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Autore: Eire    18/12/2011    1 recensioni
Per Aspera sic itur ad Astra. [ Cit. Seneca]
E' considerato un ragazzo straordinario, il migliore in qualsiasi cosa lui faccia: a scuola ha voti altissimi, un asso del calcio, senza disdegnare il Basket o l'Atletica. Fastidiosamente perfetto, sempre sorridente e di buon’umore. Stranamente, invece di essere nello spietato mirino dell'odio di tutti, non c'è anima viva che parli male di lui.(2민) 2Min
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Minho, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2MIN CORRETTA
 RINGs ... Ding Dong
Autore: Eire
Avvisi:  Fluff, Angst (giusto un pizzico).
Beta: (Capitoli I/IV) Clodia^
(Capitoli V/X) Stefania.
Data di pubblicazione: 17/12/2011
Terminato il: 25/05/2012

Note: Finalmente ci sono riuscita (:
Questa è la prima parte della prima OS che scrivo sugli SHINee, non ricordo nemmeno quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa xD
Mi sono auto concessa la licensa di ribattezzare Kim Song Dam in Kim Sujong, semplicemente perchè mi piace il diminutivo Sujo xD
Lascerò delle note esplicative al termine della storia con la spiegazione anche della citazione in latino e il particolare significato che ha per RINGs.

Questa storia è dedicata alla mia 2Min shipper preferita,
 fra (:


Buona lettura ~





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Banner by quella santa donna di ~Maryon
[grazie mille Ryon :3 ]






Per Aspera sic itur ad Astra.
[ Cit. Seneca ]




Gli anelli vengono creati in coppia,
ognuno ha un compagno al quale ricongiungersi.




Ieri sera sono rimasto sveglio fino a tardi, anzi, sarebbe più corretto dire che non ho proprio dormito, e per questo devo ringraziare solo quella testa dura del mio migliore amico Kim JongHyun.
Anche la sua ennesima delusione d'amore.
Certo, non era l'amore con la 'A' maiuscola, ma sono sicuro che ad infastidirlo di più fosse la causa del rifiuto.
E' stato scaricato dall'ennesima ragazza, con le medesime parole, con la stessa scusa: « Sono innamorata di un'altro. »
E l'altro in questione è sempre lo stesso: Choi Minho. E' considerato un ragazzo straordinario, il migliore in qualsiasi cosa lui faccia: a scuola ha voti altissimi, un asso del calcio, senza disdegnare il Basket o l'Atletica. Fastidiosamente perfetto, sempre sorridente e di buon’umore. Stranamente, invece di essere nello spietato mirino dell'odio di tutti, non c'è anima viva che parli male di lui.
Vale lo stesso anche per me, non ho mai avuto modo di parlargli, essendo lui di una classe superiore, ma il ragazzo che io vedo da lontano ha sempre un sorriso gentile e mi piace abbastanza.
Putroppo lo Hyung non si è risparmiato nell' ostentare il suo odio, ha continuano a lamentarsi per tutta la notte, a nulla sono servite le mie parole di consolazione anzi, mi ha ignorato continuando ad infierire su un'istantanea del malcapitato che inconsapevolmente gli ha rubato Mi Hi Lim, la ragazza più bella che frequenta il mio anno.

Al momento, lui se la canta allegramente nei corridoi della scuola mentre io ho un mal di testa che mi fa sentire come se fossi appena sceso da un otto volante.
- Kim JongHyun, o la smetti o giuro ... - sento la testa diventarmi pesante e dopo pochi attimi un dolore lancinante provenirmi dalla fronte.
Perchè il pavimento è così vicino?!
Iniziano a bruciarmi gli occhi, li chiudo.

Sento freddo.

