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Autore: AmaleenLavellan    18/12/2011    3 recensioni
Ma nulla, nulla era paragonabile a quella canzone.
Perché ballarla davanti a un gruppo di tecnici annoiati e membri del cast divertiti, con un direttore che continuava a urlare dandogli indicazioni, era un conto.
Ma farlo per Darren Criss, il suo fottuto ragazzo, era decisamente un altro.

Questa fanfiction è la versione CrissColfer della fanfiction Peacock di Black_Hole_ (naturalmente Klaine!)
È una One-Shot che peró ho diviso in due parti, perché veniva fuori di 15 pagine xD
Genere: Comico, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui con una nuova CrissColfer! Seriamente, non riesco ad avere altro per la testa .-. 
Oh, beh!

Questa fanfiction si riferisce a Peacock (che ha anche un seguito Smut, You Make Me Lose Control), nella quale Kurt fa una scommessa con Puck, che non crede che Blaine diventi una belva quando perde il controllo... E sì, abbiamo tutti capito a cosa si riferisce xD
è della meravigliosa Black_Hole_, mia adorata amica e beta, senza la quale Chris non sarebbe di una bellezza eterea, ma ETERA (sì, questi sono gli effetti dello scrivere alle due di notte). LEGGETELA! :D

La canzone di cui si parla è Peacock di Katy Perry e se non ce l'avete presente.. Beh, andate a leggere il testo e capirete xD

La fic dovrebbe essere una OneShot, ma l'ho divisa in due parti perchè è venuta fuori abbastanza lunga..!
Domani posterò l'altra v.v 
Quindi, che dire... Buona lettura! :D
 









«CHE COSA?!»
L’urlo proveniente dalla sala di registrazione sembrò scuotere gli studios dalle fondamenta, tanto era forte.
 
«Andiamo, Chris, hai ballato Single Ladies in un body e un gilet fatto di lustrini, la tua mi sembra una reazione veramente esagerata per una canzone così da poco...»
«Esagerata?! ESAGERATA?! Preferirei indossare body per il resto della mia vita piuttosto che cantare questa- questa cosa!»
«Andiamo, Colfer, sei o non sei un uomo?! Smettila di lamentarti e considera questa canzone come un… un’occasione!»
«Occasione per cosa?! Per morire d’imbarazzo?! Non so se hai letto il testo, Lea, ma questa canzone parla di tutto, tranne che di pavoni! Dio, mi sento sprofondare solo a leggere la prima strofa, anzi, no, il primo verso!»
 
«Questo perché sei un adorabile innocentino, Colfer.»
 
Ecco, ci mancava solo Mark con i suoi commenti deficienti.
Chris voleva suicidarsi. Sì, lanciarsi dalla finestra poteva essere una buona idea – no, un attimo, si trovavano al piano terra.
Forse poteva provare a impiccarsi utilizzando i cavi dei microfoni?
Auto-soffocarsi con la Diet Coke sarebbe stata decisamente una bella morte, pensandoci; nessuno avrebbe immaginato che se la sarebbe fatta andare di traverso di proposito… 
Lea sospirò. «Darren, per favore, ci parli tu? Magari con te ragiona e smette di fare il bambino.», domandò, rivolta verso il ragazzo riccioluto.
Ma Darren era troppo impegnato a stare a bocca aperta e ad occhi spalancati, per poter prestare attenzione a lei o a qualsiasi essere umano sulla faccia della terra. Le sue mani tremavano leggermente, mentre tenevano stretto il copione che aveva ricevuto appena mezz’ora prima, ed il suo sguardo era fisso su quella parola, il titolo della canzone che Kurt avrebbe dovuto cantare a Blaine.
 
Peacock.
 
