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Autore: Steangine    09/12/2011    4 recensioni
L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per capirlo.
[ARK - Kanda x Lavi x Allen]
Abbastanza nonsense, scritta per il puro piacere di slashare qualcosa a tre.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Titolo: The Doppler Effect

06 # Dietro la porta

Autrice: Armònia

Manga: D.Gray-Man

Disclaimer: I personaggi appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

Pairing: ARK - (Kanda + Lavi) x Allen

Genere: Comico

Rating: Arancione

Avvertenze: Slash, What if?, Lime

Note: Volevo scrivere qualcosa di non troppo impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono riuscita.

Breve Trama: L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.

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Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per capirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The Doppler Effect

06 # Dietro la porta

 

 

 

 

 

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Kanda non era un idiota, Lavi lo sapeva ed era certo che ci fosse arrivato anche lui: il profumo che aveva sciolto le loro (poche) inibizioni era probabilmente un residuo del colpo ricevuto da Allen, il quale ne aveva subito gli effetti in modo così pesante da costringere entrambi ad un tour de force sessuale ben gradito. Se all'inizio sembrava che Allen stesse per cadere in coma, all'improvviso, mentre Lavi era impegnato a sfilargli del tutto la camicia, si era risvegliato, tanto da far credere ai due che avesse potuto correre via dalla stanza.

Ovviamente non era accaduto, anzi, Allen aveva preteso silenziosamente di essere toccato e Lavi aveva benedetto l'energia che si poteva avere solo nella piena adolescenza -nella sua testa lui e Kanda si erano già addentrati nei meandri dell'età adulta- La facilità sorprendente con cui gli avevano fatto raggiungere ogni singolo orgasmo avrebbe dovuto stufarli fin da subito, perchè Allen era un moccioso, non sapeva trattenersi e continuava a gemere senza ritegno. Però, per quanto avessero provato soddisfazione nel vederlo sciogliersi a quel modo tra le loro mani, non sembravano essere stati in grado di placare la sua eccitazione: dopo il terzo orgasmo Allen era ancora accaldato, ancora -per dirla con termini schietti- duro e non si riusciva a calmare. Per Kanda fu l'occasione di un'eccitante sfida, resa più interessante dall'insofferenza naturale che provava nei confronti della mammoletta, per Lavi fu un sogno che si realizzava.

- Yu, te ne vai? -

Lavi osservò pigramente Kanda indossare uno dopo l'altro gli abiti dei quali era stato spogliato in qualche modo: il tutto era stato un groviglio di mani, bocche e gemiti, dunque per tutti e tre era stato impossibile capire chi togliesse cosa - anche se Lavi fu praticamente certo che Allen non avesse tolto un bel niente a nessuno, dato che era troppo impegnato a cercare (inutilmente) di continuo un modo per evitare di essere sottomesso in modo palese.

- Non chiamarmi a quel modo. -

Sorvolando sul fatto che Kanda fosse ritornato così rigido in breve tempo dopo essersi rilassato nel bearsi del corpo di Allen, Lavi continuò.

- Non resti qui? -

Oramai era conscio del fatto che a Yu bastava l'atto sessuale in sè e che eventuali "coccole" -anche nella mente quella parola aveva un suono bizzarro- successive con lui non le avrebbe mai trovate. Però adesso c'era Allen, dunque Lavi aveva non aveva creduto possibile che Kanda non si sarebbe lasciato tentare: evidentemente non lo conosceva ancora così bene come ostentava.

- Tch. -

Quella risposta fu sufficiente e Lavi, approfittando della situazione, si ridistese sul letto e stuzzicò con una mano un bozzo aggrovigliato di coperte sotto al quale era rannicchiato Allen.

- Ehi, Allen... - sussurrò avvicinando la bocca lì dove a occhio aveva supposto si trovasse la testa. Nessun movimento e Lavi ipotizzò che si fosse addormentato, cosa abbastanza plausibile dato che in fin dei conti era stata una specie di battaglia impari.

