Come vi piace.
#085. Teaching
Stranamente,
la sala professori è deserta. Niente insegnante di ginnastica che si lamenta
per la scarsa agilità degli allievi, niente insegnante di latino che traccia
grosse ‘F’ su compiti completamente sbagliati, niente insegnante di geografia
che ovvia alle vampate di calore agitando i propri appunti sulla cultura
panteistica dell’India.
L’insegnante
di letteratura inglese, il signor Coulson – Sam – sceglie la sedia più
lontana dall’ingresso e dalla macchina del caffè, si sistema con la finestra
alle spalle e appoggia sul tavolo un blocco di tesine. Le guarda sconfortato,
sapendo che ben poche di esse saranno davvero esaurienti e originali. Inizia a
scartarne alcune, quelle che sicuramente gli rovineranno la giornata. Indugia
su quella di Aldys, indubbiamente buona dal punto di vista teorico, ma
certamente carente in originalità e freschezza. In realtà, Sam sa benissimo quale
intende leggere.
“Eccoti,
Josie Geller” sussurra, senza nascondere un sorriso.
È da
settimane che semina le proprie opinioni sulla nuova studentessa tra i
colleghi, ottenendo da ognuno una conferma: Josie è diversa dalle altre ragazze
del suo anno, diversa da qualsiasi diplomando mai seduto tra quei banchi. A
volte si comporta come se quel mondo non le fosse nuovo, come se avesse già
affrontato una volta prove come quelle, persone come quelle.
[Sicura
di avere diciassette anni?]
[Sì,
ho… ho diciassette anni. Ho diciassette anni.]
Per
Sam, invece, è la prima volta. Nessuna studentessa lo ha mai messo così in
imbarazzo. Già, imbarazzo. Perché per quei ragazzi dovrebbe essere un
mentore, e invece lei è sempre un passo avanti agli altri, un passo più vicina
a lui – un passo più di quanto dovrebbe.
La
tesina di Josie è straordinaria, esattamente come lei. Sam volta le pagine
rapidamente, rapito dalle idee che la studentessa ha messo su carta.
Interessanti i concetti che esprime, intriganti i paragoni che porta ad
esempio, di più della metà di essi Sam è più che certo di non aver mai parlato
in classe. Forse Josie è la studentessa perfetta, quella che aspetta di
incontrare da anni, quella che ascolta ciò che lui dice in classe e riesce ad
integrarlo con il proprio cervello, e che, soprattutto, non ha paura di mettere
nero su bianco le proprie convinzioni.
Si
trova a rileggere per la terza volta consecutiva lo stesso paragrafo, e nella
sua testa prende corpo l’immagine del bacio tra Rosalinda e Orlando. Appoggia
la schiena alla sedia, gli occhi fissi sulla pagina stampata. Accavalla le
gambe, preso dalle proprie riflessioni. Con due dita si accarezza le labbra,
ripensando a qualche sera prima, a quando erano seduti vicini sulla ruota panoramica.
[Forse
dovrebbe mettersi quel suo casco firmato.]
[Ti
ricordi ancora quella storiella?]
[Io mi
ricordo tutto quello che lei dice… durante la lezione.]
Stupido,
stupido Sam. Si dà dell’idiota da solo, si dà dell’idiota perché sta
rimpiangendo di non aver fatto qualcosa, quella benedetta sera. E si dà
dell’idiota ancora una volta, perché Josie è minorenne, ed è una sua
studentessa.
[Tutto
quello che posso dire è che quando avrai la mia età, i ragazzi faranno la fila
per stare con te.]
[Lo
dice solo perché è il mio professore.]
[Non
dovrei dirlo proprio perché sono un tuo professore.]
Si
ricompone rapidamente sulla sedia, rovista nella borsa di pelle alla ricerca
del cellulare, compone un numero e si mette in attesa.
“Ehi,
ciao” saluta allegro, dopo aver atteso un paio di squilli. “Sono Sam. Ti
ricordi, l’altro giorno, quando parlavamo dei ragazzi di oggi, e del fatto che
pochi pensano davvero, e che ancora meno dicono tutto ciò che pensano?
Beh, non ci crederai, ma una delle mie studentesse rappresenta esattamente
quello che cerchi.” Si sente fiero di Josie, mentre pronuncia quella frase. Se
non può rendere felice se stesso, vuole almeno tentare di dare a lei
qualcosa di buono. “Scrive in maniera eccezionale. Sarebbe un grande acquisto
per la Dartmouth University.”
Il suo
interlocutore si lascia sfuggire una risata, incredulo. “No, Sam, non mi
convinci. Lo dici solo perché sei un suo professore.”
“Non
dovrei dirlo proprio perché lo sono.”
[668
parole.]
Note dell’Autrice
Ho sempre amato questo
film, e un po’ mi dispiace di essere l’unica autrice di questo fandom =(
Ma pazienza, non smetterò
di postare i miei deliri soltanto perché nessuno li legge ^^
Ho trovato questo prompt
praticamente perfetto per la coppia, visto che lui è un insegnante, e lei una
studentessa. Beh, più o meno.
Ho deciso di inserire il
bacio in relazione alla coppia Rosalinda/Orlando, anziché in relazione a Sam e
Josie, per riuscire a scrivere qualcosa che avesse luogo prima del
mitico finale.
A chi passerà di qui (e
qualcuno passerà, e sarà “sgamato” dal contatore delle visite), e a chi avrà il
cuore di lasciare un commentino.