Fanfic su artisti musicali > Nickelback
Segui la storia  |       
Autore: Giulz95    09/12/2011    2 recensioni
Julie è la classica dolce ragazza di una piccola città, che lavora sodo e che riga dritto per la sua strada. Ha le ali di un angelo e un sorriso da diavolo, e non è disposta a farsi mettere in piedi da nessuno. Chad è una famosa, a volte arrogante e narcisista, meravigliosa e talentuosa rockstar di fama internazionale dal cuore buono, che potrebbe avere qualsiasi ragazza hai suoi piedi. Iniziano con il piedi sbagliato, ma con il tempo scopriranno di essere fatti l'una per l'altro. Le cose però, non saranno facili come sembrano.
Riusciranno a stare insieme, per tutte le buone ragioni?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci misi circa un paio d'ore, fondamentalmente perché rimasi sotto al doccia più del dovuto. Indossai un paio di jeans attillati, tacchi alti neri e un top nero senza spalline. Non feci nulla ai miei capelli, se non asciugarli con il diffusore dopo averli massaggiati con la schiuma. Erano molto più voluminosi, e lo adoravo. Il campanello suonò mentre mi passavo il mascara sulle ciglia, e il mio cuore iniziò  a battere più forte. Dovevo ammetterlo: ero eccitata al pensiero di rivedere Chad di nuovo.
La guardia della security si chiamava Jesse. Per tutto il tempo fino all'hotel non facemmo altro che ridere. Aveva una bambina della stessa età di Kevin, quindi c'erano abbastanza storie da raccontare. Quando arrivammo di fronte all'ascensore, Jesse mi disse che dovevo andare al quarantaduesimo piano. Ebbi un attimo di panico, poi mi ricordai che dovevo cercare di non essere stronza, così mi diedi un contegno. Fui accolta da un tizio pelato, corpulento, con uno sguardo che non mi piacque per niente.
-È qui per vedere Chad.- Gli disse Jesse.
-La sta aspettando?-
"Pronto? Sono qui!" -Non sono una groupie, se è questo che si sta chiedendo.- Mi guadagni un'occhiataccia truce da quella reincarnazione di Jabba the Hutt, che mi fece segno di proseguire lungo il corridoio. "Simpatia, portami via!" pensai tre me e me.
-Ecco qui, signorina Anselmo. Questa è la suite del signor Kroeger.-
Ringraziai Jesse e bussai alla porta della camera dopo aver preso un lungo respiro. Chad fece scattare la serratura, e mi ci volle un attimo per abituarmi al forte e destabilizzante profumo della sua colonia. -Ciao! Vieni, entra.- Si spostò su un fianco, lasciandomi entrare prima di richiudersi la porta dietro. -Com'è andato il viaggio? Spero che Jesse sia stato meno inquietante di Bobby.-
-È molto simpatico, e sì, molto meno inquietante.- Mi guardai intorno. -Wow, credo che sia più grande di casa mia.-
Chad rise. -Ti farò fare un giro turistico più tardi. Ceniamo?-
-Certo, ho una fame da lupi.- Risposi, lanciando la borsa sul divano in pelle.
Mi prese per mano e mi trascinò fino alle vetrate di una porta finestra. -Grandioso! Ho sistemato tutto sulla terrazza.- Nonappena misi piede fuori dalla stanza, mi accorsi di quanto in alto fossimo. Il cuore iniziò ad esplodermi nel petto e mi immobilizzai all'istante. Chad si girò a guardarmi preoccupato. -Va tutto bene? Sei pallida.-. Tutto quello che riuscii a fare fu scuotere leggermente la testa. Si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla. -Cosa succede?!-
Risposi solo quando riuscii a recuperare un filo di voce. -Ho... Ho paura.-
-Dell'altezza?-
-Sì.-
Chad mi circondò le spalle con un braccio e mi riportò dentro, facendomi sedere sul divano. Continuò ad accarezzarmi le braccia, nel tentativo di farmi smettere di tremare. -È tutto okay, sei al sicuro ora.- Cercai di scusarmi, ma non me lo permise. -Non devi scusarti di nulla! Non avevo idea che soffrissi di vertigini, Kat non me ne ha parlato.-
-Probabilmente non lo sa. Mi spiace che tu abbia dovuto portare tutto quanto fuori in terrazza per niente.-
Chad sorrise, scostandomi una ciocca di capelli dal viso. La sera prima era buio, e questa era la prima volta che potevo vedere Chad sotto la luce. Riuscivo a vedere ogni minimo particolare del suo corpo e del suo viso, e mi resi conto che quella notte sarei andata sicuramente in tachicardia. -Non c'è problema, sposterò il tavolo dentro. Stai bene ora?- Si alzò, e iniziò a spostare i piatti dentro alla stanza. Spense le luci, accese qualche candela e mise un CD nello stereo.
