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Autore: LuluXI    12/12/2011    6 recensioni
Ti osservo dalla mia casa, come sempre
Perché da qui si gode di una vista migliore;
tu sai che ti osservo.

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In un momento indefinito, prima degli avvenimenti legati alla corsa alle 12 case, Camus riflette sul fatto che "il dolore ha un colore", e lui lo sa bene.
[Storia nata di getto... Non vi chiedo di essere clementi, semplicemente avviso. La dicitura OOC c'è, siete avvisati sin da subito]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Colours for Saints (Milo & Camus)'
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NOTE PRE-LETTURA(GIUSTO EPR SPECIFICARE 2 COSE):
E’ nata così, per caso, la mia prima Fic dedicata a Milo e Camus. E’ ambientata in un momento impreciso, PRIMA della corsa alle 12 case. Le parole ripetute, la scrittura “Tipo poesia”, è tutto volontario. Perciò, si, le ripetizioni nei temi non ci vanno, ma io le uso, in questo caso, per ribadire i concetti. Poi se non vi piace, vabbè…me ne farò una ragione! xD
PS: C’è un bellissimo tastino blu lì in alto, per le recensioni… Visto che accetto anche i pomodori, se vi va, lasciate un commentino: così, magari, la prossima viene meglio :)

 

 
 
 
 

¤°.¸¸.·´¯`» DOLORE ROSSO «´¯`·.¸¸.°¤
 
 
Il colore del tramonto,
il colore dei miei capelli,
il colore del sangue,
che sgorga copioso dalle ferite,
durante una battaglia.
 
Il colore che accompagna la
nostra vita di Gold Saint,
assieme all’oro dell’armatura.
Il rosso del sangue,
preludio di morte.
 
Sangue che si mischia alla polvere,
quando si combatte,
come fai tu ora laggiù, nell’arena,
affrontando chi osa sfidarti.
 
Ti osservo dalla mia casa, come sempre
Perché da qui si gode di una vista migliore;
tu sai che ti osservo.
 
Ne hai abbattuto un altro,
inarrestabile, scaltro, veloce,
troppo veloce perché un semplice Silver Saint
possa anche solo pensare
di fermare il tuo colpo.
 
La battaglia è finita;
tu, come sempre, hai vinto.
Alzi lo sguardo verso le dodici case
e per un istante il mio sguardo
si scontra col tuo. Sorridi,
con quel tuo sorriso strafottente.
 
La lama non è ancora tornata nel fodero:
quell’unghia scarlatta attira la mia attenzione,
mentre brilla sotto la luce di un sole ormai morente.
Ha trafitto molti nemici, in passato,
che hanno trovato la morte in atroci sofferenze.
 
Ti ho visto spesso combattere,
in quella danza di morte
fatta di brillanti luci vermiglie.
Ci sono istanti in cui il tuo cosmo dorato
si è tinto di un rosso fiammeggiante.
 
Veleno fatto di cosmo
che colpisce i sensi,
porta all’eterno torpore,
con atroci sofferenze:
non c’è scampo per chi sfida lo scorpione.
 
“Il dolore ha un colore”,
questo ciò che ami ribadire.
L’ho provato solo una volta,
per un solo istante,
il rosso della tua cuspide;
così come solo una volta,
tu hai provato il gelo della Siberia.
 
Sei ormai sparito dalla mia vista,
ma so che stai arrivando:
come ogni giorno verrai quassù,
a turbare la quiete delle mie riflessioni
con quel tuo sorriso sicuro.
 
Mi mostrerai orgoglioso la rossa cuspide
che ti accompagna in battaglia,
così come un bambino mostra
alla madre il suo giocattolo preferito.
 
E’ un dolore vermiglio, che intorpidisce i sensi.
Io l’ho provato una sola volta, ma so bene
cosa vuol dire, perché il rosso veleno fiammeggiante
che tu ti porti appresso
non ha bisogno di aghi per colpire il mio sistema nervoso.
 
Bastano gli occhi e le orecchie
ad infiammare di nuovo piacevole dolore
il sangue che rapido scorre nelle mie vene.
Ciò che è stato plasmato tra i ghiacci,
davanti al fuoco della determinazione
non può far altro che cedere.
 
“Camus?”
Una voce, la tua,
suono familiare che arriva sino a me.
Sei giunto, infine,
e io non ho altro tempo per riflettere.
 
Il giorno ormai muore,
e il sole è inghiottito dall’orizzonte.
Mentre mi segui in silenzio all’interno,
tutto si tinge di rosso,
del colore del tramonto,
del colore dei miei capelli,
del colore del sangue;
del colore del dolore,
che per me è un dolce miele…
 
Perché tu sei il rosso,
tu sei il dolore
tu sei l’amore.
Ma questo,
Milo,
non lo dirò con altrettanta facilità
a voce alta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

NOTE (GIUSTO PER SPECIFICARE DUE O TRE COSE…):
Ok… la mia prima Fic narrata in prima persona, la prima in cui Camus è protagonista. Ci ficco la dicitura OOC perché Camus (come tutti i Saint, del resto) va preso con le pinze. E perché, dai, su, vi sembra Camus quello? Forse all’inizio, ma poi parte per la tangente… colpa mia che sono terribilmente sentimentale. Non è che io abbia molte pretese circa questa One-Shot… è nata così, per caso, dopo ore e ore sui libri. 495 Parole per parlare di Camus e Milo… C’era la tentazione di scrivere qualcosa con Milo che parlava, ma ho preferito renderlo protagonista in questa maniera…
Il tutto è nato dalla riflessione sul mio colore preferito (il Rosso, appunto): ho realizzato solo oggi che è il colore che caratterizza il mio Saint preferito (Milo, appunto).
Ora, si, lo so, non è normale accorgersi di queste cose cos’, all’improvviso, dopo essersi preparati per due interrogazioni e dopo ANNI che si guarda Saint Seiya… Ma non posso farci niente xD
Così, a causa della domanda “Ma il mio colore preferito è il Rosso perché il mio Saint preferito è Milo, o Milo è il mio Saint preferito perché amo il rosso?”, è nata questa storia un po’ poco sensata.
Non so perché lo detto, forse per giustificare l’obobrio che è… (No, dai… non sarà un capolavoro ma non è neanche un orrore…)
In ogni caso, la smetto di dire cavolate: Grazie a tutti coloro che sono passati di qui, sia che dicano “che bella” sia che commentino “Bleah, che orrore!”

 

   
 
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