Non ci sarebbe stato alcun problema, se non fosse stato che il corpo di Blaine era il suo, e quello di Kurt era lo stesso di Chris Colfer.
Il perfetto, bellissimo, meraviglioso, talentuoso e fin troppo sexy Chris Colfer.
Ovvero, il suo ragazzo segreto.
Decisamente, qualcuno lassù aveva deciso di porre fine alla sua vita. Forse, senza accorgersene, aveva fatto qualche torto a Ryan ed il direttore si stava vendicando, uccidendolo lentamente e dolorosamente.
 
 «Ehm… Darren? Sei con noi?», tentò di riportarlo alla realtà Lea, sventolandogli una mano davanti alla faccia.
Nulla da fare.
Criss era pietrificato dallo shock e nulla, neanche la bacchetta di sambuco, avrebbe potuto dissolvere l’incantesimo che si era appropriato del suo corpo.
«DARREN!», gridò lei alla fine, vedendo che nulla sembrava riscuoterlo. L’uomo sussultò leggermente, lo sguardo confuso, sbattendo varie volte le palpebre come se qualcuno l’avesse svegliato di soprassalto.
«…Eh?», mormorò, fissandola spaesato.
«Ma che vi prende oggi, a voi due?!», esclamò la donna, spazientita, «Tu sei partito per un mondo lontano e quell’altro non fa altro che lamentars- OH CIELO CHRIS NON DIRMI CHE STAI CERCANDO DI SOFFOCARTI CON LA DIET COKE!»
Colfer tossì, mentre i suoi polmoni reclamavano aria con alcune convulsioni. Dannata Lea. Aveva distrutto il suo piano.
La donna lo fissava, allibita.
«Io me ne vado!», esclamò, alzando le braccia al cielo, facendo un’uscita di scena degna della miglior Rachel Berry. Decisamente, quella ragazza era entrata troppo nel personaggio.
 
Chris si avvicinò a una sedia e vi si lasciò cadere, con un sospiro frustrato e distrutto.
Non poteva.
Semplicemente non poteva fare una cosa del genere.
Certo, aveva fatto cose molto più imbarazzanti per quel telefilm, come indossare il costume di Bad Romance; inoltre c’erano state le infinite volte in cui era stato costretto a vestirsi con cardigan e pantacollant o maglioni lunghi perché così era il personaggio di Kurt…. senza contare quando aveva dovuto ballare Single Ladies in un body. Davanti a centinaia di persone, se si contavano i Live di quell’estate.
Ma nulla, nulla era paragonabile a quella canzone.
Perché ballarla davanti a un gruppo di tecnici annoiati e membri del cast divertiti, con un direttore che continuava a urlare dandogli indicazioni, era un conto.
Ma farlo per Darren Criss, il suo fottuto ragazzo, era decisamente un altro.
Ragionandoci, non sapeva nemmeno perché si sentisse in imbarazzo: con Darren poteva essere se stesso, semplicemente; fare qualsiasi cosa sapendo che non sarebbe stato considerato stupido o assurdo o strano. Probabilmente non era nemmeno il fatto di dover cantare e ballare una canzone che parlava di uccelli – e non certo con il significato casto del termine – al suo ragazzo a spaventarlo; quanto piuttosto cantarla e ballarla per il suo ragazzo davanti a, come minimo, una ventina di persone.
 
