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Autore: Elisir86    03/08/2006    3 recensioni
“I nostri nomi non sono rimasti impressi nella storia. Dimmi, sai magari chi era Harry Potter? E Luna Lovegood? Sono solo due nomi che nessuno considera. Eppure di nomi come questi ce ne sono tanti. Perché sono i nomi di eroi, ma non si può pretendere che i babbani possano ricordarsi di persone morte in un mondo che ora non esiste.”
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noelene

 

Capitolo I

Il binario nove e tre quarti

 

Noelene non sapeva come ci era arrivata in quel luogo.

Voleva scappare da suo fratello Clay e il suo amico Wilmot, e si era solamente messa a correre nella vecchia stazione dei treni.

Ma ora i suoi grandi occhi azzurri fissavano la scura locomotiva che stava di fronte a lei.

Fermo, su un binario nascosto al mondo, vi stava un treno. Un tempo probabilmente era stato meraviglioso, e confortevole. Un treno che probabilmente aveva portato nel suo grembo personaggi illustri.

Ora però aveva perso la sua funzione, e lo avevano lasciato lì, a creare tane per topi e qualche povero ragno.

Le tende che coprivano i finestrini ormai rotti, erano state strappate e bruciate, probabilmente causa di una guerra, ma erano rimaste di un rosso vivo.

Gli scompartimenti un tempo di legno, non esistevano più, mangiati da piccole tarme nel corso di anni, e di loro erano rimasti solo i costruzioni di sedili.

E là, dove stava il ferroviere, tutto sembrava più cupo.

Se non fosse stato per lo scheletro di una mano che penzolava fuori dalla piccola finestrella che dava aria al povero uomo.

Alzandoti sulle punta dei piedi per arrampicarti fino a sfiorare con le labbra le ossa marce, puoi osservare il sorriso spaventoso del teschio.

Un sorriso che di sicuro non aveva stampato sul viso, nel momento in cui moriva.

Ma non era l’unico rimasto sul treno.

Nel freddo e ormai distrutto corridoio, accasciata sotto un carrello pieno di dolci marci e schifosamente puzzolenti, stava un altro scheletro umano, rannicchiato nella posizione fetale.

Solo il cranio non vi era, e al suo posto ci stava un buco, dal quale potevi benissimo vedere il binario arrugginito.

Noelene si allontanò velocemente, iniziando a camminare sul marciapiede che fiancheggiava le rotaie.

Con le manine torturava i lunghi capelli color miele, e gli occhi che fissavano la polvere che s’alzava ogni volta che faceva un passo.

Ed ecco che qualcosa catturò di nuovo la sua attenzione.

Per terra, a pochi centimetri dai piedi di Noelene vi stava un cartello di ferro. Sbiadito e nascosto dalla polvere vi erano un numero.

E se t’inchini solo leggermente puoi soffiarci sopra e scoprire che di numeri ce ne sono ben tre.

Noelene sbatté un paio di volte le palpebre, mai nessuno le aveva parlato di quel binario.

Ritornò sui suoi passi con velocità sperando di trovare una via di fuga per ritornare a casa.

“Non posso trattenermi a lungo, mamma. Sono sulla carrozza di testa, i prefetti hanno due scompartimenti riservati...”

La voce eccitata di un giovane, e un sorriso sincero che illuminava il viso pieno di efelidi.

E il corpo di quest’ultimo che la oltrepassava.

“Oh, tu sei un prefetto, Percy? Avresti dovuto dircelo, non ne sapevamo niente.”

“Aspetta un attimo, mi ricordo di avergli sentito dire qualcosa in proposito una volta...”

Noelene si voltò trattenendo il respiro, a pochi centimetri da lei due figure inconsistenti uguali che ridevano.

La bambina spalancò gli occhi, vi era anche una donna un po’ grassottella e altri due bambini vicino a loro.

Indietreggiò.

Incurante se dietro di lei ci fosse un muro orribilmente pieno di muffa.

“Chi è?”

Aveva chiesto la donna.

“Har...”

E improvvisamente Noelene si ritrovò per terra nella vecchia stazione. Clay che la guardava stupito e preoccupato.

“Da dove vieni fuori eh? Mi hai fatto preoccupare stupida!”

Ma la bambina non si mosse.

  
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