Il
rumore era assordante; la gente correva di qua e di là ed urlava, cercava di
mettersi in salvo, i bambini strepitavano… sembrava che l’inferno si fosse
scatenato attorno a lui.
Shikamaru
si guardò intorno alla ricerca di una via di fuga, ma il fumo denso gli
ostruiva la vista.
Stava
ormai per perdere la speranza quando ecco, come una visione divina, apparire
una porta! Era il momento, nessuno stava badando a lui; la distanza non era certo
breve, ma il ragazzo aveva posto tutta la sua fiducia nelle ultime riserve di
forza. Scattò verso la salvezza.
Si
sentì in colpa a lasciare i suoi amici indietro. Ma dopotutto, in quei casi
disperati mente e corpo stringono un tacito patto a tua insaputa, e decidono di
agire per conto loro, senza lasciarti alcuna voce in capitolo. Corse, lo
sguardo fisso sulla porta che lo avrebbe portato fuori da quella stanza
diabolica, vedendola avvicinarsi sempre di più, sempre di più.
Finchè
una mano non lo prese per la caviglia,
rischiando di farlo cadere. Shikamaru si voltò verso l’aggressore, pronto a
combattere per la sua vita. Ma non era un nemico: era Kankuro. Stremato,
pallido in volto e con l’aria di uno la cui sanità mentale è sul punto di
andare in pezzi.
-Non…lasciarmi…qui.-
rantolò quello.
Shikamaru
si concesse qualche attimo per pensare al da fasi, quando un urlo disumano lo
raggiunse: la Bestia era in cerca di prede. Gli si gelò il sangue nelle vene e,
lanciando all’altro uno sguardo rammaricato, riprese la sua corsa verso la
salvezza.
-Shikamaru!
Ti prego!- Kankuro era sull’orlo delle lacrime, ma ormai il moro col codino era
entrato nel patto tra mente e corpo: era diventato un complice, ed ora non
poteva più tirarsi indietro.
Corse
e corse, accompagnato dalle urla dei bambini e dai ringhi ferali della Bestia. Corse
e corse ancora finchè, con un balzo degno di un acrobata, aprì la porta e si
gettò fuori da quel luogo maledetto.
Il
freddo dell’inverno fu come un balsamo per i suoi polmoni, e la sensazione dei
fiocchi di neve sul viso era paradisiaca. Ma la cosa migliore era il silenzio.
Shikamaru
sospirò e fece per allontanarsi dalla casa delle torture, quando un movimento alla
sua destra catturò la sua attenzione. Si mosse verso quel punto rapido come una
vipera e colpì.
-Ahia!
Papàààà!-
-Che
ci fai qua fuori, tu?- inquisì il moro alzando una bambina di sei anni per la
collottola del giubbotto.
-Dentro
è brutto. C’è rumore.-
Povera piccola… ti capisco
perfettamente. Pensò il Nara senior.
-E…
e la mamma…- esitò la bambina, guardando il padre con il terrore negli occhi.
-Lo
so, lo so,- disse lui abbracciandola –Non avrei mai voluto che tu assistessi a
questo, Teika, perdonami.-
Rimasero
qualche minuto in silenzio.
-Mi
porti con te?- chiese la bimba all’improvviso.
Shikamaru
la guardò con tenerezza e le diede un buffetto sulla guancia.
-Ma
certo.-
Fecero
in tempo solo a girare le spalle alla casa degli orrori, quando la porta si
aprì di scatto. I due si voltarono e capirono di essere spacciati: la Bestia
era davanti a loro, gli occhi fiammeggianti d’ira, quattro corna irte sulla
testa e una terribile arma alla mano.
-Voi
due!- strepitò con la sua voce demoniaca –Dove pensate di andare!!-
Teika
ammutolì dal terrore; Shikamaru era solo.
Cercò
di creare un diversivo.
-Tesoro,
sei riuscita a salvare l’arrosto?- la voce gli tremò.
