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Autore: AngelSword    09/12/2011    3 recensioni
Una specie di Calendario Dell'Avvento in stile One Piece =3
1 - 12 - 11 ♥ Il silenzio - dire “di tomba” sembrerebbe quasi ironico - calò nella stanza. “Eh?” se ne uscì dopo un po lo Shichibukai.
La rosetta tornò a guardarlo a bocca aperta per lo stupore. “Lei non conosce il Natale...!!” disse facendola suonare come un’accusa, cosa che infastidì non poco il superiore.

2 - 12 - 11 ♥ Ok, stavolta lo avrebbe fatto. Avrebbe dimostrato a tutti che anche lui era cambiato in quei due anni.
3 - 12 - 11 ♥ Si ricordava ancora quando da bambina vagava senza meta per l’ingresso del palazzo, circondata da pacchetti di ogni forma e colore.
4 - 12 - 11 ♥ E poi le recite di Natale, dove puntualmente tu eri costretta a fare Maria e il tuo Giuseppe era il ragazzo che più odiavi della classe.
5 - 12 - 11 ♥ Eppure lui l'aveva sempre odiato, il Natale.
6 - 12 - 11 ♥ "Spiacente, ma Babbo Natale si è suicidato."
7 - 12 - 11 ♥ Il castello era così isolato che nessuno veniva mai a giocare e le emicranie del padre avevano obbligato tutti gli abitanti della reggia a vivere nel più assoluto silenzio. Oh, ma la città era tutt’un’altra cosa.
9 - 12 - 11 ♥ No, per carità, siamo sotto Natale, facciamoci travolgere dallo spirito natalizio e travestiamoci da renna, certo.
||[Partecipante alla "Challenge di Natale" indetta da Writers Arena Rewind]||[Partecipante alla Challenge "Vitii et Virtutis: i Vizi e le Virtù" indetta da Starhunter]||
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo
: Ring 'a Deer
Autore: AngelSword
Fandom: One Piece
Personaggi: Sanji
Genere: Dolshe <3
Tipologia: One Shot
Prompt Challenge di Natale: #9 - Citazione: A Natale siamo tutti più buoni, un cazzo! Ho trascorso le ultime sei ore a correre avanti e indietro per il ristorante, con delle stupide corna da renna in testa, mentre la gente si strafogava di tacchino arrosto e puré di patate, e pensi che qualcuno mi abbia lasciato anche solo una misera mancia? Certo che no! Quindi, ora, dimmi che diavolo vuoi e poi vattene al diavolo fuori di qui!”  [>Lefty<]
Prompt Vitii Et Virtutis: Carità > Dignità

Enjoy ♥

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Ring ‘a Deer

Decise che quella era stata la giornata peggiore di tutta la sua intera vita. Non era una di quelle decisione prese in un momento di rabbia, così, tanto per evidenziare ancora di più la propria frustrazione. No, l’aveva deciso in seguito alla serie di avvenimenti che l’avevano coinvolto, dopo una serie di riflessioni, considerando sia i pro - se ce n’erano - e i contro della situazione.

“A Natale siamo tutti più buoni, un cazzo! Ho trascorso le ultime sei ore a correre avanti e indietro per il ristorante, con delle stupide corna da renna in testa, mentre la gente si strafogava di tacchino arrosto e puré di patate, e pensi che qualcuno mi abbia lasciato anche solo una misera mancia? Certo che no! Quindi, ora, dimmi che diavolo vuoi e poi vattene al diavolo fuori di qui!” urlò il biondo sulla soglia di camera sua al proprietario del Baratie.

Era arrabbiato, anzi no, era infuriato. Il vecchiaccio gli aveva promesso la giornata libera ed invece no, aveva dovuto lavorare lo stesso perché l’ennesimo cameriere aveva abbandonato la nave. Ah, ma non si era limitato a quello. No, per carità, siamo sotto Natale, facciamoci travolgere dallo spirito natalizio e travestiamoci da renna, certo. Tanto che gli frega a quel cretino della dignità altrui?! L’importante è fare soldi, no?!


