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Autore: Vulpix    15/12/2011    11 recensioni
...Era l’8 di dicembre, le strade e i palazzi erano pieni di addobbi natalizi. I negozi avevano messo festoni e scritte rosse e bianche che occupavano le vetrine. Gli alberi che tutto l’anno erano sui marciapiedi, adesso erano carichi di luci e palline....
Storia vincitrice dei CSA 8° Turno nella categoria ROMANCE
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '...Christmas Holidays...'
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L’auto procedeva con regolare andatura, nelle strade Newyorkesi, diretta verso casa Beckett.
Nell’abitacolo, tra i passeggeri, regnava il silenzio. Solo il suono che proveniva dall’autoradio, spezzava quell’atmosfera tranquilla ma pensierosa.
Da quando erano entrati in macchina, con Beckett alla guida, ovviamente, entrambi si erano chiusi in due mondi paralleli. Lei concentrata sulla strada mentre la sua mente ripensava alle parole che si era ripetuta uscendo dallo studio dello psicologo, quella mattina. Le ritornarono in mente le frasi dolci che si erano scambiati con Rick e quello che era successo. Si voltò un secondo verso di lui e lo vide poggiato con il gomito sullo sportello, il viso sul pugno chiuso, gli occhi che saettavano a destra e sinistra mentre fissava ciò che c’era al di fuori dell’abitacolo e un sorriso che gli illuminava il viso.
Richard, apparentemente, sembrava interessato ai passanti e alle vetrine ma in realtà, davanti ai suoi occhi c’era l’immagine di lei… quello che era successo nel negozio.. le aveva preso la mano e miracolosamente era ancora vivo, anzi lei gliel’aveva addirittura stretta e anche dopo che si erano sciolte, era stata lei a riprenderla. Pensò a quello che era accaduto poco prima, alla panna, a quei suoi gesti che non si sarebbe mai aspettato e al fatto che si era aperta con lui, mostrandogli un altro pezzo della Kate di un tempo. Un sorriso si allargò sul suo volto al pensiero che da lì a poco avrebbe cercato di tirar fuori la Kate bambina da quella donna chiusa nella sua malinconia… lui ce l’avrebbe messa tutta per farla divertire mentre avrebbero fatto l’albero insieme. La cosa che più gli piaceva del Natale sarebbe diventato un ‘loro’ momento!

“Arrivati!”
La voce di Kate lo distolse dai suoi pensieri, mentre parcheggiava l’auto nel vialetto antistante la casa.
Jim Beckett dalla finestra al piano terra, con un sorriso sinceramente felice, li guardava mentre scendevano dalla macchina. Rick si fermò sul vialetto mentre attese che la sua Musa facesse il giro.
Intanto Jim era uscito e gli stava andando incontro.
“Siete arrivati!” esclamò Jim felice, abbracciando la figlia.
Kate si strinse a lui in un caldo abbraccio, uno di quelli che non si scambiavano da così tanto tempo e Jim non potè fare a meno di pensare a quanto figlia stesse cambiando, a come a poco a poco , stesse ritornando la sua Kate, quella che era prima della morte di Johanna e il fatto che fossero la, ne era la prova. Quando si staccò da quell’abbraccio, si voltò verso Richard che li guardava teneramente e gli porse la mano:
“Benvenuto nella mia residenza invernale” esclamò stringendo la mando di quell’uomo, che era certo, fosse l’artefice del cambiamento di sua figlia.
“Grazie! Piacere di rivederla Signor Backett!”
“Quante volte devo ripeterti di chiamarmi Jim, figliolo?”
Entrambi risero, mentre Kate iniziava a sentirsi un po’ in imbarazzo per quella strana situazione.

Dopo i saluti, Jim li condusse all’interno del suo piccolo ma confortevole cabin.
Superata la porta d’ingresso, Kate notò subito quegli scatoloni ammassati alla sinistra del camino, poco più in là.
“Papà ma hai già portato su tutto, da solo? Ti avevo detto di aspettarci!”
“Non ti arrabbiare Katie… Non avevo nulla da fare… e come tradizione, lì ho sempre presi io… volevo ritornare alle vecchie e care abitudini” disse sorridendo dolcemente al ricordo dei natali passati.. forse passati da troppo tempo…
Lei sorrise tristemente, ricordando nuovamente quello che accadeva ogni volta e pensando a quanto le era mancato tutto questo… stavolta sarà diverso, non ci sarai tu mamma… ma spero che sarai felice che ci sia lui al posto tuo… pensò mentre spostava lo sguardo dal padre, verso Richard per poi alzare il viso, chiudendo gli occhi e stringendo le labbra, un po' come aveva fatto sotto la neve.

Richard per poco non svenne alla vista di quei cinque scatoloni ammassati uno accanto all’altro.
Ne avevano uno per ogni cosa, forse anche di più. C’era uno rettangolare in cui sicuramente era riposto l’abete smontato, uno gigantesco con la scritta ‘Albero’ a pennarello rosso, uno più piccolo con la scritta ‘capanna’ , un quarto anche questo enorme con la scritta ‘Presepe’ e alla sinistra uno ancora più grande riportava ‘Addobbi’.
Se lui e la sua famiglia erano megalomani in fatto di addobbi natalizi, anche quella di Kate non doveva esserne da meno, visto l’arsenale che avevano tirato fuori!
Kate rise nel vedere l’espressione dello scrittore, avvicinandosi e dandogli una pacca sulle spalle
“Forza Castle! Non sono poi così pesanti!” disse prima di scoppiare a ridere vedendo la faccia che fece lui.

Stava per avviarsi verso gli scatoli, quando la mano di Rick la prese per un polso.
“Resta qua.. me ne occupo io!” disse lui con fare da superuomo.
Lei stava per dire qualcosa quando Rick l’anticipò:
“Tranquilla non morirò se trasporto 4 pacchi!”
“sono 5!” puntualizzò lei ancora ridendo.
“5… Tu approfittane per passare un po’ di tempo con tuo padre!” disse allentando la presa al suo polso, trasformandola in una carezza.
Jim Beckett aveva assistito a tutta la scena e quel piccolo particolare non gli era di certo sfuggito.
Si avvicinò sorridendo e disse:
“Ti do’ una mano io!”
“No, grazie. Non c’è ne bisogno!” esclamò Castle “resta pure qui con Kate.. io carico la macchina in un attimo!”
Disse dirigendosi verso i pacchi e sollevando il primo scatolone. Jim lo aiutò, tenendo aperta la porta.
“Kate.. “ esclamò poco dopo aver oltrepassato la soglia
“Mi daresti le chiavi?”
“Sì certo! Aspetta che apro il cofano!”
“No dammi solo le chiavi, non prendere freddo!” le disse tenero.
Kate sorrise e lui le fece segno con la testa di poggiare le chiavi sulla scatola, quindi si incamminò verso la macchina.

