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Autore: Paperetta    16/12/2011    3 recensioni
"Era ciò che il suo cuore provava in quel momento. Aveva seguito l'istinto, senza pensare a cosa stava disegnando. I tratti erano seguiti l'uno dopo l'altro come se non vi fosse una mano che li tracciava, una mente che li guidava.”
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Fandom: Sailor Moon

Genere: Introspettivo, Sentimentale

Rating: verde

Personaggi: Michiru/Milena, Haruka/Michiru

Contesto: terza serie

Avvertimenti: one-shot, shoujo-ai, missing moments

Introduzione: “Era ciò che il suo cuore provava in quel momento. Aveva seguito l'istinto, senza pensare a cosa stava disegnando. I tratti erano seguiti l'uno dopo l'altro come se non vi fosse una mano che li tracciava, una mente che li guidava.”

NOTA: prima di leggere la storia, consiglio a chi non lo conoscesse di guardare il video del dialogo originale tra Haruka e Michiru, perché dall'adattamento italiano non si capiscono i reali sentimenti che prova Michiru --> http://www.youtube.com/watch?v=hseyty8kCwE



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Nei giorni precedenti il loro primo incontro, Michiru si era preparata a tutto. Ormai conosceva Haruka più di quanto avesse programmato all'inizio, perciò sapeva che il suo carattere un po' chiuso e solitario sarebbe stato un ostacolo.

Più volte, da quando aveva capito che era lei la ragazza destinata a trasformarsi in Sailor Uranus, si era immaginata in quale luogo, in quale circostanza si sarebbero incontrate, che cosa si sarebbero dette, come avrebbe reagito Haruka alle sue sue rivelazioni; di solito, vi erano due finali alternativi alle sue fantasie, dei quali uno, più triste, prevedeva una lite accesa e Haruka che se ne andava, mentre nell'altro, più positivo, si fermava ad ascoltarla e decideva di potersi fidare di lei.

Nonostante i suoi sforzi, tuttavia, le dure parole di Haruka a fine gara, sul bordo della pista, l'avevano ferita ben più di quanto avrebbe potuto immaginare. Forse sperava in una conversazione più lunga; forse, aveva desiderato così a lungo di poter sentire la sua voce, di poter osservare il suo viso da vicino, di poter sentire il suo profumo, che quei tre minuti erano stati troppo pochi e troppo rapidi per soddisfare il suo desiderio. Nonostante si fosse imposta di non farlo, aveva riposto molte speranze in quell'incontro.

Aveva visto Haruka allontanarsi con il borsone dietro la schiena. La sua amica Elsa aveva cercato di consolarla, ma, non conoscendo i suoi reali sentimenti e la vera ragione per cui desiderava così ardentemente incontrarla, non vi era riuscita.

Non c'è problema, Elsa. Immaginavo che avrebbe reagito così, non sono sorpresa”.

Ne sei sicura? Se vuoi, posso parlarle io”.

No, davvero. Proverò a parlarci un'altra volta: per il momento mi basta così, grazie”.

Aveva cercato di mostrarsi controllata e indifferente, accennando un sorriso che era tutto fuorché felice e infatti Elsa non era parsa affatto convinta.

Quella volta, Michiru aveva lasciato lo stadio del liceo ed era tornata a casa a piedi, pentendosene in seguito, perché ciò le aveva dato troppo tempo per pensare e il suo stato d'animo era troppo instabile, in quei giorni, per permettersi di farlo. Quando fu a casa, salutati i genitori con un sorriso per nulla spontaneo, era salita in camera e vi si era chiusa con due giri di chiave; la sua stanza era il suo mondo, l'unico luogo in cui si sentiva al sicuro oltre al suo amato mare, perciò non poteva sopportare che qualcuno lo violasse. Presa una piccola tela nuova e i colori, senza perdere tempo a cambiarsi o a mangiare, si era immersa subito nella pittura, la sua valvola di sfogo, il suo modo silenzioso di esprimere la propria gioia e sofferenza.

Nero, grigio, viola, rosso. Un teschio, una falce, una figura distesa nell'ombra. E chiazze di sangue di colore acceso e intenso.

Era ciò che il suo cuore provava in quel momento. Aveva seguito l'istinto, senza pensare a cosa stava disegnando. I tratti erano seguiti l'uno dopo l'altro come se non vi fosse una mano che li tracciava, una mente che li guidava. Non si era soffermata un solo istante su quali colori usare o che soggetti rappresentare; aveva lasciato fluire i suoi sentimenti e messo da parte la ragione, come accadeva ogni volta che questi la sovrastavano e sentiva la necessità di liberarsene in qualche modo, con la pittura o con la musica.

Il risultato era una delle sue opere più tetre e tragiche, una di quelle che avrebbe chiuso nell'armadio per celarle alla vista altrui, perché era un'immagine troppo intima per mostrarla al pubblico.

Forse, solo una persona avrebbe potuto vederla. Un giorno, quando sarebbe stato solo un ricordo malinconico di un tempo lontano, l'avrebbe ripresa dalla scatola, per caso, e la avrebbe mostrata a lei, e ne avrebbero riso insieme per ore, ripensando a quell'assurdo periodo in cui temeva di non poter far parte della sua vita.

Ma non era ancora il tempo delle risate. Il quel momento, non poteva far altro che piangere.



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NOTA: non sono riuscita a trovare il nome originale di Elsa, perciò ho dovuto lasciare quello dell'adattamento.


Note dell'autrice – Salve a tutti! Alla veneranda età di ventun anni, finalmente pubblico qualcosa in questo fandom: considerando che sono cresciuta a pane e Sailor Moon, direi che ci ho messo anche troppo!

È anche la prima volta che scrivo su questi due personaggi (le mie preferite della serie), perciò spero di essere riuscita a descrivere i pensieri di Michiru in modo verosimile; tra l'altro, mi piace molto scrivere fic introspettive e infatti è questo il genere della maggior parte di quelle che ho pubblicato (di solito su Piton di Harry Potter).


In questa storia ho tentato di descrivere cosa possa aver provato Michiru, dopo che Haruka l'aveva trattata in modo così freddo; sicuramente deve averne sofferto abbastanza, perché, stando a quello che ha detto in seguito, era davvero molto innamorata di lei. Ho immaginato che avesse sfogato la sua tristezza e delusione in un dipinto; visto che si è sentita morire, non poteva che rappresentare proprio una scena di morte.


Ora sto rileggendo e correggendo un'altra fic, questa volta sui pensieri di Haruka, ma nel frattempo comincio col postare questa.

Spero davvero che vi piaccia!;D

Un saluto a tutti e grazie in anticipo a chi leggerà!


  
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