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Autore: ElderClaud    08/12/2011    5 recensioni
Lui non avrebbe mai compreso l'amore incondizionato che Rukia riversava per i coniglietti e altre cose a suo dire carine, ma era seccato da quella sua trovata geniale.
“Dio... non dirmi che quello sgorbio è un coniglio?”
“Così è più alternativo! – sbottò la shinigami con voce piuttosto seccata ad un Ichigo che la guardava con espressione ebete/disgustata. Per poi però adocchiarlo meglio aggiungendo in seguito parole apocalittiche – ma sbaglio o quelle che stai facendo sono tette?!”

[IchiRuki] Partecipa alla "Gift Boxes Challenge" di Fanworld
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Alternative Snowman
Autore: medesima sottoscritta
Personaggi/Coppia: Kurosaki Ichigo, Kuchiki Rukia
Rating: per tutti, verde
Conteggio parole: 1575
Avvertimenti: what if, oneshot, commedia, introspettivo
Note:
Questa la si potrebbe definire la mia prima ichiRuki. È una what if dove ho immaginato che il tempo di permanenza sulla terra di Rukia si allungasse anche verso il periodo di Natale. Per il resto non ho altro da aggiungere se non che è una storia semplice senza troppe pretese. Partecipa inoltre alla “Gift Boxes Challenge” di Fanworld con il prompt: Pupazzo di neve, “così è più alternativo/a”.
Buona lettura!

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Il clima all'interno della Soul Society non possedeva mai grandi sbalzi di temperatura.
Per buona parte del tempo possedeva un clima primaverile e le piogge erano presenti solo durante il fin dei conti mite inverno che ricopriva quel mondo dalle ferree regole di vita.
La neve era rara – molto rara – e poteva cadere solo poche volte ogni secolo.
Per tanto, la neve Rukia Kuchiki – nei suoi centocinquanta anni di vita – non l'aveva mai vista per davvero.
Non che non sapesse cosa fosse la neve, la sua stessa anima era fredda come il ghiaccio ogni volta che l'impugnava in battaglia, ma fu solo quando giunse di pattuglia sulla terra che ebbe il modo non solo di poterla vedere con i propri occhi, ma anche di poterla toccare con mano.
Era fredda al tatto – così come si era sempre aspettata ovviamente – tuttavia per lei era semplicemente bellissima.
Soffice, candida, in apparenza fragile eppure capace di essere letale. Tuttavia era un autentico spettacolo osservarla cadere dal cielo lenta e delicata – quasi come se stesse danzando – arrivando ad essere solo quello il particolare più bello in assoluto per la giovano shinigami.
Ma c'era un altro particolare che non potè non colpirla durante quel suo primo, lungo periodo sulla terra.
Almeno una volta l'anno durante il mese di dicembre, metà dell'umanità si apprestava a festeggiare quello che per tutti era il Santo Natale.
C'era un'atmosfera frizzante nell'aria che solo durante le feste nella Soul Society – più precisamente nel Rukongai dove aveva speso la sua infanzia – aveva potuto avvertire dandole non poca eccitazione da bambina.
Inoltre doveva constatare una cosa molto fondamentale: durante i giorni di neve, gente di tutte le età si dilettava a costruire i cosiddetti pupazzi di neve aggiungendoci degli accessori in vestiario per renderlo più credibile ad una persona che ad un fantoccio.
Cosa spingesse la gente a prendere del freddo per creare una simile, effimera, creatura la shinigami non poteva saperlo, ma trovava che durante il Natale qui graziosi pupazzi di neve si facessero ancor più belli e per questo irresistibili ai suoi occhi.
Durante quei giorni di festa gli accessori mutavano e si facevano più scintillanti e dalle calde tonalità rassicuranti, in un contrasto così netto con la gelida neve da risultarle a dir poco affascinante.
Per questo – costi quel che costi – avrebbe costretto Ichigo a portarla nel più vicino parco urbano per costruire il suo di pupazzo di neve, anche se quel ragazzo impossibile si sarebbe rifiutato di congelarsi mani e dita dei piedi.

