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Autore: Eman    08/12/2011    3 recensioni
< Chiamalo genetico, se vuoi dargli una spiegazione razionale, in ogni caso è l'istinto che che permea ogni Sayan dalla sua nascita, non puoi farci niente, puoi provare a soffocarlo, ma arriverà il giorno in cui lo dovrai soddisfare. È il prezzo dell'enorme potere di cui disponi, di cui disponiamo >
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Goku si guardò le mani chiedendosi ormai quanto sangue avessero versato.
Il crudo istinto da Sayan gli aveva fatto amare la lotta, arrivando alla fine a considerarla come l'unica cosa per cui valesse la pena vivere.
Ovviamente queste cose non le aveva dette a nessuno, col passare degli anni si era costruito una vita, una famiglia, cercando di lasciare la sua natura fuori, richiudendo in un angolo remoto la bestia dentro di lui, ma uccidere gli piaceva e, adesso, solo, seduto nella stanza, finalmente lo ammetteva almeno con se stesso. Non ne andava fiero, anzi se ne vergognava, ma era così, sotto quella maschera di bontà era nascosto il guerriero Sayan, che da bambino si era solo adattato alla situazione, troppo piccolo per sopravvivere in un mondo deserto si era fatto crescere e allevare dagli uomini, ma adesso la sua natura lo stava richiamando.
Goku allungò una mano verso la foto del figlio, appoggiata sulla scrivania davanti a lui, fece scendere il dito tremante sul suo volto.
Sorrideva, era l'ultimo giorno della scuola elementare, la sua manina piccola stringeva un pezzo di carta arrotolato che doveva essere il suo diploma e con gli occhi brucianti di fierezza guardavano l'obiettivo, di lato, invece, la figura di Vegeta, sfuocata sullo sfondo, che guardava il cielo.
Forse avrebbe dovuto parlarne con lui, Vegeta non si era mai fatto problemi a dire quanto gli mancasse la sua vecchia vita, quanto gli mancasse combattere. Magari conosceva il modo per placare l'istinto del Sayan che sembrava, con gli anni, dilaniarlo sempre di più.
Goku si alzò di scatto, facendo cadere all'indietro la sedia su cui era seduto. Sì, sarebbe andato da Vegeta, lui ,avrebbe fatto, come al solito storie, ma alla fine era sicuro di convincerlo a parlare almeno qualche minuto, giusto sapere che anche lui condivideva questo tormento lo avrebbe fatto sentire meglio. 
Uscì dalla finestra per evitare di incontrare Chichi, in quel momento non se la sentiva proprio di affrontarla. L'aria fresca lo calmò un po' e i pensieri iniziarono a scivolargli via, lasciandolo in uno stato di trance. Purtroppo la casa a forma di cupola della famiglia Brief emerse presto nel paesaggio e Goku fu costretto a scendere.
Valutò se entrare dalla porta principale, ma ripensandoci decise di presentarsi direttamente nella Gravity Room, Vegeta non poteva essere che lì.