Allen si era infine risvegliato dal caldo torpore che tanto irritava Kanda, poichè mostrava un comportamento remissivo che non si addiceva alla mammoletta che -senza troppi giri di parole- avrebbe voluto dominare sessualmente. Per l'esattezza Allen era ritornato pienamente sè stesso quando Lavi, dopo essere stato poco gentilmente invitato da Kanda a scegliere tra l'andarsene dalla stanza o il prendere posto sul letto, lo aveva bruscamente stretto a sè, inebriandosi della fragranza che la sua pelle emanava.

Come folgorato da un'illuminazione, Lavi, chino sulla gobba di coperte, si ricordò di quel singolo particolare, di quel profumo dolce che, esaminato con un lucido senno di poi, era sicuro di poter considerare come il deux ex machina di quella particolare situazione. Tutto ciò che aveva sentito aprendo la porta era stato un forte aroma dolciastro, insopportabile in un primo momento, ed aveva subito storto il naso, ma la sua riluttanza nel continuare a respirare era stata sopraffatta dal vago istinto sessuale che dal cervello -divenuto incredibilmente più leggero- era passato nei suoi pantaloni.

Lavi inspirò a fondo e le sue narici diventarono più fredde mentre il suo olfatto venne stuzzicato dall'odore di legno umido che caratterizzava quella stanza: la fragranza era sparita, portando con sè anche il desiderio sessuale a cui perfino Kanda, con la sua frigidità, si era abbandonato. Lavi non si era ricordato di averlo mai visto così rilassato, tuttavia il tempo di accorgersene fu sopraffatto dal ritorno della rigidezza nei suoi gesti.

- Ehi Allen... -

Non riuscì a trattenere un sorrisetto mentre intrufolava le dita tra le pieghe della coperta; riconobbe al tatto i capelli di Allen e andò dritto sicuro a tastare una sua guancia morbida prima che delle cupe parole si elevassero da sotto la stoffa. Kanda smise di litigare con un bottone della divisa e persino lui dovette amettere che se non avesse saputo della presenza della mammoletta su quel letto, non avrebbe riconosciuto di chi fosse quella voce.

- Idiota. Non toccare. Mi fa male dappertutto. -

Era parzialmente vero. Allen aveva male, non dappertutto, ma aveva male. Gli faceva male il fondoschiena e non voleva muoversi, perchè se si fosse mosso le fitte di dolore gli avrebbero fatto ritornare in mente tutto quello che aveva appena passato ed in quel momento voleva soltanto chiudere gli occhi ed addormentarsi. Cosa difficile con il materasso che molleggiava ad ogni minimo movimento di Lavi, e Lavi era solito sfogare l'energia che non usava nelle situazioni in cui ce ne sarebbe stata necessità esternando inutili e fastidiosi movimenti.

Kanda sbuffò di nuovo ma non uscì dalla stanza; si avvicinò al letto e posò lo sguardo, senza pensarci troppo, sul punto preciso dove la rientranza morbida della coperta faceva intuire che lì poteva esserci il sedere di Allen.

- Mammoletta. -

- Mi chiamo Allen. -

Quell'improvviso moto burbero costò a Kanda un notevole sforzo per non sorridere compiaciuto: intuì che l'orgoglio di Allen stava lottando con l'insofferenza verso quel nomignolo che lo sminuiva ancora più di quanto non facesse già da solo il suo aspetto. Tuttavia evitò di proseguire per la strada degli insulti vicendevoli e proseguì con la domanda che si era prefissato di porre.

- Vedi di non fare queste scenate ogni volta d'ora in poi. Sei seccante. -

Lavi cadde dal letto: la foga di Allen nel mettersi a sedere era stata tale da spaventarlo fino a fargli perdere l'equilibrio.

- D'ora in poi? -

Kanda si era stupito, perchè da parte della mammoletta, vista la reazione alle sue parole, si sarebbe aspettato un'espressione di imbarazzo misto a rabbia o consapevolezza; invece Allen lo stava guardando con aria vagamente inebetita, come se non avesse colto a pieno il senso delle parole.

