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Autore: _Lou    20/12/2011    3 recensioni
*Prima di leggere questo,dovete per forza leggere Cercami o non capirete nulla*
-Sarei pronta a seguirlo lì dove l'amore non è mai arrivato.
-Allora fai le valige,si va sull'olimpo.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non lasciarmi.'
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Seguimi.

Prologo.

 

 

E ancora me lo chiedi?”Gli risposi acida mentre tutta me urlava il suo nome,invocava le sue braccia e correva verso il suo ghigno;ma lui come Edward che gioiva non si sbilanciò e anzi sorrise,

“per quanto pensi di dover pagare questo debito?”Chiese, sicuro di se con estrema arroganza quasi intorno a lui ci fosse un enorme muro di pietra impossibile da penetrare,

“quale debito?”Chiesi anch’io sicura di me,ma una lacrima traditrice scivolò sul mio volto rompendo la mia maschera come se fosse di polistirolo,

“basta,dici chi vuoi amore”s’intromise Edward calcando in modo esagerato la parola amore,

“è ovvio”continuai senza dar cenno di una scelta,era ovvio no Rio.

“Rio, dobbiamo andare”commento Zeus sorridendo per la scena,

“ora aspetti”rispose Rio,

“voglio rimanere con Edward”mentii io.

Vidi il viso calmo di Rio mutare in un’espressione colma di rabbia e odio,odio verso di me,odio verso di Edward,odio verso la chiesa odio verso di tutto anche verso quel povero prete che guardava la scena impaurito.

Con non curanza il gatto nero ormai completamente trasformato iniziò a dare forti calci alle panche per poi mirare alle finestre e romperle con i pugno facendosi sanguinare le mani,avevo le lacrime agli occhi sebbene dentro di me ridevo perché in realtà avrei voluto rompere anch’io ogni cosa di quella chiesa,di quella prigione che altro non era.

“Adesso basta”finì Edward liberando le grandi ali bianche ma Rio non contento si diresse verso il prete prendendolo per la tonaca.

“se li sposi; ti ammazzo”urlò in preda all’ira il gattaccio lasciando un lieve taglio sul collo del prete che codardo annuì per poi scappare via quando la stretta presa della morte lasciò la sua stupida tonaca,seppur non approvavo quel modo di fare,seppur non era dal mio gattaccio,seppur avevo scelto Edward in quel momento ammiravo con tutta me stessa Rio e l’aura di libertà che lo circondava.
“Allora da oggi sarò il tuo protettore addio”finì acido lasciandomi a bocca aperta,lui era il mio protettore quindi io ero la mutaforme in questione,colei di cui era pazzamente innamorato fin dall’inizio,io ero quella persona che ora lui è per me.

“Rio”lo chiamai sottovoce facendolo girare verso di me con uno sguardo pieno di delusione,”così rinuncerai alla tua tanto bramata libertà”dissi lasciando che un’altra lacrima solitaria bagnasse il mio viso,ma lui invece sorrise e con il suo solito ghignò finì dicendo:

“giuro che un giorno verrò a liberarti.”

Finì andandosene così com’era venuto lasciando me e chiunque in quella sala a bocca aperta,con quella sola singola frase riuscì a colpire in pieno tutto,il mio stato d’animo,la mia situazione che equivaleva ad una prigione,una prigione cercata,una prigione stupida.

“Dai amore andiamocene”

“eccomi”risposi stranita con lo sguardo e la mente distratta,lui se ne accorse ma si limitò ad uno sguardo contrariato ed ad un sorriso forzato,mentre io scoppiai in una vera risata,una di quelle risate piene di malinconia e tristezza,ma non m’importava perché ridere insieme al mio gatto nero mi mancava e anche tanto.

“Copriti le gambe”mi rimproverò Edward alludendo al vestito stracciato che mostrava anche le mie mutande rigorosamente rosse,feci un lieve sorriso e a capo chino come se avessi commesso un errore salii in macchina senza proferire parola,senza neanche parlare,e sotto gli sguardi indiscreti dell’autista, una parte del mio cervello o forse il cuore incominciò a pensare vagando a Josh e Simone e un qualcosa mi spinse a pensare a cosa facessero quei due se fossero rimasti insieme o se si fossero divisi,se ora vivevano ancora in quelle sottospecie di roulotte,infondo mi mancava quel santarello ex assassino di Simone e il pervertito di Josh,mi mancavano le carote e le solite stronzate insieme ai sbalzi d’umore del mio gattaccio.

 

Edward si era chiuso in stanza per pensare,così mi aveva urlato mentre io rimanevo in intimo su uno stupido sgabello piangendo sul mio stesso vestito da sposa,per un attimo che durò anni desiderai di sparire,di morire in modo da dimenticare tutto ma ero sicura che neanche la morte sarebbe stata capace di cancellare i ricordi,di impararmi a dimenticare seppur era una fuga veloce;m’incamminai verso il mini frigo prendendo in malo modo una bottiglia di latte –zimil perché lui non beveva mai latte intero- e incominciai a berlo pensando che niente più dell’alcool puliva i propri pensieri,e non avendo alcool usavo il latte ugualmente buono e un uguale droga per me.

“Alyce puoi venire?”Mi chiamò infastidito Edward.