A svegliarmi è il vociferare continuo di più persone insieme, sembrano entusiaste di qualcosa.
Percepisco un leggero peso sulla fronte, e sfiorandolo scopro che si tratta di un impacco di ghiaccio.
Ecco perché avevo freddo.
Di scatto provo a mettermi seduto oltre all’ennesimo capogiro provo la bruciante sensazione di essere sotto i riflettori, osservato da tante, troppe, persone. Forse sono stato troppo precipitoso, dato che mi coglie l’ennesimo ma leggero senso di vertigine. Porto la mano sulle tempie e massaggiandomi piano la cute noto un enorme rigonfiamento poco più in su della fronte, e mi fa male.
Ignoro il dolore e mi preparo a perlustrare la stanza in cui sono sdraiato: alla mia destra, seduto su uno sgabello, c'è quel disgraziato di Kim JongHyun che mi fissa apprensivo, si sta tormentando i capelli passandoci più volte le mani come a volerli far stare più dritti di quanto già non siano; dagli occhi leggermente rossi traspaiono i primi segni di una nottata trascorsa tutt'altro che bene.
Accanto a lui una decina di ragazze, tutte con lo stesso desiderio nello sguardo e un sorriso per niente rassicurante, mi fissano eccitate. Arrossisco, sorpreso ma più allibito, capendo che quegli occhi spaventosi sono posati proprio su di me.
Riporto lo sguardo sul mio amico d'infanzia non riuscendo a spiegarmi il perché di così tanto e improvviso interesse nei miei confronti. Intuendo i miei dubbi, inizia a mimare qualcosa riferendosi alla mia mano, al che la guardo confuso: non mi sembra di essermi mutilato nulla, uno, due, tre ... le dita ci sono tutte e cinque, nessuna falange mancante, l'anello risplende sul dito medio e ... rivolgo nuovamente lo sguardo sul mio amico; mi sta mostrando il medio, rimango interdetto, poi ci arrivo: l'anello.
E' l'anello che fissano con così tanta venerazione, non me. Cerco di far finta di non vederle.

- C-Che cosa è successo? - chiedo esitante, rivolto comunque alla folla di spettatrici.
Fungo, sei svenuto! - risponde una voce in fondo alla stanza che sento avvicinarsi a noi, con il tipico atteggiamento di una diva di Hollywood appare un ragazzo con indosso un camice bianco, più che ragazzo penso assomigli in modo imbarazzante ad una bambolina di porcellana; non che io sia tutta questa virilità, ma lui mi batte di gran lunga: ha il viso diafano incorniciato da un caschetto di lisci capelli biondo grano, la frangia gli copre diagonalmente il viso, e quando vedo quelle piccole labbra carnose aprirsi in uno splendido sorriso mi ritrovo disarmato ed ancora più confuso.
- Hai un po' di febbre, e da quanto ha detto il Nano - continua indicando JongHyun, - a volte hai degli attacchi per via di una grave anemia, perciò riposati un altro po' prima di ritornare a casa. - Nel mentre si fa spazio tra le ragazze starnazzanti che sembrano rapite anche da lui - Capisco che vogliate stargli vicino, ma cosa c'entra il Fungo? -
- Io non sono un fungo! - protesto per nulla d'accordo sul soprannome. Mi sta guardando con uno sguardo materno che poco mi convince, - Ehi, guarda che non sono mica un bambino! - mi lamento ma come unica risposta ottengo solo di ricevere una leggera pressione, sempre con quell'espressione da donna vissuta, sulla spalla e ritornare in posizione supina.

- A chi vogliono stare vicino? - chiede il mio amico leggermente corrucciato, penso che nemmeno a lui piaccia l'appellativo che la Chioccia gli ha affibbiato.
Raggira risolutamente il mio lettino e, accostandosi a quello vicino scosta la tendina che funge da separé, quel poco che serve a far intravedere un ragazzo dormiente che mi da le spalle.
- Le signorine sono qui per questa Ranocchietta! - sorride apprensivo accarezzandogli la testa.
Nemmeno pochi istanti, vedo il ragazzo girarsi verso di noi, con un piccolo sorriso: - Ranocchietta a chi, Kim Kibum? -
E' a dir poco attraente e ha un aspetto vagamente famigliare: viso pulito incorniciato da folti capelli bruni, due grandi occhi da cerbiatto al cioccolato fondente, labbra piccole e carnose, aria gentile.
Guardando meglio, mi sembra di conoscerlo per davvero.

