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Autore: Rubber Soul    19/12/2011    1 recensioni
I  Queen.
Non so che cavolo dirvi,ma questa storia parla dei Queen. Dei miei Queen,come li vedo io.
E’ tutto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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16.
 
Roger si fece un giro,dopo aver mandato sonoramente affanculo Tim. Quest’ultimo era stato lasciato solo soletto al tavolo del bar,con la testa tra le mani. Brian aveva lezione,ed era una scusa plausibile; Roger ne aveva le palle piene,e forse quel giorno era la volta buona che Tim l’aveva capito.
Era stanco dell’immaturità di Tim,del suo modo di fare così stupido.
Roger ci credeva nella loro musica. Ci credeva,aveva fiducia nel talento dei suoi compagni. E dopo due anni,ecco. Puff. Tutto svanito.
Doveva parlare con Brian.
Urgentemente.
Non avrebbe permesso che tutto quello che si erano costruiti col sudore svanisse in un solo colpo.  E sapeva che Brian ci era rimasto male.
Quindi,bisognava fare qualcosa.
Ripartire daccapo.
Subito.
A pensarci,non subito.
Prima doveva svuotarsi le palle.
Girò in tondo per un pò,nervosamente.
Si sedette pesantemente su una panchina di un triste verde,di quelle che si trovano a Londra.
Dopo qualche minuto si alzò,repentinamente.
 
 
***
 
 
Brian era stato in dubbio sul fatto di tornare a casa. Si sarebbe sentito in imbarazzo con Tim. Non avrebbe saputo che dire,se essere arrabbiato,indifferente o non so che. In ogni caso prima o poi doveva affrontarlo. Non poteva non rivolgergli più la parola,sarebbe stato scorretto.
D’altronde,non c’era nessun contratto che vincolava Tim.
Soltanto un’amicizia di parecchi anni.
Ma vabbè,probabilmente a Tim non importava.
Brian s’infilò le mani nelle tasche del giubbotto e s’incamminò verso casa.
Naturalmente,non c’era nessuno. La roba di Tim era,come sempre,dappertutto. Non che la cosa fosse degna di nota. C’era una cassetta di Chuck Berry sul tavolo e un paio di calzini appallottolati per terra. Ma naturalmente c’era da supporre che per casa c’era una certa quantità di oggetti non identificati o che era meglio non identificare che segnalavano il passaggio di Tim.
Brian si tolse la giacca e la posò sul divano. Raccolse gli sventurati calzini dal pavimento e li mise sul tavolo.
Si sentì improvvisamente un vuoto nel cervello,sicuramente provocato dalle birre. Così decise di farsi un thè.  Prese una scodella e la mise sul fuoco del piano da cucina. Sul muro c’era un foglio,con su scritto “Brian,sono uscito; tornerò verso le tre a prendere le mie cose”. Era sottinteso,Tim faceva le valigie. A quel pensiero Brian si sentì dentro una specie di offuscamento dei sensi. Aspettò qualche minuto per il suo thè. Quando fu pronto,lo bevve,lentamente,seduto sul divano coi gomiti sulle ginocchia. Dopo averlo finito,prese una coperta,se l’avvolse attorno al corpo e si sdraiò sul divano.
 
  
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