Titolo: Alternative
Snowman
Autore: medesima
sottoscritta
Personaggi/Coppia:
Kurosaki Ichigo, Kuchiki Rukia
Rating: per tutti,
verde
Conteggio parole: 1575
Avvertimenti: what
if, oneshot, commedia, introspettivo
Note:
Questa la si potrebbe
definire la mia prima ichiRuki. È una what if dove ho
immaginato che
il tempo di permanenza sulla terra di Rukia si allungasse anche verso
il periodo di Natale. Per il resto non ho altro da aggiungere se non
che è una storia semplice senza troppe pretese. Partecipa
inoltre
alla “Gift Boxes Challenge” di Fanworld con il
prompt: Pupazzo di
neve, “così è più
alternativo/a”.
Buona lettura!
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Il clima all'interno della
Soul Society non possedeva mai grandi sbalzi di temperatura.
Per buona parte del tempo
possedeva un clima primaverile e le piogge erano presenti solo
durante il fin dei conti mite inverno che ricopriva quel mondo dalle
ferree regole di vita.
La neve era rara – molto
rara – e poteva cadere solo poche volte ogni secolo.
Per tanto, la neve Rukia
Kuchiki – nei suoi centocinquanta anni di vita –
non l'aveva mai
vista per davvero.
Non che non sapesse cosa
fosse la neve, la sua stessa anima era fredda come il ghiaccio ogni
volta che l'impugnava in battaglia, ma fu solo quando giunse di
pattuglia sulla terra che ebbe il modo non solo di poterla vedere con
i propri occhi, ma anche di poterla toccare con mano.
Era fredda al tatto –
così come si era sempre aspettata ovviamente –
tuttavia per lei
era semplicemente bellissima.
Soffice, candida, in
apparenza fragile eppure capace di essere letale. Tuttavia era un
autentico spettacolo osservarla cadere dal cielo lenta e delicata
–
quasi come se stesse danzando – arrivando ad essere solo
quello il
particolare più bello in assoluto per la giovano shinigami.
Ma c'era un altro
particolare che non potè non colpirla durante quel suo
primo, lungo
periodo sulla terra.
Almeno una volta l'anno
durante il mese di dicembre, metà dell'umanità si
apprestava a
festeggiare quello che per tutti era il Santo Natale.
C'era un'atmosfera
frizzante nell'aria che solo durante le feste nella Soul Society
–
più precisamente nel Rukongai dove aveva speso la sua
infanzia –
aveva potuto avvertire dandole non poca eccitazione da bambina.
Inoltre doveva constatare
una cosa molto fondamentale: durante i giorni di neve, gente di tutte
le età si dilettava a costruire i cosiddetti pupazzi di neve
aggiungendoci degli accessori in vestiario per renderlo più
credibile ad una persona che ad un fantoccio.
Cosa spingesse la gente a
prendere del freddo per creare una simile, effimera, creatura la
shinigami non poteva saperlo, ma trovava che durante il Natale qui
graziosi pupazzi di neve si facessero ancor più belli e per
questo
irresistibili ai suoi occhi.
Durante quei giorni di
festa gli accessori mutavano e si facevano più scintillanti
e dalle
calde tonalità rassicuranti, in un contrasto così
netto con la
gelida neve da risultarle a dir poco affascinante.
Per questo – costi quel
che costi – avrebbe costretto Ichigo a portarla nel
più vicino
parco urbano per costruire il suo di pupazzo di neve, anche se quel
ragazzo impossibile si sarebbe rifiutato di congelarsi mani e dita
dei piedi.
[…]
sostanzialmente Rukia
sfruttò un semplice inganno per attirare lontano il
sostituto
shinigami dal divano di casa fino all'esterno freddo e pieno di neve.
Frettolosamente lo aveva
avvertito di una presenza hollow nei paraggi e senza dargli il tempo
di tramutarsi in shinigami gli aveva buttato addosso il cappotto e lo
aveva trascinato di corsa fino in strada.
Ichigo provò a chiedere
cosa stesse succedendo per davvero, ma l'adrenalina
di un
possibile combattimento lo portò ad ignorare il fatto che
l'amica
avesse sulle spalle uno zaino piuttosto corposo. Forse era il caso di
trasformarsi lontano dai centri abitati e di attirare la creatura il
più lontano possibile da potenziali vittime, tuttavia le
scarse idee
chiare del ragazzo si illuminarono quando le galosce imbottite di
calzini di lana di Rukia si fermarono dinnanzi al parchetto del
quartiere.
Dell'hollow ovviamente
nessuna traccia, e si dette mentalmente dell'idiota per non aver
capito che quella dannata lo aveva portato sino a li solo per fare
uno stupidissimo pupazzo di neve. Il suo zaino poi, era pieno di
accessori e indumenti terrificanti per la sua
vista di giovane
maschio adolescenziale.
Lui non avrebbe mai
compreso l'amore incondizionato che Rukia riversava per i coniglietti
e altre cose a suo dire carine, ma era seccato da quella sua trovata
geniale.
“Scusa ma... c'era per
forza bisogno di trascinarmi fin qui al freddo per fare poi cosa?! Un
pupazzo di neve? Bastava farlo nel giardino di cas-”
“Non c'è neve a
sufficienza a casa tua, ricordi Ichigo? Hai voluto buttarci il sale
perchè ti lamentavi di scivolare
sempre”
prendendo una grossa
manciata di neve con gli spessi guanti di lana, Rukia si
apprestò a
piazzarla meglio nella grande montagnola che aveva creato in una sola
ora – accompagnata dallo stesso Ichigo che piuttosto
frustrato
iniziò a spalare neve con grande foga per farsene uno tutto
suo di
pupazzo – bloccando le solite lamentele di un sostituto
shinigami
che arrossì imbarazzato per quelle sue parole che lo
tratteggiavano
come un vecchio ottantenne lagnoso.
