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Autore: Meglascimmia    19/12/2011    2 recensioni
Uhm, perché devo alzarmi? Perché devo vestirmi, mangiare, truccare e andare a scuola? E poi a me non va di andare a scuola, soprattutto perché oggi è il mio primo giorno. Oh andiamo, Meg, alzati! Ce la puoi fare! Se ti alzi avrai molti vantaggi; numero uno tua madre smette di urlare che è tardi, numero due fai finalmente pipì e numero tre..no non c’è nessun numero tre cervello di merda, sono solo questi due i vantaggi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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First Day

Uhm, perché devo alzarmi? Perché devo vestirmi, mangiare, truccare e andare a scuola? E poi a me non va di andare a scuola, soprattutto perché oggi è il mio primo giorno.
Oh andiamo, Meg, alzati! Ce la puoi fare! Se ti alzi avrai molti vantaggi; numero uno tua madre smette di urlare che è tardi, numero due fai finalmente pipì e numero tre..no non c’è nessun numero tre cervello di merda, sono solo questi due i vantaggi.
Di mala voglia mi alzo mettendo i piedi sul freddo pavimento e scostando le coperte. Sento freddo un po’ su tutto il corpo e un brivido mi percorre la schiena.
Cerco con gli occhi le pantofole trovandole infondo alla stanza. Mi alzo stiracchiandomi, m’infilo le ciabatte e mi dirigo verso il bagno. Butto un occhio sullo specchio vedendo che non sono così pessima come pensavo.
Esco dal bagno sentendo ancora mia madre che urla dalla cucina, cos’avrà tanto da urlare?! Mica è tardi!
“Oh andiamo Meg! Ti vuoi muovere? Sono le 7 e 30 e fra quindici minuti passa il bus che ti porta a scuola..oh andiamo MEG!” si girà, mi vede mezza vestita e sorride “Oh eccoti menomale! Mica vorrai andare a scuola così? Vero?” chiede vedendo le mie condizioni non molto idonee per un primo giorno di scuola.
“No mamma, devo ancora finire di vestirmi..” biascico mettendo in bocca i cereali.
Capisco finalmente che ore sono e m’ingozzo di latte col caffè e cereali per riuscire a non fare tardi.
Mi precipito in bagno e cerco in 10 minuti di finire di vestirmi.
Con mia grande sorpresa ce la faccio ed esco giusto in tempo. Vedo il tipico autobus giallo infondo alla strada. Inizio a torturarmi le mani, non sono abituata a quel tipo di autobus. Da dove vengo io ci sono gli autobus pubblici, sempre pieni zeppi di gente e dove vieni spiaccicata alle porte.
Io adesso dovrei aspettare che quello si fermi davanti a questa stupida fermata che si chiama ‘school’, aspettare che l’autista apra le porte, salire ed essere fissata da tutti. Spero solo che siano tutto occupati ad osservare il finestrino pensando a quanto sarebbe bello stare sotto le coperte.
Finalmente il bus si ferma, apre le porte ed io (non so con quale forza) metto un piede davanti all’altro e salgo sull’autobus. Tutti si girano improvvisamente verso di me come se fossi un alieno o se avessi 3 occhi, 5 bocche e 26 braccia.
Cerco di camminare decentemente per andarmi a sedere al posto, quello infondo. Oh, non ho mai sentito così assenti i miei piedi e così ingombrante me stessa. Senza l’asfaltata della mia faccia a terra e senza aver guardato nessuno, riesco a sedermi schiacciandomi alla finestra.
 