[…]

sostanzialmente Rukia sfruttò un semplice inganno per attirare lontano il sostituto shinigami dal divano di casa fino all'esterno freddo e pieno di neve.
Frettolosamente lo aveva avvertito di una presenza hollow nei paraggi e senza dargli il tempo di tramutarsi in shinigami gli aveva buttato addosso il cappotto e lo aveva trascinato di corsa fino in strada.
Ichigo provò a chiedere cosa stesse succedendo per davvero, ma l'adrenalina di un possibile combattimento lo portò ad ignorare il fatto che l'amica avesse sulle spalle uno zaino piuttosto corposo. Forse era il caso di trasformarsi lontano dai centri abitati e di attirare la creatura il più lontano possibile da potenziali vittime, tuttavia le scarse idee chiare del ragazzo si illuminarono quando le galosce imbottite di calzini di lana di Rukia si fermarono dinnanzi al parchetto del quartiere.
Dell'hollow ovviamente nessuna traccia, e si dette mentalmente dell'idiota per non aver capito che quella dannata lo aveva portato sino a li solo per fare uno stupidissimo pupazzo di neve. Il suo zaino poi, era pieno di accessori e indumenti terrificanti per la sua vista di giovane maschio adolescenziale.
Lui non avrebbe mai compreso l'amore incondizionato che Rukia riversava per i coniglietti e altre cose a suo dire carine, ma era seccato da quella sua trovata geniale.

