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Autore: Moriar tea    09/12/2011    2 recensioni
Si chiamava Lavi, o almeno così diceva. Il tono della sua voce mentre pronunciava quel nome, in realtà, non sembrava poi così convinto: come quello di un bambino che recita un'imbarazzata poesia imparata a memoria. Ma si chiamava Lavi, ed era un Bookman.
[ 99 missing moments della storia tra Lavi e Yu. ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti, Yu Kanda
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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arrivo.
[ settembre, 16 anni. ]


Ricordava molto bene la sera piovosa in cui due forestieri -uno molto vecchio, l'altro molto giovane- avevano bussato all'imponente portone dell'Ordine Oscuro. Tutti imbacuccati nei loro mantelli, che cercavano disperatamente di ripararsi dalle intemperie, e quello strano sguardo serio e coscienzioso negli occhi: non molto felice, è vero, ma assolutamente determinato. Ricordava bene quella sera perché l'incontro con quel tipo dai capelli rossi non è cosa che si può dimenticare facilmente; e sì che ci aveva provato eccome, a dimenticare.
Non che avesse avuto una vera e propria presentazione col nuovo arrivato, sia chiaro. In realtà per la prima settimana del suo soggiorno alla Sede, ogni volta che vedeva quello strano ragazzo avvicinarsi con un sorriso speranzoso a lui aveva fatto dietro-front ed evitato bruscamente un qualsiasi scambio verbale. Ma l'aveva spesso sentito parlare con gli altri membri dell'Ordine, questo sì, e sfoggiare il suo sorriso migliore e il suo tono di voce più squillante, mentre ripeteva in modo discretamente abile un copione sempre uguale.
Si chiamava Lavi, o almeno così diceva. Il tono della sua voce mentre pronunciava quel nome, in realtà, non sembrava poi così convinto: come quello di un bambino che recita un'imbarazzata poesia imparata a memoria. Ma si chiamava Lavi, ed era un Bookman.
Aveva avuto bisogno di Komui e delle sue conoscenze al riguardo per capire cosa esattamente fosse un 'bookman'. Ma anche dopo un'ora intera di spiegazione dettagliata, l'idea che si era fatto di loro rimaneva piuttosto confusa e imprecisa. Osservavano, i bookman. Osservavano e scrivevano, e annotavano ogni particolare che potesse servire al grande libro della storia; non erano certo gli abili combattenti di cui necessitavano gli Esorcisti per vincere la Guerra, erano solo dei visitatori di passaggio che la Guerra, invece di combatterla, la trascrivevano in ogni suo più insignificante aspetto, su grossi tomi dalle pagine ingiallite. I due forestieri erano quindi, come i finders, persone del tutto inutili al loro scopo.
Il vecchio non aveva nome, per questo si faceva chiamare semplicemente Bookman. Era basso e dall'aria severa, stoica, ma per nulla fragile. Con tutti gli anni che si portava appresso, dietro a quella manciata di rughe e occhiaie, avrebbe potuto tranquillamente testimoniare sull'esistenza dei dinosauri; eppure, anche se dimostrava almeno duecento anni, era ancora abbastanza in forze da picchiare senza alcuna pietà il suo giovane e impertinente apprendista. Lavi, per l'appunto.
Lavi, così gli aveva spiegato il supervisore, faceva parte del clan dei bookman ma non era ancora un Bookman effettivo. Sarebbe rimasto sotto la guida del suo vecchio maestro ( il Panda
, come l'aveva stupidamente ribattezzato il ragazzo ), almeno fino alla morte di questo; e solo a quel punto avrebbe preso il suo posto.
Poteva essere una conclusione del tutto errata la sua -e decisamente inopportuna, visto che non l'aveva degnato ancora di uno straccio di benvenuto-, ma l'apprendista in questione non sembrava poi così entusiasta del suo ruolo. Svolgeva le sue mansioni con efficienza, e si era adattato alla nuova casa in modo sorprendentemente veloce: ma in ogni cosa che diceva o faceva, sembrava trapelare una nota di stonata amarezza. Del tutto fuori luogo, in quel viso solare e perennemente sorridente.