Siamo arrivati a quella che dovrebbe essere la nuova scuola e tutti si alzano scendendo da quella cosa con dei sedili scomodissimi. Siccome io sono un’imbranata totale, camminando verso l’uscita, vado quasi incollo ad un ragazzo che è molto più ..grosso di me. Biascico uno scusa e quello ride. Cos’ho detto? Ah è vero. Io ho l’accento diverso.
Finalmente esco e quello stupido sole mi acceca.
Cos’era la prima cosa da fare? Dai Meg, ricorda! La mamma te l’ha detto 12345 volte!
..ah sì! Dal preside per l’orario e non so cos’altro.
Abbozzando un passo davanti l’altro arrivo in presidenza dove un uomo sulla sessantina con una gran pancia e con una faccia simpatica stava seduto.
Bussai alla porta semi-aperta “Mi scusi..?”
L’uomo distolse lo sguardo dai fogli bianchi e alzò gli occhi su di me facendomi segno di entrare. “Sei la nuova ragazza? Miss Hudson?” annuì “Oh bene l’aspettavo! Allora questi sono i suoi orari e..il resto mi pare che sappia giù tutto!”
“Sì..” presi il foglietto che mi porgeva guardandolo con un sopracciglio alzato “Grazie.” Abbozzai un sorriso .
“Oh dai cara, adesso vai in classe..è qui infondo al corridoio!” sorrisi di nuovo ed uscì dalla stanza.
Mi mischiai in quella folla che si stava smistando pian piano nelle classe. Perché deve essere così difficile e imbarazzante il primo giorno di scuola?
Arrivo nella classe e mi siedo all’unico posto che non sembra impossessato da ragazze che la danno via al primo che passa.
L’unico posto libero è vicino alla finestra e il sole batte sul banco. Oh, lo odio il sole. Rivoglio il cielo nuvoloso.
Mi guardo intorno sperando che non si sieda nessuno nei due posti vicino a me.
Entra una professoressa bassina che sprizza acidità da tutti i pori e mi calmo sapendo che ormai nessuno si può sedere accanto a me. Inizia a spiegare senza considerare il fatto che io esista. Prendo carta e penna e inizio a scrivere quello che dice. Smetto solo quando anche la prof smette disturbata dalla porta che si apre. Sulla porta ci sono due ragazzi con un sorriso ebete stampato sulla faccia.
“Buongiorno prof!” dicono all’unisono scatenando le risa della classe.
Ma..cos’hanno detto di così divertente?
“DeLonge, Hoppus. A sedere. Subito.” La prof indica i due posti liberi vicino a me “Ah guardate, vi metterete accanto alla ragazza nuova. Magari vi aiuterà ad alzare i vostri voti.”
No, non può! Non può dire che sono sempre stata una secchiona e che ho i voti alti. Non voglio essere classificata anche qui come ‘la secchiona della scuola’.
La prof non va oltre, per mia fortuna, e i due ragazzi si siedono accanto a me accasciandosi sul banco. Riprendo a scrivere appena la professoressa riprende a parlare.
Quei due mi guardano come quelli prima in bus, sarà che non hanno mai visto una che prende appunti? Li guardo con la coda dell’occhio e riconosco quello seduto più lontano da me. Era il ragazzo che ho travolto stamani.
“Aaalloora” dice occhioni blu avvicinandosi con la sedia seguito dall’amico “Tu saresti?”
“Una persona.” I due alzano un sopracciglio “Uhm..Megan.”
“Bel nome! Io sono Tom e lui è Mark e..”
“Voi due! Non deviate mentalmente quella povera ragazza!”
Tutta la classe sghignazzò ed io diventai un pomodoro vivente.
 
Ho preso il pranzo ed ho raggiunto un tavolo senza far cadere niente e senza rovesciare il mio vassoio su uno studente. Vedo tutti i tavoli zappi di gente che chiacchierano, poi butto un occhio sul tavolo dove sto io che è deserto. Sospiro ed inizio a mangiare il piatto d’insalata che mi sono presa. Sì in questa scuola c’è troppa carne e tutti stanno mangiando questi hamburger come se niente fosse.
“Tu mangi l’insalata invece di mangiare l’hamburger?!”
Alzo la testa di scatto incrociando due occhi troppo azzurri che mi fissano.
“Ehm..n-no. Non mangio carne, sono vegetariana.”
Occhi azzurri annuisce e inizia a mangiar le patatine.
“Quindi ti da noia se ti mangiamo la carne davanti?” chiede quell’altro
“No..” oddio come avevano detto di chiamarsi? Dai memoria non fare brutti scherzi! No okay non me lo ricordo “No, tranquilli.”
Iniziano a mangiare ed io mi ripeto tutte le ragioni per cui ho deciso di non mangiare carne.
Abbasso gli occhi sulla mia insalata che, guardandola bene, non è niente di che. Sinceramente fa un po’ schifo, si vede che in questa scuola la verdura non va. Ah! Mi manca la mia vecchia scuola dove la metà era vegetariana e servivano buona verdura! Ma questo mi danno e mi devo accontentare.
“Tu non sei californiana vero?” se n’esce di botto l’altro.
“No..” mi guardano come se dovessi specificare. No, forse dovrei! “Londra.”
“E tu da Londra sei venuta qui? Perché?” l’altro vuole sapere troppe cose eh!
“Lavoro di mia madre, l’hanno trasferita e ora sono qui.” Cerco di sorridere ma credo che il risultato sia solo una smorfia.
 
