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Autore: ivi87    18/12/2011    15 recensioni
Ogni tuo ma, ogni tuoi se, è mille volte meglio di un tuo mai.
I pensieri di Rick mentre assiste ad un interrogatorio condotto da Kate...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Con un ma e con un se

 

 

Sei nella sala interrogatori a fare il poliziotto cattivo con uno spacciatore di droga di Central Park che potrebbe avere assistito ad un omicidio, ma non vuole collaborare.

Ti senti toccata. Da piccola andavi in quel parco con i tuoi genitori e ti fa orrore l’idea che quel luogo venga profanato da individui del genere.

 

Ma solo io lo so, gli altri non ne hanno idea.

Nemmeno la Gates, qui accanto a me dietro al vetro, che ti fissa compiaciuta sfiora il pensiero che ci sia di più. Pensano solo che tu sia tosta e determinata.

Ma c’è di più, c’è molto di più da scoprire.

Ed è tanto interessante quanto maledettamente difficile riuscire a farti aprire.

 

Batti un pugno sul tavolo facendo sobbalzare il malcapitato. La Gates sorride.

 

Sei così bella da farmi stare male. E forte. Fortissima.

Molto più forte di me. E sai far male da morire.

Se ripenso a tutto il tempo trascorso mi si accartoccia lo stomaco.

Quante volte mi sono detto che sarei stato meglio da solo piuttosto che stare male per te.

Per te, che mi tieni da sempre legato a te con i tuoi si, i tuoi ma e i tuoi se.

Si... avermi qui rende il tuo lavoro un po’ più divertente.

Ma... non potrai mai essere la persona che vorresti essere fino a che il tuo muro non cadrà.

Se se risolverai il caso di tua madre allora sarai libera da ogni fantasma del passato e potremo stare insieme.

E io me ne sono sempre stato buono nel mio angolino ad aspettare pazientemente.

Prendendomi solo quello che decidevi di concedermi.

Forse per chiunque altro non sarebbe stato abbastanza: qualche sguardo, vari always, meravigliosi sorrisi e un bacio rubato.

Altri avrebbero mollato subito, ne sono certo. Il tuo muro spaventerebbe chiunque, spaventa anche me in realtà, ma io non ho mai avuto intenzione di arrendermi perché ormai mi sei entrata nella pelle, nel sangue.

Non so pensare a me, alla mia vita, senza avere te a farne parte. In qualunque modo tu vorrai ma devi esserci.

Ogni tuo ma, ogni tuoi se, è mille volte meglio di un tuo mai.  

 

Lo spacciatore sta sulla difensiva e evita le tue domande, ti alzi e cammini avanti e indietro irritata. Ryan, accanto a te, prova a farlo ragionare proponendogli un accordo.

 

Ma va bene così, Kate, ho rispettato i tuoi tempi e sempre lo farò.

Va bene per me, non sarà molto ma mi prendo volentieri tutto quello che mi offri.

Mi accontento di poco, un piccolo gesto e mi illumino di felicità.

Anche con i tuoi ma e i tuoi se sempre in mezzo. 

E anche se è davvero poco, quel briciolo di speranza che mi dai mi fa sentire vivo.

 

L’accordo di Ryan è ottimo ma quell’uomo è ostinato. Riprendi in mano la situazione e gli elenchi tutto quello che lo aspetta con sguardo severo e impenetrabile.

Lui ti guarda rapito, non sbatte nemmeno le palpebre da quanto ti sta prestando attenzione.

Si vede già marcire in galera, circondato da energumeni dalla dubbia sessualità e ora non fa più tanto lo spavaldo.

La Gates non lo da a vedere ma so che vorrebbe farti un applauso. Ti ammira e vuole solo il meglio per te. Per questo non mi sopporta.

Io ti distraggo secondo lei. Beh, è vero, ma rendo il tuo lavoro più divertente e vederti ridere per me è vitale, perciò per ora la Gates si deve rassegnare ad avermi tra i piedi.

Sorride per il tuo ottimo lavoro e lascia la stanza.

 

Sei la migliore del dipartimento e lo sanno tutti. Il fiore all’occhiello del Dodicesimo.

La miglior Detective Capo di questo edificio.

E non lo dico perché sono di parte, lo sei veramente.

Ho sempre notato come ti guardano gli altri poliziotti. Le donne ti ammirano con un pizzico di invidia. Gli uomini...beh, ti rispettano certo, ma credo che non ci sia uomo qui dentro che non ti desideri.