Tutti pensavano che loro due fossero dei grandi attori, per riuscire a trasmettere così tanta emozione con un solo sguardo – la realtà di cui nessuno era a conoscenza è che le loro vere doti di recitazione emergevano quando non giravano, e fingevano di essere solo buoni amici.
Questa volta, però, non si trattava di girare una scena tanto dolce da essere diabetica, nella quale avrebbero potuto dichiararsi tali cose l’un l’altro e dissimularlo. Il tutto andava al di là della dolcezza: qui si trattava di istinti. Si sarebbero mangiati con gli occhi a vicenda, tutti l’avrebbero notato e avrebbero capito.
Dio, ne era sicuro, avrebbe guardato negli occhi di Darren e ogni gesto di entrambi sarebbe stato di più: lui si sarebbe accomodato tra le sue gambe con uno sguardo provocante ed entrambi avrebbero pensato alla sera prima, quando aveva compiuto lo stesso gesto, ma senza il fastidioso ostacolo dei vestiti tra di loro, e Chris avrebbe ripensato al fatto che subito dopo Darren gli aveva avvolto le gambe attorno alla vita e lui era sceso con le labbra a-
No.
Decisamente non era il caso di pensarci adesso. Non quando si trovava in mezzo ai suoi colleghi. Non quando aveva il problema di dover cantare quella canzone da risolvere. Doveva trovare il modo di far cambiare idea a Ryan, doveva-
«Andiamo, Colfer, smettila di fare l’esagerato. Sappiamo tutti che l’unico motivo per cui sei preoccupato, è che quella canzone non la canterà Kurt a Blaine, ma Chris a Darren…», ghignò Mark. Chris arrossì – dannazione, quel ragazzo era tanto idiota quanto perspicace – ma dissimulò l’imbarazzo con una delle sue solite battute.
«Certo, come no. Parli tu, che con Chord non avrai di questi problemi, giusto? Puck non dovrà mai cantare qualcosa del genere a Sam…», commentò, con finta nonchalance, senza degnarlo di uno sguardo e accavallando con eleganza le gambe.
«Ehi! Non mettermi in mezzo, non ti ho fatto niente!», esclamò Chord, che stava giocando a carte con Kevin, sentendosi ingiustamente preso in causa. Nella stanza scoppiò un’ilarità generale, mentre Mark borbottava un “Hai ucciso tutto il divertimento”, con sguardo offeso.
Chris tirò un sospiro di sollievo. Certo, sapeva che tutti scherzavano, parlando di lui e Darren come coppia, ma ogni volta aveva paura che alla fine, il cast scoprisse la verità sulla loro relazione.
Sarebbe stato un disastro, un vero disastro. Se anche solo una persona l’avesse scoperto, la voce sarebbe girata di sicuro, il mondo l’avrebbe saputo, li avrebbero accusati di poca professionalità e avrebbero tutti dato addosso a Darren facendo pettegolezzi sul fatto che l’uomo si fosse sempre dichiarato etero.
Non potevano rischiare, per questo tenevano tutto nascosto.
 
Sospirò ancora ed, esitante, alzò lo sguardo lanciando un’occhiata a Darren, sperando di ricavarne conforto… Ma gli venne voglia di sbattere la testa contro il muro dalla frustrazione.
L’Hobbit continuava a fissare con sguardo vitreo il copione, senza vederlo realmente, in uno stato di trance profonda. Quasi come se avesse sentito gli occhi dell’amato su di sé, si voltò improvvisamente verso Chris, sbattendo velocemente le palpebre.
Poi guardò di nuovo il copione.
E poi ancora Chris.
E poi di nuovo il copione.
Si passò una mano tra i capelli, mentre scorreva con lo sguardo quelle parole per l’ennesima volta, ancora ad occhi spalancati.
 
Così non aiuti, Harry Freaking Potter, pensò Chris, sull’orlo dell’esasperazione. Sicuramente Darren, in quel momento, aveva i suoi stessi pensieri.
Eppure il soprano si sbagliava.
Darren, infatti, non stava pensando al fatto che tutti avrebbero scoperto la loro relazione e sarebbe stata la sua fine, non stava pensando al fatto che avrebbe guardato Chris e avrebbe voluto scoparselo lì, davanti a tutti. In effetti, a malapena stava pensando.
In quel momento stava solo cercando di trovare un modo per non morire quando Chris gli avrebbe fatto la danza del sesso davanti agli occhi.
 
Per la barba di Merlino.
 