Quando mi avvicinai al tavolo, mi scostò la sedia da tavolo, facendomi sedere. Rimasi come una scema a guardare il modo in cui il suo viso veniva illuminato dalle candele: il colore dei suoi occhi era ancora più intenso, e il biondo dei suoi capelli sembrava essere dorato. Nella mia testa continuavo a sentire le parole di Shazz, che mi ripetevano di saltargli addosso e passare una notte di sesso sfrenato.
-Spero che la cena ti piaccia. Kat mi ha detto che il tuo piatto preferito sono le penne alla vodka, così le ho fatte preparare al cuoco del catering. Non è italiano, ma spero se la sia cavata.-
-Sono sicura che sono buonissime.-
Iniziammo a mangiare, sorridendo da un lato all'altro del tavolo, senza veramente dire nulla. 
-Comunque stasera sei davvero bellissima. La luce ti dona certamente di più.-
-Grazie.- Gli sorrisi. Chad alzò lo sguardo e posò la forchetta, passandosi il tovagliolo sulle labbra. Mi accorsi che stava cercando le parole giuste da dire, e quando si sporse cercando la mia mano sul tavolo lasciai che la ricoprisse con la sua.
-Non so da dove iniziare.-
-Potresti iniziare con lo spiegare perché ti sei comportato da stronzo ieri sera.-
Abbassò lo sguardo, prima di iniziare a spiegarmi di quante volte avesse trovato una raggazza con la quale sperava ci fosse qualcosa solo per scoprire poi che aveva un marito o un fidanzato a casa, e che lo stava solo usando.
-Come la tizia che hai usato tu la notte scorsa per farmela pagare?- Chiesi, ritirando la mano.
-Senti, anche loro usano me. Non vogliono altro che infilarsi nel mio letto, o i miei soldi. O entrambi. Loro usano me, io uso loro.-
-Non credi che sia eticamente scorretto?-
-Probabilmente. Dopo qualche tempo diventa noioso, e vorresti solo trovare qualcuno che ti prenda sul serio. Io credo... Credo di aver provato qualcosa per te, ieri sera, e ho pensato che potessi essere quel tipo di persona. Ero molto arrabbiato, e tutto l'alcool che avevo bevuto probabilmente non ha aiutato il mio autocontrollo.-
-Perché non mi hai chiesto se ero sposata?- 
-Perché ci sono già passato, e dopo tre giorni mi ha chiamato suo marito.-  Si allungò di nuovo sul tavolo, prendendo la mia mano. -Ascolta, il punto è che mi dispiace veramente per tutto quello che ti ho detto. Non ti meriti il modo in cui ti ho trattata e e non voglio che tu pensi che tratti così le donne. Magari non sarò un santo, non mentirò, ma non sarei mai così stronzo e diretto con una donna. Voglio solo passarci sopra, se per te va bene, e ricominciare da capo. Non so se potrebbe mai funzionare tra me e te, ma mi piacerebbe veramente provare a scoprirlo.-
Mentre mi parlava, giocavo costantemente con le sue dita. Mi accorsi che era quello che volevo anche io. Anche io avevo sentito una forte connessione con lui, e mi sarebbe piaciuto vedere come sarebbero finite le cose. Gli raccontai di come io e Aaron fossimo stati sposati per quattro anni, e dei problemi che avevamo iniziato ad avere negli ultimi due. Io ebbi un incidente automobilistico, e rimasi costretta a letto per tre mesi. Quando mi ripresi, mi disse che aveva incontrato qualcun altro e che mi stava lasciando. -Potresti pensare che sarei dovuta essere felice, visto che le cose tra me e lui non andavano bene, ma in realtà ero devastata.-
-Perché ha scelto un'altra donna?- Chiese lui, accarezzandomi il dorso della mano.
Risi. -Già. Mi ci vollero due mesi di terapia, ma poi ho l'ho capito in trenta secondi. Era solo una cosa d'orgoglio. Poi, per girare il coltello nella piaga, mio figlio volle andare a vivere con loro. Kevin e Aaron hanno qualcosa di speciale tra di loro. Mi vuole molto bene, ma non potrebbe vivere senza suo padre.-
-Deve essere stata dura.-
-Già, ma sinceramente è meglio così. Dopodichè ho iniziato ad uscire con Marc, un vero pezzo di merda. Quindi, dal momento che ieri sera mi hai trattato esattamente come mi avrebbe trattato lui, mi sono notevolmente incazzata.-
 -Mi spiace. Se vuoi sapere come la penso, i tuoi ex sono stati dei totali idioti.- Disse, quasi in un sussurro prima che il telefono iniziasse a squillare. -Ecco qua. Dobbiamo andare.- 
-Bene! Non vorrei mai perdermi i Buckcherry!-
-Oh, certo, ti piacciono i Buckcherry... Ma non sapevi nemmeno che cosa fossero i Nickelback!-
-Hei! Conosco qualche canzone!-
-Ceeerto...-
Presi i miei documenti e qualche banconota dalla mia borsa, prima di partire per l'arena. Una volta arrivate, Chad sparì nel backstage con gli altri, probabilmente a scaldare la voce, e io fui raggiunta da Kat, contentissima di vedere che Shazz continuava ad avere quello strano potere su di me.