E poi, la serata fatidica. Quando, non appena concluso l'ultimo allenamento della giornata -alle undici di sera, come da rituale-, stava tornando nella propria stanza per dormire le sue solite sei ore scarse. Colpa forse della stanchezza, o del buio, o della insospettata furbizia del criminale in questione: ma era stato preso in contropiede, nell'esatto momento in cui aveva svoltato l'angolo del corridoio per prendere le scale. Il viso così disgustosamente allegro del nuovo arrivato lo aveva accolto con un bel sorrisone gioviale, sbucando fuori dal nulla, mentre per poco non gli finiva addosso: e decisamente, a quel punto, era troppo tardi per lui cambiare strada e deviare la destinazione per non dovergli parlare.
Stupido idiota.
- Ciao! Tu devi essere Kanda. -
E il sorriso dell'interlocutore scemò appena, dopo aver sostenuto il suo sguardo per più di qualche secondo.
-
Levati. dai. piedi. -
- Me l'avevano detto che avevi un caratteraccio! - rise lui, spensierato, con un tono di voce talmente cristallino e infantile che fu un miracolo per l'Esorcista stringere i pugni e tenerli saldamente in tasca. - Kanda... Kanda. E di nome?-
- Fatti gli affari tuoi. -
L'aveva superato, senza tante cerimonie, ad occhi chiusi e un grosso nervo pulsante sulla fronte che testimoniava tutta la sua insofferenza. Aveva sperato, oh sì, che quel cretino demordesse e lo lasciasse in pace come facevano tutti i sopravvissuti alla sua furia; ma non potè dirsi molto fortunato, perchè non importa quanto veloce camminasse in direzione di camera sua, né quanto si dimostrasse palesemente disinteressato alla sua conoscenza, che subito aveva sentito i suoi passi seguirlo agilmente. Chiedersi a quel punto cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto ciò, sarebbe stato straordinariamente fuori luogo perfino per uno come Kanda.
- Beh, io mi chiamo Lavi. - continuò il giovane Bookman, senza perdere la speranza, nonostante tutto.
- Non mi interessa. -
- Eddai, odio chiamare le persone per cognome! Dimmi come ti chiami! -
- Per te non mi chiamo in nessun modo, smettila di infastidirmi e non rivolgermi più la parola. -
- Ma uffa! -
Mai la strada verso la propria stanza gli era parsa più lunga. Portarsi dietro quell'idiota che blaterava in continuazione, in giro per la Sede, gli stava facendo venire davvero un gran mal di testa.
- Beeeh,
Kanduccio... Come mai ti alleni a quest'ora? -
Passo falso.
Solo a quel punto, l'Esorcista si era girato in sua direzione e l'aveva guardato dritto in faccia. Per la prima volta aveva osservato il suo viso, la sua bocca, i suoi occhi; o meglio, il suo
occhio, visto che l'altro era curiosamente nascosto da una benda nera. Strano che non l'avesse notato prima.
E poi, ah, quei capelli. Rossi, troppo rossi, esageratamente rossi. Tenuti su in maniera bizzarra da un pezzo di stoffa verde e bianco dalla fantasia imbarazzante. Sembrava davvero uscito da un circo; eppure,
eppure, c'era qualcosa di rassicurante in quel volto.
Non che ora Kanda si sentisse rassicurato. Piuttosto, era decisamente, incredibilmente arrabbiato.
-
IO... TI AMMAZZO.... -
Probabilmente Lavi non aveva notato prima l'elsa della katana che era sempre rimasta agganciata alla cintura dei suoi pantaloni, perchè quando lui l'aveva sfoderata e gli aveva puntato minacciosamente la lama affilata al collo, il ragazzo aveva esibito una faccia davvero sorpresa.
- H-Hey, ma che ho fatto..! -
- NON MI CHIAMARE
MAI PIU' IN QUEL MODO, SE NON VUOI ESSER FATTO A FETTE. -
- Cos'ha 'Kanduccio' che non va! -
Non ci fu bisogno di risposta, naturalmente.
- E-E va bene, va bene! Ma scusa, se tu non mi dici il tuo nome... -
- NON MI DEVI CHIAMARE IN NESSUN MODO! -
- ..Neanche 'Kandino'? -

E niente aveva potuto risparmiare a quell'incosciente un vigoroso pugno in pancia, che l'aveva fatto volare ad almeno un metro di distanza da lui.
Accidenti... Aveva davvero un caratteraccio, quel Kanda.




















Ecco il primo di una lunga serie di capitoli della raccolta dei momenti perduti LaviYu. Brevi, semplici, concisi e spero discretamente buoni, che hanno come unico scopo quello di raccontare tutto ciò che c'è di non detto -almeno dal mio punto di vista- sulla loro storia. Non so assolutamente come ho fatto a convincermi ad intraprendere un'impresa tanto impegnativa... ma vedrò di portare a termine ciò che ho cominciato, giuro.
Ah, per il rating: ho messo rosso prevedendo alcuni capitoli futuri, quando le cose non saranno più così deliziosamente innocenti, ma può anche darsi che lo cambi. E' ancora tutto da vedere. See ya! ♥
macch

  
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