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Autore: elyforgotten    20/12/2011    4 recensioni
La mia nuova fanfic parla di Cassandro, valoroso e cinico condottiere macedone, e della sorella di Alessandro...
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"Siamo tutti maledetti, sorella." Dichiarò Alessandro con un sorriso amaro. "Tu, io, Efestione, Cassandro e i nostri genitori"
A quel tempo Tasmin non diede molta importanza alle parole del fratello; ma soltanto alla fine dei suoi giorni lei avrebbe pensato alle parole del suo re e ne avrebbe fatto ammenda.
Era vero. Erano tutti maledetti.
Tuttavia loro avrebbero pagato un prezzo peggiore, rispetto a quello che era stato destinato ai loro antenati.
Molto peggio…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL FIORE DELL’AMBIZIONE

 

 

 

<< Siamo tutti maledetti, sorella. >> Dichiarò Alessandro con un sorriso amaro. << Tu, io, Efestione, Cassandro e i nostri genitori >>

A quel tempo Tasmin non diede molta importanza alle parole del fratello, perché credeva che stesse farneticando dopo una consistente gara di bevute e che fosse ubriaco come al solito; ma soltanto alla fine dei suoi giorni lei avrebbe pensato alle parole del suo re e ne avrebbe fatto ammenda.

Era vero. Erano tutti maledetti.

Il loro cammino verso la gloria eterna aveva portato irrimediabilmente alla loro distruzione in conseguenza ai loro desideri ambiziosi.

Come era accaduto ai loro avi, il destino sarebbe stato crudele con ognuno di loro, togliendo tutto quello che avevano amato e bramato in quegli anni e offrendo solo come premio il dono della disperazione.

Ma per loro sarebbe stato peggio. Fin dall’infanzia lo sapevano: non c’è gloria senza sofferenza.

Tuttavia loro avrebbero pagato un prezzo peggiore, rispetto a quello che era stato destinato ai loro antenati.

Molto peggio…

 

 

MOLTI ANNI PRIMA

Una giovane stava dormente tranquillamente nel suo letto in una stanza sfarzosa, che poteva benissimo appartenere ad una casata reale.

All’improvviso il suo dolce sonno fu interrotto drasticamente da un forte tonfo nel letto e poi sentì una mano sfiorarle la pelle, come se le desse dei pizzicotti fastidiosi.

La fanciulla si svegliò di soprassalto, cercando il pugnale che teneva sempre sotto il cuscino, quando si accorse che non era un ladro né un violentatore.

Era suo fratello, ovviamente.

Alessandro!” esclamò divertita e allo stesso tempo infastidita, togliendoselo di dosso.

Tess avanti sono tutti pronti, solo tu manchi! Sempre la solita dormigliona!” rispose divertito cercando di farla alzare.

Lei sbuffando tirò giù le coperte e si mise una vestaglia sottile, visto che erano già in piena primavera e si alzò fissando il fratello.

Tess era il soprannome che Alessandro le aveva affibbiato quando erano piccoli e da allora non la chiamava mai col suo nome di nascita, ma solo con quel buffo “Tess” che la faceva sempre sorridere.

Ricordati che però in pubblico devi chiamarmi Tasmin, altrimenti nostro padre si infuria come una bestia”

Alessandro sorrise alzando le spallucce.

Il loro padre, il re Filippo infatti disprezzava i nomignoli divertenti e buffi perché li considerava giochi inutili che si facevano tra campagnoli e plebei, non in mezzo alla famiglia reale e aveva vietato categoricamente i figli di cambiare i loro nomi consacrati dagli Dei, in stupidi e indecenti soprannomi.

Immagino sarai elettrizzato…. Oggi è il gran giorno”

Alessandro deglutì nervosamente e abbassò lo sguardo.

Quel giorno sarebbero avvenuti i festeggiamenti al dio Dioniso, nonché il matrimonio tra il loro padre e la giovane Euridice.

Il tanto temuto giorno era arrivato.

Nostra madre cosa ha detto? Sta di nuovo confabulando nell’ombra, sussurrandoti all’orecchio di tradimenti e congiure ai tuoi danni?” chiese ironica Tasmin pettinandosi i capelli lunghi castano ramato.

La conosci. Sono mesi che mi avverte sul fatto che nostro padre non mi darà mai il trono se Euridice avesse un maschio… e che il re ha messo delle spie nella mia cerchia per osservare le nostre mosse”

Tasmin si girò nervosamente verso di lui.

Nostra madre è pazza lo sanno tutti, ha una mente troppo sospettosa e vede tradimenti dappertutto. A forza di pensare male accadranno davvero delle cose brutte”

Alessandro la guardò infastidito: non gli piaceva che qualcuno parlasse male di sua madre, la regina Olimpiade, e chiunque l’avesse fatto ora era sotto terra oppure scavava nei vecchi templi di Tebe; ma se si trattava della sorella lui chiudeva un occhio e non badava molto alle parole di Tasmin nei confronti della madre, con la quale non aveva mai avuto un buon rapporto.

Infatti i rapporti tra la regina e la figlia erano minimi, si vedevano di rado e parlavano solo se costrette; nel cuore di Olimpiade c’era spazio solo per il figlio maschio, il tanto agognato erede al trono. E Tasmin aveva imparato a vivere senza il suo affetto, cercando di non farsi coinvolgere dai suoi pensieri di vendetta e di potere.