Chissà come i fan avrebbero reagito alla morte di Darren. Di sicuro nessuno si sarebbe suicidato per il dolore, però per Ryan sarebbe stato difficile inserire la morte di Blaine nella serie. Beh, in effetti di positivo c’era che avrebbero potuto usare il suo cadavere per girare la scena del funerale… per rendere il tutto più realistico, insomma. A meno che non fosse esploso; a quel punto sarebbe stato un problema.
Chris sicuramente avrebbe recitato bene la parte dell’impazzito di dolore per la morte del suo uomo…
Oh cielo, Chris!
Non poteva lasciarlo solo a questo mondo!
Se fosse morto il suo ragazzo, per affogare il dolore nell’alcool, sarebbe sicuramente andato ad ubriacarsi in qualche locale gay squallido e qualche modello californiano squallido dal nome squallido (Darren decise che si sarebbe chiamato Carl) avrebbe buttato lì una frase squallida per fare colpo. Chris ci sarebbe cascato, perché insomma, cosa vuoi che sia un Hobbit esagitato, iperattivo e morto in confronto a un modello alto, biondo, abbronzato, muscoloso, alto? E si sarebbero baciati e avrebbero fatto l’amore e si sarebbero sposati; Ryan gli avrebbe dato la parte di Blaine per non perdere tutte le Klainer, dicendo, come giustificazione per il cambio d’aspetto, che per sfuggire a un assassino Blaine aveva dovuto tingersi i capelli e andare in giro indossando lenti a contatto… Carl e Chris avrebbero avuto un figlio e si sarebbero trasferiti in una casetta in campagna, e poi dopo avergli rubato l’amore della sua vita Carl si sarebbe presentato agli Starkid e avrebbe cominciato a scrivere canzoni per loro e presto tutti l’avrebbero dimenticato e la sua tomba sarebbe rimasta priva di fior-
 
«DARREN!»
 
L’urlo di Chris lo riscosse dal suo mondo di fantasie. O forse no.
 
«NON ANDARE CON CARL, CHRIS! Ti sta solo usando! Non fidarti dei suoi addominali scolpiti e dei suoi occhi verdi e penetranti!», esclamò Darren, spaventato a morte, afferrando per le spalle Colfer, che si era alzato ed era davanti a lui con le braccia incrociate. Lo sguardo di Chris si fece confuso, mentre inclinava leggermente la testa.
«Chi è Carl?», domandò, perplesso.
«Il modello californiano con cui ti sposerai ed avrai figli dopo che sarò morto per autocombustione!», esclamò l’altro aprendo le braccia, come se fosse una cosa ovvia.
Chris spalancò gli occhi dalla sorpresa.
 
Ma che-
Cos-
Eh?
 
Improvvisamente lo sguardo del minore si fece comprensivo e preoccupato, e gli poggiò le mani sulle spalle, chinandosi di poco verso di lui.
«Darren Everett Criss, dovrai essere pienamente sincero con me. Dimmi la verità. Hai di nuovo cercato di mischiare borotalco, bicarbonato e succo di limone per creare la Felix Felicis e poi hai bevuto il tutto, vero? Darren, te l’ho detto un sacco di volte che non devi, perché ingoiare cose del genere fa male a quel poco che rimane del tuo cervello.», affermò, con tono solenne.
Criss incrociò le braccia, emettendo un piccolo sbuffo deluso.
«Non potevi dire semplicemente che non mi tradirai con Carl, e farmi felice?».
«Ssssst!!», esclamò Colfer, improvvisamente spaventato. Lanciò qualche occhiata a destra e a sinistra, per accertarsi che nessuno avesse sentito. «Per tua fortuna sono usciti tutti cinque minuti fa, quando hanno visto che non ti svegliavi dal tuo stato di trance, e quindi non ti ha sentito nessuno.», sospirò, sollevato. Poi sembrò ricordarsi di un particolare, nella frase assolutamente stupida del suo ragazzo.
 
