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Autore: Once upon a time    07/12/2011    1 recensioni
Vi è mai capitato di perdere la Fantasia? Beh spero per voi di no, chi sa cosa potreste scoprire facendolo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AAA Fantasia cercasi


E con aria triste si lascò cadere sul divano del loft illuminato dalla calda luce primaverile, gettò gli occhiali sul tavolino color nocciola e si tolse le scarpe lasciandole cadere sulla moquette. Era per tutti una giornata come tante altre quella iniziata sulla Terra, ma ad un giovane scrittore era successo qualcosa di strano. Svegliandosi si era accorto di aver perso la sua Fantasia ed era stato inutile cercarla nel cassetto della biancheria o tra le coperte sgualcite, come era stato inutile cercarla nel portapenne o tra le pentole in cucina. Era successo tutto così improvvisamente, non si era neanche accorto di averla fatta cadere che adesso era lì a cercarla ovunque. Lui si che era uno che l’aveva sempre usata la Fantasia e adesso, senza, tutto gli appariva triste, vuoto e monotono. La fantasia, andandosene si era portata con se anche il drago che abitava nel forno a microonde e la fatina nel cassetto del bagno e a lui la fatina stava simpatica: l’aveva incontrata scrivendo il suo secondo libro e aveva deciso di ospitarla a casa; il drago invece era stato un incidente, infatti mentre scriveva il suo ultimo libro l’aveva trovato tra le rocce di un monte, ma il tentativo di passare inosservato era stato più che vano e si era ritrovato a combattere con lui nella cucina di casa sua. Dopo essersi salvato miracolosamente dalle sue fauci lo aveva chiuso nel forno, sigillandolo per sempre con quattro metri di nastro isolante e un paio di spennellate di colla. Ora però il forno era vuoto e così era anche la sua testa. Disperato decise di rivolgersi al famoso investigatore privato Jake Lost che gli attaccò il telefono in faccia. Quando capì che neanche l’investigatore sarebbe riuscito a trovare la sua Fantasia tornò a casa più rabbuiato che mai. Ora stava disperato sulla stoffa crema del sofà in salotto fissando quella macchia sul soffitto che, prima che sparisse la Fantasia, gli era sempre sembrata una collina mossa dalla brezza estiva, ma che ora gli ricordava solo di dover ridipingere l’appartamento, un giorno o l’altro. Forse la Fantasia se ne era andata perché si era sentita trascurata o magari aveva trovato un altro, o magari entrambe le cose, lui non lo sapeva, sapeva solo che di certo non era lì con lui, altrimenti se ci fosse stata l’avrebbe sputo, se ci fosse stata tutto avrebbe avuto un senso, tutto sarebbe stato giusto, normale, ma ora gli sembrava persino un po’ sciocco aver pensato che ci fosse stato un drago nel forno o una fata in bagno. Lui però aveva i ricordi e si aggrappava a quelli come un naufrago si aggrappa alla scialuppa di salvataggio, lui ricordava benissimo quando la Fantasia gli aveva raccontato la storia del libro che lo aveva reso uno scrittore affermato, o quando aveva fatto con lei un pic-nic nel parco circondato dagli gnomi, o quando il drago lo aveva bruciato sul braccio che lei aveva accuratamente medicato. Ora, però, pensandoci bene non era nemmeno più tanto sicuro che quelli fossero veri ricordi, infatti improvvisamente vedeva davanti a se le notti insonni passate a scrivere, ma non c’era nessuno a dettare, improvvisamente vedeva se stesso nel parco, stava mangiando un panino circondato da tanti bambini che giocavano tra l’erba, ma non c’era nessuno che condivideva quel pasto con lui, improvvisamente vedeva il suo braccio appoggiarsi sul forno e bruciarsi, ma non c’era nessun drago a sputare fuoco e nessuno a medicarlo. Come era possibile, non poteva non essere accaduto veramente, come potevano quelle cose non essere mai avvenute, forse stava diventando pazzo, o forse si stava solo rendendo conto di esserlo sempre stato. Ora capiva gli sguardi dei suoi vicini, delle persone che lo conoscevano e che cercavano di stare con lui il meno possibile, ora capiva quanto poteva essere sembrato sciocco, buffo o persino da matti, il suo comportamento, ora capiva, capiva che la Fantasia non era mai esistita, capiva che era stata tutta un’invenzione della sua mente contorta, dei suoi sciocchi neuroni. Era così immerso in questi suoi pensieri che sentì a stento il suono del campanello della porta. Si alzò di malavoglia e andò ad aprire; dall’altra parte della porta c’era la Fantasia, che tutta dispiaciuta era tornata a casa. Dal bagno proveniva di nuovo un familiare battito d’ali.
  
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