Jim mise un triangolino di legno come blocco alla porta e insieme alla figlia si accomodarono sul divano di fronte al camino.
Mentre Castle litigava con le chiavi, cofano e scatola, loro lo guardavano da lontano, divertiti.
Jim sembrava serio e pensieroso mentre teneva d’occhio l’uomo.
Ad un tratto Kate attirò la sua attenzione:
“Papà…”
“Sì?” rispose lui
“Non lo fissare così.. non è uno dei miei ex fidanzatini, venuto a prendermi per portarmi via!” disse lei sorridendo.
“No… Lo so!..” si voltò verso sua figlia, sorrise e terminò la frase “Lui è quello giusto!”
Kate alzò i suoi occhi sul viso del padre. Aveva uno sguardo serio, fiero e allo stesso tempo felice. La guardava intensamente aspettando una qualsiasi reazione da parte sua.
Lei rivolse lo sguardo verso l'oggetto del loro discorso che in quel momento si voltò per tornare indietro.
“Ti ama!” sentì dire a suo padre. Non era una domanda, ne era pienamente convinto e nella sua voce c’era un qualcosa di emozionato.
Kate non seppe come, ma vedendo il suo scrittore tornare sorridente verso di loro, si lasciò sfuggire in un sussurro ma con tono sicuro “Anch'io…”

Dopo dieci viaggi, litigate con le scatole per infilarle nel portabagagli, in cui non entrarono tutte. Dopo aver messo l’albero e una più piccola sul sedile posteriore, erano di nuovo tutti vicino alla macchina, pronti a salutarsi e ripartire.
Rick si avvicinò a Jim per salutarlo, porgendogli la mano ma lui l’afferrò e lo tirò a sé abbracciandolo mentre gli diceva:
“Grazie per averla portata di nuovo qui!”
Quel gesto e quella frase colpirono Richard che non seppe spiegarsi se dietro a quelle parole c’era un altro significato. Forse anche Jim aveva notato che in Kate qualcosa era cambiato.
Ancora un po’ frastornato, sotto gli occhi di una Kate sempre più imbarazzata, rispose
“Si figuri! È sempre un piacere rivederl..” ma lo sguardo minaccioso di Jim lo fermò
“Mi fa solo piacere accompagnare Kate da te!” cercò di rimediare alla frase troppo distaccata.
Kate iniziò a ridere e con lei lo fecero anche gli altri due.
Dopo aver salutato ‘papà’ Beckett, si rivolse a Kate per porgerle le chiavi. Quando furono vicinissimi, le allungò il mazzo e le disse sussurrando “Non avrà la pistola, ma mi fa paura quanto te! Capisco da chi hai preso!” disse facendo finta di rabbrividire.
Lei sorrise dopo aver preso le chiavi gli diede un buffetto sulla spalla.
Mentre lui entrava in macchina dal lato passeggeri, Jim accompagnò sua figlia dal lato del guidatore.
Quando furono dinanzi allo sportello, si scambiarono un lungo abbraccio e poi le mise le mani ai lati delle spalle e guardandola negli occhi le disse:
“Quello che hai detto a me, prima… dillo anche a lui! Trova il coraggio di essere felice, Katie”
Immediatamente abbassò lo sguardo. Suo padre le diede una leggera scossa per farla tornare a guardarlo negli occhi. Lei sorrise e abbracciò di nuovo l’uomo, prima di aprire lo sportello ed entrare in macchina.
Inserì la chiave e partirono alla volta di casa sua.

****


Un'oretta dopo erano finalmente giunti a casa Beckett e gli scatoloni occupavano il suo salotto.
Richard si tolse il cappotto e lo poggiò sulla poltrona mentre lei era andata in camera da letto per cambiarsi.
Mentre l’aspettava, diede uno sguardo in giro e poi prese il primo scatolone, quello con la scritta ‘Addobbi’ e lo portò vicino al divano. Spostò di un po’ il tavolino, si sedette e continuò a pensare ad un posto dove mettere l’albero e il presepe.
In quel momento, Kate tornò in salotto e si sedette di fianco a lui. Richard era assorto nei suoi pensieri che si accorse di lei solo quando gli fu vicina.
“A cosa pensi?” chiese lei accovacciandosi come al suo solito
“ Non so dove mettere tutta questa roba!”
Si voltò verso di lei e la vide ridere.
“Ma come? Il maestro di addobbi.. quello che ha in casa il megagalattico albero di natale.. Com’era? Ah si.. il più fantastico di tutti i tempi… si spaventa per quattro scatole?
“aha spiritosa!... questo non è il mio splendido loft…. È una bellissima casa molto sobria… temo di rovinare il ‘tuo stile’” disse triste.
Quelle parole la colpirono… Lui era così premuroso nei suoi confronti da temere che un po’ di addobbi in ‘stile Castle’ potessero rovinare ciò che c’era di ‘suo’.. la sua privacy, i suoi spazi.
“Avanti Castle! Di piuttosto che ti sei stancato!” disse scherzosamente, poi dopo avergli fatto uno dei suoi più meravigliosi sorrisi:
“tranquillo… lo faremo insieme.. e se ritengo che esageri, so come fermarti…” disse avvicinandosi a lui ancora di più, per poi alzarsi e lasciarlo imbambolato come al solito.

