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Autore: lispeth_    09/12/2011    2 recensioni
Qualcosa che non doveva nascere eppure le due di notte sono perfette per scrivere le one-shot.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It happens in a blink, it happens in a flash.
It happens in the time it took to look back.
I try to hold on tight, but there's no stopping time.
What is it I've done with my life?



E in quella notte pensai alla mia vita. Pensai a quello che aveva senso e quello che era sbagliato.
C’era qualcosa che non andava, sembrava che avessi messo insieme i pezzi nel modo incorretto, non combaciavano perfettamente eppure l’immagine sembrava essere esatta.
Era la mia prospettiva ad essere distorta o tutto era privo di senso?
I suoi occhi neri tornarono a fissarmi. Ormai erano nella mia mente senza alcuna possibilità di fuga. Adoravo quel colore, mi ci immergevo senza alcuna paura. Il nero della notte fredda di dicembre. La mia giacca. Le mie unghie. Tutto sembrava emulare quella perfezione senza però riuscire a catturarne del tutto la stessa scintilla che mi provocava ogni volta che la vedevo.
Era lui? Lo era veramente? Quel pensiero tormentava la mia vita. La rendeva dannatamente impossibile. Produceva fiumi di lacrime sul mio viso. Scorrevano come sangue e lui non riusciva ad accorgesene. Quelle sue parole mi ferirono direttamente il cuore senza che mi dessero la possibilità di spostarmi. Improvvise. Letali.
Avevo passato sette anni della mia vita a rincorrere un sogno. Una bellissima immagine di qualcosa che non era del tutto tangibile. Ma che poteva essere. Poteva succedere. Ma non direttamente da parte sua. Avevo sempre pensato che l’amore fosse un suicidio. Qualcosa che non aveva una logica razionale ma che in un attimo riusciva a legare due persone . Accadeva tutto in un attimo. In un battito di ciglia tutta la tua vita dipenda da quella persona. Quel cuore. Quegli occhi.
Era terribilmente egoista da parte mia pensare di poter entrare con forza nella vita di un uomo. Viaggiare su due lunghezze d’onda non aiutava affatto quest’ardua avventura che mi si prospettava. Ma tentai. Tentai con tutta la mia forza di raggiungerlo e nel momento stesso in cui finalmente ero arrivata al suo livello tutto era cambiato.
Una parola. Cinque lettere.
Ovvio.
La potenza dei miei sentimenti schiacciata da una semplice parola insignificante  che occupa un minimo spazio su un foglio di carta bianco.
Avevo davvero passato la mia intera vita in cerca del nulla?
Le scheggie del mio cuore furono la mia risposta. Rindondante. Fu qualcosa di molto rumoroso dentro di me. Don, un pezzo si era staccato. Don, un pezzo era stato calpestato dalle sue scarpe da ginnastica. Ma tutto rimase invisibile ai suoi occhi. Niente aveva turbato il suo mondo perfetto.
Lui teneva me, ma non con la stessa intensità con la quale io tenevo a lui.
Sospirai e me ne tornai a casa dopo che le sue labbra toccarono la mia guancia.
Nulla era cambiato, tutto era rimasto paralizzato come al solito, solo dentro di me tutto era distrutto. C’era un silenzio assurdo dentro di me,qualcosa che non avevo mai provato in vita mia.
Mi sentivo sola. Tutto mi sembrava inadatto. Perfino i miei amici sembravano volermi bene per inerzia. E quello che mi rimase fu il mio cuscino sporco di eyeliner e ferite di battaglia. Ma non avevo vinto niente. Non avevo portato niente con me.
La mia vita era di nuovo senza senso, come lo era sempre stato.
