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Autore: herm88    05/08/2006    9 recensioni
Ricordati del mio amore... ricordati Hermione...
[no happy end]
[RIPOSTATA CAUSA HTML E CON RINGRAZIAMENTI]
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Remember My Love

Sono tornata nel mondo degli scrittori dopo millenni, a causa di un doloroso blocco durato per tre mesi e mezzo, e chiedo scusa sopratutto a chi ancora adesso segue la mia long fiction, che è da lungo tempo in fase di rielaborazione.
Ora che sono uscita da questo blocco, ricomincio a scrivere, e spero che questa one-shot sia perlomeno decente.
Dedicata sinceramente a i miei consiglieri, vecchi e nuovi: Pink, la mia sorellona acquisita che mi ha aiutato a riguardarla, grazie di cuore Sorella Tango (XD); Suzako, la mia Beta Reader, che mi ha aiutato a togliere le parti inutili e frivole che vi erano presenti. Grazie a tutte e due!
Sono molto ben accetti i commenti costruttivi, e anche quelli positivi ovvio. ^^
E ora vi lascio alla lettura.




Remember My Love






Il buio avvolgeva la stanza.
Nella completa oscurità, una mano si muoveva nervosamente sul bracciolo della poltrona.
Il silenzio era rotto solo dal latrato lontano di un cane che arrivava dalla finestra aperta per far entrare una brezza leggera, che rinfrescava ancora di più quella fredda sera di gennaio.
La stanza era spaziosa, arredata in modo lussuoso, con molti mobili antichi e pregiati. Trofei impolverati giacevano sulla mensola sopra il caminetto di pietra, ricordi di un passato doloroso.
Dei passi, dei piccoli passi, come quelli di un bambino, risuonarono nel corridoio.
La porta della stanza si aprì, e una creatura si affacciò dallo spiraglio.

“Harry Potter signore, ha bisogno di qualcosa?” chiese un elfo domestico.

L’elfo si avvicinò di più, timido.
Dopodichè l’uomo seduto in poltrona scosse la testa debolmente, in segno di diniego.
Le orecchie a pipistrello dell’elfo si abbassarono dalla tristezza.

“E’ già da due giorni che Harry Potter signore non tocca cibo... Dobby è preoccupato per la sua salute signore... Dobby consiglia al signore di mangiare qualcosa per tirarsi su...” Disse, titubante Dobby, con lo sguardo fisso su Harry.
Il Bambino Sopravvissuto sorrise, come sempre faceva ogni volta che l’elfo si preoccupava dalla sua salute.
Lo sguardo di Harry, che era perso nel vuoto, si fermò su Dobby, gentile.

“Non preoccuparti, sto bene così. Magari domani mangerò qualcosa”

L’elfo lo guardò ancora una volta, preoccupato, poi disse:

“Va bene Harry Potter signore, allora Dobby va a finire di lavorare a maglia signore. Dobby chiude la porta signore.”
Harry annuì.
Quando la porta si fu richiusa, quell’attimo di sollievo che lo aveva raggiunto grazie alla venuta dell’elfo, fu spazzato via dai ricordi che lo stavano assalendo, come lame taglienti che lo trapassavano da parte a parte.
Aveva paura dei ricordi, paura di provare a ripensare alla sua vita, a ciò che aveva vissuto, all’unica persona che aveva mai amato.
Il cuore, indebolitosi con gli anni, sembrava ormai aver sopportato troppe sofferenze per fare male ancora, ormai si era abituato al dolore.
Harry si alzò dalla poltrona e si mise alla chiara luce lunare che entrava dalla finestra.
Un tempo era stato giovane, un tempo era sfuggito a tre Mangiamorte di corsa, aveva schivato ogni genere di incantesimo, si era aggrappato al collo di un Troll di montagna, aveva cavalcato un Thestral, aveva fatto milioni di cose che ora non avrebbe più potuto fare.
I capelli, una volta neri come la pece, ora erano quasi completamente bianchi, con solo poche strisce grigie, ma perennemente ribelli, come lo erano sempre stati.
Le mani erano ossute, ma sottili, come erano quando era giovane.
Il suo fisico era rimasto immutato, gracile e debole all’apparenza, ma dentro forte e determinato, almeno, da un po’ di anni le forze lo avevano abbandonato.
Il suo viso era solcato dalle rughe, ma i lineamenti erano rimasti gli stessi: il viso sottile, le labbra delicate
Gli occhiali non li aveva mai cambiati, ma le lenti erano diverse: aveva perso molte diotrie con la vecchiaia.
L’unica cosa che era rimasta perennemente immutata era lei.
La sua cicatrice a forma di saetta.
Anche su quella fronte ormai rugosa, non era mutata in alcun modo.
Ma pensando ai suoi anni spensierati, a quegli anni in cui aveva ancora degli amici, quegli anni in cui non era mai rimasto solo, in cui c’erano persone che gli avevano voluto bene, in cui, pur essendoci la regolare presenza di un Signore Oscuro, lui era felice....
Quegli anni erano sabbia, sabbia che scivola via...scivolava via dal presente che vedeva ora...e quel che vedeva era solo un povero vecchio, immerso completamente in quei ricordi che facevano male.
C’era un ricordo che faceva più male di tutti, era insopportabile...
Quel ricordo aveva un nome.
Un nome che lui adorava pronunciare, che dava alla sua bocca una sensazione di benessere, gli piaceva scriverlo, e anche pensarlo, ma sopratutto pensare alla persona che aveva quel nome.
Un nome che lo trasportava in mille ricordi, piacevoli come la brezza che stava entrando dalla finestra...
Hermione.




Il suo sorriso era qualcosa di prezioso.
Qualcosa che bisognava conservare nella memoria, che non bisognava mai scordare, e che serviva a tirarsi su nei momenti tristi.
Era sollievo per i sensi, era tutto quel che Harry desiderava, era un gioiello senza eguali.
Non era una cosa rara, la si poteva trovare tutti i giorni, lo si poteva osservare sempre.
Quando vedeva il suo sorriso si sentiva in grado di affrontare qualunque cosa, di sconfiggere qualsiasi nemico.
Avrebbe voluto incorniciarli, per ammirarli ogni volta, e sentirsi bene con il mondo...
Che cosa magnifica...

“Harry? Ti sei imbambolato?”

La voce allegra di Ron lo risvegliò dai quei pensieri.

“Sai Harry? Ti vedo strano in questi giorni....non è che hai qualche problema?”

Harry guardò il suo amico interrogativamente.

“No... nulla Ron” disse il moro.

Ma Ron era sicuro che stesse mentendo...
Era ormai una settimana che guardava la loro migliore amica in modo... non da Harry, decisamente.
La fissava sempre: mentre mangiava, mentre studiava, mentre era ferma... ogni attimo Harry aveva lo sguardo su Hermione, e non era decisamente da puro e semplice amico.
La guardava come... un cioccolatino da mangiare.
Ron ritornò al suo tema di Pozioni ignorando Harry che casualmente aveva di nuovo spostato lo sguardo su “Voi-Sapete-Chi”, più comunemente chiamata Signorina Granger.
Decise di provare a vedere cos’era che attirava tanto l’attenzione dell’amico su di lei, così la osservò.
Hermione era ovviamente china su un libro, dal titolo tipo: “Sintassi della Numerologia Riveduta e Corretta” e i suoi occhi color cioccolato scorrevano veloci sulle pagine.
I capelli castani erano legati in una coda, fatta in fretta senza molta cura, e la mano appoggiata sul tavolo tamburellava ritmicamente.
Nulla di sospetto, ma Ron pensava che se anche Hermione si fosse messa a ballare il Can Can in quel momento, Harry avrebbe continuato imperterrito a osservarla, con aria imbambolata, bocca semiaperta e libro sulla stessa pagina da almeno un ‘ora.
Come poteva capire ciò che aveva di così interessante la loro amica da osservare?
A questo punto, cercò di risvegliarlo dal suo stato comatoso e riportarlo alla realtà, per domandarglielo.

“Ehm... Harry?”

Il suo amico non rispose.