- ...ma perchè? -

- Perchè io e Yu ti guardiamo il sedere da quando sei arrivato all'Ordine. -

Se a colpire prima Lavi fosse arrivata la gomitata di Allen, o l'elsa di Mugen, fu difficile constatarlo.

- Idiota. - sibilò Kanda lanciandogli uno sguardo di disprezzo - Perchè sì, mammoletta. - tagliò corto riprendendo l'arma - Muovetevi voi due, dobbiamo tornare indietro. -

La porta si richiuse in un prolungato scricchiolio, Lavi si soffermò ad osservare il profilo perplesso di Allen, che ancora non accennava a richiudere la bocca - Bè Allen... - esordì cercando di far ricorso a tutto il tatto che possedeva - ...dopo che ti sei strusciato su di noi senza ritegno cosa ti aspettavi? Quello è stato il suo modo per dirti che lo rifaremo. -

Allen rimase in silenzio a fissarsi le mani e Lavi decise che era arrivato il momento di rivestirsi; indossò la maglia e fece per alzarsi in modo da recuperare i pantaloni, ma cambiò idea ancora prima di posare i piedi a terra.

- Mammoletta... - sospirò pazientemente, sicuro di poter attirare la sua attenzione in quel modo - ...non fare quella faccia, a me è piaciuto! -

Si guardarono - Ma tu e Kanda... -

Lavi lo zittì lanciandogli sulla testa la camicia - Vedere te e Yu che vi baciavate e toccavate è stata una delle mie più grandi soddisfazioni personali! -

Non era quella la risposta adatta alla domanda che avrebbe voluto fare, ma Allen si accontentò.

 

 

 

Komui aveva rapito Kanda non appena aveva rimesso piede nella mensa, così Lavi aveva spiegato ad Allen, trascinato in infermieria da una Lenalee che aveva appena letto il rapporto, dove erano riportate le parole "doccia di Dark Matter" troppo vicine al nome del più giovane.

- Dovrà andare in missione? -

- Chi lo sa... - Lavi sembrò abbattuto - Quando lui va via non so mai chi prendere in giro. Oh... - prevenì Allen, con la bocca aperta per rispondere - ...tu sei un buon soggetto, ma Yu... - sospirò sognante - ...prendere in giro lui è qualcosa di esaltante. - affermò abbandonandosi contro lo schienale della sedia - Però mi ha appagato di più vedere la tua testa in mezzo alle mie gam... -

Una cuscinata, e il fiume di parole che stava sgorgando dalla sua bocca venne interrotto. Allen lo guardò con evidente imbarazzo, che venne accentuato dal sorriso comprensivo comparso sul viso di Lavi.

- Anche Yu all'inizio aveva le tue stesse reazioni. Non voleva parlarne, ma farlo e basta. - assunse un'aria pensierosa - Anche adesso è così, però prima era più teso e non voleva farlo tanto, ora è addirittura lui a venirmi a cercare. -

Lavi sembrava compiaciuto e Allen si ricordò come era in fondo incominciata quella storia. Perchè non si sarebbe lasciato andare a quel modo -probabilmente- se la sua mente non fosse stata imbevuta delle immagini di Kanda che baciava Lavi e Lavi che si lasciava dominare da lui. Quel pensiero, sul quale si costringeva a rimuginare, era l'unico appiglio che potesse consolarlo, perchè la maggior parte della colpa sarebbe stata comunque di Kanda e Lavi, non sua. Anche se gli era piaciuto. Piaciuto fin troppo.

Sprofondò nel letto, non riuscendo a sopportare quel qualcosa che sapeva chiamarsi scheletro nell'armadio; non era un rimorso, ma quasi.

- Lavi. Io ho visto te e Kanda. - scandì piano le parole - La sera del mio ritorno dalla missione con Crowley. Nella stanza di Kanda. -

Lavi si strozzò con il sorso d'acqua che aveva preso per noia - Ci hai visti? - era incredulo: gli ci era voluto poco per collegare i vari elementi, sapeva che Allen era rientrato tardi e sapeva che lui aveva passato tutta la notte nella stanza di Yu - Ci hai spiati! - si corresse.