- Ahh, sei sveglio! - a farmi riprendere dalla sorpresa del momento è Mamma-Chioccia, Kim Kibum.
- Nessun essere umano sarebbe capace di dormire con questo casino. - si lamenta con un broncio rivolto alle ragazze alle mie spalle che prontamente sviano lo sguardo, imbarazzate.
Poi, sembra notarmi e ... rimane gelato. Lo vedo impallidire e voltandomi noto che è successo lo stesso anche a JongHyun.
- Ehi, che succede a voi due? - chiede Kim Kibum e contemporaneamente si leva un - Ahhh! - con tanto di occhi a forma di cuoricini da parte delle ragazze.

La testa ha ripreso a farmi male.

- Ha parlato! - strepitano in modo decisamente troppo estasiato guardando il bell'addormentato. Nemmeno fosse una scimmia in giacca e cravatta.
- Scusatemi, ma perché non andate al suo di capezzale invece di disturbare il mio amico?! – domanda tra i denti JongHyuh Hyung.
E' infastidito, è chiaro.
- Per il suo anello -, risponde indicandomi Mi Hi, apparsa dal nulla.
- Il mio anello?-
- Sì, quel cerchio d'oro e argento che hai infilato nel medio, hai presente? - fa sarcastica un'altra ragazza davvero bella, mi sento arrossire.
- Si dice che le persone che hanno gli anelli di una stessa coppia sono destinate a stare insieme, imprescindibilmente. - spiega una terza.
- Io ... veramente ... non so -, balbetto intimidito. Di preciso, cosa vogliono da me?
- Ha il tuo stesso anello, Minho Ssi! - nota più sorpreso di me lo Hyung in camice, fissando in modo piuttosto eloquente il mio vicino di lettino e questa volta tocca a lui avvampare.
L'ho già sentito il suo nome.
- Davvero!? - chiede Minho Hyung.
- Sì, e visto che tu non ricordi dove lo hai preso, vorremmo sapere dal Fungo dove lo ha comprato. -
Prendo un lungo respiro e sorvolo sul modo in cui mi hanno chiamato, tanto lo so che se finissi tra le grinfie di queste streghe non ne uscirei vivo.
- Io ... veramente ... non me lo ricordo nemmeno io ... cioè, è stato tanto tempo fa. - mi scuso portandomi una mano sulla fronte che ha ripreso a pulsare freneticamente.
Kibum Hyung accorgendosi del mio malanno manda via le ragazze e JongHyun dalla stanza accusandoli di far troppa confusione e, informando il bell'addormentato che avrebbero dovuto parlare più in avanti, esce dalla stanza lasciandoci soli.

- Comunque piacere, io sono Lee Taemin - mi presento sorridendo in sua direzione.
Ma lui si alza e, continuando ad ignorarmi, indossa la felpa che probabilmente si era tolto per stare più comodo e si avvicina alla porta che si affaccia sul corridoio, dal quale si sentono ancora le ragazze lamentarsi.
- Mi aspettano grossi guai a causa tua, Choi Minho comunque. - sbuffa prima di uscire dalla stanza.
E' alterato, anche se quello indisposto dovrei essere io.