Tu cosa ne pensi invece?” All’improvviso la domanda di Alessandro la fece ritornare alla realtà e lei rispose:

Magari nostra madre non avrà tutti i torti… se Euridice avesse un maschio e nostro padre governa per tanti anni fino a farlo crescere e diventare un uomo, sarebbero guai seri per noi. Ma non può preferire quel moccioso bastardo a noi. Siamo i suoi figli maggiori e tu sei il suo unico figlio degno. Il trono spetta a te di diritto, che quella puttana di Euridice e il suo disgraziato zio lo vogliano o no.” La risposta audace e sincera della sorella, fece sorridere Alessandro.

Anche se era una giovane fanciulla, che apparteneva alla famiglia reale, aveva sempre denigrato le etichette di corte e i falsi servilismi.

Se pensavi una cosa dovevi dirla senza troppi preamboli oppure startene zitto e non lamentarti: così lei diceva sempre.

Almeno tu mi dai coraggio… speriamo sia così.”

E quando sarai re ricordati della promessa fatta!” puntualizzò girandosi verso lo specchio.

Quando e se sarò re, darò più diritti alla donne e in mancanza di figli maschi, può succedere al trono una figlia femmina” Ripeté a manetta.

Il suo sguardo tuttavia si fece subito serio.

Ma è una cosa impossibile Tess… non succederà mai, anche se le future principesse avessero il tuo temperamento, il tuo carisma e il tuo coraggio non potranno mai avere speranze di salire sul trono come regine.”

La sorella sbuffò pensando a quelle meschine regole di corte.

Che odioso atto di disprezzo e maschilismo. Noi donne pensiamo meglio di voi uomini, perché voi vi fate troppo trasportare dalle vostre passioni e dai vostri impulsi, mentre noi donne sappiamo governare i nostri sentimenti e non cedere alle tentazioni. Noi abbiamo… la giusta misura” rispose sincera e teatrale, pensando che se fosse stato davvero così, lei avrebbe potuto essere regina.

Ma il destino aveva già scelto per lei prima che venisse al mondo: in quanto femmina e figlia minore non aveva alcuna possibilità di salire al trono, anche se, secondo lei, le apparteneva di diritto. Un re non dovrebbe essere scelto per l’età o per il sesso ma per le proprie caratteristiche personali: un re deve essere fiero, coraggioso, nobile d’animo, temerario e manipolatore.

Lei le possedeva tutte mentre Alessandro no. Era un ragazzo di indole debole, che si faceva sottomettere dalle proprie emozioni e confondeva troppo i sentimenti con i suoi doveri.

Ma lei era troppo affezionata al fratello per fargli un torto e considerava che la sua folle ambizione l’avrebbe salvato dalle angherie dei suoi nemici, e alla fine si sarebbe accontentata di fargli da spalla e consigliera quando sarebbe diventato re.

Sembri Aristotele quando parli così” mormorò Alessandro.

Forse perché ascoltavo di nascosto le vostre chiacchierate” rispose ridendo capricciosa. Da piccola infatti lei scappava sempre dalle grinfie delle sue domestiche e ascoltava di nascosto le parole sagge che il vecchio Aristotele insegnava ai suoi giovani studenti.

Alessandro si avvicinò a Tasmin e le accarezzò dolcemente le mani.

Se tu non fossi mia sorella ti sposerei. E la Macedonia avrebbe un’ottima regina, se non la migliore di tutti i tempi” I suoi occhi dimostravano una pericolosa sincerità

E se tu non fossi mio fratello…Tasmin lasciò la frase in sospeso, fissando inquisitrice Alessandro.

Fisicamente era perfetto e bello come un Dio… tutte le ragazze avrebbero sognato di passare una notte con lui, ma Tasmin non era attratta dalle bellezze pure e perfette.

Alla fine rise di cuore.

Non ti sposerei comunque! Abbiamo caratteri troppo diversi e ti sopporto solo perché sei mio fratello. Ma so per certo che sarai un re migliore di nostro padre.”

Anche lei stava dicendo la verità, glielo si leggeva nei suoi profondi occhi blu; non vaneggiava complimenti del genere, se non li pensava sul serio.

Sarà meglio che finisci di prepararti.” Mormorò Alessandro uscendo dalla stanza.

Tasmin respirò profondamente, pensando a cosa sarebbe potuto accadere quella sera e si preparò.

 

 

 

Non c’era dama di Macedonia che non invidiasse la bellezza della figlia maggiore di Filippo.

Tasmin anche se aveva solo 15 anni possedeva già una bellezza disarmante e audace: i suoi occhi blu incantavano tutti gli uomini di corte, i suoi capelli castano ramato risplendevano sia alla luce del sole sia nel buio della notte e il suo viso sembrava scolpito nel duro marmo e pareva una bellezza non mortale.

Molti infatti mormoravano che non solo Alessandro fosse figlio di un Dio, ma anche che la sorella Tasmin avesse una discendenza divina a causa della sua bellezza non naturale.

Entrambi i figli si vantavano e godevano per queste supposizioni perché assistevano alla loro ascesa e alla possibilità di ottenere una gloria pari a quella del loro antenato Achille.

Sebbene fosse una donna Tasmin infatti ambiva agli stessi desideri del fratello cioè la gloria eterna; non voleva passare il resto della sua vita dentro quattro mura con figli e marito. Voleva qualcosa di più… ne aveva diritto e sapeva di poterlo fare.