Ryan e Esposito esclusi ovviamente. Sei la loro sorellina, praticamente.

Ma tra il fastidio di vedere chiunque altro lanciarti occhiate sognanti e la voglia che io stesso ho di te, mi accaparro senza tante pretese quello che mi puoi dare. Non posso di certo obbligarti ad amarmi e a stare con me, devi intraprendere da sola il tuo percorso interiore, prima di averne uno insieme.

Però la sera, nei momenti di frustrazione, penso a quanto vorrei riscrivere la nostra vita, cancellare il tuo muro, i tuoi ma e i tuoi se e renderti finalmente felice.

Ma sono uno scrittore di romanzi, non di vite, perciò anche qui mi accontento di dare il meglio di noi attraverso Nikki e Rook. 

 

Lo spacciatore sta cantando come un usignolo e tu e Ryan a turno lo subissate di domande. Battete il ferro finchè è caldo, insomma.

E io non riesco a smettere di fissarti.

 

Ti ammiro, ti rispetto, ti desidero, ti aspetto, ti sprono, ti infastidisco, ti sorprendo...

Qualunque cosa per te.

Come ho già detto, va bene così per me.

Tu dammi quello che puoi, per ora è sufficiente.

Il resto spero che verrà con il tempo.

 

“Fissi il la stanza vuota, Castle?” mi dici sorridente, distraendomi dai miei pensieri.

 

È vero la sala interrogatori ora è vuota e non ti ho nemmeno sentita entrare.

 

“Complimenti per l’ottimo interrogatorio” ti dico seguendoti fino alla tua scrivania.

“Grazie, non è stato poi così difficile. Ora Esposito lo sta scortando in cella e io non vedo l’ora di uscire da qui. Per oggi basta”

 

“Ti va l’ultimo caffè della giornata?” chiedo speranzoso.

 

Un segno, ti prego Kate, dammi un segno che non sono da solo in questa nostro strano rapporto. Un segno che non sto sprecando la mia vita a combattere contro i mulini a vento.

 

“Non posso, sono di fretta” cerchi conferma dell’ora nell’orologio di tuo padre e afferri la giacca.

 

Non puoi, sei di fretta. Va bene.

No, non va bene. Cos’avrai mai da fare di così urgente che non può aspettare nemmeno il tempo di un caffè.

Il tempo di avere un ultimo momento solo nostro, prima di tornarcene ognuno a casa propria. Soli.

 

“E’ solo un caffè..” sussurro triste, mentre ti infili la giacca e ti prepari.

Ti avvii all’ascensore ma dopo un paio di passi, torni indietro.

 

Probabilmente mi hai visto sconsolato e abbattuto o  forse mi hai sentito.

Vorrei essere più forte e non avere sempre quest’aria da cane bastonato quando si tratta di te, ma non sono più in grado di mascherare i miei sentimenti ormai.

 

Ti fermi di fronte a me “Castle... vuoi ancora che il mio muro cada?”

 

La tua frase mi sorprende, ma ti vedo estremamente seria.

 

“Assolutamente!” L’unica cosa che riesco a dire.

“Bene, anche io! Perciò levati quell’espressione da cucciolo abbandonato e lasciami andare dallo psicologo del dipartimento!”

Ti giri e te ne vai. Prima di entrare nell’ascensore sorridi verso di me e poi scompari.

 

Ricevuto detective. Eccolo il segno che volevo.

Non sto combattendo da solo.

Siamo in due a lottare affinchè il muro cada.

Fianco a fianco come sempre.

Perché siamo una squadra.

Come Starsky e Hutch.

O Turner e Hooch.

Si, lo so, ti ricordo un po’ Hooch...

 

 

 Angolo dell’autrice:

ascoltare “Con un ma e con un se” di Nek mi fa male xD

Ma credo che più o meno corrisponda ai pensieri di Rick, no? Lui povero non può fare altro che starle accanto e aspettare paziente, prendendosi qua e là tutto quello che viene, senza pretendere di più.

Stima e ammirazione profonda per un uomo così! Ce ne fossero di più... xD

Ovviamente un grazie speciale a Mari, Cate, Vale e Cri che mi hanno consigliata <3<3

Bien, come sempre buona lettura e recensioni sempre gradite ;D

Un bacione grosso,

 

Ivi87

   
 
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