&




Tutti, e dico tutti, sanno del mio anello.
Anzi, tutti sanno dei nostri anelli, il che è decisamente peggio.
La voce si è sparsa con una tale velocità che non ho nemmeno avuto il tempo di respirare, sono sommerso da ragazze su ragazze che vogliono sapere di questo maledetto coso e di conseguenza anche i rapporti tra me e quel Choi Minho.
Non capisco perché si agitino tanto, la prima e unica volta in cui gli ho rivolto la parola mi ha a malapena guardato in viso.
E adesso durante la ricreazione, quando potrei trovarmi benissimo nel giardino di scuola a godermi un po' di fresca aria autunnale, sono costretto a scappare da una classe all'altra in cerca di un posto sicuro dove nascondermi prima di riprendere le lezioni pomeridiane.
Alla fine decido realmente di uscire dall'edificio scolastico e di dirigermi verso la palestra, più precisamente dietro il magazzino degl'attrezzi dove sono solito andare ad esercitarmi per le coreografie di danza; quando ci vado so di essere solo quindi, perché non provare!?

Come non detto.
Sento delle persone che parlottando si avvicinano, perciò filo di corsa verso l'edificio più vicino, purtroppo per me non avevo fatto i conti con le ragazze del Club di Atletica, che mi circondano all’istante. Mi sembra di partecipare ad una caccia all'uomo dove io sono la preda.
- Piacere di conoscerti, io sono Park Miyon ... vorrei ... - si presenta una ragazza, uscita dal branco.
- Io sono Lee Taemin - soffio a mia volta con un sorriso e un piccolo inchino - ... mi dispiace, se anche tu vuoi sapere dell'anello io non posso esserti d'aiuto. Purtroppo è un oggetto che ho comprato parecchio tempo fa e non ricordo dove. -
Sorrido di uno di quei sorrisi tirati di circostanza che si fanno quando non si ha un bel niente da dire, e spero che lei capisca il mio rammarico per non ricordarmene.
- Allora.Dacci.L'anello. - mi ordina Park Miyon, lasciandomi a bocca aperta.
Prego?
- Non posso, cioè ... non voglio. - Odio il fatto che lui abbia il mio stesso anello, ma da qui a rinunciare ad esso mi sembra un passo troppo drastico.
- Perchè no?! Tu che te ne fai? Choi Minho nemmeno lo conosci, o forse ci nascondi qualcosa? – mi domanda fissandomi sottecchi.
- NO. - rispondo deciso, - Anche per me è importante. - affermo ambiguamente.
- Pensavo che tu fossi un tipo timido e tranquillo invece sei una serpe -
-Sei un essere spregevole –
- Sei orribile! –
Iniziano ad insultarmi a raffica, una dopo l'altra.
- Non vi sembra di esagerare? – chiedo facendo un passo indietro, conoscendo già la risposta.
Iniziano decisamente ad esagerare, quel tipo è solo un ragazzo.
Nemmeno fosse una celebrità, ed è anche piuttosto maleducato ... e antipatico.
- Tu che ne sai di come si può soffrire quando non vieni ricambiato o addirittura ignorato dalla persona che ami? - mi accusa l'ennesima bella ragazza, questa volta con le lacrime agl'occhi.
Inizio decisamente a sentirmi a disagio con questa storia, non mi piace essere offeso gratuitamente e ne tanto mento far piangere persone che non conosco, non sono mica un orco.
- Mi dispiace ... Io, non lo so. - Indeciso sul da farsi corro via, diritto verso il capannone degli attrezzi.

Corro più forte che posso, lo sguardo fisso a terra finché non investo qualcosa, o meglio, qualcuno.
- Ahi ... tutto intero? - mi chiede gentile, dopo una prima esclamazione di dolore.
- Scusami, stavo scap-p ... - mi blocco riconoscendo nel ragazzo a cui sono appena andato addosso anche la causa di tutti i miei mali.
- Tu! - esclamo furibondo, quasi sull'orlo delle lacrime. - E' tutta colpa tua! - lo accuso puntandogli l'indice sul petto.
Lo vedo chiaramente alterarsi, al che mi chiedo se ho fatto la cosa giusta sfogandomi su di lui.
- Guarda ragazzino, che anche io sto passando dei guai a causa tua. Non bastava l'essere seguito adesso mi perseguitano nel senso più letterale della parola ... e poi, - Perchè questo cambio di tono? - ... è raccapricciante essere accoppiato ad un ragazzo simile. - conclude con un'arroganza inaudita, quasi a voler dire che chiunque altro, tranne me, gli sarebbe andato bene.
COSA? - Guarda che è lo stesso anche per me ... - affermo sulla difensiva.
- E' reciproco, allora. - dice con uno sguardo per niente amichevole - Ma, quell'anello ... è piuttosto vecchio, uh? - Che soffra di un disturbo di personalità multipla?
- Ehm... sì, lo porto da molto tempo, mi piace. -