Al contrario della sorella minore Cleopatra, che desiderava soltanto una vita comoda e serena in mezzo agli allori.

<< Una dilettante >> Pensava sempre Tasmin, per la facilità in cui la sorellina otteneva le cose mostrando semplicemente un sorriso viziato e infantile.

Mentre camminava in modo elegante lungo i corridoi del palazzo, Tasmin vide in lontananza un amico del fratello, Cassandro, che parlava con un soldato.

Quando si accorse della sua presenza, subito il ragazzo mandò via il suo interlocutore e si diresse verso la sua direzione con passi veloci.

Le parole che prima Tasmin aveva detto al fratello, sul fatto che le donne sapessero governare le proprie emozioni e non cedere alle tentazioni, stavano per andare in fumo.

Ogni volta che lei scorgeva il viso bellissimo di Cassandro il cuore le batteva forte nel petto, facendola sussultare e le mani tremavano dal desiderio di sfiorarlo e dal timore di quello che provava.

Non voleva sopportare ancora una volta quel dolce supplizio quando era in sua compagnia e così decise di seguire un altro corridoio, sfuggendo alla vista di Cassandro.

Pensava di averlo superato quando sentì una voce calda e affascinante dietro al suo orecchio, che la fece sussultare.

Scappi da me ora?”

Tasmin riconobbe subito quella voce e si voltò con un sorriso sarcastico sulle labbra; tutte le volte che guardava da vicino il viso di Cassandro, il cuore perdeva un battito e si concedeva 5 secondi, solo 5, per osservare quella bellezza che lei considerava indecente.

Non era pura e angelica come quella di Alessandro… era una bellezza maliziosa, penetrante e di potere.

Chiunque sarebbe caduto sotto il suo incantesimo e difatti le sue avventure sessuali erano note a tutti e aumentavano di giorno in giorno.

Tasmin infatti solo qualche anno prima aveva capito che la gente, sia donne che uomini, non volevano la compagnia di Cassandro, solo per rispetto o amicizia, ma solo per soddisfare i propri languidi piaceri…

Guardandolo ancora nei suoi occhi verdi da felino pensò che quella gente, che moriva ai suoi piedi, non avesse tutti i torti ad adorarlo in quel modo…

Scosse la testa, ritornando alla realtà e gli sorrise:

Se tu credi che io pensi a te ogni minuto della mia esistenza ti sbagli di grosso, Cassandro e pecchi di vanità così”

Lui le sorrise di rimando, in modo affascinante.

Lo sai, la vanità è il mio peccato preferito”

Tasmin alzò il sopracciglio fingendosi offesa.

Davvero sconcertante se lo confessi a una principessa”

Lui rise di gusto incurante degli sguardi inquisitori e curiosi dei servi e dei soldati che passavano di lì.

Andiamo Tess, ci conosciamo da tutta una vita e sono amico di tuo fratello… possiamo mettere da parte i convenevoli per una volta”

Tasmin lo guardò infastidita.

Solo mio fratello può chiamarmi così; per te e per gli altri io sono la principessa Tasmin e dovresti portarmi un certo rispetto se non vuoi letteralmente perdere la testa”

Il rispetto si guadagna con la fatica e la dedizione, l’hai sempre detto tu” rispose puntiglioso.

Infatti e io credo di essermelo guadagnato. Persino da te” mormorò avvicinandosi.

Cassandro lanciò un’occhiata eloquente alla scollatura del suo vestito e poi la afferrò saldamente per i fianchi per far aderire il suo corpo al suo.

Tasmin sentì il respiro caldo e fresco di Cassandro sulla sua fronte e il suo corpo accaldarsi sentendo che lui era così vicino a lei e le sfiorava provocante il vestito.

Lo indosserai stasera? Se è così permettimi di essere il tuo cavaliere, non ti mollerò un attimo e dedicherò il mio tempo unicamente a te” sussurrò audace cercando di avvicinarsi al suo viso.

Tasmin deglutì nervosamente tentando di riprendere il controllo di sé stessa e mise giù le mani di Cassandro dal suo corpo.

Dovrei chiedere a mio padre” disse a fatica abbassando lo sguardo per non far notare il rossore delle sue guance.

Non hai mai fatto decidere a lui per la tua vita e incominci ora?” chiese divertito ma deluso per il fatto che lei si fosse allontanata come un fulmine da lui.

Le cose cambieranno presto suppongo” rispose sospirando mentre pensava all’evento di quella sera.

Lo sguardo di Cassandro si fece improvvisamente serio.

Ti preoccupa il fatto che la nuova moglie del re potrebbe essere la tua nuova madre e che dia alla luce un erede degno di Filippo?”

Lei lo guardò fisso negli occhi. I suoi occhi non facevano trapelare alcuna emozione questa volta.

Di madri me ne basta una e non ne sopporterei altre e io considero miei fratelli soltanto Alessandro e Cleopatra, gli altri sono solo figli bastardi, che non meritano di succedere al trono”

Il tono serio e duro di Tasmin fece sorridere Cassandro, pensando che quella ragazza così bella e regale fosse così affine a lui caratterialmente.

Sempre giudiziosa e ambiziosa. Non cambi mai. Dì la verità… vorresti tu il trono non è vero?”