Ci vollero più di un paio di secondi, prima che Castle ritornasse alla realtà. Si alzò e stirando le braccia, incrociando le dita davanti a se, disse
“Su detective… mettiamoci a lavoro!”
Kate si mise seduta al posto dove poco prima era Rick, mise le gambe ai lati dello scatolone, mentre lui si diresse in cucina e prese un coltello. Quando tornò, si mise di fronte a lei , accucciandosi sulle ginocchia.
Stava per tagliare lo scotch che chiudeva ermeticamente lo scatolo, quando un fischiettio natalizio, proveniente dalla sua tasca, risuonò nella stanza.
Poggiò il coltello sul tavolino lì di fianco e prese il telefono. La scritta Alexis lampeggiava sul display.
“Scusa” disse rivolto a Kate, mentre si tirava su e si allontanava.

“Pronto” rispose immediatamente fu in piedi.
“Ciao papà! Dove sei?” la voce della ragazza, risuonava forte da dentro l’apparecchio e Kate riusciva a sentirla nitidamente.
“Sono da Kate, perché? Successo qualcosa?” rispose l’uomo, un po’ agitato.
“No papà! Nulla… Non ti vedevo tornare… volevo sapere se avevi svaligiato i negozi o c’è rimasto ancora qualcosa! “ disse scherzosamente.
Richard rispose con una risata sarcastica e la figlia continuò:
“Dovrei uscire con delle amiche a fare spese… e poi mi fermo a dormire da Rebby. Per te è un problema se rimandiamo a domani gli addobbi?. Posso papà?”
Prima che il padre potesse dire nulla, continuò “So che ci tieni tanto a farli insieme… e anche io! Perciò se li facessimo domani? È domenica e abbiamo tutta la giornata per noi!”
“Tranquilla piccola! Non c’è problema! Divertiti e resta pure dalla tua amica… Come tradizione lo faremo insieme! … Anche io stavo per chiamarti… Sono qui da Kate e non tornerò prestissimo.. Ma domani sarò tutto tuo e degli addobbi! Vedrai che faremo un albero megagalattico!” disse tutto eccitato.
“Non ne dubito papà” rispose Alexis e tutti e tre scoppiarono a ridere.

Mentre Richard continuava la telefonata con la sua bambina, tra scherzi e battute, Kate si richiuse nel suo guscio. Quella telefonata l’aveva riportata ad un po’ di anni addietro, quando lei e sua madre si organizzavano, liberandosi da ogni impegno per trascorrere quella, allora, magica giornata insieme.
Posò lo sguardo sul pacco, tra le sue gambe, ancora chiuso e si fece scivolare a terra dal divano.
Si accucciò sul tappeto, piegando le gambe ai lati dello scatolo, come a volerlo cingere in un abbraccio e iniziò a percorrere la lunghezza dello scotch… come se quel gesto la mettesse in ‘collegamento’ con colei che l’aveva apposto tempo addietro. La sua mente tornò a quell’ultimo anno e a quando sua madre l’aveva richiuso, per l’ultima volta e delle lacrime fecero capolino ai bordi dei suoi occhi.

“D’accordo tesoro divertiti!” rispose Richard “e non prosciugarmi la carta di credito!”
“Papà… il folle di famiglia non sono io! E non sono nemmeno la Nonna! Sai che compro solo quello che mi piace veramente e che serve!” rispose con finta aria irritata.
“Hai ragione tesoro!” rispose lui
“Salutami Kate… e non farla arrabbiare, è armata!” rispose la figlia, prendendosi gioco del padre.
“Ci proverò!... Non fare tardi! A domani” rispose lui
“D’ accordo! A domani!” disse, prima di terminare la telefonata.
Quando si voltò, di nuovo, verso di Kate, ebbe come un pugno nello stomaco. La vide seduta per terra che abbracciava, quasi, lo scatolone e aveva un aria infinitamente triste. Un groppo gli si formò in gola , impedendogli di respirare. Istintivamente si mosse verso di lei. Si avvicinò al divano e dopo aver lanciato lì di fianco il suo telefono, passò una gamba dall’altro lato di Kate e si sedette, sul divano, proprio dietro di lei. Le mise entrambe le mani sulle spalle, stringendole delicatamente ma facendole sentire che lui era lì.
Kate si accorse di lui solo nel momento in cui avvenne il contatto. Stava trattenendo le lacrime e in quel momento anche il respiro venne meno.
Contemporaneamente, mentre Richard fece scivolare le mani lungo le braccia, fino a cingerla in un abbraccio, lei spostò la testa all’indietro, fino a poggiarla sulla spalla di lui. “Shh… tranquilla… ci sono qua io!” le sussurrò vicino all’orecchio.
Kate tirò un profondo sospiro e si allungò verso il tavolino per prendere il coltello, poi si voltò verso Rick che la teneva ancora tra le braccia e dopo essersi persa per un attimo nel meraviglioso blu dei suoi occhi, si apprestò a infilare la punta del coltello nello scotch per rompere l’imballaggio ma prima di toccare la superficie, si fermò un secondo, esitando.
“Forza Kate… non devi temere gli eventi del passato! Rivivili nel ricordo di quei momenti felici! Facciamolo insieme!” e detto questo spostò la sua mano su quella di lei, impugnando il coltello e aiutandola a tagliare quel nastro. Così come due novelli sposi si apprestano a tagliare la loro torta che è il simbolo della nuova vita insieme, così i due recisero quel nastro che li divideva dal passato.

Quando aprirono i lembi dello scatolone, un mare di colori sbrilluccicanti li inondò.
Kate nel rivedere tutti quei festoni e oggetti del suo passato, si sentì stranamente felice. Si sarebbe aspettata che tutto ciò che le ricordava sua madre, le avrebbe procurato tristezza e una sensazione di soffocamento, come avveniva ogni volta che tornava a quella notte con il pensiero… invece il vedere quegli oggetti che le ricordavano una Johanna felice la rendeva in qualche modo serena!
O forse era che questa volta davvero non si sentiva sola… aveva Rick al suo fianco e lui aveva ragione a dire che solo affrontando quella paura avrebbe ricominciato a essere felice.. e glielo disse:
“Sai… avevi ragione! Non è così brutto rivivere i ricordi… Non credevo potesse essere così bello rivedere questi oggetti! Ognuno di loro ha una storia che mi ricorda mia mamma e tanti momenti felici vissuti insieme.”
Intanto aveva preso tra le mani un orsacchiotto vestito da babbo natale e lo aveva stretto a sé.
“Scommetto che anche questo ha una storia…” disse lui, spostandosi appena per riuscire a guardarla in viso e sorridendo nel vedere quell’espressione finalmente felice sul suo volto.
“Sì… “ sorrise lei e poi fissandolo negli occhi
“Grazie! Senza di te non avrei rivissuto tutto questo! Da sola non ci sarei mai riuscita” e gli fece i più teneri dei sorrisi
“Always!” rispose serio per poi ricambiare il suo sorriso e aggiungere.
“Me la racconterai la sua storia?” indicando con un cenno il pupazzetto
“Certo! Ma non ora! Abbiamo un mucchio di lavoro da fare!”
Si slegarono dall’abbraccio, lui si posizionò di nuovo di fronte a lei e iniziarono a rovistare all’interno della scatola.
Per ogni oggetto che tiravano fuori, discutevano insieme sul posto che avrebbe dovuto occupare e quando l’avevano stabilito, passavano all’oggetto successivo. Quando tutto fu stato pianificato, andarono a prendere una scala e uno scaletto per poter appendere le varie cose alle finestre, porte e alle pareti….

