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Autore: Slayer87    14/12/2011    5 recensioni
Ho sempre pensato a te come alla persona che mi ha dato coraggio e speranza. Quindi mentre leggevo di queste cose ho fatto questo collegamento tra te e il giorno del solstizio d’inverno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Titolo: Let It Snow
Autore: Slayer87
Beta: Jazz Hands
Fandom: Glee
Pairing: Klaine
Rating: R
WordCount: 2008(fdp)
Note: ispirata al duetto Kurt/Blaine "Let It Snow". Ed è fluff... è una nuvola di fluff!!
Dedica: alle mie Jazz Hands. Perché mi sopportano, mi incoraggiano e mi stimolano a cercare sempre cose nuove e a dare il meglio di me. Non potevo chiedere niente di meglio per Natale. In questo momento, siete i miei Soli.

Let It Snow

Non aveva ancora nevicato quell’anno, anzi, era un’inverno piuttosto caldo per Lima, ma Kurt ci sperava ancora. Adorava la neve nel periodo di Natale, rendeva tutto ancora più magico.

Aveva passato gli ultimi Natali da solo con suo padre, poi l’anno scorso erano diventati in quattro, e Kurt pensava di non poter desiderare di più, ma la prospettiva di un Natale con la sua famiglia e Blaine… era più di quanto aveva sperato anche nei suoi sogni migliori.

All’inizio di dicembre dell’anno scorso tante cose erano andate per il verso sbagliato e per quanto fossero le prospettive di miglioramento fossero ottime c’era tanto altro su cui lavorare.
In quel momento c’erano ancora cose che andavano per il verso sbagliato e parecchio su cui lavorare, ma il sorriso che aveva quasi perennemente in volto parlava chiaro.

Kurt la maggior parte delle volte non sapeva nemmeno da che parte iniziare a ringraziare qualcuno – non Dio, ma qualcuno – per avergli dato Blaine Anderson.

“Ti sei incantato? Non ti piace l’albero che abbiamo scelto?”

Blaine lo riscosse dai suoi pensieri.

“L’albero è perfetto. Stavo solo pensando,” rispose Kurt, avvicinandosi al suo ragazzo – fantastico con quel maglioncino verde che tanto si intonava all’aria natalizia che c’era in giro per casa.

“Intanto che pensi potresti aiutarmi,” disse Blaine, guadagnandosi una linguaccia.
“Vieni qui, devo chiederti una cosa,” aggiunse Blaine, tirandosi Kurt per un abbraccio che sapeva di intimità, intimità che dopo aver scoperto il sesso sembrava essere su tutto un altro livello.

Kurt si girò nell’abbraccio, sentendosi al caldo, amato e protetto.
Appoggiò la testa contro la spalla dell’altro, rimanendo a fissare entrambi l’albero ancora spoglio per quello che sembrò un’eternità. Poi Blaine si staccò, gli fece fare una piroetta, e agganciò l’iPod alle casse.

“Ti ricordi l’anno scorso, quando abbiamo provato ‘Baby It’s Cold Outside’? Quest’anno volevo cantare di nuovo qualcosa, ma solo se sarà di nuovo un duetto, e solo se canterai con me.”

Kurt adesso aveva davvero un sorriso beota stampato in volto. Dove aveva trovato quella meraviglia che era il suo fidanzato? A volte si chiedeva ancora se fosse tutto un sogno. Annuì a Blaine, mentre si sentivano le prime note della canzone. Let it snow. Un classico. Il suo ragazzo sapeva come viziarlo.

Blaine attaccò la prima strofa, Kurt gli sorrideva mentre apriva le scatole con le decorazioni da mettere all’albero. Attaccò una pallina oro e argento prima di girarsi appena in tempo per cominciare la sua strofa. Mentre cantava raggiunse Blaine che aveva abbassato le luci, creando alla perfezione l’atmosfera descritta dalla canzone. Il ragazzo lo prese per mano mentre davano voce al verso successivo assieme, lo tirò verso di sé facendogli fare una giravolta e dandogli un bacio veloce sulla guancia, poi lo fece girare di nuovo verso l’esterno e lo seguì nel movimento, finendo così abbracciati, petto contro schiena.
Cantarono l’ultima strofa assieme, due versi a testa, prima di dividersi nuovamente per iniziare a decorare l’albero.

Riempirono l'abete di addobbi: Kurt per una volta lasciò perdere il suo ben noto perfezionismo (l’albero non avrebbe dovuto essere troppo sproporzionato, né come colori né per la quantità di decorazioni presenti) e cercò di godersi il momento. Era una cosa che succedeva sempre più spesso. Si compensavano a meraviglia da quel punto di vista. Lui era quello riflessivo, introverso e un po’ sulle sue. Blaine era quello che poteva anche non conoscere nessuno ad una festa ma se ne sarebbe andato conoscendo tutti.

