori amici.
Avevano scoperto di non essere veramente cugini.
Non erano fratelli, non lo erano mai stati, anche se il loro legame poteva farlo sembrare.
Ma erano migliori amici, e lo sarebbero sempre stati.



A/N: Sono molto felice di aver finito questa fic! ^^
Mentre finivo di leggere l’ultimo libro del ciclo de “Il Viaggio della Jerle Shannara”, “L’Ultima Magia”, mi sono chiesta a cosa avessero pensato Quentin e Bek della loro separazione dovuta dalla scelta di Bek di andare con Rue.
Se i miei pensieri fossero rimasti come erano al primo libro, questa storia sarebbe certamente stata dal punto di vista di Bek. Ma al terzo, appunto, sono stata affascinata a tal punto dal personaggio di Quentin Leah che ho deciso di farlo dal suo punto di vista.
Spero che abbiate trovato questa storia di vostro gradimento.
Naturalmente, personaggi, luoghi ed ambientazioni sono di proprietà di Terry Brooks.
Ringrazio la mia beta Zia Esmy, per avermi aiutato nella scelta del titolo.
Fic dedicata a Sherezade.
Grazie per aver letto, e se volete lasciate un commento, ve ne sarò grata =)

RISPOSTE ALLE RECENSIONI
Voglio ringraziare chi ha solo letto questa storia, e chi ha letto e commentato...
Quindi ringrazio di cuore Sherezade, LadySnape, Derfel Cadarn e Zia Esmy!
Grazie a tutti!
Bacioni, Clo :**
  
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