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Autore: ShadowMoonLady    21/12/2011    7 recensioni
Puntata 5X10, travolgente e mozzafiato. cosa succederà adesso? Spero che non vada così, però dovevo scriverla lo stesso.
...E in un minuto, forse il più terribile della mia vita, ricordo ogni cosa. i dubbi, la disperazione, la fuga a casa di Dan, poi la chiamata a Chuck… “Chuck!!” grido con la voce che è tornata in piena forma. Mi alzo di scatto dal lettino semi sdraiato e tento di scendere a terra. L’infermiera cerca di calmarmi “Si fermi, stia ferma...” ma a me non importa niente, niente se non vedere Chuck, il mio Chuck...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Noi due. Per sempre. Chuck & Blair'
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A PRESTO, AMORE

 

Avverto un leggero torpore al braccio destro, e lo muovo per risvegliarlo. Stranamente il movimento è più difficile del solito, avrò dormito in una posizione scomoda.
Dormito? Non mi ricordo di essere andata a dormire. Non mi ricordo nulla delle ultime ventiquattr’ore, se ci penso bene.
Mi gratto un punto del polso che mi da particolarmente fastidio e, con orrore, sento che ho qualcosa all’intero. Apro gli occhi di scatto e mi ritrovo in una camera di ospedale completamente bianca, in un lettino con delle tende intorno. Ho un ago nel braccio che mi rifornisce di Sali e in testa ho delle bende.
Mi porto preoccupata la mano alla pancia.
O no. Cosa sarà successo? Ho compromesso la mia gravidanza?
Cerco di chiamare aiuto, ma dalla mia gola esce solo un verso gracchiante. Fortunatamente un’infermiera sembra sentirlo comunque.
“Signorina Waldorf, fortunatamente si è svegliata. Come va la testa?”
Ha un aria cordiale, con i capelli biondi cotonati,  sulla quarantina. Aggrotto la fronte e le faccio cenno di no con la testa
“Non…” faccio dei colpi di tosse “…ricordo” gracchio.
Lei si avvicina premurosa, e mi porge un bicchiere con dentro una sostanza sciropposa ambrata.
“Tenga questo, riuscirà  a recuperare subito la voce. Come dice? Non ricorda l’incidente in auto?”
E in un minuto, forse il più terribile della mia vita, ricordo ogni cosa. I dubbi, la disperazione, la fuga a casa di Dan, poi la chiamata a Chuck…
“Chuck!” grido con la voce che è tornata in piena forma.
Mi alzo di scatto dal lettino semi sdraiato e tento di scendere a terra. L’infermiera cerca di calmarmi.
“Si fermi, stia ferma...”
Ma a me non importa niente, niente se non vedere Chuck, il mio Chuck.
“Mi lasci andare!! Devo vederlo!” grido mentre mi dimeno.
“Dottore serve aiuto!”
Arrivano altre due infermiere che mi bloccano, e vedo che viene verso di me il dottore, con una siringa in mano.
Io mi dibatto con tutte le forze che ho.
Devo vederlo, devo sapere che sta bene. Devo avere la consapevolezza che potrò sentire ancora la sua mano sulla mia. Le sue dita fra i miei capelli. I suoi baci sulla mia pelle, sulla mia bocca. Devo sapere che potrò ancora sussurrargli le mie paure, in modo che siano solo mie e sue. Devo poter scoprire se sarà un buon padre. Voglio ancora guardarlo negli occhi ed escludere il resto del mondo, perdermi in quei pozzi neri.
Do una spinta più forte delle altre e le infermiere devono mollare la presa, sorprese.
Pensavano che mi fossi arresa, docile all’anestesia del medico.
Credevano che mi sarei lasciata andare a quello che credevano il meglio per me, ma solo Blair Waldorf sa qual è il meglio per lei. E per me il meglio è sempre stato, e sempre sarà Chuck Bass.
Mi stacco a forza l’ago dal braccio e corro via.
Ho il vantaggio di averli presi di sorpresa, quindi qualche minuto. Passo davanti a un corridoio e vedo Serena, Nate, Dan, Rufus e Lily. Quest’ultima sta fra le braccia del marito e piange.
No. NO!
Devo andare da Chuck. Subito.
Svolto a un corridoio deserto, mi chiudo in una camera buia, probabilmente un ufficio,  e riprendo fiato. Dopotutto sono una donna incinta. Ho una fitta di rimpianto. Non ho chiesto neanche come sta la mia bambina.
A un tratto la sento scalciare allegramente, e so che sta bene. Mi  scendono lacrime di gioia. E di dolore. Specialmente di dolore.
Mi rannicchio a terra e nascondo la testa fra le mani.
Come farò adesso? Ora che so che l’unica scelta veramente possibile è Chuck? Come farò ora che so che non  riuscirò mai ad amare davvero nessun altro?
Alzo lentamente il capo. Dopotutto non è detta l’ultima parola.
Mi alzo e prendo un cappotto che sta buttato su una scrivania. Fortunatamente è lungo.