Lo conoscete il flash? No, non quello della macchina fotografica che parte dopo aver inquadrato i sorrisi falsi delle persone. Non sto nemmeno parlando di un supereroe che tenta a tutti i modi di salvare ogni cosa al mondo senza aver tempo per se stesso. Il flash non è altro che quella cosa che Stephenie Meyer ha stupidamente definito imprinting, prendendo un termine scientifico alla cazzo e ficcandolo in un libro. Sto parlando di quella sensazione di completa appartenenza. Di normalità. E tutto questo deriva solamente da una persona. Quella persona che è in grado di far girare il mondo nell’altro senso.
Io credevo di averla trovata in lui.
Invece mi ero innamorata della persona sbagliata.Ma non ne ero del tutto sicura.  Perchè io ero una fottuta tradizionalista che credeva nei grandi punti di svolta da film mentre lui era troppo prevedibile per riuscire a cogliere il sentimentalismo di alcuni film.
E che cosa feci quella notte? La mossa sbagliata. Presi il telefono e lo cercai con delle semplici parole che non avevano senso ma che avrebbero suscita il suo interesse.
Ma il telefono rimase spento, aspetti per troppo tempo e nessuna risposta arrivò. Io fissavo il telefono pensando a lui.
Amami. Ti prego ho bisogno solamente di questo. Amami, non mi serve altro.
Fissare però quello schermo non aveva alcun senso.
Mi bruciavano gli occhi. Forse perchè ero troppo stanca o forse perchè le lacrime continuavano a spingere negli angoli dei miei occhi. Non volevo piangere. Mi stavo trattenendo nel farlo eppure ad un certo punto cedetti alla mia debolezza.
Lui era la mia debolezza e la mia forza nello stesso momento, dipendeva solamente dalle sue parole ... qualunque cosa mi avesse detto io avrei cambiato umore.
Feci un altro sbaglio quella notte. Sembrava che non avessi più il controllo di me stessa. Scrissi un altro messaggio ma indirizzato ad un altra persona. Si, lui era quello che possedeva i sentimenti per me ma che desideravo appartenessero ad un altro.
Sperai con tutto il cuore che lui fosse ancora nel mondo dei sogni. Non volevo che notasse il mio messaggio ma dopo pochi secondi la sua risposta arrivò. La risposta dalla persona che non mi aspettavo.
Ne parlai con lui. Gli dissi ogni singolo mio difetto ed ogni cosa che il mio cuore riusciva ancora provare per l’uomo dagli occhi neri.
E lui scoppiò.
Gli successe la stessa cosa che successe a me con quella parola ancora impressa nella mia mente. Ed io ci soffrivo troppo. Desideravo non averlo mai incontrato, desideravo essere nata un mese dopo solamente per non aver niente in comune con lui. Desideravo morire per tirarmi fuori da quella vita ingiusta eppure non avevo il coraggio di farlo, volevo tentare. Volevo lottare a tutti i costi, ancora e ancora fino a che la vita stessa non mi avrebbe buttata fuori a calci nel sedere.Chiusi gli occhi e la sentii. Quella canzone che ci aveva avvicinati entrambi in quell’istante perfetto.
Ti prego non essere innamorato di qualcun'altro. Ti prego non avere nessun'altro che ti aspetta.
Quelle parole cruciali che avevo scritto anche al mio demone ma che non avevano avuto alcun significato per lui. Mentre per l’altro era stato tutto diverso. Quella canzone era diventata una ninna nanna che lo fece addormentare felice.
Quella canzone. Era fissa nella mia mente. Continuavo a canticchiarla ininterrottamente e mi faceva pensare a lui nonostante non capissi se fosse una cosa giusta oppure sbagliata. Pensavo a quegli occhi così diversi dal nero. I suoi erano chiari, riflettevano la terra ma sembravano decorati da luci natalizie dorate. Pensavo a quanto sarebbe stata semplice la scelta se lui fosse arrivato prima. Pensavo se il destino avesse deciso di complicarmi ancora una volta tutto.
Pensavo ma non riuscivo a trovare una risposta che mi lasciasse dormire quella notte.

Quindici messaggi ricevuti.
Una canzone.
Due cuori.
Una risposta.
Potremmo provarci anche se rischiamo di cadere e farci del male.
  
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