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Autore: Aerith1992    08/12/2011    3 recensioni
Sin da quando era piccolo, quando, in estate, suo padre lo portava a fare scampagnate insieme a suo cugino Matthew, quando per la prima volta, lontano dalla città, aveva visto miriadi di puntini luminosi nel cielo, Alfred aveva sognato di poter raggiungere le stelle e toccarle.
[Doctor Who crossover] Doctor!Inghilterra, Companion!America
Genere: Fluff, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Note: scritta per il prompt "crossover" della tabella di auverse, partecipa all'Hetalia prompt-athon 2011 su hetafic_it, prompt "Stella" del tema Spazio.




Sin da quando era piccolo, quando, in estate, suo padre lo portava a fare scampagnate insieme a suo cugino Matthew, quando per la prima volta, lontano dalla città, aveva visto miriadi di puntini luminosi nel cielo, Alfred aveva sognato di poter raggiungere le stelle e toccarle. L’aveva anche annunciato ad entrambi, sicuro che un giorno avrebbe varcato i cieli.
Da quel momento, i libri regalatigli al posto dei videogiochi - sua madre aveva insistito sul porre un limite al numero degli stessi temendo che avrebbe trascorso tutto il resto della sua vita davanti alla televisione o al computer - parlavano di nebulose, del Sistema Solare, di stelle e di pianeti. Ogni notte, prima di andare a dormire, Alfred ne aveva sfogliato uno diverso, meravigliato dalla bellezza delle immagini dallo spazio.
Così aveva imparato, non senza una punta di delusione, che toccare fisicamente le stelle sarebbe stato impossibile. Il suo sogno infantile però non ne era stato minimamente scalfito. Un intero Universo poteva essere scoperto, altre forme di vita, nuovi pianeti abitabili, supernove da osservare, buchi neri da studiare.
Così, con la speranza di viaggiare per lo spazio, aveva studiato e ristudiato con passione ed impegno, tanto che si mormorava che se la Nasa non lo avesse preso, vi avrebbero pensato Torchwood o la Unit una volta terminati i suoi studi.
Ma qualcun altro ci aveva pensato prima.


Alfred osservò la stella appena nata proprio di fronte a lui, lontana anni luce, con un sorriso.
-Se continui così finirai per oscurarla- disse una voce.
Alfred, divertito, staccò per un attimo gli occhi dalla stella per volgerli allo spazioso interno del Tardis, dove il Dottore, appoggiato ad una delle ringhiere, lo osservava con i suoi penetranti occhi verdi.
-Continuare cosa?
-A sorridere così, buffone- replicò l’altro distogliendo per primo lo sguardo, imbarazzato, e spostandolo sui capelli biondi con i quali iniziò a giocherellare.
Alfred ridacchiò. -Pensavo non ti piacessero.
-Cosa?
-I capelli. Pensavo li volessi rossi- disse, indicandoli con la mano.
-Anche biondi vanno bene- replicò l’altro.
-E le sopracciglia?- chiese scherzosamente Alfred -Sono troppo grandi per sembrare umane! Sei sicuro che un giorno non prenderanno vita?
-Ti avverto, Alfred Jones, che se non la smetti di prendere in giro le mie sopracciglia ti rispedisco a casa tua. O meglio, ti potrei lasciare nel Paleolitico o all’ingorgo di Nuova Nuova New York e ti assicuro che non ti piacerebbe!
-Certo, come no. E poi con chi viaggeresti?- ridacchiò Alfred -Chi ti potrebbe sopportare se non me?
Il Dottore gli lanciò un’occhiataccia che, tuttavia, presto lasciò spazio ad un’espressione più serena e anche divertita. Alfred, seduto sul bordo del Tardis con le gambe a penzoloni nello spazio, tornò ad osservare la stella.
Non aveva potuto toccarla, ma l’aveva vista nascere insieme al Dottore e forse un giorno l’avrebbe vista anche morire. Il suo sogno di bambino, ora, si era realizzato.
-Come si chiama?
-Cosa?
-La stella: come si chiama?
Il Dottore gli si avvicinò, mani nelle tasche, osservandola anch’egli . -Spetta a colui che l’ha visto per primo nominarla- disse con un piccolo sorriso.
-E chi è?
-Tu, idiota.
Alfred sorrise felice e, alzatosi subito in piedi, abbracciò il Dottore. Sotto ai vari strati di tessuto gli sembrava di poter perfino sentire i due cuori del Dottore battere. -Grazie!
Il Dottore tossicchiò imbarazzato, si allontanò rosso in volto e borbottò -Sbrigati a darle un nome- allontanandosi da lui per avvicinarsi invece ai comandi del Tardis.
Di tutti i nomi epici che avrebbe potuto dare, come Batman, Capitan America o anche meglio Alfred Jones -una stella con il suo nome, questa si che era una cosa veramente figa!- decise per un termine forse troppo sfruttato, spesso banalizzato, ma che trovava appropriato.
-Come si dice “sogno” in Gallifreyano?-
-Come siamo sentimentali- disse scherzosamente il Dottore con un sorrisetto prima di pronunciarne il nome, approvato da Alfred e subito inserito nelle mappe di bordo.
-Il Proclama Ombra non darà problemi al riguardo, se è da me o un mio compagno che viene il nome. “Sogno” è il nome ufficiale di questa stella.
-Come siamo pomposi, Dottore!
Il Dottore ridacchiò -Me lo posso permettere. Allora, sei pronto ad andare?
-Mi serve solo un attimo!- esclamò Alfred.
-Tutto il tempo che vuoi.
Alfred si affacciò ancora una volta, osservando la stella, protetto da uno schermo che nascondeva i suoi occhi alla luce accecante. Con un enorme sorriso la salutò, prima di rientrare nel Tardis e di chiuderne le porte -Arrivederci, sogno-
  
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