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Autore: N i s h e    09/12/2011    4 recensioni
E' una raccolta di storie apparentemente senza senso, capitoli che scriverò e aggiungerò ogni giorno fino alla fine di quest'anno;
parole ispirate da pezzi della mia vita, non per forza collegati tra di loro.
Non sono capitoli autobiografici fino in fondo, però - vi avverto.
Il tema/argomento/prompt varia in ogni capitolo, dovrei riuscire a portare a termine questo progetto, lo spero.
#1: - Quando mi tagliai i capelli e piansi.
#2: - Quella volta che sono cresciuta.
#3: - Quando ricordai di avere una soffitta.
#4: - Quando mi misi a fare Jogging in piena tempesta.
#5: - Quando mi resi conto di dover ricominciare tutto d'accapo.
#6: - -Quando scrissi parole che non ti dissi mai.
#7: - Quella volta che ti amai.
#8: - Quando osai sfidare i grandi amanti della storia.
#9/10: - Quando ribadii un concetto per la milionesima volta.
...
Sa tanto di pioggia, notte e musica.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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bozza. - Quando mi tagliai i capelli e piansi.

Dirò solo questo:
"Grazie al cielo, perchè pioveva incessantemente, la notte che ti incontrai."
La pioggia ci rivestiva completamente, fondendosi al nostro animo esitante, mentre mi sorridevi splendente.
Come i lampioni, che proiettano luci malinconiche e rassegnate.

"Non preoccuparti". Ti eri chinato a raccogliere l'I-Pod a terra, le cuffie erano rimaste attaccate alle tue orecchie, dondolavano interrogative.
Io ti guardavo, spaventata, inorridita per essere finita su di te. L'I-Pod era caduto durante lo scontro dei nostri corpi, correvi verso chissà cosa. Come me.
"Scusami...", ripetei per la quinta volta, mentre mi porgevi l'ombrello che era volato via, libero. 
"Non preoccuparti.", di nuovo tu. "Vedi? Non si è rotto. Questo I-Pod è da anni che cade e non si è mai rotto sul serio."
Sorridevi ancora, la pioggia ti bagnava. Le gocce si facevano grandi sulla tua giacca nera. "Non ne ha abbastanza ancora, beato lui."
Ti sei sistemato bene il cappuccio della giacca e mi hai salutato, toccandomi un braccio con gentilezza.

Ho capito che siamo foglie in mezzo al nulla, che credono di saper volare senza rendersi conto di stare per abbracciare duramente il freddo e doloroso suolo.
I tuoi occhi scuri mi presero da parte, mi dissero: "sei a casa."
La pioggia cadeva, l'acqua ha rimescolato e impastato i visi che avevo precedentemente incontrato nella mia vita, facendo nascere il tuo.

Ti fermai, non ti lasciai andare quella notte.

Hai una cicatrice sotto il sopracciglio sinistro, in quel punto i peli sono restii a crescere ma non fa differenza: ti dona, irresistibilmente.
Ho aspettato per un segno.


Quando mi chiesero per quale motivo sorridevo dopo mesi e mesi, risposi che in realtà non avevo capito nulla della mia vita:
se il mondo sarebbe esploso, da lì a un battito di ciglia, io avrei voluto far cadere quell'IPod per un'altro pezzo di eternità.

Mi ero tagliata i capelli, mi sentivo ispirata, l'aria passava dietro il mio collo baciandomi.


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