-Al
diavolo l’arrosto, Nara, perché sei qua fuori con tua figlia e dove stavate andando! Rispondi!- Temari
brandì il mestolo con fare minaccioso. Tanto bastò a far svanire in un soffio
tutta l’arguzia di Shikamaru.
-Ma
mamma, dentro c’è rumore! E tante tante persone! E zio Kankuro e zio Gaara vogliono
sempre tenermi in braccio!- mugugnò con coraggio la piccola Teika. Shikamaru la
ammirò per l’audacia.
-Concesso.
Ma non riuscirai a scappare, signorina: ora torna dentro e vai a giocare con
Keiko, credo che si stia stancando di fare la babysitter a quell’idiota di suo
padre.- ordinò la bionda.
-Ma
ogni volta che mi avvicino Naruto insiste per farci delle foto perché dice che
siamo carine! Non voglio le fotoooo!- si lamentò scuotendo la testa.
-Allora
parlane con Hinata! E ora dentro, filare!!- ringhiò la madre.
La
piccola si dileguò con un mugolio spaventato. I genitori osservarono la
testolina bionda, con un codino identico a quello del padre, sparire dietro al
porta.
Shikamaru
rimase da solo ad affrontare la kunoichi di Suna. Da quando si erano sposati l’aveva
vista così alterata solo poche volte. Ed ogni volta gli sembrava di essere
tornato in guerra.
-E
tu che scusa hai?- inquisì quella.
-Seccatura.
È tutto un’enorme seccatura.- borbottò. Temari divenne, se possibile, ancora
più paonazza ed arrabbiata.
-Seccatura?
Seccatura?? Ma tu hai idea di quello che
devo fare io, Nara? È tutta la sera che corro avanti ed indietro a servire questo
cazzo di cenone di Natale, è tutto il giorno che devo stare con tutti gli
ospiti, e trovare anche il tempo di stare con i miei fratelli che non vedo da
mesi! In un giorno ho accumulato tanto stress da bastarmi per un anno! E tu? Tu che hai dormito tutto il tempo, hai
litigato con tua madre e sbuffato a tuo padre, tu osi dire a me che
tutto è una seccatura???- la voce
della bionda era salita di tre ottave.
-E
chi è che ha insistito tanto per questa mega cena con parenti , amici e
conoscenti?- sbuffò il moro –Io te l’avevo detto da subito che sarebbe stato
seccante per me e stressante per te.-
Temari
lo guardò per qualche attimo, poi mise su il broncio che a Shikamaru ricordava
tanto quello di Teika.
-Però
sarebbe stata una bella idea…- mugugnò.
Shikamaru
la prese tra le braccia accarezzandole i capelli.
-Avevo
programmato tutto- continuò –avevo pianificato ogni minima cosa.-
-Lo
sai che quando ci si mette gente come Naruto o mia madre le cose non vanno mai
come pianificato.- le ricordò il marito.
Temari
annuì rassegnata e si godette le sue carezze.
-Però
uffa.- concluse poi.
Shikamaru
ridacchiò e le alzò il viso, scostandole di ciuffi ribelli che erano fuggiti
dai codini ormai sfatti.
-La
mia temeraria Temari. Sopravvive alla guerra più pericolosa della storia dei
ninja, ma non riesce a far andare una cena secondo i suoi piani.- la prese in
giro.
-Vaffanculo
Nara.- gli ringhiò in risposta.
Si
ammorbidì, però, quando la baciò delicatamente, facendole dimenticare per un
attimo di tutto.
Un
rumore di vetri infranti e la soave voce di Yoshino li riportò alla triste
realtà:
-Naruto!
I bambini hanno rotto meno cose di te stasera! Temari!! Torna dentro, un bicchiere
si è rotto e Keiko e Teika potrebbero farsi male!-
I coniugi Nara si rivolsero un ultimo sguardo ironico e rientrarono rassegnati in quella bolgia infernale in cui si era trasformata la loro adorata casetta.
Note dell'autrice:Rieccomi con un'altra fanfic parteipante all'evento "Give Black on Christmas Day" indetto dal forum ShikaTema "The Black Parade"! Buon caledario dell'avvento :D