- No! -

Il ghigno di Lavi era poco rassicurante - Allora ti eccita guardare? -

- Certo che no! -

- Perchè sei venuto ad aprire la porta allora? -

- La porta era già aperta e si sentiva tutto. -

- Non ti devi giustificare. -

- Non mi sto giustificando! -

Allen vide Lavi scoppiare in una genuina risata e sentì avvicinarsi come conseguenza i passi furiosi della capo infermiera. Ma non gli dispiacque l'espressione che l'altro aveva assunto per rispondergli, anche se questa possibilità gli venne preclusa dalla donna decisa a trascinarlo fuori dall'infermeria trascinandolo per un orecchio.

 

 

 

Un'altra missione con Crowley ed Allen aveva compreso che Komui voleva mettere a dura prova le sue capacità psichiche, già ridotte all'osso. Ovviamente ritornarono tardi ancora una volta ed ovviamente dovette passare il viaggio sveglio a sorbirsi i gemebondi lamenti del compagno che implicavano delle balbettate scuse per essere stato la causa che aveva fatto perdere loro il treno precedente. Ebbe uno sgradevole senso di déjà-vu passando davanti alla sala comune affollata di scienziati in bilico tra la coscienza e il coma, tuttavia si limitò ad affrettare il passo e si lasciò alle spalle il forte aroma di caffè.

I suoi passi risuonarono lungo i corridoi vuoti, ma era tranquillo, grazie al Finder e ad una solenne promessa di Reever era quasi sicuro di non girare l'angolo ritrovandosi di fronte ad un Komurin sul piede di guerra.

Poi arrivò lì. Se l'era aspettato e si era deciso a mantenere lo sguardo basso, fisso sul pavimento, ma non riuscì. Con un movimento impercettibile del capo sollevò lo sguardo e la vide: la porta aperta. Inarcò le sopracciglia e non pensò perchè fosse socchiusa, nè chi l'avesse incautamente lasciata così; sapeva che Kanda e Lavi erano in missione, ma ciò non gli impedì di arrossire.

Inspirò a pieni polmoni ed espirò con lentezza, sentendo l'agitazione scivolare via. Era tardi, doveva soltanto andare nella sua stanza per riposare. Eppure, passando davanti alla stanza, la sua attenzione fu calamitata da quel sottile spiraglio dal quale potè scorgere la finestra: sì, decisamente il panorama di cui godeva Kanda era migliore rispetto a quello a cui si era abituato lui. La luna era naturalmente lì.

- Vedi Yu? Lo eccita spiare! -

Allen sussultò sentendo quella voce emozionata soffiargli contro l'orecchio, poi un paio di mani lo spinsero dentro alla camera. Sentì un'altra voce dopo essere stato costretto sul letto sotto il peso di due corpi.

- Stupido coniglio, vai a chiudere a chiave quella dannata porta! -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

About The Doppler Effect

Fine della storia. Ho scoperto solo ora che è praticamente nonsense e scritta solo al fine di vedere questi tre fare gli idioti, specialmente Allen. All'inizio era a rating rosso, ma era troppo difficile prenderli assieme. Rimedierò. Forse. Non so.

Quest'ultimo capitolo è troppo buttato lì? Ve lo chiedo perchè dal capitolo 3 questa fan fiction già non mi convinceva più XD Sono un caso disperato, perdonatemi. Ho comunque voluto concludere, perchè rischiavo di non pubblicare più se continuavo a cancellare e riscrivere. Dunque se vi sembra che sia un'accozzaglia di cose senza senso penso che abbiate ragione. Vi ho deluso? Pazienza.

Io ritornerò prossimamente -è una minaccia- con non so che cosa, ho tante idee ma poca voglia concreta di buttarle giù. O sono troppo difficili o sono totali idiozie come questa.

Ringrazio chi ha commentato, letto, messo in preferiti, sfavoriti, seguiti, inseguiti e balle varie, se siete arrivati fin qui vuol dire che per lo meno un po' vi ho incuriositi. Per festeggiare la fine del capitolo ho messo un'immagine doppia, dato che non sapevo decidermi (sono indecisaaaaa °A°)

   
 
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