Ad un certo punto Kurt rimase a guardarlo un altro po’ mentre appendeva le ultime decorazioni. Gli sembrava di vivere in un sogno, e lui aveva sempre avuto paura di sognare cose troppo “personali”. Un conto era inseguire il successo, un altro investire così tanto in termini di emozioni verso un’altra persona. Gli sembrava di essere fortunato, fin troppo fortunato. Quelle cose di solito non capitavano quando si era così giovani, o almeno, di solito quando succedevano non si era grandi abbastanza per apprezzarle. Forse tutto quello che aveva passato aveva avuto un motivo. Forse era solo che doveva essere pronto per Blaine.

Kurt stava per mettere il puntale sull’albero, quando sentì Blaine afferrarlo per la vita per aiutarlo. Sistemò la stella sulla cima, e nel girarsi per ringraziarlo si sbilanciò. Caddero - e Kurt ringraziò che il divano fosse vicino ed aiutò parecchio ad attutire il colpo - ridendo.

Con un colpo di reni Blaine si ritrovò sopra Kurt dandogli un bacio sulle labbra.
Fuori dalla finestra cominciò a nevicare.

 
* * *
Erano ancora sul divano, la sessione di coccole andava avanti da un bel po’ ma nessuno dei due aveva intenzione di portare le cose al livello successivo. A volte si stava così bene con l’altro che aggiungerci qualcosa di più avrebbe semplicemente distrutto quell’atmosfera magica.

Non che non lo facessero più, dopo la prima volta, ma non sentivano il bisogno di trasformare ogni loro incontro in un’occasione per fare solo sesso. A volte era bello, per Kurt quasi più bello del sesso, dissetarsi della presenza dell’altro mentre si accarezzavano o parlavano.

Fu proprio Blaine, con una frase che voleva essere casuale, a ricordargli cosa voleva fare quel giorno e perché aveva invitato il suo ragazzo a casa, oltre che per farsi dare una mano con l’albero.

“Scommetto che hai già pensato a tutti i regali…”

Kurt aprì gli occhi e si staccò delicatamente da Blaine.

“Mi conosci troppo bene. A tal proposito vorrei farti vedere una cosa – sempre che tu riesca a togliere le mani da cotanto splendore”, aggiunse, indicando se stesso.

Blaine ridacchiò e lo lasciò andare.

“Vai pure. Tanto devi tornare per forza.”
“Ah sì? E perché dovrei tornare?” ribattè Kurt, mentre saliva in camera a prendere quella cosa che stava aspettando da mesi di poter dare a Blaine.

Improvvisamente, mentre prendeva il piccolo cofanetto dove aveva riposto quella cosa si sentì nervoso, tanto da perdersi la risposta di Blaine alla sua domanda. Come avrebbe reagito il suo ragazzo? Gli stava mettendo troppa pressione addosso? Stavano così bene, voleva davvero rischiare anche solo un fraintendimento per un suo desiderio?

Si accorse di quanto tempo fosse passato solo quando Blaine si avvicinò bussando alla sua porta.

“Tutto ok? Non hai risposto e sono venuto a controllare…”

Kurt lo guardò, sospirando come una ragazzina innamorata, perché Blaine era troppo… per chiunque. Si sedette sul letto con il cofanetto in mano, facendo segno a Blaine che poteva accomodarsi vicino a lui.

“Va tutto bene?” disse nuovamente il suo ragazzo. Kurt sapeva che stava cominciando ad agitarsi dall’assenza di sue risposte.

“Va tutto bene Blaine. Accomodati, ti voglio dare una cosa.”
“Non è un po’ presto per i regali?”

Kurt lo guardò, e le parole vennero fuori da sole, come se le avesse sempre avute lì, sulla punta della lingua.

“In realtà siamo nel periodo giusto. Ho scoperto, quasi per caso, che nei tempi antichi, prima che il calendario odierno entrasse in vigore, il Natale era spostato di almeno una decina di giorni rispetto ad adesso. Ha senso, se pensi che il Natale in realtà è l’equivalente cattolico delle celebrazioni pagane del solstizio d’inverno.”

Blaine ora lo guardava curioso, annuendo per dirgli di continuare.

“Si celebrava il solstizio d’inverno, ossia la giornata più corta dell’anno, perché dopo quella data i giorni avrebbero cominciato di nuovo ad allungarsi. Rappresentava la vittoria del Giorno, di tutto quello che era vita, sulla Notte.”

Blaine si avvicinò a lui, intuendo che c’era di più in quel discorso che una semplice chiacchierata sul Natale.

“Ho sempre pensato a te come alla persona che mi ha dato coraggio e speranza. Quindi mentre leggevo di queste cose ho fatto questo collegamento tra te e il giorno del solstizio d’inverno.”

Blaine era se possibile ancora più curioso.

“Quindi sì, ti ho fatto un regalo un po’ in anticipo sul tempo e volevo che tu lo aprissi adesso che siamo nel periodo del solstizio d’inverno,” concluse Kurt porgendo al suo ragazzo il cofanetto.