Un’ora e mezza dopo, la casa di Kate Beckett era più addobbata di un negozio! Forse anche più natalizia della baita di Babbo Natale. Festoni di Buone Feste o Buon Natale erano attaccati sulle finestre alle spalle del divano. Sopra di esse un filo, simile a un serpentone, percorreva da un lato all’altro, faceva scendere piccole luminarie che ricadevano lungo i vetri. Pupazzi di Neve e Babbi Natale erano sistemati un po’ ovunque, perfino un gigantesco Babbo Natale si arrampicava per una scaletta appoggiata alla libreria. Candele di ogni tipo, genere e forma erano state sistemate su ogni spazio libero della casa. Anche il tavolo non era stato escluso dagli addobbi, proprio al centro c’era una composizione che aveva 4 candelabri di cristallo, con candele dorate e dai quali scendevano dei fili perlinati. Più avanti c’erano due candele bianche a forma di albero di natale e alcune grosse candele cilindriche di varia altezza e qualche pallina. In fine, come base, c’era una distesa di piccole pietruzze bianche che davano l’effetto di una distesa di chicchi di grandine.
Sulle porte c’erano piccoli scenari natalizi appesi, mentre su quella d’ingresso, dal lato esterno, come cornice della porta c’era un addobbo fatto di foglie e fiocchetti che partiva da metà altezza, salendo verticalmente fino a contornare orizzontalmente l’infisso della porta e cadere dal lato opposto. Al centro di questo c’era un fiocco di raso dorato con un babbo natale che si appendeva nel centro e penzolava poco al di sopra della porta.
Su quest’ultima all’esterno era appesa una corona che contornava lo spioncino, fatta di legnetti intrecciati e tenuti insieme da un nastro bianco che si richiudeva in alto in un fiocchetto e dalla quale pendeva un piccolo fiocco di neve in cristallo.
Invece , dal lato interno c’era un calendario dell’Avvento, con 24 finestrelle.
Questo piacque particolarmente a Richard.. poiché dietro ogni finestrella c’era un disegno diverso e sotto un piccolo sacchetto che avrebbe dovuto contenere un cioccolatino che andava mangiato di giorno in giorno.
In fine, immancabili, al di sopra della porta, c’erano due ramoscelli di vischio bianco e rosso intrecciati che scendevano giusto al centro.
Quando ebbero finito anche con l’ultimo addobbo, Kate prese lo scatolone e lo mise da parte, mentre Richard fece un giro su se stesso, ammirando il lavoro fatto.

Dopo la casa, venne il turno dell’albero! Prima però Castle e Beckett si fermarono qualche minuto. Kate prese dal frigo due birre e ne diede una a Rick.
“Kate…” iniziò lui
“Dimmi”
“Quanto è grande l’albero?”
“E’ di grandezza media… perché?”
“Dove lo mettiamo?” rispose lui sconsolato.
Kate rise e poi assunse quella classica espressione che ha sempre, mentre pensa quando fissa la lavagna dei crimini, stavolta poggiandosi al tavolo in cucina. Anche Rick assunse la sua solita posa e si sistemò di fianco a lei.
Ad un tratto, contemporaneamente:
“E se…” si guardarono negli occhi sorridendo all’ennesima manifestazione della loro connection, poi Rick le fece cenno di proseguire:
“Se togliamo quel comodino là...” disse lei indicando quello alla loro destra
“...spostiamo il divano un po’...” proseguì lui
“...togliamo anche l’altro...”
“...e mettiamo al suo posto l’albero!” conclusero insieme.
Si sorrisero annuendo e di scatto iniziarono a mettere in pratica ciò che avevano appena detto.