«Senti, ma perché dovresti morire per autocombustione?»
Darren incrociò le braccia, facendo un piccolo movimento verso l’alto con il capo. «Te lo dico solo se mi prometti che ti terrai lontano da Carl.»
Il soprano si trattenne dal sospirare ancora, e si limitò a scuotere la testa con rassegnazione. Quella situazione stava diventando assurda. «Va bene, te lo prometto, starò lontano da Carl e sarò fedele solo a te per il resto della mia vita… Ora dimmi, perché diavolo dovresti morire?»
«Perché ti guarderò ballare Peacock e morirò per autocombustione, oppure esploderò, quello dipende da quanta tensione sessuale riesco ad accumulare in meno di due minuti in cui tu mi sventoli il tuo sedere in faccia. Davanti a tutti. Quando io non posso neanche afferrarti e scoparti sul posto.», affermò, con una certa ovvietà, come se stessero parlando del tempo.
Chris rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
«Non dire cose del genere!», esclamò, con un tono di voce che saliva di qualche ottava.
Fece una pausa, ed improvvisamente il suo sguardo diventò determinato. «E comunque parlerò con Ryan di questa storia. Andiamo, Kurt e Blaine fanno chiaramente sesso e tutto ciò che fanno vedere è uno sfregamento di nasi, però poi trasmettono una canzone in cui un ragazzo dice all’altro di voler vedere il suo pavone, quando è più che chiaro che stia parlando di ben altro uccello?! Oh, no, questa è troppa incoerenza anche per Glee! Sono sicuro che Ryan si è sbagliato, non ha accettato una cosa del genere, o forse, anzi, sicuramente questo è tutto uno scherzo! Certo! Ora vado a parlare con lui e si sistemerà tutto!».
Il più piccolo aveva cominciato a parlare così velocemente che Darren faceva fatica a stargli dietro. «Chris, aspetta un attimo!», esclamò, quando si accorse che l’altro stava per girarsi e andare seriamente a parlare con Murphy.
«Non ti preoccupare! Ti prometto che sistemerò tutto! Non dovremo mai girare quella scena!» esclamò l’altro in risposta, con una risata che, per quanto cristallina, aveva un tono leggermente isterico e inquietante. Subito dopo si girò e alzò i tacchi.
Il ragazzo riccioluto sospirò, e scosse la testa. E poi dicevano che era lui, quello pazzo. Fece una piccola alzata di spalle, del tutto rassegnato, e si lanciò all’inseguimento di Chris.
 
 
 
