Anime & Manga > Darker than Black
Segui la storia  |      
Autore: Kazimir    22/12/2011    0 recensioni
Kazimir è un uomo diverso da tutti gli altri. Solo, affascinante sia esteriormente che interiormente e allo stesso tempo criptico. Non ama molto circondarsi di persone, infatti è molto egocentrico. Molte cose segneranno la sua esistenza, più di tutte quel diario che porta sempre con sé e che sarà la sua rovina.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una di quelle notti, caro lettore, in cui non puoi far altro che stare chiuso in casa davanti ad un caldo e solare camino, ma lui no. Kazimir era diverso da tutti gli altri. Adorava essere diverso, lo rendeva libero. Ma questo sentimento, questa emozione non bastava, ora, a riscaldare il suo esile e debole corpo. Era tutto infreddolito, aveva persino perso la sensibilità alla gamba sinistra, tanto che se qualcuno gli avesse dato un calcio, molto probabilmente non l'avrebbe neanche avvertito. Or ora si incamminava per il centro, deserto, di Berlino che poteva benissimo essere paragonata alla sua cupa e triste anima. Tutto gli faceva capire che era quasi un estraneo, uno straniero nella sua città; si sentiva come chiuso, circondato, limitato.. Ad ogni vicolo, ogni stradina veniva come sopraffatto da un'improvvisa voglia di evadere, un' irrequietezza assoluta. Si notava anche a lunghe distanze che era agitato: i nervi delle mani iniziavano ad irrigidirsi, rendendolo ridicolo, quasi un mostro agli occhi della gente. Lui era sempre stato ridicolo. Non gliene importava neanche più di ciò che la gente pensava di lui. Ora era in balia solo del suo essere... Il nostro grande uomo, improvvisamente scorse un'anima pia, come era solito sempre dire. Era Hilderich Ivanoivich, un suo vecchio compagno del liceo. Uno dei più odiati( invidiati) da Kazimir per la sua assillante sopravvalutazione e soprattutto per il suo agire, sempre. Kazimir si vide quasi devastato da tutto ciò che costituiva quell'essere incapace e totalmente inadeguato. La sua inquieta mente decise, senza preavviso, di proporre un leggero “gioco di sguardi” per dimostrare chi dei due fosse il migliore. Per dimostrare, ancora una volta, che Hilderich esisteva a differenza di Kazimir. Ahimè quella mente procurava amari dolori al nostro uomo! Ma ecco, immediatamente arrivare Hilderich nella stessa direzione di Kazimir. Tutto gli successe in un attimo: Kazimir rallentò solennemente il passo perché voleva provare un lento piacere nel guardare dritto nelle pupille quello stupido; però, essendo stato preso da forte adrenalina, non si accorse che Hilderich camminava a testa bassa come un cucciolo appena bastonato. Nel momento in cui sgranò i suoi rabbiosi occhi, si accorse di tutto. Hilderich non aveva alcun interesse per lui. Quella sensazione così devastante lo squilibrò totalmente, lui aveva vinto comunque. Nel suo “perdere”, aveva vinto. Gli venne in mente d'un tratto una frase alla quale non aveva dato tanta importanza, tratta dal libro “Racconti del Terrore di Poe”: “ Tu hai vinto ed io cedo. Ma tu pure; da questo momento sei morto, sei morto al Mondo, al Cielo, alla Speranza! In me tu esistevi- e ora nella mia mente, in questa mia immagine che è tua, guarda come hai definitivamente assassinato te stesso.” Solo ora riusciva ad interpretarne il vero significato, solo ora dopo tanti lunghi anni. Cadde in un profondo oblio, corse a casa. Non saprei descrivere il suo appartamento: era strano, particolare. Vi erano libri da per tutto. Sui comodini, sul letto e persino sui fornelli della cucina. Tutti quei libri gli facevano proprio bene. Era capace di divorarsene uno ogni due giorni e qualche volte anche in uno. Che essere strano. Più di tutti però, amava scrivere. Scriveva di ogni cosa che gli passava per la sua immonda testa. A volte dicevano si sedeva a quel tavolino difronte alla finestra e scriveva, scriveva, scriveva... Mente lo faceva non aveva alcun interesse del mondo esterno; Gli bastavano una penna, un foglio, un buon libro e una bottiglia di Vodka per sopravvivere. Nonostante questo, i suoi dubbi, le sue paure, le sue ossessioni restavano lì, nella sua mente; Facendolo fremere tutta la notte. Quel giorno successe che decise di scrivere così, di punto in bianco, uno suo diario. Si accomodò al solito tavolino e scrisse tutto ciò che questo mondo non poteva comprendere. Perché lui era superiore e nessuno l'aveva ancora capito.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Darker than Black / Vai alla pagina dell'autore: Kazimir