L'ho acquistato circa un tre anni fa. Inizialmente lo portavo sempre al collo appeso ad una catenina, poi un giorno dopo essermelo tolto mentre ballavo l'ho lasciato a terra. Quando ci sono tornato non l'ho più trovato. La catenina era lì, intatta, esattamente nello stesso luogo in cui l'avevo posato ma dell'anello nessuna traccia. Non l'ho cercato più di tanto pensando che mi fosse stato rubato, stranamente però non avevano preso la catenina. Non sono più tornato dietro il capannone degli attrezzi, mi imbarazzava pensare che una delle tante facce che incontravo ogni giorno per i corridoi della scuola sapesse.
Poi, un pomeriggio di poche settimane dopo, ho trovato un fazzoletto di stoffa nel mio armadietto degli spogliatoi, tenendolo in mano ho capito subito che all’interno conteneva qualcosa, aprendolo non sono stato capace di trattenere un’espressione sorpresa e felice.
L'ho trovato: l'anello era tornato da me.
Da quel momento ho ripreso a frequentare il mio luogo segreto.

- Lo avevo immaginato, è così graffiato che ne sono rimasto colpito. Si vede che è prezioso per te. -
- Tu? Quando lo hai ... - visto? Lo vedo andarsene interrompendo ogni mia eventuale domanda.

Che cosa gli sarà preso così all'improvviso?

Perché riesce catturare sempre la mia attenzione dicendo cose di cui non riesco a seguire una logica? Dice quello che vuole dire e se ne va, noncurante di nulla, incurante di me.
Perché è così ostile nei miei confronti?




&




Appena giunto a casa corro a farmi un bagno caldo.
 L'ennesima sera a casa da solo, per poco.

Mi arriva un messaggio da parte di JongHyun Hyung, « Passo da te con Onew Hyung e Sujong Ah (: Fatti trovare pronto Tae! :3 Bling ♥ »

Mamma mi ha lasciato i Kimbab, sa che li adoro. Mi ricordano di quando ero ancora piccolo e papà me li prendeva insieme al Seolleongtang per farsi perdonare di qualche mancanza.
Con gli anni penso si sia dimenticato, oltre che di riportarmeli, di avere anche un figlio.
Finito di mangiare, mi metto a ripulire quel poco che ho sporcato e così corro in camera per trovare qualcosa da indossare. Opto per la mise più semplice: un paio di skinny grigio scuro, sneakers nere, maglia nera fino a metà coscia e cappotto rosso, tanto per staccare.
Allo squillo di JongHyun Hyung mi fiondo alla porta, in teoria non potrei uscire prima delle vacanze di fine anno, ma in pratica i miei a casa non ci sono.

I'm free.

Saluto Onew, il maggiore tra i miei amici d'infanzia cresciuto con me e JongHyun, e Sujong sorella minore di quest'ultimo. Tutti e quattro siamo cresciuti insieme come inseparabili fratelli ma ho il vago sentore che Onew abbia una cotta per Sujo.
- Miei cari polli -, inizia lo Hyung più grande, - oggi vi porterò all' Express 9 ¾ -
Io e Sujong, seduti nei sedili posteriori, ci sorridiamo complici, - Ti devo raccontare una cosa ... - sussurra in modo che gli altri due non la possano sentire. E' raggiante.