I Buckcherry erano fantastici, come al solito, e io e Katrina ci divertimmo molto ballando e cantando con loro. L'ultima canzone fu "Sorry", una delle mie preferite. Ad un tratto, nel primo verso, sentii le braccia lunghe e forti di Chad circondarmi la vita e il suo mento appoggiarsi alla mi spalla. Mi addossai al suo petto, ed iniziammo a dondolare insieme a ritmo di musica. "I’m sorry I’m bad, I’m sorry your blue, I’m sorry bout all the things I said to you…And you know, I can’t take them back"
-Mi perdoni?- Sentii chiedere Chad, sussurrandomi nell'orecchio. Annuii, e lui baciò leggero la mia tempia stringendomi di più a sè. In quel momento, che sembrava perfetto, aveva definitivamente cancellato ogni cattiveria che mi avesse detto. 
Quando i Buckcherry finirono di suonare e i Three Days Grace salirono sul palco, mi allontanai alla ricerca di un bagno, ma quel luogo era enorme e un tantino labirintico, così finii per perdermi nel ritorno. Il panico non si fece attendere ed iniziai a correre nella speranza di incontrare qualcuno a cui chiedere indicazioni. Girai un angolo e andai a sbattere proprio in faccia a Daniel.
-Scusami Dan.-
-Figurati. Tutto bene?-
Anuii, cercando di recuperare fiato. -Sì, mi sono persa e avevo paura di non riuscire a tornare in tempo per lo show.- Tornando, mi chiese se io e Chad avessimo chiarito, e gli risposi di sì, con un largo sorriso che non riuscii a trattenere. Da lì fino al ritrovo dietro alle quinte non disse neanche una parola, e quando Chad ci vide arrivare insieme inarcò un sopracciglio. -Dove siete stati?-
-Mi sono persa, e lui mi ha trovato.- Risposi prendendo il bicchiere di whiskey che mi stava porgendo. 
-Devo comprarti un GPS?-
-Certo, così il mio piede riuscirà ad arrivare al tuo sedere nel modo più veloce!-
Lui rise, prima di alzare i bicchieri. -Alla salute, ragazzi! Cerchiamo di dare un buon spettacolo!- Non ero mai stata un'amante del whiskey, ma lo bevvi tutto d'un sorso in ogni caso. Mi bruciò la gola a tal punto da farmi tremare. -Posso avere un bacio di buona fortuna?- Mi alzai sulle punte e gli lascia un veloce bacio a stampo sulle labbra. Lui mi guardò con un sopracciglio alzato come dire "Tutto qui?", poi mi tirò a sè e mi diede un bacio vero. Lungo e passionale. Avrei potuto giurare di aver visto i fuochi d'artificio, di aver sentito le campane e tutto il resto, come se fossi stata un razzo partito per un altro pianeta. Mi lasciò andare, a mio malincuore, e sorrise. -Molto meglio. Ci vediamo più tardi. Divertiti!- Disse sparendo con gli altri.
-Forza Julie, stanno per salire sul palco! Andiamo!-
Non riuscivo ne a muovermi ne a parlare. Le mie labbra erano totalmente paralizzate. -Mi ha baciata.-
-Lo so, vi ho visti. Molto carino.-
-È stato così...-
-Fantastico, Julie, ma ora dobbiamo proprio...-  Fu interrotta dallo sparo dei fuochi pirotecnici, e io tornai in me stessa. Ci avvicinammo di corsa al palco per gustarci lo spettacolo, che fu fantastico. Come fu fantastico vedere Chad grondante di sudore cantare a tutta l'arena, ed ogni volta che suonando la sua chitarra si slanciava indietro sulle sue forti gambe aperte, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Durante "Something in your mouth" Ryan si avvicinò al nostro lato, e quando vide me e Katrina ballare come cretine, sculacciandoci mentre ci succhiavamo i pollici fu sul punto di scoppiare a ridere.
Alla fine dello show li raggiungemmo nel backstage.
-Sono sudato marcio. Mi rifiuto di sfiorarti prima di aver fatto una doccia.- Disse Chad, asciugandosi il viso con un asciugamano. -Vi siete divertite?-
-Carino il siparietto simil-lesbico. Forse dovremmo incorporarlo in qualche modo nello show.- Ryan entrò nella stanza.
-Siparietto lesbico? Ma cosa dici?- Rispose Katrina, guardandolo innocentemente.
-Vi stavate sculacciando.- Aggiunse lui.
-E io non stavo guardando?- Rise Chad.
-Che posso dire, adora il mio sedere.- Continuai io.
-Tutti adorano il tuo sedere!- Disse Dan, avvicinandosi. Chad lo colpì scherzosamente sul braccio.
-Dacci un taglio!-
-Scusate. Allora? Doccia e locale?-
-Certo.- Sorridemmo tutti.
Si prospettava una gran serata.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nickelback / Vai alla pagina dell'autore: Giulz95