Lei lo guardò allibita, chiedendosi come facesse a sapere sempre quello che le passava per la testa.

Sapeva che negare era sbagliato e che l’avrebbe smascherata subito ma acconsentire sarebbe stato un atto di superbia.

Cosa te lo fa pensare?” chiese soltanto.

Dal modo in cui agisci, in cui parli e come osservi le persone… Ho notato come guardi tuo fratello” rispose beffardo. Sapeva di aver ragione e questo fece arrabbiare ancor di più la principessa.

Quello che guarda con occhi invidiosi mio fratello sei tu non io” rispose fredda.

Anche lei aveva c’entrato nel segno.

La prospettiva del trono era la debolezza e l’ambizione dei due giovani che ambivano al potere e alla gloria ma in modo diverso.

Cassandro era bellissimo, violento, instancabile nel perseguire le proprie ambizioni e avrebbe anche giocato sporco e calpestato i suoi familiari e amici per arrivare al potere.

Lei invece non avrebbe mai agito così. Detestava gli intrighi e gli inganni che si attuavano alle spalle di qualcuno, soprattutto se era un amico o un familiare; era un cosa indegna e deplorevole; lei avrebbe ottenuto ciò che voleva giocando ad armi pari senza nascondersi o ordire complotti.

Cassandro sorrise non negando ciò che aveva appena detto.

Può darsi. Ma sappiamo entrambi che non basta l’appartenenza di sangue per farne un re degno”

Alessandro ce la farà sicuramente se qualcuno non gli mette i bastoni tra le ruote” rispose guardandolo sospettosa.

Quel qualcuno non sarò io” sussurrò freddo fissandola.

Tasmin non riusciva a credergli e non doveva neppure. Tutti sapevano dei desideri di Cassandro di scavalcare Alessandro o chiunque altro per saziare la sua sete di potere e quando lui si metteva in testa una cosa alla fine ci riusciva sempre.

Può darsi che era stato incalzato dal padre Antipatro, un nobile che si era inserito abilmente nella cerchia del re, oppure che la sua sete di gloria sarebbe passata con gli anni a venire, ma di una cosa Tasmin era sicura: lei aveva paura di lui.

La sua arroganza e strafottenza nel modo in cui lei si rivolgeva a Cassandro era soltanto una maschera per non far trapelare quello che sentiva veramente nell’animo… lei aveva paura di lui ma allo stesso tempo lo desiderava.

Era sempre stato così fin da piccoli, lei osservava di nascosto quel giovane ragazzo che diventava ogni giorno più bello e affascinante, accorgendosi più di tutti del suo modo di pensare. Gli altri non se n’erano accorti ma lei aveva capito che l’animo di Cassandro covava soltanto la bramosia del potere e la perfidia tramandatagli dalla famiglia di usurpatori e ricattatori.

Non c’era spazio per qualcos’altro, né dolcezza, né rispetto, né amore.

E Tasmin non doveva farsi coinvolgere da un tipo come lui; anche se l’attirava più di ogni altro, lei doveva stargli lontana se non voleva farsi travolgere dalla sua personalità magnetica e rimanerne distrutta.

Stasera sarai tutta mia, te lo garantisco” sussurrò Cassandro sorridendole affascinante e si avvicinò sempre di più al suo viso.

Lei sghignazzò nervosa:

E io ti garantisco che non avrò l’umore adatto stasera per fare compagnia a qualcuno”

Cambierai idea” rispose sicuro facendo un passo indietro e allontanandosi infine.

Tasmin lo guardò mentre andava via… sì, certamente era l’uomo più attraente e misterioso che avesse mai incontrato.

Ma lui avrebbe trovato pane per i suoi denti, perché lei non era sprovveduta e nemmeno debole.

Non avrebbe ceduto a lui.

 

 

 

Colava vino da tutte le parti quella sera.

Non c’era uomo o donna alla festa che non fosse ubriaco marcio a tal punto da cadere per terra o far qualcosa per danneggiare il proprio onore.

Alessandro e Tasmin si erano seduti ad una tavola guardando entrambi con occhi malinconici e commiserevoli le scene fuori luogo che vedevano dinnanzi a loro.

All’improvviso uno degli uomini più fidati del re, Clito, si avvicinò ad Alessandro portando sulle spalle una giovane ragazza.

Alessandro ti ho trovato la ragazza giusta!” esclamò divertito

Tasmin sorrise dentro di sé perché sapeva che quella ragazza sicuramente non rientrava nei gusti del fratello… a lui piaceva qualcos’altro o meglio qualcuno… Non ne parlavano mai perché erano questioni troppo private ma lei sapeva da tempo cosa celava il cuore del fratello, e la cosa non le piaceva per niente.

Come ti chiami dolce fiore?” chiese ancora Clito sorridendo come un ubriaco.

Antigone” urlò la ragazza che stava ancora sulle spalle dell’uomo.

Clito vedendo che Alessandro non osava muoversi e non voleva di certo prendere l’iniziativa, prese tutta per sé quel bel fiorellino e andò a spassarsela dietro un angolo.

Il re Filippo intanto gridava e cantava frasi senza senso in preda all’euforia e si avvicinò ai due figli maggiori. Il suo alito puzzava di vino e sulla testa aveva una corona di fiori tutti malmessi e sciupati.

Tra le braccia aveva una ragazza che poteva avere l’età di sua figlia e certamente non era Euridice.