“M-ma figurati! Poteva
essere pericoloso per Karin e Yuzu sai?!”
ritrovandosi rosso in
volto in un mix di imbarazzo e rabbia, Ichigo Kurosaki tornò
a
rimodellare il suo covone di neve per dargli un minimo di parvenza
umana con la sottile – e beffarda – risata di Rukia
ad
accompagnare ogni suo gesto.
Attorno a loro non vi era
nessuno, se non i lampioni che illuminavano la candida zona in cui si
erano messi a costruire pupazzi di neve. Neppure il cielo donava loro
i candidi fiocchi, ma in compenso era così limpido da poter
vedere
una moltitudine di stelle decorare la volta notturna.
Rukia avrebbe voluto
volentieri che in quella serata ci fosse pure una bella nevicata,
però infondo le andava bene così. Il lamentoso
giovanotto dai
capelli ramati avrebbe obiettato ancor di più sul clima, e
lei aveva
bisogno della sua presenza per una buona consulenza
su come
decorare al meglio un pupazzo.
Una volta che finalmente
il suo manufatto fu quasi ultimato, la giovane sorrise soddisfatta
per essere riuscita – in quello che era la sua prima volta
– a
costruire un paio di orecchie di coniglio abbastanza solide. Ora in
effetti, mancava di mettergli l'accessorio giusto per renderlo ancora
più irresistibile.
“Dio... non dirmi che
quello sgorbio è un coniglio?”
“Così è più
alternativo! – sbottò la shinigami con voce
piuttosto seccata ad
un Ichigo che la guardava con espressione ebete/disgustata. Per poi
però adocchiarlo meglio aggiungendo in seguito parole apocalittiche
– ma sbaglio o quelle che stai facendo sono tette?!”
fu come sollevare un
maremoto in uno stagno o anche semplicemente un intero stormo di
corvi gracchianti perchè la voce di Ichigo Kurosaki divenne
così
stridula e incazzosa che fu quasi un miracolo, in tutti i sensi, se
Rukia Kuchiki non gli lanciò un paio di palle di neve per
zittirlo.
“M-m-ma che cavolo dici!
Sta zitta! Non sono... quelle cose li! Sono dei
pettorali...
Sto facendo un guerriero!”
tanto per sottolinearlo
meglio il giovane liceale posò ambo le mani sui presunti
pettorali
piuttosto pronunciati per colpirli meglio e mostrarle che aveva
assolutamente torto.
Tuttavia in quel momento
così assurdo Rukia ci vide dentro una possibilità
piuttosto
ghiotta. Per lei fu coe se una lampadina malefica si fosse accesa
nella sua testolina, decidendo di lasciar perdere di abbellire il
proprio – fantastico – pupazzo di neve per prendere
in mano il
cellulare nella tasca del pesante cappotto e scattargli una foto.
Fu incredibilmente veloce
e lesta con il diabolico aggeggio – tanto da lasciare lo
stesso
Kurosaki con occhi sgranati in una espressione a dir poco idiota
–
perchè riuscì a scattare una sola singola foto di
lui che, nel
mentre guardava nell'obiettivo, toccava il seno ad un povero omino di
candida neve senza che quest'ultimo potesse difendersi.
E se già il freddo
iniziava a pizzicare sul naso di pel di carota, solo quella piccola
scena gli bastò a congelargli il sangue nelle vene.
“Ma
che cazz-”
“Uh, uh, uh... Potrebbe
essere il mio nuovo desktop. Che ne dici Ichigo?! Sei così
fotogenico mentre molesti quel povero pupazzo di
neve!”
nei secondi successivi in
cui una Rukia con indosso un sorrisetto malizioso si apprestava a
modificare lo schermo del proprio telefonino con quella foto a dir
poco ridicola, molteplici espressioni facciali si susseguirono sul
volto del sostituto shinigami fino a farlo esplodere in un rossore
paonazzo in volto – tanto da fare concorrenza alla sua
capigliatura
ramata – ruggendo in un discontinuo farfugliare parole e
vocaboli
sconnessi che ammonivano la giovane donna di disfarsi immediatamente
di quella foto.
Ichigo prese per questo
uno slancio quasi felino nei confronti dell'amica imprudente, che ben
pensò di schivare quel suo primo attacco –
prevedibile tra l'altro
– scattando verso destra all'ultimo momento e facendo
così cadere
il malcapitato sulla neve sottostante.
Ciò non bastò a fermare
il giovanotto profondamente imbarazzato – il suo rossore, di
questo
Rukia ne era convinta, sarebbe bastato a sciogliere la neve –
che
immediatamente iniziò a rincorrere l'agile ragazza per tutto
lo
spiazzo in cui si erano messi a costruire pupazzi di neve in una
fredda note prima di Natale.
“Oh
insommaah! Dammi
quel telefonino!!”
“Cosa? Tutto qui la tua
agilità?! Guarda che se non mi prendi rischi che spedisco
questa
foto ad un paio di ragazze...”
La convivenza con Ichigo
Kurosaki poteva anche non essere facile – le polemiche non
cessavano mai di esistere ed era un autentico testardo – ma
anche
dopo quelle sue parole maliziose che lo portarono ad agitarsi ancor
più sconvolto e arrabbiato, Rukia Kuchiki non poteva dire
che si
annoiava a stargli vicino.
Forse quei momenti vissuti
sulla terra sarebbero stati quelli che avrebbe ricordato molto
più a
lungo in tutta la sua vita futura, e ciò la portò
a sorridere in
modo sincero mentre fuggiva da un ragazzo piuttosto arrabbiato.