 
«No, Chris.»
L’attore spalancò gli occhi, sorpreso.
«… Eh? Scusa, non ho capito bene.»
Ryan scosse la testa, con un sorriso. «Oh, no, hai capito benissimo, invece. La risposta è no. No, non mi sono sbagliato e non è uno scherzo, devi fare la scena per forza e no, non è possibile sostituirla con qualsiasi altra cosa. Kurt e Blaine sono inattivi da un po’, e mi serve qualcosa per tenere a bada le Klainer e il loro bisogno di drogarsi della vostra frustrazione sessuale. Dopotutto, Chris, sei un attore bravissimo e sono certo che riuscirete perfettamente nei vostri personaggi. Qual è il problema?», concluse.
Chris si rifiutava di credere alle proprie orecchie.
Ryan non gli aveva mai rifiutato niente. Niente. Era noto a più o meno tutti che Colfer fosse il suo preferito, in tutto il cast, nonostante non facesse nulla per ostentarlo e Chris non facesse nulla per approfittarne.
Aveva approvato perfino quando gli aveva chiesto di poter usare i Sai in I’m The Greatest Star, che con il personaggio di Kurt c’entravano ben poco. Quindi, perché ora gli stava negando quella piccola, piccolissima richiesta di pietà?
«Ma Ryan-
«Niente ma, Chris. Ti ho dato la mia risposta. Ora forza, vai a cambiarti, tra poco cominciamo le riprese.»
Detto questo, come a sottolineare che quella era la sua ultima parola, si girò, lasciando Chris a balbettare frasi illogiche sul fatto che il destino avesse deciso di accanirsi contro di lui.
Darren, che aveva assistito a tutta la scena senza proferire parola, a fianco del suo ragazzo, gli mise una mano sulla spalla in un tentativo di confortarlo.
«Chris-
«è un disastro! Un disastro! Non riusciremo a trattenerci, fidati!», esclamò, mettendosi le mani tra i capelli, con gli occhi spalancati pieni di panico. Poi continuò a parlare, la voce che si affievoliva ad ogni parola. «Io canterò e tu mi guarderai e perderemo il controllo e ci scoperemo con gli occhi e tutti capiranno che stiamo insieme e per noi sarà la fine.», concluse, il tono della voce improvvisamente basso, ridotto a un sussurro.
Darren aprì la bocca per ribattere, desiderando come non mai stringerlo e ripetergli che sarebbe andato tutto bene.
Perché Darren sapeva che l’isteria era il modo con cui Chris cercava di sfogare il terrore che gli attanagliava lo stomaco, in quel momento: quello che il mondo scoprisse la loro relazione, il fatto che si amavano profondamente e incondizionatamente.
Perché per Darren non importava che fossero due uomini, e che egli stesso fosse tecnicamente etero, non importavano le etichette o le definizioni: lui era innamorato di Chris, il suo meraviglioso, fantastico e perfetto Chris, così intensamente che al solo pensarci gli si bloccava il respiro; e gli bastava un suo solo sguardo per mandarlo in estasi, e un suo solo bacio per vedere il mondo scomparire, e una sua sola carezza per desiderare di bloccare il tempo per sempre.
Sì, Darren era innamorato di Chris, e non perché per tre, sei, venti ore al giorno lui era Blaine e l’altro era Kurt. Darren lo amava perché adesso, e per il resto della loro vita, sarebbero stati sempre Darren e Chris. Due nerd che potevano passare pomeriggi interi a discutere riguardo a cosa sarebbe successo se Harry fosse stato smistato in Serpeverde, oppure su quale principessa Disney fosse la più coraggiosa; due colleghi che avevano in comune, tra le varie cose, il fatto di essere uno fan dell’altro, e soprattutto due ragazzi che prima ancora di essere amanti, erano migliori amici.
Questo, Darren l’aveva capito. Ci aveva messo un po’, ma l’aveva capito.
Era il resto del mondo, che non l’avrebbe fatto.
 
«Chris… Ti prometto che non lo capirà nessuno. Nessuno. Anche a costo di girare una pessima scena.», sussurrò, abbracciandolo stretto.
Chris emise un sospiro lieve, ma frustrato.
«Io non voglio girare una pessima scena, però…»
«E allora dovremo spingere la nostra recitazione al massimo e cercare di non esplodere mentre canterai. Che poi, tu non avrai problemi perché sarai meraviglioso, spetterà a me cercare di non saltarti addosso.»
Si allontanò dal ragazzo, tenendo però le mani sulle sue spalle, e lo guardò negli occhi con un piccolo sorriso d’incoraggiamento. «Chris, una canzone non ucciderà nessuno, avanti. Sei un professionista, un talentuoso professionista. Non bisogna farne una tragedia. D’accordo?»
Chris annuì, poco convinto, ma con un sorriso timido. Dopotutto, non poteva dire di no a degli occhi così meravigliosi.
«D’accordo.»
«Chris, eccoti finalmente!»
A esclamare tali parole era stata Heather, che si parò davanti a loro con il fiatone. «Ti ho cercato dappertutto! Forza, vieni, dobbiamo fare le prove per la coreografia di Peacock! Zach sta dando di matto, ti stiamo aspettando tutte.»
Il ragazzo non fece neanche in tempo a ribattere, che la donna l’aveva preso per il polso e lo stava trascinando via.
E Darren, per la seconda volta nella giornata, rimase immobile, con un palmo di naso.
 