Ancor prima di passare la notte di nozze, lui già si divertiva con un’altra fanciulla.

Tasmin alzò il sopracciglio e lo guardò come se pensasse che quell’uomo così rozzo e irascibile non potesse essere veramente suo padre.

Era talmente ubriaco che quasi non si capiva cosa stesse dicendo ad Alessandro:

C’è sempre qualcosa di delizioso quando torni da una battaglia! Ed è il sapore di una nuova donna!” urlò gioioso e diede un bacio alla fanciulla che aveva tra le braccia.

Troverai che è molto più confortante dell’autocommiserazione!” disse infine andandosene a godere della compagnia.

Alessandro non replicò perché non era per niente motivato ad ascoltare le deliranti farneticazioni del padre e abbassò lo sguardo.

Tasmin gli accarezzò la mano e gli chiese:

Ti va bene se ti lascio un attimo solo? Ce la fai a sopportare questa mandria di pecoroni?”

Per la prima volta in quella sera lui sorrise.

Non sei la mia tata Tess! Vai pure e divertiti almeno tu”

Lei lo guardò ironica come se stesse dicendo che lei non avrebbe mai potuto divertirsi ad una serata in cui si celebrava il matrimonio di suo padre con una puttanella e che presto i loro figli avrebbero ottenuto più diritti rispetto ad Alessandro o a lei..

Quando Tasmin passava in mezzo alla folla normalmente gli uomini si giravano a guardarla ipnotizzati oppure allungavano le mani ma questa volta erano talmente ubriachi fradici che neanche se ne accorgevano della sua presenza.

In lontananza vide sua sorella Cleopatra che chiacchierava divertita con alcune ancelle e sembrava non accorgersi del pessimo umore che albergava nell’animo di suo fratello o di sua sorella.

All’improvviso sentì qualcuno afferrarle la mano e lei si voltò indispettita.

Cassandro era lì di fronte a lui e la scrutava attentamente come se volesse denudarla all’istante; anche lei lo guardò notando la sua tunica aperta, da cui si intravedeva il petto forte e muscoloso.

Aveva i capelli castani lunghi e mossi e i suoi occhi verdi brillavano estasiati mentre la guardavano.

Mi avevi promesso che sarei stato il tuo cavaliere stasera” disse lui sorridendole.

Io non ti ho promesso niente”

Lui fece finta di niente e sorrise stranamente in modo dolce.

Ho un dono per te…

Le mostrò una rosa blu, che teneva fra le mani e gliela porse gentilmente.

Le rose blu erano le preferite di Tasmin e le adorava alla follia, ma purtroppo in Grecia quei tipi di fiori scarseggiavano.

Lei lo guardò interrogativa chiedendogli dove l’avesse trovata.

Lui le sorrise senza dire niente e mise delicatamente la piccola rosa nei capelli della ragazza sfiorandole appena l’orecchio; quel leggero contatto scatenò una tempesta dentro di lei e fu davvero difficile per lei trattenersi e restare immobile.

Un fiore così bello merita di appartenere a una dama ancor più bella” esclamò facendosi improvvisamente serio.

Lei non rispose cercando di non pesare il complimento che aveva appena ricevuto e lo ringraziò solamente.

Vuoi almeno concedermi…?” Cassandro le porse il braccio per farla unire a lui e lei dopo un attimo di reticenza accettò.

Nella sala c’era tantissima gente ed era molto difficile non rischiare di essere spinti o pestati per cui Tasmin si teneva saldamente al braccio di Cassandro e qualche volta si avvicinava senza volerlo al suo petto, sfiorando la sua pelle abbronzata e non bianca come la sua.

Sentì la tenue risata provenire dalle labbra di Cassandro ma la principessa non osò alzare il viso per vedere se fosse davvero così o frutto della sua immaginazione e cercò di ignorarlo il più possibile.

Cassandro a sua volta sembrava incantato da lei, da quella sua espressione sicura a tratti ambigua e sconosciuta a tutti, persino a lui.

La sua bellezza era così eccentrica che poteva rapire chiunque e aveva colpito anche lui, che aveva mille donne e uomini ai suoi piedi pronto a soddisfarlo.

Forse perché era irraggiungibile che era così irresistibile ai suoi occhi e non solo per un fatto fisico; Tasmin era come una gemma speciale e preziosa che lo avrebbe condotto sicuramente verso il potere e gli avrebbe permesso di entrare nella casata reale.

Se questo era l’unico motivo per cui la desiderava fortemente, cioè soltanto per i propri scopi politici, non lo sapeva ma era certo di una cosa: sul suo onore lui giurò che prima o poi lei sarebbe stata sua.

Era come una sfida per Cassandro: più lei gli sfuggiva e non lo voleva più sentiva crescere dentro di lui il suo desiderio.

All’improvviso sentirono degli schiamazzi vicino a loro e notarono un ragazzo che camminava in modo un po’ sbandato e goffo.

Quel ragazzo strambo era il figlio illegittimo di Filippo e per ragioni poco chiare lo aveva inserito a corte come se fosse uno di loro, e tutti quanti lo consideravano pazzo e un demente mentale. Il re gli aveva dato il suo nome, anche se quel tipo non poteva di certo meritarlo.

Il giullare di corte!” esclamò divertito Cassandro rivolgendosi a Filippo III.

