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Autore: Dony_chan    20/12/2011    8 recensioni
La storia è ambientata dieci anni dopo rispetto agli avvenimenti attuali.I vari prototipi dell'APTX4869 non hanno avuto riscontri positivi, anzi: gli anticopri di Shinichi Kudo sono addirittura diventati immuni al farmaco sperimentale. Cosa ne sarà dei nostri protagonisti?
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piccola intro: grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuta nella mia raccolta ‘Years after years’. Un abbraccio particolare a Shine_!!
Buona lettura ;)

 
What If..?
1.

 

 
Alzo lo sguardo dal mio libro, spostando gli occhiali da sole sulla fronte, non appena sento una leggera pioggerellina sulla pelle.
La colpa non è affatto attribuibile al tempo, visto che è una bellissima giornata di sole di metà agosto, ottima per la nostra fuga dalla città verso le piscine comunali di Toto.
Guardo colui che intenzionalmente mi ha spruzzata e non posso non trattenere un sorriso, anche se sono un po’ scocciata per colpa dell’acqua finita sulle pagine del mio volume.
“Conan, non la vuoi proprio smettere di infastidirmi, eh?” gli domando retorica.
L’adolescente che ho davanti mi sorride beffardo, ricordandomi terribilmente lui. Però stavolta non avverto il solito senso di vuoto al ricordo della sua costante mancanza nella mia vita.
Ho voltato pagina, anche se con molta difficoltà, e ho smesso di piangere a causa sua tanti anni fa. Ricordo ancora quando al telefono mi aveva dato la notizia più brutta della mia vita: non sarebbe mai più potuto tornare.
Ricordo ancora i mesi seguenti con dolore, la mia sofferenza non conosceva limiti. Stavo per mollare tutto: studi, karate, amicizie. Se non fosse stato per lui, il mio fratellino adottato.
Conan non è stato un secondo lontano da me e mi ha trasmesso tutto l’amore che può provare un bambino nei confronti della sorella e questo ha colmato piano piano il vuoto del mio cuore. Era la mia roccia stabile sulla quale sapevo che potevo appoggiarmi. Strano, no? A volte i bambini sono molto più responsabili e fedeli degli adulti.
 
“Ran, io non posso più tornare”
 
mi aveva detto. Quelle parole, dapprima confuse, mi arrivarono con il senno di poi come uno schiaffo in pieno volto.
La sua voce trattenuta tradiva una forte tristezza e un senso di perdita a me ancora non chiaro. E poi, il suo ‘non posso’ mi è sempre suonato strano.
Perché non poteva? Non aveva usato il verbo ‘volere’, ma ‘potere’. Qualcuno gli ha impedito di tornare da me, e questo qualcuno non posso ancora perdonarlo, nonostante siano passati dieci, lunghi, anni...
 
Ma dopotutto...
 
La mano del mio fratellino si avvinghia al mio polso e mi costringe ad alzarmi e ad abbandonare la mia sdraio e il mio libro, per seguirlo fino a bordo piscina.
 
... se Shinichi dovesse tornare...
 
Conan mi tappa il naso e mi sorride, l’ultima cosa che vedo prima di finire nell’acqua fredda della piscina.
 
... io sarei pronta ad accoglierlo ancora nella mia vita?
 
Riemergo qualche secondo dopo, con la strana sensazione del tocco di Conan sulla mia pelle. Forse è stata solo un’impressione, ma... il suo abbraccio sott’acqua mi è sembrato un po’ troppo passionale. Intimo.
Lo guardo attraverso la frangetta bagnata, mentre mi sorride e cerca di togliere dalla sua vista le goccioline di acqua che gli hanno fatto leggermente arrossare gli occhi.
No, come potrebbe essere stato? Quella stretta non era niente di particolare.
Forse è veramente stata solo una mia impressione.
“Questa me la paghi” gli dico, studiandolo. “Sono una ragazza vendicativa”.
Conan mi guarda con il suo classico sorriso saccente e si avvicina circospetto. “Mmm, e da quando?”.
Mi lascio cullare dall’acqua per qualche istante, prima di avanzare a mia volta. “Attento, ragazzino, stai parlando con un insegnante professionista di karate” gli ricordo, prima di scattare verso di lui e spingere la sua testa sottoacqua.
Conan riemerge sputacchiante, preso in contropiede e con l’espressione sorpresa.
 
Ah ah, uno a zero per me!
 