 
 
«Per la miseria, Chris! Ce la fai a muovere quei fianchi senza apparire un robot mal funzionante? E per la millesima volta, dopo aver buttato il bacino in avanti, ti giri verso sinistra! Sinistra, non destra! Mi stai facendo impazzire!» Zach si passava le mani tra i capelli, in preda alla frustrazione. Colfer era sempre stato attento ai passi, e apprendeva le coreografie abbastanza velocemente; non aveva mai dovuto rimproverarlo, in due anni. Eppure, chissà perché, quel giorno Chris sembrava su un’altra dimensione; quei due semplicissimi passi che stavano provando da mezz’ora sembravano non riuscirgli, e nello sguardo aveva una frustrazione e anche una certa disperazione che cercava di dissimulare. Le altre ragazze cominciavano a spazientirsi, e osservavano il collega con uno sguardo sinceramente preoccupato; Chris aveva sempre preso seriamente il suo lavoro, mettendoci anima e corpo, e non l’avevano mai visto in quelle condizioni.
«Scusami, Zach. Non so cosa mi prenda.», borbottò, abbattuto, incassando la testa tra le spalle. Poi improvvisamente alzò la testa, prendendo un respiro profondo,«Ma sono pronto a ricominciare dall’inizio.»
«No, non sei pronto. Io direi che facciamo cinque minuti di pausa, poi torniamo qui e ti fai riuscire il tutto. D’accordo?»
«Sì.», fu l’unica cosa che Chris fu in grado di dire, mentre tutte le sue colleghe sospiravano di sollievo per la pausa concessa. Poi uscì dalla stanza.
Cominciò a camminare, senza meta, e ad ogni passo la rabbia verso se stesso cresceva. Era un attore, dannazione! Quello era il suo maledetto lavoro! Perché non riusciva a focalizzarsi su quello che doveva fare, come aveva sempre fatto?
Cristo, si sentiva così stupido. Era solo una canzone. Solo una stupida canzone, e lui ne stava facendo una tragedia.
Appoggiò la testa contro un muro, beandosi del contatto con la parete fredda.
«Avanti, Chris», cominciò a sussurrare a se stesso, «Non devi sedurre Darren davanti ai tuoi colleghi. Kurt deve sedurre Blaine davanti ai loro compagni di classe. È diverso. Diverso, capisci?».
Prese un respiro profondo, e chiuse gli occhi.
Avrebbe fatto questa cosa.
E l’avrebbe fatta bene.
E se avesse pensato a Darren nel frattempo… beh, poco male. Sarebbe stato più convincente, giusto?
Giusto.
Aprì gli occhi, e si staccò dal muro. Poi, cercando di accennare un sorriso, tornò nella sala di ballo.
«Chris, non sono neanche passati due minuti.», protestò Zach, non appena lo vide entrare.
«Non ti preoccupare, ci sono. Avevo solo bisogno di concentrazione. E di una Diet Coke. Qualcuno ha una Diet Coke?», domandò, guardandosi intorno. Amber gli rivolse un sorriso, alzandosi dal pavimento sul quale si era seduta, e porgendogli la lattina argentata.
«Sapevo che ti sarebbe servita.» ghignò la donna.
Zach sorrise, battendogli una pacca sulla spalla. «Sei tornato tra noi, Colfer?»
«Certo che sono tornato tra voi, Zach. Non potreste fare nulla senza di me!», affermò, con aria di finta supponenza, facendo un gesto con la mano.
«Certo, certo. Allora, cominciamo!»







***Angolino di MoonBlossom***
Bene, è andato questo capitolo xD Il prossimo sarà più interessante, lo prometto v.v 
Avete notato l'accenno al Sallingstreet, vero? <3 E quanto bello è Darren che si fa tutto il film mentale di Chris e Carl, il modello californiano? ** Mi sono divertita un sacco a scriverlo xD Così come mi sono divertita a scrivere del tentato suicidio di Colfer... Povera Lea, con dei colleghi così non deve avere vita facile.
Uhm, boh, non ho nulla da dire... xD
Povero Chris, quanto lo faccio soffrire... Darren preparati perchè poi verrà il tuo turno xD
Sto decisamente sclerando... Meglio che vada!

Nel prossimo capitolo: le riprese di Peacock e tanta sexual frustration che porterà alla morte - mentale - di Darren Everett Criss
.
Yeah XD

A presto :D

   
 
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