Parte I
Matthew sollevò il polso per dare
l’ennesima occhiata all’orologio. Più lo
guardava più si innervosiva. Le diciannove e quindici, un
quarto d’ora di ritardo. Prese un bel respiro gonfiando il
petto e poi lo lasciò andare sbuffando. Mise giù
lo zaino che teneva caricato sulla spalla e affondò le mani
nelle tasche dei jeans. Se Christabel ci avesse messo ancora molto non
sarebbero mai arrivati in tempo con quel maledetto tempo.
In tempo per festeggiare il Natale con la loro
famiglia, i Rochester, a Forres. Lui e Christabel volevano esserci a
tutti i costi, ci tenevano troppo a rientrare in famiglia e fare la
vigilia insieme. Era Chris che lo voleva più di tutti, ma
anche a lui andava , sì e parecchio.
I fiocchi cadevano senza tregua dietro il vetro
andando a cementarsi sul bianco del prato che circondava la scuola.
Che poi la famiglia di lui fosse anche quella di
lei, era tutto un altro discorso. Matthew era sempre vissuto con i
Rochester, una famiglia di vampiri scozzesi anche se era un vampiro
particolare lui, un mutaforma. Era come un fratello per Ethan e Tristan.
Che poi Tristan fosse anche il padre di Christabel,
anche quella era tutta un’altra faccenda ancora.
Insomma, stare tra i parenti vampiri a Natale era
molto meglio che stare a scuola con gli umani ad Aberdeen. Certo lui e
Christabel erano vampiri mutaforma, una razza particolare che poteva
trasformarsi in ogni bestia conosciuta, lui dalla nascita, lei per
necessità, ma pur sempre di vampiri si trattava.
Matthew diede l’ennesima occhiata al
quadrante del Rolex d’acciaio che teneva agganciato al polso
e poi sbuffando salì i primi tra gradini della scala.
Sarebbe andato a prenderla per i capelli quella ragazzina capricciosa
che lo faceva impazzire e poi…
- Matthew,
perché torni su, hai dimenticato qualcosa? Spero di no
perché è già tardi…-
Parlava veloce Christabel, tutta frettolosa mentre
faceva vibrare le ginocchia scendendo i gradini a due a due.
Quando la vide tutta l’impazienza gli
fluì via dall’animo come acqua che scorre.
Christabel era così delicata nel corpo e
forte nello stesso tempo. Con quel maglione di lana rosso a fantasia di
cristalli di neve bianchi, i jeans scuri e gli scarponcini da montagna,
era pronta per uscire al freddo. Anche se quelli come loro di freddo
non ne sentivano mai.
Scendeva le scale con uno zainetto grigio issato
sulla spalla.
- Ce
ne hai messo di tempo…- borbottò Matthew
bloccandosi di colpo senza riuscire a smettere di fissarla. Ma la voce
non fu di rimprovero, era tutto passato in una frazione di secondo.
Lui e Christabel stavano insieme da quella notte in
cui l’aveva trasformata in succhiasangue. Era la sua ragazza,
anche se di momenti di intimità era davvero difficile averne
perché in quel maledetto collegio erano sorvegliati speciali
e quando tornavano a casa la situazione diventava quasi peggio. Il
risultato era che il sangue gli ribolliva ogni volta che lei
le compariva davanti agli occhi o peggio quando si sfioravano.
- Oh
amore, lo so…- non c’era nessuno a vista e
Christabel gli si gettò fra le braccia suscitandogli una
valanga di sensazioni, dentro e fuori, non tutte nobilissime a dire il
vero.
Mattehw era il ragazzo più in vista
della scuola. Alto più di un metro e ottanta, di una
bellezza tale da sembrare quasi impossibile che zigomi potessero essere
più scolpiti e labbra più mascoline, pur essendo
piene e invitanti. Veniva voglia di succhiarle e farsi risucchiare da
quel sorriso peccaminoso.
Christabel si strinse alle sue spalle robuste
seppellendo il viso nella felpa blu del suo amore. Sapeva di uomo
pulito e di un profumo oscuro. Profumo di vampiro pericoloso. Le
vennero in mente i pomeriggi passati con lui a Rochester manor, la loro
casa di Forres, anzi più che casa si trattava di un vero e
proprio castello, quando lui si trasformava in cane o aquila e lei
mandava gridolini esagitati e si divertiva come una matta.
Ma si trattava del passato, ora era una vampira,
come Matthew. Grazie a lui che le aveva salvato la vita mentre era sul
letto di morte. E lui era suo, soprattutto.
Si staccò per un attimo e lo
guardò in quegli occhi neri e profondi circondati da ciglia
scure e folte, poi posò le labbra sulle sue per un bacio
fugace.
- Sei arrabbiato perché ho tardato
Matth?-
Lui la strinse ancora un po’ guardandola
negli occhi e tirandole un riccio color caramello tenendolo tra il
pollice e l’indice.
- Non
per quello, solo perché hai invitato Gregory e Hanna a
tornare a casa con noi, costringendo tutti e due a viaggiare con due
umani fastidiosi.-
La guardò duro.
- In
macchina per due ore...- rincarò la dose.
Per un attimo un lampo di rimprovero
passò per quei begli occhi neri. Christabel gli premette le
labbra sulle sue una seconda volta e poi gli posò una mano
sul petto. Sul cuore che non batteva.
- Matthew
ci stiamo ogni giorno fra gli umani a scuola, che sarà mai
se diamo un passaggio a due poveretti che abitano vicino a noi?-
Sì, che male poteva mai
esserci…
- Stanno
per arrivare- brontolò Matthew senza voltarsi. Poi si sporse
in avanti in modo che Christabel potesse sentire tutta la frangranza
sprigionata dal collo, punto a cui lei arrivava con la sua altezza e
bisbigliò- senza di loro avremmo potuto trasformarci in
pantere e correre a casa nella neve- si scostò sorridendole
tentatore.
Christabel rabbrividì al pensiero
audace, improvvisamente quasi pentita per il suo slancio di
generosità.
Ma Gregory glielo aveva chiesto con tanta
gentilezza e lei non aveva avuto la prontezza di rispondere che non era
possibile.
- Ehm…disturbiamo?-
La voce di Hanna risuonò come un trillo
di campane.
- No, no, nessun disturbo- i due vampiri sciolsero l’abbraccio e ai loro occhi apparve Hanna in minigonna e calze di lana a righe colorate. Era una compagna di classe di Chris, aveva un giubbotto di pelle rivestito all’interno di pelliccia allacciato fino al collo e i capelli neri lunghi sciolti quasi fino al fondoschiena. Era una bella ragazza, con quegli occhi scuri un po’ allungati che le davano un aspetto quasi esotico. Gregory invece non aveva lo stesso aspetto glamour, anzi sembrava proprio uno sfigato con due valigie in mano e uno zaino sulle spalle. Gli occhiali gli erano scivolati quasi sulla punta del naso e un ciuffo di capelli castani gli era caduto sulla fronte. Non sembravano una coppia molto ben assortita. L’unica cosa che lui aveva in più erano i soldi. Più soldi di Hanna. Non che lei non li avesse, ma la famiglia di lui ne aveva molte volte di più. Forse quello era un buon motivo per mettersi con un tipo così.
- Vogliamo andare?- cinguettò Hanna – per stasera saremo tutti a casa a festeggiare il Natale!-