Ogni volta che lo vedo mi sale il sangue il cervello” rispose Tasmin trattenendo la rabbia.

Come siamo crudeli. Sei sua sorella in fondo e visto che è più debole e docile di voi, dovresti dargli il tuo sopporto” mormorò in tono ironico pur sapendo quale sarebbe stata la sua risposta.

Quello è schizzato e gli mancano certamente diverse rotelle… Non ci penso nemmeno a considerarlo mio fratello; è una vergogna per tutti noi avere un principe in quello stato che fa l’idiota davanti a tutti; se mio padre avesse un po’ di giudizio avrebbe dovuto infilarlo in qualche tempio a venerare gli Dei senza farlo vedere da nessuno” Cassandro ancora una volta fu sorpreso dalla schiettezza della principessa, che sembrava non voler seguire a tutti i costi le regole rigide di corte e che pensava con la sua testa senza farsi manipolare da nessuno.

La guardò con ammirazione, avvertendo che lei aveva del sangue freddo proprio come il suo.

Giustamente se fosse arrivato nella mia famiglia un demente mentale avrebbe ottenuto il destino che gli auguri tu.” Sussurrò nuovamente.

Io credo che la tua famiglia l’avrebbe assassinato per il disonore” replicò Tasmin guardandolo seria.

Anche in questo caso hai ragione”

Infatti la famiglia di Cassandro non tollerava delle debolezze all’interno del proprio nucleo familiare… tutti dovevano fare la propria parte per ottenere il potere e l’appoggio del re; ovviamente uno smidollato come Filippo III non sarebbe servito a nulla anzi avrebbe denigrato il loro buon nome.

Una principessa non dovrebbe essere così cinica” mormorò sorridendole.

Se non impari a essere forte in questo mondo, presto o tardi qualcuno potrebbe calpestarti come un verme o pugnalarti alle spalle”

Il suo tono sembrava duro e freddo ma nascondeva una profonda malinconia e tristezza… lui lo notò ma non disse nulla per rincuorarla. Non era il tipo da consolare la persone né riusciva a farle stare bene.

E non avrebbe di certo cambiato la sua natura da predatore per una donna.

All’improvviso lo zio di Euridice, Attalo, incominciò a fare un discorso in onore del re e del suo matrimonio, così Tasmin ritornò dal fratello Alessandro per ascoltare attentamente.

Anche Cassandro la seguì.

Attalo stava brindando alzando un calice pieno di vino.

Brindo al matrimonio del nostro re e di mia nipote Euridice, regina macedone di cui possiamo essere fieri!”

Il pubblicò acclamò i due neosposi e Attalo sentendosi potente urlò ancora.

A Filippo e ad Euridice! E ai loro figli legittimi!”

Questo era troppo… Tasmin sentì la collera salirle lungo il corpo e bruciarle gli occhi… come si permetteva quel lurido vecchio a denigrare loro, i figli maggiori del re, chiamandoli bastardi?

Avrebbe tanto voluto lanciargli in testa uno scudo per far zittire la sua voce da serpe ma qualcuno la precedette.

Alessandro, con una furia inaudita che la sorella non aveva mai visto prima in lui, lanciò un bicchiere nel petto di Attalo e gli urlò:

Come osi?! Figlio di un cane! Vieni avanti!!”

Attalo sgranò gli occhi sorpreso ma quando si accorse che era stato offeso da quel moccioso sguainò la spada e si avvicinò pericolosamente ad Alessandro, che corse verso di lui con una furia omicida negli occhi.

La sorella e i suoi amici cercarono di fermarlo e lo trattennero per le spalle, e così fecero altrettanto i familiari di Attalo per impedire un disastro.

Silenzio!” A stento il re riusciva a reggersi in piedi ma cercò ugualmente di alzarsi su un tavolo per mettere ordine nel suo palazzo.

Alessandro in nome di Zeus calmati!” gli gridò Tasmin allarmata cercando di calmarlo ma la furia del fratello era intrattenibile. Attalo aveva offeso la dignità della sua famiglia, che era il suo punto debole.

Questo è il mio matrimonio non una rissa pubblica!” gridò il re per fermarli e per dimostrare la sua autorità.

Moccioso insolente!” disse Attalo che era bloccato da alcuni soldati.

Chiedi scusa prima di disonorarmi!” ordinò Filippo al figlio.

Tu difendi l’uomo che ha dato a mia madre della puttana e a me del bastardo?? E io disonoro te!!”

Ah sembra di sentirla quella!! Attalo è della famiglia adesso, proprio come te!”

Allora scegli i tuoi parenti con più attenzione! Non ti aspettare che io stia ad assistere alla tua vergogna!”

Vergogna?!” esclamò il re, che faceva finta di non capire.

Tu mi insulti!” gridò Attalo toccandosi il petto ferito.

Alessandro ebbe uno scatto d’ira disumano e si liberò dalla presa degli amici, per avvicinarsi a lui.

Io insulto te!! Un uomo che non è degno di leccare la terra su cui cammina mia madre! Cane che insulti la tua regina!!”

Vergogna?? Non ho nulla di cui vergognarmi moccioso arrogante! Io sposo un’altra giovane se lo voglio! E faccio tutti i figli che mi pare e né tu né quell’arpia di tua madre potrete impedirmelo!”