Passata ancora una mezzora, avevano sistemato il mobilio e aperto la scatola contenente l’albero.
Avevano messo il treppiedi e su di esso era stato issato il palo che costituiva la parte di sotto.
Mentre Rick si occupava del montaggio del corpo dell’albero, Kate aveva suddiviso i vari gruppi di rami che erano stati catalogati per grandezza e ora era pronta per montarli insieme a lui.
Dopo un po’ di battibecchi su ‘questo va qua’ , ‘no va qua’ , l’albero fu montato!
Si guardarono, contenti del bel lavoro fatto, ma quello era solo il primo passo. Dopo aver sistemato bene i rami in modo che le punte fossero aperte, dovevano mettere luci e palline varie.
Presero l’altro scatolone e dopo averlo aperto si suddivisero i compiti: Rick si sarebbe occupato della questione luci, doveva mettere le tre serie che aveva a disposizione, in modo che fosse illuminato in maniera equa.
Kate invece doveva risistemare tutte le palline e fiocchetti in modo che ognuno avesse di nuovo il gancetto che nei vari trasbordi erano finiti ovunque nello scatolone.
Rick, quindi, prese la prima serie di ‘pisellini’ e dopo aver fatto una prova che fosse ancora funzionante, iniziò a sistemarla sull’albero, partendo dai rami più bassi, fino a girare tutto intorno per arrivare alla punta.
Intanto Kate aveva messo da parte un paio di palline e quando ne aveva trovata una senza gancetto, aveva iniziato la ricerca nelle profondità della scatola.
Mentre svolgeva il suo lavoro, seduta a terra, di fianco al divano, con lo scatolone tra le gambe, le venne in mente una scena molto molto simile successa tanti anni fa…
Erano lei e la mamma! Stavano svolgendo più o meno gli stessi compiti che ora lei e Rick avevano.
Ad un tratto lei attirò l’attenzione di Johanna:
“Mamma…mi prometti che anche quando sarò grande, in questo giorno faremo l’albero io e te?” disse la piccola Katie
Johanna lasciò la serie di luci che stava sistemando e si diresse verso la figlia che aveva poco più di 6 anni.
Si sedette vicino a lei e prendendole le manine disse:
“Tesoro mio… anche quando sarai grande continueremo a regalarci questa giornata tutta per noi…. Ma un giorno, piccola mia, non sarà con me che vorrai addobbare la tua casa…”
La piccola Katie la guardava stranita, voleva risponderle che lei avrebbe voluto farlo sempre con la sua mamma ma Johanna capendo la linea dei suoi pensieri le disse:
“Vedi piccola, un giorno avrai una casa tutta tua… Avrai qualcuno che ami e sarà con lui che vorrai goderti la magia del Natale….ma la tua mamma sarà sempre con te! Se vorrai, potrai venire a casa nostra un altro giorno e lo faremo insieme! Ma l’8 Dicembre, il nostro giorno magico, lo passerai nella magia e nell’amore…”
La piccola Katie, non riusciva a capire a pieno le parole della mamma ma annuì e rispose
“Allora verrò il 9 Dicembre a casa e faremo l’albero insieme! E se quel qualcuno che dici non vuole, dovrà vedersela con me!” disse seria la piccola….
Kate sorrise a quel ricordo… Quando la sua mente riproduceva le immagini di quel discorso, alle parole di sua madre sul fare l’albero con ‘qualcuno che ami’ i suoi occhi si posarono su quell’uomo che era ora nel suo salotto e stava litigando con la seconda serie di luci e stava perdendo. Sorrise alla scena buffa, apparentemente, ma in realtà pensava che le parole di sua madre avevano finalmente trovato un riscontro veritiero… era lì in casa sua, con l’uomo che amava e stava tornando a vivere la magia del Natale…
Una lacrima le spuntò sugli occhi, quando pensò che però non ci sarebbe stato nessun 9 dicembre in cui avrebbe fatto l’albero con lei…. Si asciugò gli occhi mentre un sorriso le comparve, era certa che con lui, non ci sarebbe stato bisogno di litigare per trascorrere una giornata con la madre… lui l’avrebbe sicuro capita e incoraggiata….

Richard si accorse di ciò che era successo ma fece finta di nulla… sapeva che lei molto probabilmente stava rivivendo qualche bel ricordo e si finse concentrato sul suo lavoro, tenendola sotto ‘controllo’ con la coda dell’occhio e quando vide quella lacrima ne ebbe la conferma.
Quando la vide sorridere di nuovo, capì che il momento era passato ed era ora che tornasse a vivere il presente.
“Allora detective… la vuoi smettere di poltrire e venire a darmi una mano?”
Kate gli lanciò uno sguardo come al suo solito, mentre una pallina colpì lo scrittore, poi si diresse verso di lui dicendo:
“Ahhh non sei capace di mettere nemmeno due luci! Cosa faresti senza di me!” non era una domanda ma un’affermazione, ma lo scrittore ripose comunque:
“Sarei perso!” disse serio guardandola fisso negli occhi.
Lei distolse lo sguardo, ora concentratissimo sulle lucine e così continuarono a sistemare quel magnifico albero.
Quando ebbero messo tutte le serie di luci, passarono a sistemare le palline e i fiocchetti. Misero le più grandi sotto e man mano che arrivarono alla punta dell’abete, sistemarono quelle sempre più piccole. Dopo fu la volta nel lungo cordone di stoffa. Ne presero un lembo ciascuno e avvolsero alla punta la parte di mezzo e tirando, girando intorno all’albero, in direzioni opposte, lo avvolsero mano mano scendendo. Quando si incrociavano, Rick alzava il braccio e lei passava al di sotto e più volte finirono per scontrarsi, ma tutta la situazione li faceva ridere… Kate non solo non era più triste ma adesso cominciava anche a divertirsi…
Era il più bell’8 Dicembre che aveva mai passato!

Dopo l’albero fu la volta del presepe. Anche per questo aprirono la scatola della capanna e quella che conteneva i pastori con le luci.
Decisero che l’avrebbero fatto sulla scalinata alle spalle della cucina. Quindi Kate sistemò lo strato di carta color mimetica, che faceva da terreno, per tutto il rettangolo del piano che portava alla terrazza fino a farlo scendere come un tappeto, lungo le scale. Mentre Kate srotolava la carta, Rick sollevava a poco a poco i libri che erano adagiati sui bordi e li riposizionava al di sopra. Kate sistemò con cura tutti gli angoli, in modo che non avesse pieghe, mentre Rick salì al piano superiore e posizionò la capanna, stando attento a portare i fili delle luci interne, verso la cucina. Con molta attenzione, completarono il posizionamento dei pastori, delle pecore e delle altre luci lungo le scale. Quando ebbero finito, ragrupparono tutti i cavi in un’unica scarpetta che inserirono nella presa della cucina e passarono a cospargere tutto il percorso di terriccio, misero la paglia nella mangiatoia. I re magi e i loro cammelli, invece li posizionarono sulla mensola laterale, quella al di sopra del frigorifero, dove c’erano delle ‘sculture’ che per l’occasione diventarono edifici… Vicino ad essi, misero altri pastori e delle casette, per simulare dei paesi lontani nello scenario di Betlemme.