Entrai silenziosa in camera da letto trovandolo con gli occhi neri infossati e gonfi per le lacrime che gli scivolavano leggere sul viso,mentre le mie pesanti picchiavano terra quasi facendo un buco,

“perché piangi?”Gli chiesi andando vicino a lui,ma senza ottenere risposta allora gli appoggiai il viso sul seno in modo da farlo calmare insieme al battito cardiaco forse fermo,piano piano i suoi singhiozzi insieme alle lacrime smisero e come un bambino si addormentò ma lo dovetti spostare e iniziai come se fossi un robot a lavare la casa,iniziando dai piatti sporchi per poi lavare anche quelli puliti e rilavarli anche tre volte,accesi la tv e la radio in modo da creare rumore,un rumore che distruggesse il silenzio,anche se sapevo che quegli unici pensieri malinconici si erano annidati in qualche parte del mio cervello per poi sbucare fuori all’improvviso per distruggere prima la mia mente ed infine il mio corpo che già dava segni di cedimento,ma ero decisa a non tradirlo,non potevo era contro la mia etica,che senso avrebbe avuto farlo resuscitare per poi lasciarlo andare?Non aveva alcun senso,infatti era la cosa più sbagliata che io avevo potuto mai fare,eppure l’avevo fatta credendo fermamente che quello fosse il giusto,avevo sbagliato ma d’altronde tutti sbagliano,nessuno è perfetto e perché proprio io dovrei essere quel nessuno?

Certo se avrei ragionato non sarebbe mai successo tutto questo,ma se avrei ragionato non mi chiamerei neanche Alyce Tide pensavo mentre lavavo per la sesta volta il pavimento o asciugavo le pentole mai usate eppure già lavate otto volte,ma nel tardo pomeriggio una volta finito qualsiasi lavoro che si potesse fare in casa e averlo ripetuto minimo cinque volte uscii di casa senza una meta sicura,senza sapere dove stessi andando ma camminavo.

Cammini

Cammini

Cammini

Corri

Corri

Scappi

Corri

Piangi

Scappi

Ma da cosa?Da cosa scappi per cosa piangi?Per dove corri,qual è la tua meta?Dove cerchi d’andare da cosa vuoi fuggire?

Mi domandavo mentre ad ogni passo una lacrima si soffermava sul mio viso,ma non mi fermavo convinta che camminando avrei dimenticato,convinta che correndo avrei vinto la mia prigione,pensieri stupidi eppure mi portarono dinanzi un altro lago,laddove non c’erano laghi ora c’era,avevo fatto solo un ora di cammino sapendo benissimo la strada e ad occhi chiusi mi ci tuffai chiedendomi se fosse stato uno di quei laghi magici o semplicemente vero.

Caddi nel vuoto chiudendo gli occhi senza paura,senza paura di morire,

Riaprii gli occhi trovandomi in un'altra dimensione dal cielo sempre sereno e delle splendide rose blu in ottima forma nonostante facesse freddo,mi avvicinai alla casetta di legno ricordandomelo quel posto,ricordandomi della padrone dai capelli neri come gli occhi che mi aprì la porta.

“Oh Alyce sei tornata.”

Non mi ricordavo d’averle detto il mio nome,ciò che mi ricordavo era solo il suo odio espresso molto bene nei miei confronti,ma nonostante tutto feci un sorriso leggendo la distruzione nei suoi occhi.

“Avevo voglia di vederti”

“non posso dire lo stesso”.

D’un tratto mi ricordai di tutta la sua onestà e schiettezza d’altronde non mi sembrava proprio antipatica come cercava d’essere e lo intuivo dal fatto che aveva croccantini per cani dappertutto,

“come hai passato il Natale?”Chiesi cercando di sorridere,

“una merda,tu?”

“Anch’io”

“ma non hai il tuo vero amore ora?”

“Come fai a saperlo?”

“Segreto,rispondi”

“non è il mio vero amore”

“allora perché hai scelto Edward?”

“Perché sono in debito con lui”sorrisi ma una lacrima mi tradì e scivolò sul mio viso facendola sorridere,e in un attimo mi ritrovai rinchiusa in suo abbraccio piangendo come una disperata,cercavo di raccontarle tutto ma non ci riuscivo non riuscivo neanche a guardarla in faccia,lei mi odiava eppure era vicino a me a consolarmi,l’unica che era vicino a me.

Ci addormentammo sul pavimento e al risveglio ringraziandola di tutto corsi a casa da Edward,rimanendo allibita per la casa distrutta e un biglietto sul pavimento.

Lo aprii con furia quasi avessi solo due minuti di vita e divorando ogni parola iniziai a leggere.

 

Cara Alyce,

ho quasi il dubbio che tu non mi ami più come prima;

scusa per ciò che ho fatto in casa,ti aspetto in chiesa.

P.s

Mettiti un vestito elegante.

         Con tutto il mio  amore Edward.

 

Angolo me: Rieccomi!Sono tornata presto con un altro prologo,non potevo lasciar Cercami inconclusa anche perché l’ultimo capitolo era forse il più brutto che io abbia scritto (-.-) così rieccomi qui a scrivere,anche se vi confesso non volevo continuare non perché non avevo fantasia ma avevo paura che magari questa storia non piaceva come la precedente,ma chi non risica non rosica no?!Poi ero anche troppo affezionata a Cercami per lasciarla irrisolta con un brutto finale ù_ù Poi vorrei ringraziare NemySalvatore,DolceMemole,Maryangy.LoLitaLOVE, che hanno sempre recensito e mi hanno dato sempre ottimi consigli,grazie **

Al prossimo capitolo ù_ù
A Natale sono tutti più buoni.
A Natale regalano tutti più recensioni.

  
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