“Harry? Volevo solo informarti che la McGranitt sta ballando nuda sul prato là fuori.”
Harry mugugnò qualcosa.

“Ah! E c’è di più! Silente si è unito a lei!”

Ma Harry non rispose.

“HARRY!” Urlò il rosso.

“Eh! Che cavolo vuoi? Che urli?”

“Lasciamo perdere...senti, ma sei sicuro di stare bene?”

“Certo!” rispose il moro.

“Ne sei proprio sicuro?”

“Ehm...sì, credo di sì” disse un po’ accigliato.

“Vieni con me....” Ron prese per un braccio il suo amico, e lo trascinò via dalla biblioteca, da dove comunque Madama Pince li avrebbe cacciati presto, perchè stavano facendo tutto fuorchè leggere.
Il rosso lo portò lontano da orecchie indiscrete, dietro la famosa statua della Strega Orba, e gli mise le mani sulle spalle.

“Senti Harry. Non so cosa tu abbia, ma so solo che non stai affatto bene!”

“Ma cos’ho che non va? Me lo spieghi?” disse Harry, continuando a non capire.

Ron fece l’espressione più comprensiva possibile, come se stesse cercando di convincerlo che il cielo era azzurro, e lui sosteneva il contrario.

“Allora, riassumiamo la situazione, va bene?”

“Va bene...” disse il moro esitante.

“Ho notato una cosa, di cui forse non ti rendi propriamente conto, sai Harry?”

“Che cosa?”

“Ecco... Hermione.”

“Hermione?”

“Sì Harry, la ragazza che conosci da sei anni, capelli castani, insopportabilmente saputella...ricordi?” disse il rosso sventolandogli la mano davanti.

“Certo che so chi è Ron!”

“Bene, per dirla in poche parole, la osservi di continuo!”

Harry lo guardò come se avesse detto che in realtà Voldemort era buono, comprensivo e operava per il bene dell’umanità.

“Ron.... dici davvero?”

“Sì Harry, sì” disse quasi disperato l’amico “Sempre! Quando siamo in sala comune, a cena, a lezione, in biblioteca, dappertutto! Ci manca solo che ti metti a seguirla in bagno!”

L’espressione del Bambino Sopravvissuto era di completa sorpresa.

“Ma ne sei sicuro Ron?

“Perchè dovrei dirti il contrario, accidenti a te!” disse il rosso.

“Ma allora... questo vuol dire che...” disse il moro pensieroso “A me... a me piace la mia migliore amica...”

“Credo che sia così Harry” disse Ron, contento che finalmente l’amico avesse compreso la situazione.

“Ron, ma... tu... non... insomma, hai capito...”

“Io? Io cosa?” disse confuso Ron.

“Io sto bene come stupidità, ma tu mi batti! Intendevo dire Ron, ma... a te non piace Hermione?”

“Sì, diciamo che sono invaghito di lei Harry, ma non la amo, ne sono sicuro.” Disse Ron un po’ imbarazzato.

“Eppure io ho sempre creduto che... insomma...” disse, anche lui imbarazzato Harry “Cioè, la tua gelosia per Krum...”

“Acqua passata.... ma paliamo di te! Hai intenzione di dirglielo?”

“Bè... sì, ma sai come sono io... “

“Sì, sì, lo so come sei tu... affronti un Drago, delle sirene assassine, Tu-Sai-Chi in persona, ma con le ragazze sei una frana!”
Harry lo guardò un po’ sconsolato.
Ron vide la sua espressione e cercò di tirarlo un po’ su.

“Allora elaboriamo un piano! Io sono con te amico!” disse incoraggiante il rosso, battendogli un mano sulla spalla, e uscendo dal loro nascondiglio dietro la statua, dirigendosi in Sala Grande per la cena.

“Ho paura di rovinare l’amicizia Ron...” disse sconsolato il moro, mentre si sedeva al tavolo dei Grifondoro, giocherellando poi distratto con la forchetta.

“Stai tranquillo Harry, tu dichiarati, andrà come deve andare no?”

“Sì... certo...” disse con tono malinconico lui.

“Ciao ragazzi!” disse una voce squillante dietro di loro.