Finalmente tutto era sistemato! Adesso gli restava solo di spegnere le luci dell’appartamento e accendere quelle natalizie. Kate si diresse verso l’ingresso mentre Rick in salotto. Spensero tutte le luci e solo grazie al tenue chiarore che entrava dalle finestre, si avvicinarono, rispettivamente alla cucina, per accendere le lucette del presepe e al lato del divano, per quelle dell’albero e del serpentone sulle finestre.
Quando i colori provenienti dalle piccole lucette inondarono l’intero appartamento, entrambi si diressero verso il centro della stanza principale, sistemandosi uno vicino all’altro ad ammirare a bocca aperta il risultato del loro lavoro.
Ad un tratto Rick disse:
“Non ti sembra che manchi qualcosa?”
Kate lo guardò dubbiosa, ma quando lo vide avvicinarsi al divano e prendere la stella cometa, puntale dell’albero, esclamò:
“E’ vero!” poi sorrise e continuò “Quella era la preferita di mia madre… la mettevamo sempre alla fine, insieme… ”
“Beh allora stiamo rispettando la tradizione!” disse lui e sorrisero.
Entrambi si avvicinarono all’albero e Richard le porse la cometa dicendo:
“Un oggetto così bello, può essere posta solo da una creatura altrettanto bella…”
Kate sorrise imbarazzata e mentre prendeva dalle sue mani la stella, disse:
“Allora dovremmo metterla insieme… questa stella è magnifica…. “
Lui sorrise e insieme impugnarono la cometa per la coda, avvicinandosi alla punta dell’abete.
L’albero era troppo alto, per entrambi, allora Kate propose di utilizzare lo scaletto, ma Richard in un gesto che la colse di sorpresa, ancora tenendole la mano sinistra con la propria, le cinse il bacino con la destra e la tirò su. La prese in braccio quel tanto necessario per riuscire a raggiungere la punta e in un sol colpo Kate infilò lo spirale, base della stella, sopra il rametto e posizionò la cometa al suo posto.
Quando la riportò con i piedi per terra, si ritrovarono abbracciati. Lei aveva messo una mano sopra a quella che lui teneva alla sua vita e le loro mani sinistre erano tornate ad incrociarsi, ma sta volta dorso contro palmo e poi le avevano portate sulle altre.
Fecero qualche passo indietro, per ammirare nuovamente lo splendore dell’ albero con la sua stella e dei giochi di colori che le lucette creavano.
Richard posò il mento sulla spalla di lei e vicinissimo al suo orecchio le sussurrò
“E’ stupendo…” poi voltandosi verso la sua musa, vide il suo profilo illuminato dalle lucette e non riuscì a trattenere il “ma non quanto te…”
Kate sorrise, con un pizzico di imbarazzo e si sciolse dal suo abbraccio.
Richard stava per maledire se stesso e la sua lingua che non riusciva a frenare, quando la vide voltarsi tra le sue braccia. Adesso erano stretti l’uno all’altro, uno di fronte all’altro. Lui le con una mano le cingeva il bacino mentre l’altra era poggiata sulla sua schiena. Kate invece aveva una mano sul petto di Rick, tra i loro corpi, l’altra era sulle sue spalle e con la mano giocava con i suoi capelli.
I loro visi erano così vicini, tanto da farsi ombra a vicenda. Occhi negli occhi si guardavano timorosi di fare anche solo un piccolo movimento… Tutto quello che avevano desiderato per così tanto tempo, era a un passo da loro, ma erano come bloccati.
Fu Rick a sbloccare la situazione, portò la mano verso il viso di Kate, proprio come aveva fatto per quel bacio sotto copertura e si avvicinò a lei… stavolta più lentamente…. stavolta non c’era nessuna scusa per baciarla… questa volta erano solo loro due… loro due e... il suo cellulare che iniziò a suonare!

Entrambi chiusero gli occhi e sospirarono…
Quello stramaledetto telefono pensò Rick, prima di sciogliersi dall’abbraccio e sussurrarle “Scusami…”
Si diresse in cerca di quell’aggeggio che non smetteva di suonare e non ricordava più dove fosse finito.
Seguendo il jingle natalizio, arrivò al divano e finalmente lo trovò.

Kate aveva assistito divertita alla scena, ma la cosa che la fece ridere di più fu la faccia di Rick quando lesse il nome del chimante….
“Madre!” rispose lui furente
“Darling, che fine hai fatto?” disse Martha e come per la telefonata con Alexis, la sua voce si percepiva chiaramente…
“Mamma, cosa vuoi?... “ disse con tono molto seccato
“Scusami figliolo se mi preoccupo perchè non torni….tutto bene?... resti fuori per la notte?” disse notando il tono risentito del figlio
“Sì tutto bene… e no torno più tardi…” disse, anche se in cuor suo avrebbe voluto rispondere che ‘si, non torno stanotte’.. poi aggiunse
“Ma Alexis non ti ha detto che facevo tardi?”
“No, tesoro... Al è uscita con amiche e io non ero in casa… mi ha mandato un sms per dirmi che le avevi dato il permesso di dormire fuori…”
“Le avevo detto che sono da Kate e che avrei fatto tardi…strano che se ne sia dimenticata!” rispose lui pensieroso.
“Non mi ha detto nulla…” si sentirono dei rumori, come se stesse trafficando con qualcosa, poi ad un tratto
“Oh benedetta figliola!... Mi ha lasciato un post-it in cucina, sulla cappa…” qualche secondo di silenzio in cui la sentì trangugiare qualcosa e poi “Se l’avesse lasciato sullo sportello degli alcolici, questa telefonata non te l’avrei fatta…. Come le viene in mente di metterlo qua.. l’ho visto per caso…” disse Martha
“Già come l’è venuto in mente?... forse una persona normale si sarebbe preparata qualcosa da mangiare per cena, invece che un Bloody Mary!” disse spazientito, il che fece scoppiare Kate in una sonora risata che prontamente si apprestò a nascondere coprendosi la bocca con le mani, facendo ridere anche lui.
“Vabbè ormai è fatta!” esclamò Martha
“A questo proposito, ti cercavo per sapere dove hai messo la carta di credito… c’è uno splendido spettacolo in un teatro qua vicino.. hanno ancora un posto e volevo andarci..”
“Ah ecco! Ora ti riconosco!” esclamò Rick
“Tutto questo interesse per il mio essere in ritardo… comunque è al solito posto! Dovrebbe esserci l’altro portafoglio nel secondo cassetto della scrivania!”
“Grazie Richard, sei un tesoro!”
“Figurati…” rispose, ma in realtà nella sua mente aggiunse se sei impegnata… non ci disturberai più
“Buona serata allora, darling…. ”
“Buona serata a te mamma!” rispose e poco prima di chiudere la telefonata la sentì dire:
“Ops…spero di non aver interrotto nulla…” poi il ‘tu..tu…tu’ della linea interrotta.
Quando mai, lo fai…. Pensò tra sé ironicamente, prima di mettere il telefono in tasca e voltarsi verso di lei..