Prese un respiro profondo e si preparò al cambio di gravità, poi entrò.
Subito sentì il richiamo della terra farsi più forte, ma non abbastanza da impedirgli i movimenti. Con passi lenti e pesanti si diresse verso il principe dei Sayan che sembrava non aver notato l'intrusione, o forse faceva semplicemente finta di non vederlo.
Sotto la pelle imperlata di sudore, i muscoli del principe si contraevano e si stendevano con ritmo regolare, poi, d'un tratto, si fermarono.
< Devi stare a guardare ancora molto? > la voce di Vegeta era lievemente rauca, doveva essere là dentro da ore.
< Scusa > si riscosse Goku
< Cosa sei venuto a fare? > chiese il principe, mentre ristabiliva la gravità normale nella stanza.
< Parlare >
una risata riempì la sala < Per quello ci sono le donne Kakarot, quanto a me, l'unica cosa che farei mai con te è combattere. Bhè, ci stai? >
< Non sono venuto qui per questo >
< Allora puoi anche andartene, ho da fare > disse dirigendosi di nuovo al regolatore di gravità
< Come fai? > sputò tutto d'un colpo
< A fare cosa? > rispose il principe senza preoccuparsi di nascondere il fastidio
< A rimanere sulla terra. Voglio dire, vivere qui, comportarti come se tutto fosse normale... >
Vegeta lo zittì con la mano, indicando che aveva già capito dove il giovane voleva arrivare < Sinceramente non credevo che anche tu avessi questi problemi. Pensavo che, crescendo sulla terra, alla fine tu fossi diventato più... umano che Sayan, ma a quanto vedo, non sei il Goku perfetto che gli altri credono > l'ultima frase venne accompagnata da un ampio sorriso che svelò una chiostra di denti bianchi.
< Non c'è niente di divertente >
< No, non c'è >
Un silenzio denso, tangibile si interpose tra di loro, carico di parole non dette.
Con grande sorpresa di Goku fu Vegeta il primo a spezzare il silenzio, forse perchè quello minacciava di dire molte più cose di quante il principe stesso era disposto a rivelare.
< Chiamalo genetico, se vuoi dargli una spiegazione razionale, in ogni caso è l'istinto che che permea ogni Sayan dalla sua nascita, non puoi farci niente, puoi provare a soffocarlo, ma arriverà il giorno in cui lo dovrai soddisfare. È il prezzo dell'enorme potere di cui disponi, di cui disponiamo >
Vegeta lo squadrò per qualche secondo, inclinando la testa leggermente di lato < Penso che per te, però, sia più difficile, hai bisogno di sentirti un eroe e scoprire che non lo sei deve essere traumatizzante > disse in tono di scherno, ma i suoi occhi rivelavano tutt'altro
< Non ho mai detto di voler essere un eroe, mi sono solo capitate le occasioni giuste >
< Occasioni giuste per sfogare la tua rabbia, ma ora siamo in tempo di pace, nessun ha più bisogno di te >
< Non erano solo occasioni per sfogare la mia rabbia, volevo davvero salvare la terra >
< Non scaldarti. Non metto in dubbio le tue buone intenzioni Kakarot, però non puoi negare di aver provato piacere nel combattimento e nella sensazione di potenza che ti ha dato l'uccisione dell'avversario >
Goku abbassò lo sguardo sconfitto, allora era vero, non era mai stato migliore dei suoi nemici, era anche lui una macchina, nata dalla crudeltà e che in essa troverà la sua morte, non c'era niente di più semplice.
< Tu cosa fai quando senti il bisogno di altro sangue? > disse, riuscendo finalmente a trovare le parole
< Mi sfinisco, mi alleno fino a tramortirmi, fino a quando sento la stanchezza vincere le passioni >
< Ti è mai successo di perdere il controllo? >
< Una volta sempre, anzi aspettavo con ansia il momento della sua venuta. Quelli erano bei tempi, tutto sommato tempi felici, o almeno il massimo grado di felicità a cui possiamo aspirare. Però adesso la convivenza forzata con gli umani mi ha macchiato, ho quella fastidiosa sensazione che non mi fa agire come vorrei, che, come delle catene,mi blocca. Anche se dovessi soddisfare la voglia  di sangue, ho paura che, quello che chiamate voi senso di colpa, diventi un nemico ancora più temibile. Quindi no Kakarot, è ormai da tanto tempo che non perdo più il controllo. >
Una ridda di pensieri travolse la mente di Goku, pensieri troppo tristi e pericolosi per trovare corrispondenti parole nella lingua che conosceva e che vennero tradotti dalla sua bocca solo con un urlo soffocato, tanto disperato da fare paura allo stesso artefice del suono. Come poteva essere vero? Non c'era proprio nessun modo per guarire? Non voleva passare tutta la vita a desiderare la morte altrui, lui non era quel genere di persona, non lo voleva essere. Capì in quel momento che da Vegeta non avrebbe ricevuto alcun aiuto, così uscì dalla stanza.
Vegeta senza una parola riprese ad allenarsi.

Salve! Questa storia nasce dal tentativo disperato di trovare qualcosa di più divertente da fare che non imparare a memoria versi su versi della Medea di Seneca. La vena drammatica che permea tutto è presa direttamente dell'autore latino, che sì lo so non c'entra niente con Dragon Ball ma ho voluto mettercela lo stesso. In realtà la storia è solo un abbozzo, quindi aspetto i vostri consigli per modificarla e renderla più leggibile. Grazie a tutti :)
  
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