“Sanji, ascoltami...” sospirò Zeff massaggiandosi le tempie. Era stanco, l’ex-pirata, davvero. Non aveva più l’età per stare a discutere con un adolescente infuriato.
“Ma vaffanculo,” lo anticipò Sanji, alzando le braccia al cielo quasi si fosse rassegnato di fronte all’inettitudine del vecchiaccio. Voltandosi, sbattè la porta in faccia al suo superiore, che rimase là, immobile, a fissare le venature del legno. “Ed io quel coso domani non me lo metto!!” esclamò da dentro la voce attutita del biondo.

Sospirò di nuovo, tristemente, mentre cominciava ad avviarsi verso la sua camera, la gamba di legno batteva ritmicamente sulle assi del ponte ad ogni passo.

E cominciò a nevicare.


 

***
 


“Ecco a voi; un tacchino ripieno, carote lesse, purè di patate, piselli...” elencò Sanji con tono piatto mentre posava le stoviglie sul tavolo. Cazzo, ma è normale che un sedicenne sia obbligato a travestirsi da renna per due volte di fila?! No, no, aveva bisogno di una sigaretta, subito. Fece per congedarsi quando notò gli occhi lucidi per l’eccitazione di un bambino guardarlo. Alzò lo sguardo e vide che tutto il tavolo era occupato da bambini più o meno della stessa età che lo guardavano emozionati.

“Non si preoccupi,” lo rassicurò una delle due suore che li accompagnavano. “È solo che non hanno mai visto una renna in vita loro.”

Sanji annuì, un po sorpreso, e se ne andò. Ma la sua destinazione fu la cucina e non il retro.

 


***
 


Stava per tornare in camera sua, ringraziando Dio in anticipo per il momento in cui ci sarebbe liberato da quel maledetto costume, quando fu bloccato da una vocina.

“Ehm...”

Il biondo si voltò, e vide una bambina seminascosta dietro la ringhiera delle scale che aveva appena salito. Aveva i capelli castani raccolti in due codini laterali ed in mano stringeva un foglio di carta. Lo stava studiando con un misto d’imbarazzo e curiosità, indecisa se farsi avanti oppure no. Lui le sorrise, incoraggiandola ad avvicinarsi.

La bambina salì gli ultimi due gradini e raggiunse il cuoco-renna lasciando tante piccole impronte nella sottile patina di neve che stava cominciando a ricoprire il passaggio. Dopo un momento di esitazione, gli allungò il foglio arrossendo. Mentre Sanji studiava la sua versione disegnata malamente a matita servire con un enorme sorriso la cena a quei bambini, lei cominciò a parlare a bassa voce, quasi non volesse disturbare i fiocchi di neve che dolcemente cadevano sul legno. “Ho sempre vissuto in un orfanotrofio con i miei amici, Sister Nora e Sister Mary. Non ero mai stata ad un ristorante ed avevo un po paura, ma sono stata davvero felice di vedere una renna servirci la cena.” Il cuoco alzò lo sguardo su di lei, sorpreso. “Grazie mille per la bellissima serata e buon Natale,” gli disse regalandogli un dolce e sinceramente felice sorriso. Poi si voltò al richiamo di una delle suore e, stando attenta a non inciampare nel lungo cappotto marrone scese di corsa le scale.

Lui la seguì con gli occhi spalancati. Sì, era sorpreso, ma si sentiva strano. In un certo senso, si sentiva grato di aver indossato quel ridicolo costume e di aver reso qualcuno felice.

 

Scosse la testa. Cazzo, aveva davvero bisogno di una sigaretta prima che il gelo gli desse alla testa. 
 


*** 


“Oh!” esclamò sorpreso Zeff vedendo la porta della camera di Sanji aprirsi per lasciar passare il cuoco già travestito da renna. “Cos’è questo cambiamento?” ridacchiò. Fino al giorno prima aveva dovuto prenderlo a calci per farglielo mettere.

Il biondino esalò una nuvoletta di fumo e gli disse, imbronciato, mentre lo superava mettendosi le mani in tasca “Sta zitto, vecchio.”
 

  
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