Era rimasta ferma, immobile, vicino all’albero e mentre lui era a telefono avevano continuato a puntarsi gli occhi a dosso. Erano attratti come due calamite…
Richard si riavvicinò a lei, cercando di recuperare la posizione precedente: l’attirò di nuovo a se cingendole la vita. Il magnetismo per un minuto vinse su Kate che si ritrovò di nuovo tra le braccia di Rick e con le sue sul petto di lui. Erano di nuovo troppo vicini… Richard prese di nuovo coraggio e tentò di annullare la distanza, ma questa volta in Beckett la consapevolezza che, forse, nessuno li avrebbe interrotti, che forse la serata avrebbe potuto finire in maniera troppo diversa, la bloccò.
Il magnetismo si era scontrato di nuovo con il suo muro di piombo!
Il momento magico era passato e la consapevolezza di ciò che sarebbe potuto succedere le fece tornare la paura… Era combattuta! Aveva un piccone in mano e stava cercando di abbattere quel muro che anche se ormai era solo fondamenta, era ancora lì…
Istintivamente, fermò l’uomo che dolcemente le si stava avvicinando sempre più.
Puntò le mani sul suo petto e cercò di allontanarlo. La cosa le riuscì facilmente, lui le cingeva la vita saldamente ma non esercitava una presa forte, le lasciava una possibilità di ‘fuga’…. La conosceva troppo bene e non voleva farla sentire in gabbia… tutto quello che poteva succedere dovevano volerlo entrambi.

“Rick… ti prego va a casa…” disse con un tono che poteva sembrare spaventato.
Lui si fermò a qualche centimetro da lei e la guardò negli occhi. Capì immediatamente cosa stava succedendo in lei e allentò la presa, indietreggiando con il viso.
Kate fu colta da un duplice senso di timore e indecisione…
Malediva quel muro per averla fatta bloccare e rovinato tutto, ancora una volta, ma allo stesso tempo aveva paura di affrontare quel sentimento così forte che provava per lui e aveva paura di rovinare il magnifico rapporto che avevano… non voleva essere sua solo a metà… e finchè quel muro era lì, non sarebbe riuscita a essere completamente se stessa!
Come se lui avesse intercettato i fili del suo pensiero, le stava accarezzando il viso e lo sentì sussurrare
“Tranquilla Kate… è… è tardi, vado via!” prima di dirigersi verso la poltrona e prendere il suo giaccone.

Kate restò ferma ancora per qualche secondo… avrebbe voluto fermarlo, spiegargli il suo comportamento, ma non ci riusciva, e forse non ce ne era nemmeno bisogno. Lui le tornò accanto, le sfiorò la guancia con un tenero bacio e le prese la mano.
Sorrise alla dolcezza del suo scrittore e a come era l’unico in grado di capirla e supportarla in qualunque occasione.
Si avvicinarono alla porta in silenzio e i suoi occhi furono attirati da qualcosa poco più su..
Sorrise… il muro era lì… ma poteva tentare di dare un’altra picconata.
Aprì la porta con un sorriso ancora più grande e sincero. Castle la guardava curioso… dopo aver interrotto il secondo tentativo di bacio, sembrava rattristata e ora era tornata a sorridere come qualche ora prima?
Iniziava a pensare che lei era davvero ‘il mistero che non avrebbe mai risolto’, quando lei lo fermò proprio mentre era sotto l’arco della porta.
“Rick…” attirò la sua attenzione sorridendo maliziosa…
Lui la guardò sollevando un sopracciglio, non capiva… finchè non la vide indicare con gli occhi, qualcosa sopra di loro.
Alzò lo sguardo e li vide… I rametti di vischio erano proprio sopra la sua testa… quando abbassò lo sguardo, la sua musa si era fatta vicinissima a lui e ora ne erano entrambi al di sotto. Sorrise…
“Siamo sotto al vischio…” disse lei
“Sai… sai cosa vuol dire?” continuò con il tono della voce che aveva iniziato a tremare ma mantenendo il sorriso.
Lui ricambiò e prendendole il viso tra le mani, si avvicinò a lei e annullo completamente la distanza tra loro. Le sfiorò con delicatezza le labbra con le sue.
Non era quello che voleva Kate e si aggrappò con una mano alla manica del suo giaccone e con l’altra al suo collo attirandolo con forza verso di se.
Richard sorrise sulle sue labbra a quel gesto di lei così inaspettato, ma non si fece prendere alla sprovvista. Approfondì il bacio premendo con passione sulle sue labbra. Quando la sentì gemere di piacere e desiderio, cercò il labbro inferiore prendendolo tra le sue. Kate glielo lasciò fare e lo assecondò stuzzicandolo con la lingua. Insieme chiesero l’accesso alle loro bocce e sorrisero, labbra contro labbra, quando capirono che la loro connection c’era anche in quel ‘campo’… Fu Richard a vincere la prima battaglia impossessandosi della sua bocca ma la guerra non era finita. Kate ricambiò ampiamente e insieme ‘lottarono’ impegnandosi per un bel pezzo in un bacio che tolse loro il fiato.

Si staccarono quando il bisogno di aria fu più forte del desiderio represso da tempo. Erano ancora stretti nell’abbraccio e vicinissimi. Rick poggiò la fronte contro quella di lei e si sorrisero.
Kate lo guardò negli occhi e sfiorò di nuovo le sue labbra.
“Ora capisco perché piaceva tanto a mia madre” disse sorriendo e sollevando gli occhi verso il vischio.
Lui sorrise e le disse “piace tanto anche a me…” prima di tornare a baciarla mentre lei sorrideva a fior di labbra.

