“Chi le ha insegnato a ballare così bene?”
Un istante di silenzio e un mezzo sorriso.
“È stato lei.”

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“Mio caro Watson.” Holmes piombò nella stanza con fare plateale, facendo ondeggiare la vestaglia alle sue spalle. “Mi si pone davanti un caso inaspettato e incredibilmente complesso.”
Watson alzò lo sguardo dal giornale, interessato. Omicidio? Una nuova traccia di Moriarty? Misteriose sparizioni? Strano che fosse sfuggito ai giornalisti.
“Di che si tratta?”
“Di lei, Watson.”
“Di... me?”
“Lei,” Holmes si avvicinò alla poltrona e lo sollevò di peso per un braccio, così che ora erano in piedi uno di fronte all'altro, pericolosamente vicini. “Non sa ballare.”
“Io non... cos- come fa a...”
“Oh, la prego” Holmes sbuffò divertito. “Ho assistito ai suoi disperati tentativi di provare il valzer per quattro sere di fila, rispettivamente con una scopa, un accappatoio, Gladstone e per finire Mrs. Hudson. Quella povera donna stamattina aveva i piedi distrutti.”
“Ma se non era nemmeno in casa!”
“Non le ho parlato del mio tessuto mimetico?”
“Oh per l'amor del cielo.” Watson si strofinò la fronte con la mano, terribilmente imbarazzato. Non sapeva se fosse peggio non saper ballare a pochi giorni dal matrimonio o che Holmes l'avesse scoperto.
“Non è accettabile, Watson, arrivare al proprio matrimonio completamente impreparati.”
“Anche se fosse non sono affari suoi, e comunque-”
“Ma non c'è problema, mio caro amico. Si dà il caso che lei conosca una persona dannatamente brava nel ballo, che potrebbe anche darle lezioni gratuite.”
Watson lo guardò con sospetto. Non voleva dargli questa soddisfazione. Ma d'altro canto Mary era convinta che fosse un provetto ballerino, e le menzogne già prima del matrimonio non facevano bene ad una relazione. Sospirò. “E se io volessi... insomma, chi sarebbe?”
“Io.”
“Lei?”
“Esatto.”
“E dove avrebbe imparato a ballare così bene?”
“Dovetti imparare anni fa, per un caso.”
“Holmes, io non so cosa lei abbia in mente,” Watson gli puntò un dito contro. “Ma se questo è un tentativo di sabotare le mie nozze...”
“Agisco solo nel suo interesse, Watson!” Holmes si finse indignato. “E nel mio, giusto in caso ci servisse ballare durante un'indagine.”

I giorni che seguono sono pieni di allenamenti rigidissimi. Holmes lo segue talvolta guardandolo ballare da solo, girandogli attorno e punzecchiandolo se sbaglia – Con le dita, l'arco del suo violino o un frustino, a seconda dell'umore – e talvolta prendendolo di scatto per estenuanti sessioni di passi a due. In questi ultimi casi Watson non può fare a meno di arrossire, pensando a quanto deve sembrare ridicolo, rigido e impacciato, a ballare il valzer con un uomo. Ma forse, e non vuole ammetterlo neanche a se stesso, arrossisce per il fianco di Holmes sotto la sua mano e il suo viso così vicino che le parole – o principalmente i numeri, Undduettre unduettre, si sciolga un po' Watson, accidenti – gli rimbombano nella testa. Un giorno vengono persino colti in fragrante da Mrs. Hudson che porta il tè. Li vede avvinghiati con Chopin in sottofondo e sussurra “Passo più tardi”, imbarazzatissima, ma Watson è convinto che sia sollevata di non essere più la sua partner di ballo.
Fatto sta che la sera prima del matrimonio Watson si scopre capace di ballare discretamente, e quando la musica cessa lui e Holmes ancora non si staccano, lì a fissarsi con un mezzo sorriso.
“Gliel'avevo detto.”
“Nessuno dovrà venirlo a sapere.”
“Nessuno.” promette Holmes.
Ed effettivamente del bacio e di tutto quello che segue non fanno parola con nessuno. Come addio al celibato, avrebbe poi riflettuto Watson, non era stato male per niente.

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Nota dell'autrice: Ok, non ho molto da dire su questa... cosa x°D Mi è venuto un lampo d'ispirazione dopo il film di ieri, perché qualcosa sul ballo (anche terribilmente banale, tipo questa xD) andava scritta, suvvia u_u Comunque critiche/commenti/insulti sono sempre graditi <3