Perché pazzo ubriacone devi pensare che tutto quello che faccio provenga da mia madre?” chiese Alessandro sentendosi esausto e tradito.

Perché conosco il suo cuore, per Era! E vedo lei nei tuoi occhi. Tu desideri troppo questo trono! E noi qui tutti sappiamo che quella lumba di tua madre mi vuole morto!!”

All’improvviso Tasmin scorse in una lontana finestra la loro madre che guardava la scena, portandosi una mano alla bocca.

Potete sognarvelo tutti e due ma non succederà!” continuava a urlare senza sosta il re.

Era sceso un silenzio tombale nella sala e Alessandro continuava a guarda il padre e Attalo con disprezzo.

E tu?? Tu che gli stai sempre appiccicata sei d’accordo con lui?”

La domanda del re sconvolse Tasmin e lo guardò dubbiosa chiedendosi se si rivolgesse proprio a lei.

Lo sguardo furioso del re non tralasciava dubbi e la principessa deglutì sentendosi osservata e tutti aspettavano una sua risposta.

Cosa avrebbe dovuto dire? Il re non si era mai interessato alla sua opinione, perché era una donna, forse ora era talmente ubriaco che non l’aveva neanche riconosciuta.

Si voltò verso Alessandro che aveva uno sguardo da invasato e traumatizzato allo stesso tempo; non avrebbe ricevuto aiuto da lui perché già non sapeva badare a se stesso.

Scorse sua sorella Cleopatra che si era nascosta dietro una tenda per non farsi coinvolgere in quella rissa e per timore che il padre si arrabbiasse pure con lei.

Alla fine Tasmin guardò fisso negli occhi il padre e disse alzando la voce:

Si sono d’accordo con Alessandro. Non riconosco né Euridice come mia regina né il bastardo che porta in grembo come futuro re!”

Aveva detto quelle parole con tale sfrontatezza e sincerità, che rimasero tutti a bocca aperta e nessuno osò fiatare.

Cassandro da dietro sorrise ammirando la spregiudicatezza di quella giovane fanciulla; certamente non le mancava il coraggio, tipico degli uomini macedoni.

Il re restò allibito sentendo quella risposta e poi rise a crepapelle:

Ma tu guarda che bei figli che ho! Meritereste una punizione esemplare per la vostra insolenza!”

Filippo è il vino che ti fa parlare ora, lasciali stare e aspetta fino a domani mattina” Chi parlò fu il saggio Parmenione, fido consigliere del re che cercava sempre e ovunque una soluzione diplomatica.

Ma il re non lo stette a sentire e ordinò nuovamente ai suoi figli:

Adesso io vi ordino di chiedere scusa al vostro parente!”

Alessandro guardò prima il padre poi Attalo, che aspettava davvero delle scuse da parte di quei mocciosi ma il principe stava zitto come una tomba.

Anche sua sorella non si sarebbe scusata per nulla al modo, potevano persino frustarla ma restava ferma nella sua posizione.

Chiedete scusa!” gridò Filippo.

Non è un parente per me!” disse infine Alessandro rivolgendosi ad Attalo con arroganza.

Tasmin restava dietro le sue spalle, non dicendo nulla. Gli animi si stavano riscaldando troppo.

Buona notte vecchio. E quando mia madre si risposerà, ti inviterò al suo matrimonio” Alessandro sputò quelle parole come se fosse veleno e ormai non gli importava più nulla di cosa dicesse suo padre. Lui non si sarebbe mai scusato con un verme simile.

Prese la sorella per un braccio e si incamminò verso l’uscita.

Bastardo!”

Il grido del re fece voltare i suoi figli.

Obbediscimi vieni qui!”

Questa volta Filippo si rivolgeva unicamente ad Alessandro, perché la cosa che più detestava era il fatto che qualcuno lo insultasse e rinnegasse la sua autorità. Il figlio aveva fatto quell’errore e come erede al trono, meritava di essere castigato come si doveva per fargli imparare la lezione.

Alessandro deglutì timorosamente, guardandosi attorno e notò che Attilo rideva di gusto vedendo quella scena.

All’improvviso anche lui notò la madre che osservava la scena da una finestra piccola, nell’ombra e quando lui la guardò lei svanì dalla sua vista.

Il principe lanciando un ultimo sguardo ferito al padre decise di disobbedirgli e se né andò dalla sala, seguito a ruota dalla sorella che sentiva che sarebbe accaduto un disastro.

Infatti il re in uno scatto di rabbia prese la sua spada, pronto ad uccidere il figlio, ma inciampò mentre cercava di scendere dal tavolo e per colpa del vino e della rabbia non riusciva ad alzarsi e cominciò a farneticare frasi senza senso.

E’ questo l’uomo che condurrà tutta la Grecia alla Persia?” Gridò Alessandro sdegnato guardando in che condizioni fosse il padre.

Non riesci neanche a passare da un tricheglio all’altro…

Il re lanciò un grido disumano.

Sei esiliato bastardo!! Bandito da queste terre, non sei mai venuto qui! Non sei mio figlio!”

Una lacrima scese lungo le guance di Alessandro, che deluso e arrabbiato, se ne andò per non ascoltare le frasi deliranti del padre. Tasmin e altri suoi amici lo seguirono con delle facce sconvolte.