Lo indosso e controllando che non ci sia nessuno vado alla reception.
“Mi scusi, sto cercando Charles Bass, mi può dire dov’è?” chiedo con l’interpretazione migliore che riesco a fare in un momento del genere.
L’infermiere mi guarda per un secondo sospettoso.
“E’ in sala operatoria d’emergenza”, risponde dopo un po’, continuando a scrutarmi.
Una stilettata al cuore, mi appiccico in faccia il sorriso più falso che ho nel mio vasto repertorio.
“Non è che mi potrebbe dire dov’è questa sala?” e mi sporgo sul bancone.
Naturalmente dopo aver dato una lunga occhiate ai miei seni in mostra, lui si decide a parlare.
“Primo piano, prima porta a destra” mi rialzo e continuo la mia messa in scena.
”Grazie tante” e cammino via.
Appena voltato il corridoio mi metto a correre. Cosa non farei per Chuck? Niente, ormai l’ho accurato.
Arrivo all’ascensore e fortunatamente non c’è nessuno. Premo il bottone col numero 1 e crollo a terra.
Ci eravamo appena ritrovati. Chuck aveva appena capito che per lui era lo stesso che il bambino non fosse suo, che lo avrebbe amato quanto ama me. Poi siamo saliti in macchina, nella limousine, dove tutto è iniziato.
Oddio quanto amo quella limo. Mi scappa da ridere.
Quanto amo Chuck. E piango.
Se non fosse stato per i paparazzi. Se non fosse stato per Gossip Girl. Oh si, questa me la pagherà, me la pagherà carissimo quella stronza.
Ha mai fatto qualcosa di buono per noi? Mai. Ma non ha una vita? Io ce l’avevo fino a poco fa.
Se è capitato qualcosa a Chuck, io… credo impazzirò.
Un leggero “dlin” mi fa capire che sono arrivata.
Prima di pensare alla prossima mossa vedo dei dottori che corrono tutti in una direzione e so che è quella che devo prendere.
Corro con loro, e sembrano non accorgersi di  nulla. Per loro è una routine, un qualcosa da nulla. Per me è la corsa della mia vita. Corro e il tempo sembra andare a rallentatore. Corro e ho paura di arrivare. Corro e ho paura del futuro, del presente del passato. Corro e sento che da quello che troverò dipenderanno molte cose, troppe.
Entro in quella saletta illuminata e il tempo rallenta. Si blocca. Tutto si congela. L’unica cosa che vedo è Chuck, disteso su quel lettino, pieno di sangue e tagli, con gli occhi socchiusi.
I dottori attorno a lui lo toccano, iniettano medicinali, tagliano. Ma io guardo i suoi occhi. Guardo Chuck. Quello vero. Senza maschere, cambiamenti, paure. Vedo la sua anima, nuda e cruda. E la trovo bellissima. Nel suo sguardo noto una scintilla. Mi ha riconosciuta. Le sue labbra tagliate mimano una frase
“Ti amo”  
Nei suoi occhi leggo delle scuse e infinita tristezza.
“Non ce la faccio”mi dicono quegli  occhi  “Perdonami” , le labbra si incurvano leggermente, come se volesse farmi un sorriso.
 L’ultimo.
“NOOO!!” grido con tutto il fiato che ho in corpo, grido come se dipendesse dalla mia vita, grido fino a star male, grido perché se non lo faccio potrei esplodere, grido perché il dolore di morire dentro è troppo forte.
I dottori si girano per un secondo, e delle infermiere mi prendono da dietro, mi buttano a terra.
La mia testa chioccia con il pavimento. Il dottore è immobilizzato, sa che una botta del genere mi costerà la vita.
Ma a me non importa. Non più ormai. Non sento più niente. Lo guardo negli occhi, e sono felice, sorrido. Sorride anche lui. Una lacrima gli solca il viso, e cade a terra.
A dopo” mi dice.
La scintilla che abbandona i suoi occhi, un rumore insistente. I dottori che si allarmano. Gli fanno l’elettro shock. 
È troppo tardi, non vedete?
Per un momento sono triste, per la mia bambina, che forse morirà. Forse però la tireranno fuori. Ma se è questo morire, perché no? Saremo tutti insieme. Mi rassereno. Sorrido, chiudo gli occhi.
A presto, amore”
 
 
 
 
IL MIO ANGOLINO
Ciao a tutte! Scusate, chiedo immenso perdono per la tristezza del racconto, sono stata male mentre lo scrivevo, giuro che la mia intenzione era fargli sopravvivere tutti e due, ma poi hanno preso vita ed è andata così… colpa anche della canzone che sto ascoltando, 9 Crimes di Damien Rice. Se per colpa di questa Ff succede davvero qualcosa a Chuck o Blair prometto che farò ammenda corporale. Io sono ancora sconvolta dalla puntata 5X10, che ho visto stamattina. Questo credo sia il mio incubo peggiore. Secondo me invece, nella serie Chuck va in coma ma poi naturalmente si sveglia. Pareri. Spero che vi piaccia comunque

XOXO
M
 

 

  
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