Blaine lo aprì lentamente, per non rovinarsi la sorpresa.
C’era un nastro di seta verde appoggiato sulla fodera di velluto rosso scuro, e un piccolo ciondolo a forma di sole. Blaine alzò lo sguardo chiaramente emozionato, aspettando le parole seguenti da parte del suo ragazzo.

“Il sole immagino sia chiaro cosa significhi,” disse Kurt, “ma il nastro vuol dire anche speranza, visto il colore, ed è anche un rimando ad un’altra tradizione precristiana, quella di simboleggiare l’unione di due persone tramite l’unione delle mani.”

Kurt posò una mano su quella di Blaine e la strinse.

“Ti prego non fraintendere. Non è un modo per chiederti di sposarmi. È l’unico modo che ho trovato per esprimere la connessione che sento con te. Capisco che forse è chiedere troppo, in fondo siamo giovani e forse dovremmo pensare di meno a queste cose, ma tra noi i sentimenti sono sempre stati importanti… ”

Blaine ora era semplicemente senza parole.
Scosse la testa come per riprendersi dallo shock, e fece l’unica cosa possibile.
Non riusciva nemmeno a pensare a cosa significassero per lui quei regali. Posò accanto a sè il cofanetto, prendendo in mano il ciondolo e il nastro di seta, in maniera da permettere a Kurt di metterglielo al collo. Kurt prese dalla sua mano il sole e la striscia di tessuto, aspettò che Blaine si girasse, e poi gliela legò non troppo stretta. Le mani tremavano mentre faceva il nodo. Poi Blaine si girò, guardò il sole, alzò gli occhi e vide gli occhi lucidi del suo ragazzo. Asciugò una lacrima che era spuntata all’angolo dell’occhio di Kurt e si avvicinò. L’unica maniera che aveva per ringraziare quel magnifico ragazzo era dandogli un bacio, sperando che lui capisse tutto quello che voleva dire e che non riusciva a trovare parole per esprimere.

Kurt capì. Si rilassò quasi istantaneamente tra le braccia di Blaine, facendosi accompagnare mentre si sdraiava supino sul letto.
Si lasciò baciare e accarezzare, e quando Blaine si fermò con le mani sulla zip del maglione, come per chiedergli il permesso, Kurt annuì. Quello era il modo di Blaine per ringraziarlo di quel regalo.

Fu molto dolce, quasi più dolce della prima volta. Tra loro sentivano sempre il sentimento, quando stavano assieme, ma questa volta fu ancora più forte. Kurt sentiva che i gesti di Blaine erano pieni di adorazione ed amore, puro e semplice, che lui cercava di ricambiare dandogli l’unica cosa che poteva dargli: se stesso.
Fu intenso, maledettamente intenso. Kurt si ritrovò più di una volta a doversi fermare per capire anche solo come respirare. Era letteralmente sommerso dalle sensazioni, e non riusciva a smettere di baciare Blaine.

Persero totalmente la cognizione del tempo, e quando finirono fu solo perché nessuno dei due poteva durare un solo secondo di più.

Non c’era nulla da dire che non fosse già stato detto dai loro corpi. Kurt sapeva che a volte le parole non servivano, ed erano solo uno stupido gioco di suoni incapace di rendere la realtà.

Ascoltare il respiro di Blaine mentre lo coccolava dopo aver fatto l’amore era la cosa più vicina al paradiso che potesse pensare Kurt. Niente, nemmeno l’idea di cantare su un palco a Broadway, arriva a paragonarsi a quello.

Mentre si addormentava riusciva a sentire gli spigoli del ciondolo a forma di sole di Blaine, l’unica cosa che il ragazzo non si era tolto, e il pensiero che i raggi del sole, i raggi di Blaine, lo stessero toccando lo fece sorridere.

Prima di addormentarsi diede un’occhiata al cellulare, che per fortuna aveva messo sul comodino, e vide un messaggio di suo padre per dirgli che sarebbero rimasti a cena dai genitori di Rachel. Kurt scribacchiò una risposta che sperò fosse comprensibile, informò suo padre del fatto che c’era Blaine con lui – quanti altri ragazzi potevano dormire con il proprio ragazzo? Suo padre era semplicemente meraviglioso - e poi posò il cellulare e si girò, finendo abbracciato contro Blaine, caldo come una stufa contro di lui.

Posò la propria mano sopra quella di Blaine, e nel sonno il ragazzo fece intrecciare le loro dita, a dimostrazione che la connessione fra loro era sempre presente, non importava se fossero svegli o meno.
Kurt si rilassò e chiuse gli occhi, addormentandosi in pochissimo tempo.

Fuori nevicava ancora, ma quello era davvero l’inverno più caldo di sempre per Kurt, perché prima di allora non aveva mai avuto un sole a scaldare i suoi giorni, ma da quel momento in poi avrebbe avuto Blaine.

The End
   
 
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