<< E ora che succederà? >> Si chiedeva in continuazione Tasmin mentre seguiva il fratello; dubitava veramente che il re bandisse Alessandro ma certe volte non rinnegava mai le parole dette per non mostrarsi troppo debole o sentimentale con i figli… se Euridice avesse un maschio, Alessandro rischierebbe sicuramente la vita…

All’improvviso delle guardie del re fermarono il cammino di Alessandro e gli ordinarono di fermarsi e di andare subito dal loro signore; di rimando il principe li cacciò urlando che li avrebbe fatti frustare per la loro insolenza e continuò a camminare come se nulla fosse successo.

I soldati però presero per le braccia la sorella del principe e le ordinarono di seguirli nella stanza del re; Tasmin non riusciva nemmeno a ribellarsi o a urlare, aveva soltanto un’espressione accigliata e preoccupata. Cercò lo sguardo di Alessandro ma lui se n’era già andato via.

Ora basta soldati. I figli del re devono riposarsi, rimanderemo tutto a domattina” All’improvviso Efestione, migliore amico di Alessandro e uno dei soldati più forti dell’esercito, si materializzò a fianco della principessa e il suo sguardo duro e minaccioso bastò ai soldati per convincerli a tirarsi indietro.

Suppongo che dovrei ringraziarvi” mormorò Tasmin rivolgendosi a Efestione.

Andate da vostro fratello, sono sicuro che ha bisogno del vostro supporto” rispose lui semplicemente.

Probabilmente dovresti andarci tu, invece” la principessa gli lanciò un’occhiata che non tralasciava dubbi. Lei sapeva.

E dal suo sguardo pieno di disprezzo e duro Efestione capì che non le piaceva per niente cosa stava succedendo tra lui e Alessandro.

Non rispose alla provocazione e se ne andò, facendo un inchino.

Rimase da sola nel corridoio a pensare cosa lei e il fratello avessero combinato… ci sarebbero state sicuramente delle conseguenze.

Sai…

Ad un tratto Tasmin sentì una voce dietro di lei e sospettò fosse un altro soldato venuto a darle ordini.

Ma quando si girò non era nessuno di questi. Era Cassandro che le stava sorridendo come una canaglia.

Le doti che più ammiro negli uomini, e anche nelle donne talvolta, sono l’ambizione e la sfrontatezza. Ma devo dire che tu Tess superi tutte le mie aspettative”

Sorrideva mentre diceva il suo buffo soprannome e si avvicinò a lei per guardare il suo bel viso.

Tasmin sospirò. Era inutile ordinargli di smetterla con i soprannomi o di parlarle sempre in quel tono informale; ormai tanto c’era abituata e lui non avrebbe mai cambiato il carattere così arrogante e presuntuoso.

Questa volta le doti che dici tu potrebbero costarmi la testa e il mio nome”

Il re era ubriaco fino al midollo stasera, sono sicuro che domattina non si ricorderà più niente”

Tasmin lo guardò negli occhi e per la prima volta gli pose una domanda personale e audace:

Se per caso il re cacciasse me e mio fratello sentiresti la nostra mancanza?”

Lei si avvicinò pericolosamente al suo viso senza indugio o imbarazzo, aspettando una sua risposta.

Di tuo fratello no…” La risposta che sentì era terribilmente seria e Cassandro diminuì ancor di più la distanza fra di loro; Tasmin sentì il suo respiro caldo e delizioso sul suo viso e questo la stordì.

Alla fine riprese il controllo di sé stessa e si allontanò da quelle labbra invitanti che se l’avrebbero baciata in quel momento lei non si sarebbe tirata indietro.

Quei pensieri la sconvolsero.

Cosa vuoi da me Cassandro?” domandò con un fil di voce.

Sentì una risata strozzata.

Non lo capisci?”

Ho delle teorie a riguardo… e nessuna mi alletta” rispose sincera alzando il viso.

Sono sicuro che cambierai idea…” sussurrò con voce profonda.

Si riavvicinò a lei e le sfiorò delicatamente il viso col dorso della mano, e con l’altra le accarezzò saldamente la schiena.

Un brivido le percorse tutto il corpo e dovette resistere con tutte le forze per non cedere, e alla fine scacciò via le sue mani con violenza e gli disse:

Non sono la tua puttana Cassandro e nemmeno una fanciulla ingenua da rigirarti come ti pare per avere un minimo di potere. Se lo vuoi, conquistalo da solo, ma da me non otterrai mai niente”

Dopo aver detto ciò, se ne andò via lungo in corridoi senza mai voltarsi indietro ma perse senza accorgersene la rosa blu che Cassandro le aveva regalato quella sera.

Lui la raccolse da terra e respirò il suo profumo inebriante, sorridendo soddisfatto.

Ma se il re avesse davvero cacciato i suoi due figli maggiori, per lui sarebbe stata la fine dei suoi sogni.

Tuttavia si convinse che il destino non gli avrebbe remato contro questa volta; anzi l’avrebbe riunito nuovamente a lei.

Era una sfida molto allettante e ambiziosa; per questo gli piaceva così tanto.

Sorridendo e tenendo ancora la rosa blu di Tasmin fra le mani, se ne andò nelle sue stanze.

 

FINE CAPITOLO

Perdonate per le inesattezze storiche! Lo so che Alessandro non ha avuto una sorella che si chiamava Tasmin ma gli altri nomi non mi piacevano per niente eheh

Spero che vi sia piaciuto e che leggerete il prossimo capitolo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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