Finita anche questa giornata con la scoperta che non ci sono autobus per tornare a casa. Ora mi chiedo, perché? Come c’è un autobus per l’andata ce ne deve essere uno per il ritorno! E invece no! Non ci sono ed io non so la stupida strada per tornare a quella stupida casa.
Ehi! Occhioni blu e l’altro erano sull’autobus con me quindi facendo due più due forse abitano dalla mia parte!
Esco dalla scuola cercando quei due, prima o poi devo ricordarmi come si chiamano. Li trovo che vanno verso il cancello d’uscita. Accelero il passo raggiungendoli. Non si sono accorti di me.
“Ehi!” i due si fermano e si girano “Voi..voi due come tornare a casa?”
Li raggiungo del tutto mettendomi in mezzo a loro.
“A piedi, non è lontano da qui casa nostra.”
“Abitate insieme?”
Scoppiano a ridere “No, uno di fronte all’altro!” iniziano a camminare “Comunque sei salita dopo di noi sul bus, la strada è quella.”
“Oh bene..comunque se vi scoccia mi faccio da parte!” dico guardandoli tutti e due.
“Nah!” dice occhioni blu
Quello ha una voce buffa, lo vedo prendere dalla tasca un pacchetto ed estrarre una sigaretta.
Me la offre e sono quasi tentata da dire no, ma alla fine alzo le spalle e la prendo. Da quando siamo qui so stata sempre a casa e non ho mai fumato una sigaretta, suvvia mica posso fumare con mia mamma che gironzola per casa ed entra in camera mia come se fosse un bagno! No okay, il paragone non tiene Meg. Li guardo con la coda dell’occhio e mi accorgo che nessuno dei due ci fa caso che una nanetta che sembra tanto per benino stia fumando. Forse per loro è normale?
Camminammo per un po’ in silenzio, possibile che a nessuno dei 3 viene in mente un qualsiasi argomento di cui discutere?
“Cosa si fa qui per divertirsi?” chiesi buttando a terra il mozzicone di sigaretta
L’altro alzò le spalle “Si va al pub, in centro, al parco o la spiaggia. Non c’è molto da fare. A meno che tu non voglia andare al centro commerciale con le troie.”
I due sghignazzarono e io sorrisi.
“Non ci sono mai andata alla spiaggia..”
“Come no?!” chiede occhioni blu
“A Londra non c’è il mare, al massimo ci sono le piscine!”
“Dobbiamo rimediare!” guardò l’altro “Hai da fare oggi?”
“Uhm avrei da mettere a posto le mie cose ma..posso farlo anche stasera. Perché?”
“Rimediamo!”
Mi presero sotto braccio attraversando la strada e finendo quasi sotto una macchina. Prendemmo un’altra strada, più stretta di quella dove eravamo. Ma dove mi stavano portando quei due?
“E..ehi! Lasciatemi! Dove mi state portando?” piagnucolai
 
“Hai detto che non sei mai stata al mare. Ora vivi in California, non puoi non sapere cos’è.”
Alzai lo sguardo. Okay sì, mi trovavo su una spiaggia. Sembravo una bambina di pochi mesi che va la prima volta al mare, peccato che io ho 18 anni. I due si tolsero le scarpe ed io li imitai.
Mi sentivo terribilmente impacciata.
“Ehi Tom guardala, non sa che fare!”
TOM! Ecco come l’altro si chiamava, Tom! E..e..occhioni blu come si chiamava. Mi pare..Mike? Matt? Boh va b’è, qualcosa con la M.
Erano qualche metro avanti a me e, una volta ripresa dalla mia condizione di neonata, gli raggiunsi.
“Allora, come ti sembra la spiaggia?” chiese signor M.
“È..è..bella.”
“Ehi Mark guardala, sembra una bambina piccola davanti ad un negozio di caramelle!”
So che sto diventando rossa e mi passo una mano sul viso per cercare di nascondere le guance che stanno andando a fuoco.
Raggiungiamo la riva e ci sediamo. Perché deve essere tutto così imbarazzante? Perfino sedermi mi risulta imbarazzante.
 
Ero appena rientrata a casa e, come mi aspettavo, non c’era nessuno. Vuota. Almeno prima c’era il gatto, ma no! L’abbiamo lasciato alla nonna e non ne possiamo prendere un altro perché “sporcaa!”. Imito mentalmente la voce di mia madre e mi ritrovo a ridacchiare sull’uscio di casa.
Butto lo zaino sul divano a mi dirigo al frigo. Sono le 4 e mezza, ho la sabbia anche nelle mutande e in frigo non c’è niente. Forse dovrei farmi una doccia, mi sento..sporca.
Passo circa un ora sotto la doccia, sono stanca morta. Esco sentendo mia madre rientrare a casa.
Magari ha fatto la spesa! Mi vesto di corsa e  mi precipito giù.
“Cibo?!” urlacchio accasciandomi sul tavolo rotondo.
Mamma apre una specie di scatola con dentro i pasticcini.
“Giusto perché era il tuo primo giorno di scuola, non pensare che sarà così anche domani o dopodomani!”
Annuisco ed inizio a mangiare i dolcetti alla cioccolata, com’è tenera mia madre quando fa così?
“Allora Meg, com’è andato il primo giorno?” chiede mia mamma mettendo a posto la spesa
“Uhm bene, ho conosciuto due ragazzi e non mi sono sentita terribilmente stupida. Ah! E mi hanno portato alla spiaggia!”
“Oh bene e come sono?”
Spiegai a grandi linee com’erano i due ragazzi e gli accennai un po’ quello che mi avevano detto alla spiaggia. Alla fine non erano antipatici come avevo pensato quando mi si sono seduti accanto, alla fine Mark non aveva due occhi troppo azzurri e alla fine Tom non era troppo alto e ‘grosso’ come pensavo. Finisco di raccontare la mia giornata a mamma e poi mi vado a svaccare sul divano.
Non c’è un programma decente, parlano tutti con questo accento fastidioso che mi fa saltare i nervi. Alla fine trovo un canale di cucina dove uno chef sta cucinando la pasta.
  
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