E in quel preciso momento, lo stomaco di Harry cominciò a contorcersi.
Sapeva di chi era quella voce.
E la amava.
Hermione Granger si sedette vicino a Harry e allegra si servì di stufato, non consapevole che il cuore del suo migliore amico moro stava scoppiando.

“Allora ragazzi? Come mai siete scappati così dalla biblioteca?” disse alla leggera, sorridendo “vi ho visto correre via”

“Ehm... noi, ecco, vedi Hermione, stavamo... un impegno urgente.” Disse Ron, visto che Harry era paralizzato.

“Ah! Quale impegno esattamente?” disse, sempre con quel tono curioso, la loro migliore amica.

“Oh, nulla di importante, non ti interessa...” rispose velocemente il rosso.

Guardò nervosamente il suo amico, che finalmente riuscì a balbettare delle motivazioni poco convincenti.

“Noi... noi stavamo... ecco... noi... ”

“E’ stato un piacere Herm... andiamo!” disse Ron prendendo il suo migliore amico per il colletto della divisa e portandolo via da lei, prima che svenisse.

“Insomma Harry, sei capace di formulare una frase intera in sua presenza?” disse spazientito.

“Che fai, sfotti pure?” disse Harry stizzito.
“No, dai, non prenderla così, stavo cercando di farti capire che devi dichiararti... cioè, non puoi continuare così! Su questo siamo d’accordo no?”

Il ragazzo sospirò, triste.

“Ci sono” esclamò il rosso, mentre un sorriso gli illuminava il viso.

“Cosa?”

“Fai così: oggi la Sala comune sarà vuota, Fred d George hanno organizzato un party giù nelle cucine solo per i Grifondoro, sai, gli Elfi domestici saranno entusiasti di servirli, è il posto adatto.
Hermione ovviamente non parteciperà, e prima mi ha detto che rimarrà a studiare in Sala Comune.
Tu ora vai a pensare a come dichiararti, e poi andrai da lei, rimarrete soli e... paffete!” e batte le mani davanti all’espressione sconvolta di Harry.

“Ma cavolo Ron! Ho paura... e se poi non ricambia? E se non vuol rovinare l’amicizia? E se scappa via? E se mi da uno schiaffo? Oh, che faccio... accidenti!”

“Calmati Harry, calmati! Non lo puoi sapere finchè non ti dichiari, giusto?
Ora vai a meditare un po’, ne hai bisogno, fidati.” Disse il rosso, mettendogli la mano sulla spalla.

“Meditare? Sì certo....” disse lui scettico.

“Vale la pena provare amico, secondo me” Ron sembrava convinto, così mentre lui andava alla festa dei suoi fratelli, Harry lo andò a stendersi sul suo letto, in Sala Comune, a “meditare”.
Ma perchè proprio Hermione?
Non poteva innamorarsi di qualcun altro? Qualcuno di meno... insomma, meno Hermione.
Sembrava un follia, ma dopo cinque anni di convivenza platonica con lei, da buoni amici, improvvisamente aveva cominciato a vederla in altro modo.
Ma ora che ci pensava.... quando Ron, aveva cominciato a farsi avanti, in lui era scattato qualcosa, gelosia....
Ma la cosa sorprendente era che in tutti quegli anni nemmeno se ne era accorto di essere geloso di lei!
Certo che, la sua mente era proprio tarda con i sentimenti
Ora l’unica cosa che poteva fare era dichiararsi, come giustamente Ron aveva detto.
Ma come? Era la domanda.
Non aveva nemmeno cenato, accidenti.
Ma tanto il suo stomaco era chiuso, non sarebbe riuscito a mangiare.
Poteva parlarle, cominciare un discorso da buoni amici, per poi farle capire che provava qualcosa di più per lei.
Oppure andare subito al sodo: baciarla e vedere come reagiva.
Ogni prospettiva lo impauriva più dell’altra.
Si alzò nervoso dal letto e si diresse in Sala Comune, con l’aria di un condannato a morte.
Scese gli scalini lentamente, deciso a non andarci.
Tornò due volte indietro, ma poi si decise.
Si sporse leggermente.
Nessuna chioma di capelli castani.
Silenzio di tomba.
Sospirò, sollevato; bene, probabilmente Hermione era andata in biblioteca, che fortuna!
Ron si era sbagliato!
Un giorno le avrebbe detto tutto, ma non era oggi, non se la sentiva.
Più allegro, si diresse verso il ritratto, per andare alla festa dei gemelli.
Ma poi.... un rumore.... un scricchiolio...
Il ritratto si aprì prima che lui potesse uscirne, e in Sala Comune entrò la sua più recente ossessione, il suo sogno ricorrente.
Lo notò subito ovviamente, c’erano solo loro lì.