“Scusa ma... c'era per forza bisogno di trascinarmi fin qui al freddo per fare poi cosa?! Un pupazzo di neve? Bastava farlo nel giardino di cas-”
“Non c'è neve a sufficienza a casa tua, ricordi Ichigo? Hai voluto buttarci il sale perchè ti lamentavi di scivolare sempre”
prendendo una grossa manciata di neve con gli spessi guanti di lana, Rukia si apprestò a piazzarla meglio nella grande montagnola che aveva creato in una sola ora – accompagnata dallo stesso Ichigo che piuttosto frustrato iniziò a spalare neve con grande foga per farsene uno tutto suo di pupazzo – bloccando le solite lamentele di un sostituto shinigami che arrossì imbarazzato per quelle sue parole che lo tratteggiavano come un vecchio ottantenne lagnoso.
“M-ma figurati! Poteva essere pericoloso per Karin e Yuzu sai?!”
ritrovandosi rosso in volto in un mix di imbarazzo e rabbia, Ichigo Kurosaki tornò a rimodellare il suo covone di neve per dargli un minimo di parvenza umana con la sottile – e beffarda – risata di Rukia ad accompagnare ogni suo gesto.
Attorno a loro non vi era nessuno, se non i lampioni che illuminavano la candida zona in cui si erano messi a costruire pupazzi di neve. Neppure il cielo donava loro i candidi fiocchi, ma in compenso era così limpido da poter vedere una moltitudine di stelle decorare la volta notturna.
Rukia avrebbe voluto volentieri che in quella serata ci fosse pure una bella nevicata, però infondo le andava bene così. Il lamentoso giovanotto dai capelli ramati avrebbe obiettato ancor di più sul clima, e lei aveva bisogno della sua presenza per una buona consulenza su come decorare al meglio un pupazzo.
Una volta che finalmente il suo manufatto fu quasi ultimato, la giovane sorrise soddisfatta per essere riuscita – in quello che era la sua prima volta – a costruire un paio di orecchie di coniglio abbastanza solide. Ora in effetti, mancava di mettergli l'accessorio giusto per renderlo ancora più irresistibile.
“Dio... non dirmi che quello sgorbio è un coniglio?”
“Così è più alternativo! – sbottò la shinigami con voce piuttosto seccata ad un Ichigo che la guardava con espressione ebete/disgustata. Per poi però adocchiarlo meglio aggiungendo in seguito parole apocalittiche – ma sbaglio o quelle che stai facendo sono tette?!”
fu come sollevare un maremoto in uno stagno o anche semplicemente un intero stormo di corvi gracchianti perchè la voce di Ichigo Kurosaki divenne così stridula e incazzosa che fu quasi un miracolo, in tutti i sensi, se Rukia Kuchiki non gli lanciò un paio di palle di neve per zittirlo.
“M-m-ma che cavolo dici! Sta zitta! Non sono... quelle cose li! Sono dei pettorali... Sto facendo un guerriero!”
tanto per sottolinearlo meglio il giovane liceale posò ambo le mani sui presunti pettorali piuttosto pronunciati per colpirli meglio e mostrarle che aveva assolutamente torto.
Tuttavia in quel momento così assurdo Rukia ci vide dentro una possibilità piuttosto ghiotta. Per lei fu coe se una lampadina malefica si fosse accesa nella sua testolina, decidendo di lasciar perdere di abbellire il proprio – fantastico – pupazzo di neve per prendere in mano il cellulare nella tasca del pesante cappotto e scattargli una foto.
Fu incredibilmente veloce e lesta con il diabolico aggeggio – tanto da lasciare lo stesso Kurosaki con occhi sgranati in una espressione a dir poco idiota – perchè riuscì a scattare una sola singola foto di lui che, nel mentre guardava nell'obiettivo, toccava il seno ad un povero omino di candida neve senza che quest'ultimo potesse difendersi.
E se già il freddo iniziava a pizzicare sul naso di pel di carota, solo quella piccola scena gli bastò a congelargli il sangue nelle vene.
Ma che cazz-”
“Uh, uh, uh... Potrebbe essere il mio nuovo desktop. Che ne dici Ichigo?! Sei così fotogenico mentre molesti quel povero pupazzo di neve!”
nei secondi successivi in cui una Rukia con indosso un sorrisetto malizioso si apprestava a modificare lo schermo del proprio telefonino con quella foto a dir poco ridicola, molteplici espressioni facciali si susseguirono sul volto del sostituto shinigami fino a farlo esplodere in un rossore paonazzo in volto – tanto da fare concorrenza alla sua capigliatura ramata – ruggendo in un discontinuo farfugliare parole e vocaboli sconnessi che ammonivano la giovane donna di disfarsi immediatamente di quella foto.
Ichigo prese per questo uno slancio quasi felino nei confronti dell'amica imprudente, che ben pensò di schivare quel suo primo attacco – prevedibile tra l'altro – scattando verso destra all'ultimo momento e facendo così cadere il malcapitato sulla neve sottostante.
Ciò non bastò a fermare il giovanotto profondamente imbarazzato – il suo rossore, di questo Rukia ne era convinta, sarebbe bastato a sciogliere la neve – che immediatamente iniziò a rincorrere l'agile ragazza per tutto lo spiazzo in cui si erano messi a costruire pupazzi di neve in una fredda note prima di Natale.
Oh insommaah! Dammi quel telefonino!!”
“Cosa? Tutto qui la tua agilità?! Guarda che se non mi prendi rischi che spedisco questa foto ad un paio di ragazze...”
La convivenza con Ichigo Kurosaki poteva anche non essere facile – le polemiche non cessavano mai di esistere ed era un autentico testardo – ma anche dopo quelle sue parole maliziose che lo portarono ad agitarsi ancor più sconvolto e arrabbiato, Rukia Kuchiki non poteva dire che si annoiava a stargli vicino.
Forse quei momenti vissuti sulla terra sarebbero stati quelli che avrebbe ricordato molto più a lungo in tutta la sua vita futura, e ciò la portò a sorridere in modo sincero mentre fuggiva da un ragazzo piuttosto arrabbiato.

   
 
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