Erano ancora lì, a metà via tra il pianerottolo e il suo appartamento, ma non c’era altro posto in cui avrebbe voluto stare… era tra le sue braccia.
Un rumore, proveniente dall’ascensore la fece tornare in sé. Si staccò un poco da lui, pur rimanendo abbracciati.
Guardò di nuovo i rametti e disse
“Sai… mia madre ci teneva così tanto che sulla porta ci fosse il vischio”
Lui la guardava sorridendo e i suoi occhi semilucidi tradivano la sua emozione.
“Le chiesi mille volte il perché… un giorno la sentì dire a mio padre che così aveva una scusa per baciarlo, tutte le mattine prima di andare a lavoro… lui le rispose che però così avrebbe dovuto baciare chiunque fosse venuto a casa… lei sorrise e rispose che quando qualcuno viene, il bacio di saluto lo si dà... per cui si rispetta l’usanza del vischio, ma che era lei a scegliere che tipo di bacio dare….”
Lo guardò negli occhi e continuò :
“Sono io che voglio questo…” disse prima di afferrarlo per i lembi del giaccone e tirarlo nuovamente a sé.

Si scambiarono un nuovo lungo e passionale bacio poi lui disse:
“Allora vado…” chiese speranzoso ma lei annuì.
Aveva fatto un passo importante, ma non era ancora pronta per farne un altro. Il sorriso sul volto di Kate si rabbuiò un poco. Lui questo lo capì e la strinse a sé, facendole alzare gli occhi verso di lui che la guardava sorridendo. La tristezza scomparve anche dagli occhi di lei…
“Allora ci vediamo domani?” propose lui.
“Non dovevi fare il megagalattico albero con tua figlia?”
“Ohug… già…ma puoi venire tu da me e ci dai una mano! Sai il vischio c’è anche da me…” disse scherzando e guadagnandosi un buffetto
“No!” rispose lei seria “ Hai promesso ad Alexis che saresti stato tutto suo… è la vostra giornata… ti ho sequestrato già oggi… e avete rinviato!”
“Abbiamo posticipato… ma nemmeno mia figlia era così interessata a farlo oggi, visto che è via con le amiche!!” disse serio, poi aggiunse “Quanto a te… se vuoi sequestrarmi, ammanettarmi … fai pure..”
disse avvicinandosi sempre più e rubandole un altro bacio, sempre rigorosamente sotto il vischio.
Lei sorrise a quel nuovo gioco che non le dispiaceva per nulla! Però lo allontanò facendolo uscire sul pianerottolo e guardandolo con finta aria minacciosa… Era tornato il suo solito sguardo ma accompagnato da uno splendido sorriso.
“Ok d’accordo! Domani giornata con mia figlia…” disse serio, fingendosi spaventato “Ma… posso chiamarti?” domandò titubante
“Certo!” sorrise lei “Devi raccontarmi come procede e descrivermi dettagliatamente com’è il tuo megagalattico albero!” disse scherzosamente.
“Sarà fatto!” rispose lui.
Stava per voltarsi e andarsene, quando lo tirò nuovamente verso di lei che era ancora sotto al vischio.
“Dove credi di andare, senza salutarmi… io sono ancora qui sotto”
Lui sorrise e la baciò di nuovo. Si scambiarono un tenero bacio e solo staccandosi di poco le sussurrò sulle labbra:
“Buona note, Kate… sogni d’oro”
“Buona notte Rick!” rispose lei
“lo sarà di sicuro!” continuò lui “Sognerò te...”
Lei sorrise e si morse il labbro inferiore.
Piano si sciolsero dall’abbraccio e lo vide sparire giù per le scale…

Mentre scendeva, si sentiva felice come non mai!
Adoro il vischio pensò e decise che prima di tornare a casa avrebbe fatto un salto a comprarne due o tremila rametti!

Kate chiuse la porta alle sue spalle e vi si appoggiò, toccandosi le labbra. Era felice, finalmente felice!
Poteva affermare che quel muro era definitivamente crollato? Non lo sapeva, ma di certo aveva trovato un modo per evitare le macerie e vivere finalmente il loro amore! Si incamminò verso il centro della stanza e si voltò verso la porta. Guardò l’artefice della sua ‘scusa felice’ e pensò a quanto avesse ragione sua madre ad adorare quei rametti… Si girò verso l’albero e notò sulla poltrona, la sciarpa che Rick le aveva messo al collo quel pomeriggio.
La prese e la portò al viso, annusando il profumo di lui… di colui che forse presto sarebbe diventato definitivamente il suo LUI.
Sorrise e felice, la indossò di nuovo e si avviò alla camera da letto.

Si avvicinò al cofanetto in legno per riporre l’orologio del padre e l’anello della madre.
Prima di richiuderlo, si fermò un attimo e si ricordò di avere ancora in tasca il bambinello del presepe. Lo prese e lo depositò lì dentro. Poi richiuse il coperchio con la foto dei suoi genitori felici e accarezzando il viso della donna disse:
Grazie mamma!





Il mio Angolo...by Foxi
Salveeeeeeee
eccomi qua con l'ultimo enorme capitolo!!!
ci sono riuscita e quindi intera, parteciperà ai CSA 8°Turno :>


Dunque prima di passare ai ringraziamenti volevo dirvi che per la casa di Beckett mi sono ispirata a una piantina che girò tempo fa:
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Per cui i riferimenti a oggetti e stanze sono in relazione a questa!


Adesso veniamo ai ringraziamenti!
Grazie alla mia Sister che mi sOpporta, corregge, ispira e incoraggia!
A volte dei pezzi in più sono usciti proprio mentre chiacchieravo con lei, che ignara di tutto mi ispirava!!!
molto spesso anche grazie alla nostra Connection!

Grazie alla mitica cugy Mari_Rina24 e a Silvia per aver betato anche questo capitolo!

Grazie alla mitica Rebecca, o Rebby... (non l'amica di Alexis ma la mia cara amica :P)
spero ti tia piaciuto il riferimento! :P
grazie per aver "giocato con me", insieme a Lau nella scelta di alcune cose, a vostra più totale insaputa del "motivo" della mia domanda! :P

e GRAZIE a tutti voi che con pazienza avete recensito e a tutte quelle che hanno anche solo letto!
Siete tantissime! GRAZIE



ultima cosa poi chiudo anche l'angolo...
Come avete visto ho cliccato la casellina 'completa'
ora vi fo una domanda:
Secondo voi è finita?
cioè volete che sia finita o siete curiose/i di scoprire che faccia farà Alexis al suo regalo?
volete sapere come "evolve", se "evolve" la situazione?
Beh fatemi sapere! :P



Baci
Vulpix
:>


ah se qualcuno si fosse chiesto com'è il centrotavola di Kate... eccovelo:
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