“Ciao Harry!”

La voce fece immobilizzare il ragazzo.

“Come mai non sei alla festa di Fred e George? Hai i compiti da fare?”

“Ehm... ecco... vedi” incapacità totale di comunicazione... doveva proprio essere innamorato..

“Hai già fatto il tema di trasfigurazione?” chiese in un tono mezzo accusatorio e fintamente dolce, mentre si sedeva al tavolo e tirava fuori l’occorrente per i compiti.

“Ehm... ecco, a dir la verità no...” ecco. Si era dato la zappa sui piedi.

“Vieni allora, lo sto facendo anch’io, così ti metti in pari” e picchiò con la mano sulla sedia accanto a lei.

Harry cercò in fretta e furia una scusa qualunque, ma Hermione sullo studio era irremovibile.
Dire che non si voleva fare un tema di trasfigurazione davanti a lei, equivaleva al suicidio per qualunque studente della scuola.
Mentre si accomodava vicino a lei leggermente tremante,, si chiese ancora una volta perchè il Cappello Parlante lo aveva messo tra i Grifondoro...
Da vicino però, non potè fare a meno di osservare meglio l’amica: la sua caratteristica espressione concentrata, mentre leggeva a velocità impressionante Trasfigurazione Avanzata, un ciuffo di capelli sfuggito alla coda che dondolava leggermente, mentre giocherellava con la piuma, tenendola vicino al mento, riflettendo.
Distolse lo sguardo, per paura che si accorgesse che la stava osservando attentamente, ma le sue paure erano infondate, la conosceva troppo bene.
Anche se fosse passato un branco di rinoceronti inferociti in Sala Comune, lei non avrebbe distolto lo sguardo.
Lo studio per lei era tutto.
E lui lo sapeva.

“Harry?”

Harry sobbalzò, perso nei suoi pensieri.

“Lo cominci o no il tema?” disse lei, un po’ irritata.

Il ragazzo prese subito un foglio di pergamena pulito e scrisse l’intestazione.
Ma in quel momento pensava solo a una cosa, e non era decisamente Trasfigurazione.
Pensava alla persona seduta vicino a lui, a una distanza che non considerava sopportabile per i suoi sensi.
Decise che era giunto il momento del tanto atteso passo da fare.
Erano soli, non c’era nessuno in Sala Comune.
Voleva finalmente dichiararsi.

“Senti, Hermione...”



Ricordi... solo ricordi ora affollavano la sua mente....
Quello che successe quella sera in Sala Comune era impresso nella sua mente, come quel tema di Trasfigurazione era impresso sul foglio bianco, quel tema che Hermione aveva così minuziosamente fatto, come sua abitudine.
Amava ancora la sua Hermione, la ragazza che non le avrebbe mai voltato le spalle, che non gli aveva mai fatto mancare il suo appoggio e la sua amicizia.
Sentiva che il suo vecchio cuore non poteva e non doveva più sentire il peso si quei ricordi che lo facevano solo soffrire, per quanto piacevoli.
Un sorriso increspò le labbra del novantenne Harry Potter, pensando alla faccia stupita del suo migliore amico, quando gli aveva detto che pensava alla loro migliore amica non più tanto innocentemente.
Già, Ronald Weasley.
Il sorriso scomparve subito pensando all’ingrato destino che il suo migliore amico aveva dovuto subire.
Massacrato dai Mangiamorte, senza pietà.
Aveva finito le lacrime ormai, non piangeva più.
E ne aveva versate di lacrime per Ron. Tante, tantissime. Aveva pianto giorni interi.
L’amico che lo aveva sempre sostenuto, incoraggiato, aiutato addirittura a conquistare Hermione in quel tempo lontano, ora non c’era più.
Si alzò di scatto dalla poltrona, divorato dalla rabbia, una cieca rabbia che a causa delle sue condizioni fisiche non poteva sfogare in alcun modo, come distruggere tutto quello che gli capitava a tiro e menare calci da tutte le parti.
Rabbia per essere ancora vivo, mentre loro erano morti... morti... e come ombre ancora si aggiravano per i suoi ricordi, facendolo disperare.
Le sue mani rugose si strinsero al davanzale della finestra, da dove entrava la brezza fredda, che ora si era attenuata leggermente.
Le nocche divennero bianche, e fece una smorfia di dolore... le sue ossa erano malridotte, non stringevano più nulla, e i muscoli gli dolevano continuamente.
Barcollando, riuscì a accasciarsi sulla poltrona.