Una voce familiare a bordo piscina ci fa sobbalzare e voltare, come se fossimo stati colti in una marachella.
“Accidenti, marmocchio, fai sul serio con lei” commenta maliziosa la mia amica di sempre, Sonoko.
Anche se sono passati anni dai suoi tempi da piccola figlia ribelle, il suo abbigliamento non l’ha tradito.
Sonoko si china, facendo scivolare il pareo rosa sulle sue forme nascoste quanto basta da un bikini succinto di un acceso rosso fiamma.
Nella mano destra stringe un cocktail con tanto di ombrellino, mentre nella mano sinistra tiene strette le chiavi del suo fuoristrada.
“Che vuoi dire?” le domando, uscendo lentamente dall’acqua per non scivolare sul bordo bagnato.
Sonoko sposta lo sguardo da Conan a me e poi alza le spalle, con un sorrisetto. “Oh, niente, niente. Andiamo?”.
“Di già?” interviene Conan, rabbuiato.
Sonoko non lo calcola nemmeno e si rivolge ancora a me. “Non ti sarai dimenticata, vero? Oggi torna Makoto da Los Angeles e mi dovevi accompagnare all’aeroporto per prenderlo”.
Già, Makoto! Il suo fidanzato... torna oggi dopo un mese di incontri olimpici di karate presso uno dei maggiori centri di arti marziali degli Stati Uniti. E avevo promesso a Sonoko che l’avrei accompagnata all’aeroporto a prendere il mio amico, e poi saremmo andati a festeggiare il suo ritorno al nuovo ristorante di sushi.
Io e Makoto con il tempo abbiamo imparato a conoscerci, e inevitabilmente siamo diventati amici. Non sono rare le volte in cui io, lui e Sonoko ci avventuriamo in città il venerdì sera assieme, ma adesso proprio non mi va.
Mi volto verso il mio fratellino, per spiegargli la situazione, e faccio in tempo a vedere una scena memorabile.
La sua giovane compagna di classe Ayumi Yoshida, quatta quatta, si è avvicinata al suo caro innamorato Conan e l’ha cinto dalle spalle, facendo aderire il suo corpo contro la schiena del ragazzo.
Il mio fratellino diventa rosso e si scansa appena, per poi spostare velocemente lo sguardo su di me, preoccupato.
Questa sua reazione mi prende in contro piede. Si imbarazza di farsi vedere con la sua amichetta davanti a sua sorella oppure teme il mio giudizio su loro due?
È da quando Conan è piccolo che me lo sono sempre immaginato assieme ad Ayumi, perché sono troppo carini assieme, ma a quanto pare lui non ha mai avuto occhi per lei, fino a quando non hanno cominciato il liceo.
So che sono usciti un paio di volte assieme senza il resto della banda, ma lui non mi ha mai voluto raccontare i particolari. Chissà...
“Ran, devi già andare?” mi chiede la ragazzina, dispiaciuta.
Annuisco, alzandomi stancamente. Sinceramente, di andare all’aeroporto e vedere tubare quei due non mi entusiasma molto. Non saprei come liberarmi senza far rimanere male Sonoko.
Ma per questo ci pensa Conan, come sempre.
“E noi come torniamo? Ran ci deve dare uno strappo a casa con la sua macchina per forza” inventa.
Lo guardo, senza ribattere.
Lui sapeva che per il ritorno si sarebbero dovuti arrangiare, ma a quanto pare ha colto la situazione ed è venuto in mio soccorso per l’ennesima volta.
Sonoko alza le spalle, infastidita. “Prendete un treno”.
“Con tutte queste borsoni?” fa finta di piagnucolare Conan, mentre Ayumi, inconsciamente, gli da man forte annuendo.
Sonoko mi guarda, mi vede alzare le spalle in segno di resa e sbuffa sonoramente. “Uffa, Ran! Quando smetterai di fargli da balia? Hanno sedici anni, ormai!”.
Finisce in un sorso il suo cocktail, mi lascia tra le mani il bicchiere vuoto e poi se ne va a raccogliere le sue cose, lasciandomi libera.
Mi volto rilassata verso Conan e gli sillabo un ‘grazie’ che coglie solo lui.
“Dai, Conan, andiamo con gli altri! Abbiamo ancora del tempo!” lo implora Ayumi, tirandolo per un braccio.
Il mio fratellino mi guarda, indeciso sul da farsi.
Io gli sorrido, come per dargli la mia benedizione, e poi indico la mia postazione sdraio. “Io devo ancora finire il capitolo per il test. Voi andate, vi chiamo io quando è ora” dico, salutandoli con la mano, mentre Conan viene trascinato con foga dalla sua amica.
“Divertitevi” commento, anche se non mi possono più sentire.
 