Arrivati a destinazione Jong e Onew si fiondano verso il bancone, mentre noi piccoli ci dirigiamo verso uno dei tavoli ancora vuoti.
- Tae, mi piace un ragazzo! - urlicchia su di giri.
- Onew Hyung? -
- Ma cosa dici?! E' un ragazzo che ho visto alle partite amichevoli di basket, fa la tua stessa scuola ... dovresti conoscerlo! Si chiama Choi Minho! -
- COSA? - urlo senza frenarmi. Ditemi che è uno scherzo! Quel ragazzo mi perseguita.
Okay, adesso faccio finta di non aver sentito e le rivolgo di nuovo la domanda, forse ho capito male.
Ma mi anticipa, - Sai, oggi ho convinto Onew a portarci qui perchè ho saputo da alcune ragazze che lui viene spesso qui con alcuni suoi amici. Tu lo conosci? -
Inizio a sudare freddo, in pochi attimi mi si è rovinata la serata.
- No, mai sentito nominare. -

- Ehi, Fungo ... che ci fai qui? - strilla qualcuno alle mie spalle, probabilmente per farsi sentire. Quel 'fungo' non mi piace affatto, mi giro piano, quasi al rallentatore, con gli occhi sgranati.

DIO, PERCHE'?

Davanti a me, in un coloratissimo coordinato hippie-vintage, c'è Kim Kibum in persona, luminoso come un raggio di sole.
Senza troppi complimenti scansa leggermente un'allunata Sujong e si accomoda accanto a me.
- Ma tu ... la scuola?! - farfuglio tra l'ansioso e il sorpreso. Se un membro interno della scuola venisse a sapere che un minorenne frequenta posti come l'Express verrei sicuramente sospeso. - Tranquillo Fungo io sono solo il nipote del medico di scuola, e non sono più grandi di te di parecchi anni - mi rassicura, tanto che tiro fuori un sospiro di sollievo assurdo. Lui ride.
- Allora l'altra volta!? -
- Ero solo venuto a trovare mio cugino e l'ho trovato mezzo svenuto per lo sforzo abnorme che aveva fatto durante gli allenamenti di Calcio! E mio zio ne ha approfittato per farmi fare il suo lavoro mentre lui prendeva un Thè con la Preside, mia madre. -
Uh, bene. Chissà perchè quando parla lui sento sempre una nota di dolcezza nella voce!?
Aspetta un momento. Suo cugino? Calcio? Svenuto?
- Non dirmi che tu sei il cugino di ...!? - - Kibum Goon, la smetti di ...!? - mi interrompe una voce profonda e alla mia vista anche Choi Minho si zittisce, finendo la frase con null'altro che un - Ahh! - Neanche gli avessero pestato un piede.

Non posso vederla a causa delle luci psichedeliche ma sono sicuro che Sujo è appena arrossita, rimaniamo congelati con i sorrisi più brutti che io abbia mai visto finchè non ci interrompono Onew e JongHyun Hyung con dei cocktail in mano.
Adesso l'aria si riscalda immediatamente.
Nano, anche tu?! - si stupisce Kibum Hyung.
- Ho saputo, piccola Diva, che sono più grande di te! - gli sorride JongHyun Ah ignorando la presenza di Minho Hyung.
- Dettagli! - minimizza con un alzata di spalle l'altro.

Addio, bella serata con gli amici!

- Lee Taemin, tu non dovresti stare qui. - Se non lo avessi visto muovere le labbra non avrei mai creduto che a parlare fosse stato Minho Hyung. Lo guardo storto.
- Sei troppo piccolo. - continua con un sorriso arrogante, sposta poi lo sguardo severo sugli Hyung, che distolgono lo sguardo, colpevoli.
Ma diavolo chi crede di essere per venire a dettare legge qui?
Mi alzo con nonchalance e mi butto in pista più scatenato che mai.
  
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