“Hermione....Hermione.... ti rivorrei con me....” disse, sussurando.

Ogni giorno si sentiva peggio, sentiva che la sua ora stesse arrivando.
Ma lui non voleva morire così, voleva morire combattendo... vecchio sciocco, non era capace nemmeno di reggersi in piedi.
Il ricordo della sua migliore amica, soffice, dolce, gli invase per un attimo la mente.
Quando all’improvviso il suo vecchio cuore si fermò.
Sentì una fitta al petto, e si accasciò, inerme, sulla sua vecchia poltrona rossa.
Harry Potter, l’unica salvezza del mondo magico ancora esistente, era morto.
E con lui tutti i suoi ricordi.
Dolorosi.
Felici.
Sabbia... sabbia che scivolava via...



Grazie di cuore a chi ha letto, e a chi recensirà.
Dopo una lunga pausa come questa, vorrei sapere se sono migliorata o peggiorata. ^^

EDIT: visto che dovevo mattere l'HTML a posto, (era troppo pesante, perchè non avevo PageBreeze) ne approfitto per fare i dovuti ringraziamenti. ^^


Desdeus: ti ringrazio molto per la recensione, e ci siamo già parlato tramite Email e mi hai spiegato le motivazioni per cui non ti è piaciuta.
Apprezzo molto la tua sincerità, e gradirei sapere il tuo parere anche per le mie altre fiction, se potrai.

Harrydipendente: come sempre ti ringrazio tantissimo Gloria, per le tue recensioni che riescono sempre a tirarmi su il morale!
E anche grazie al tuo costante sostegno che riesco sempre a superare i momenti più difficili, come il blocco che ho appena passato.
Grazie ancora un volta, e un bacio carissima!

Emma: potevi mancare cara? ^^ non di certo! ti ringrazio molto per avermi ancora una volta espresso il tuo parere e non farmi troppi complimenti, mi fai arrossire! ^///^ un bacio

Willow Malfoy: anche se avrei preferito qualche parere in più sul mio scritto, ti ringrazio comunque per la recensione. ^^

Pink: visto che ci sono arrivata a te Sorellona Tanngo? XDDD allora, mia carissima pseudo-beta, ti avevo detto che non era necessario che mi recensissi, ma l'hai voluto fare lo stesso (che testarda XDDDD) e quindi ti ringrazio tantissimo! ^^
Come sempre i tuoi consigli sono oro colato per me, lo sai, e adoro le tua recensioni lunghe e pignole! *_*
E stai tranquilla, è sempre un piacere risentire i tuoi pareri sul mio scritto. ^^
Ci sentiamo su MSN cara! ^0^

Xxs: grazie mille per aver recensito, e hai ragione su Ron e Harry, soprattutto su Ron: ho messo apposta l'avvertimento OOC, appunto perchè certe osservazioni e frasi, non sono affatto da Ron. ^^
E anche perchè io per mia natura, non riesco mai a far restare i personaggi nel Canon, e quindi... ^^

Ringrazio nuovamente tutti quanti voi per le recensioni!

Herm88



  
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