 
La sera stessa sono sdraiata sul mio letto, le cuffie dell’i-pod nelle orecchie e il volume dell’università aperto sul viso, ancora metà senza sottolineature.
L’esame finale è tra sette giorni e io devo ancora mettermi sotto seriamente. Dopo questo esame, potrò finalmente laurearmi in medicina, ma sembra quasi che ce la metta tutta per non prepararmi. Studiare ormai è diventato faticoso, soprattutto perché non riesco a farlo coincidere con i mille impegni che mi sono presa appena finito il liceo, per tenermi occupata e non pensare.
Sento una sberla leggera sulla mia pancia scoperta e scatto a sedere, lasciando cadere il libro a terra e staccandomi una cuffietta.
Conan mi guarda con rimprovero, in piedi accanto al mio letto.
“Non ti ho nemmeno sentito entrare” dico, staccando anche l’altra cuffietta e spengo l’i-pod.
“Ho bussato tre volte, ma non mi ha risposto” dice e si fa cadere sul mio letto, ormai come d’abitudine.
Quasi ogni sera ci ritagliamo i nostri dieci minuti di chiacchiere, che poi diventano sempre ore e andiamo a dormire solo quando mio padre mi viene a rimproverare perché Conan il giorno dopo ha scuola. Ma adesso che è in vacanza, niente restrizioni.
“Come sei messa con l’esame?” mi domanda, quando riordino libri e appunti sparpagliati sul pavimento.
“Bene” mento. “Mi manca un capitolo”.
 
O forse otto...
 
“Bene!” esclama soddisfatto.
Mi volto a guardarlo. Questo suo tono lo conosco fin troppo bene. Adesso mi proporrà qualcosa da fare assieme.
“Che ne dici del cinema? Domani sera esce quel nuovo thriller americano, e non vedo l’ora di vederlo” mi spiega. Poi arrossisce  e guarda fisso il pavimento. “Voglio andarci con te”.
L’idea non è male, uscire con lui mi piace, ma devo declinare. Domani devo fare una lezione ai ragazzi delle medie di karate e alla sera pensavo di studiare.
“Lo sai che a me i thriller non piacciono. Mi fanno ancora paura” dico, sistemando i miei appunti sulle mensole della mia scrivania.
“Ma smettila, il mese scorso sei venuta a vederne uno” mi riprende, scocciato.
“Sì, ma quanto ci hai messo a convincermi? Credi che in meno di ventiquattro ore stavolta ci riuscirai?” gli faccio presente.
Conan si sostiene con le mani appena dietro la schiena e mi guarda con una punta di malizia del tutto nuova. “So essere convincente”.
Il suo tono di voce mi procura un brivido strano lungo la schiena, che mi fa spostare lo sguardo. Mi fingo ancora indaffarata, solo per non guardarlo negli occhi e leggervi qualcosa che mi sconvolgerebbe.
“Lo so, per questo ti dico già di no, prima che tu ci possa provare” aggiungo quando sento le guancie meno calde.
Lo raggiungo sul mio letto e mi siedo con le gambe incrociate, stringendo il mio cuscino.
Sorrido. Mi è appena venuta in mente una proposta...
“Perché non inviti Ayumi? Siete già usciti assieme, no?” butto lì, sorridente.
Conan si mette sulla difensiva subito, e mi guarda arrabbiato, come se l’avessi insultato.
La mia espressione diventa dubbiosa e sto per chiedergli cosa ho detto di sbagliato, ma lui mi attacca con astio.
“Perché non la smetti con questa storia? Ti ho già detto che lei è solo una mia amica!”. Si alza furioso e si dirige verso la porta della mia stanza.
Si ferma solo il tempo di rivolgermi un ultimo sguardo, mentre mormora qualcosa, che mi suona come “Ma perché non capisci ancora?”.
Questa sera, i dieci minuti, sono stati proprio dieci minuti.

 
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Ciao a tutti!
Ebbene sì, sono tornata di nuovo in azione! Questa sarà una ff divisa in capitoli, molto diversa dal solito.

Come avrete capito, il tutto è ambientato dieci anni dopo gli attuali avvenimenti, avendo l’APTX4869 perso la sua efficacia.
Ho voluto mettere l’avvertimento OOC perché i personaggi lo sono parecchio, anche se a volte cerco di metterci dentro dei caratteri che un po’ ce li facciano ricordare... magari non si notano in questo primo capitolo, ma nei seguenti spero di riuscirci di più.
Questo è un capitolo propriamente ‘di lancio’, in quanto serviva giusto per inquadrare Ran e Shinichi, in versione Conan.
Non mancheranno i momenti teneri, ve lo assicuro!!
Ditemi un po’ cosa ne pensate.. :)

Un abbraccio,
 
Dony_chan 
  
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