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Autore: cmonjawaad    22/12/2011    8 recensioni
Lizzie, una diciassettenne, decide di trasferirsi dopo il divorzio dei suoi.
Nuova città, nuova scuola, nuova casa, nuovi amici, nuovi amori e nuovi guai.
«I knew I had to get you whatever the pain, I had to take you and make you mine.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 « Lì, Mia... divorziamo. » -Furono queste le parole che mia mamma ci disse quella sera del 30 Agosto. 


Eravamo tutti e quattro seduti attorno al tavolo della cucina, avevamo appena finito di cenare. 
Non era stata la solita cena, questa volta c'era anche mio padre, solitamente eravamo io, mia mamma e Mia;
in quanto mio padre lavorava all'estero e si spostava spesso, lo vedevamo regolarmente due settimane ogni due mesi. La prossima tappa sarebbe stata l'Inghilterra.
Quando sentii quelle parole tutti i pensieri, tutte le mie preoccupazioni di quella lunga estate si rivelarono esatti.
Sapevo che c'era qualcosa che non andava, lo sapevo da un pezzo. 
Mia mamma era sempre nervosa nell'ultimo periodo, aveva anche cambiato completamente i suoi capelli, era passata da un castano appena tendente al rosso ad un rosso più scuro e li aveva tagliati almeno otto centimetri ora non le coprivano nemmeno tutto il collo.
Senza considerare che ultimamente si chiudeva in bagno e si sentivano dei singhiozzi seguiti da un colpo di tosse, non osavo chiederle che avesse, sapevo che mi avrebbe risposto sgarbatamente.
Mia mamma era una tipa forte ed io le assomigliavo in questo, a lei non piaceva molto aprirsi completamente con qualcuno, né tanto meno piangere davanti ad una qualunque pinca pallina per poi farsi consolare; 
lei piangeva la notte, bagnava il cuscino, asciugava le lacrime poi si svegliava pronta a cominciare una nuova giornata.
Ed io non facevo diversamente.
Mia invece era più sensibile, più ottimista di me, forse, quindi non si aspettava mai il peggio dalla vita, ma la vita non è mai come ci si aspetta che sia, bisogna sperare il meglio ma aspettarsi solo il peggio, anzi forse non bisognerebbe nemmeno sperare.
Beh, io per tutta risposta dissi 
 « Ok. Bene. Lo sapevo, o meglio lo sentivo. »
Mia invece iniziò a piangere, non se lo aspettava e ovviamente io non le avevo detto nulla riguardo a un messaggio in cui mia mamma diceva a mio padre che aveva paura di dirci cosa succedeva, ed io immaginai il peggio ovviamente, ma le avrei solo provocato ore d’insonnia senza un reale motivo visto che non ero sicura del significato, del motivo di quella preoccupazione.
Mio padre non disse nulla, mia madre cercava di consolare mia sorella, io mi alzai e andai a dormire. 
Il motivo del divorzio lo capivo anche da sola, uno dei due aveva tradito l'altro, possibilmente mio padre.

Adesso il problema era scegliere, che fare della mia vita, stravolgerla o lasciarla così com'era? 
Italia o Inghilterra? In quel paesino del sud o chissà in quale meravigliosa città?
Misi le cuffie, e mi addormentai così, raccontando tutto il mio dolore ad uno stupido essere inanimato che si trovava sotto la mia testa e mi teneva compagnia ogni sera.

La mattina mi svegliai alle otto, non avevo dormito molto;
Guardai le camere: Mia dormiva, o almeno così sembrava; Mia mamma era in camera sua, non osai aprire la porta. 
E mio padre? Cazzo, se n'era andato. Le sue cose non c'erano, lui non c'era. Cercai in bagno se c'erano le sue cose, ma niente. Niente dopobarba, niente lamette, niente profumo, niente di niente. 
Mi sedetti sullo scalino del bagno e iniziarono a scendermi le lacrime.
Alzai la testa e c'era mia mamma a guardarmi, mi alzai e l'abbracciai.
Io ero innamorata di mio padre, lo ero stata da piccola e lo ero ancora, lo adoravo, certo non era il tipo di padre che si poteva definire "modello", almeno non più, lo era stato fino ai miei dieci anni, poi aveva iniziato a spostarsi per lavoro e si faceva sentire sempre di meno, ma mi mancava ogni istante della mia esistenza, ero la sua piccolina, io e lui avevamo qualcosa di speciale a legarci, era diverso rispetto al legame tra lui e Mia, non che non le volesse bene, ma io ho sempre saputo o me ne ero convinta che mi preferisse almeno di un briciolo.
E mia mamma sapeva quanto ci tenessi.
Il resto della giornata passò lentamente, tutti per i fatti nostri, non ci rivolgemmo la parola, né tanto meno pranzammo.
Io mi limitai a farmi un panino, leggere, stare al pc e sgranocchiare patatine, tutto ciò con le cuffie alle orecchie.

Adoravo la musica, mi aiutava a riflettere e a rilassarmi. Era come una scappatoia dal mondo.

-

 

Era iniziata la scuola da un mese circa.
Le cose erano parecchio diverse dall'anno precedente;
Specialmente con Sofia, la mia migliore amica, o almeno credo.
Era da un pezzo che tutto andava per il verso sbagliato;
Con Sofia i rapporti diventavano sempre più freddi, era un processo che non riuscivamo a bloccare.
Poi lei aveva Claudia, era una ragazzina bassina e robusta, capelli lunghi e castani e occhi neri... si conoscevano da quando erano piccole, avevano un bel rapporto e nell'ultimo mese si era fatto ancora più stretto. E io non potevo fare a meno di esserne gelosa, la conoscevo dalle elementari e avevo fatto di lei il centro della mia esistenza, avevo qualche amica, certamente, ma nessuna era paragonabile a lei in fatto di importanza.
Io le avevo fatto capire più volte quanto tenessi a lei, ma era come se lei non mi volesse ascoltare e intanto mi faceva stare sempre peggio.
Si stava finendo tutto, in un certo senso. 
Forse si era stancata di me, daltronde erano quasi dieci anni che mi sopportava, dovevo aspettarmelo.
Eppure non ho mai voluto che il nostro rapporto cambiasse e perciò non mi ero preparata ad essere abbandonata, rimpiazzata... dimenticata, diciamo.
Quindi ora che lei se ne stava andando, una buona parte della mia vita era andata a puttane, tutto tempo perso.
Avevo un'altra amica stretta qualche tempo prima, ma l'avevo trovata a pomiciare con il mio ragazzo... ma questa è un'altra storia.
Sì, sono davvero brava a trovare le amiche.
Negli ultimi mesi la mia vita era precipitata e io dovevo mettere un freno a questa caduta.
Il freno sarebbe stato cambiate vita, lasciare tutto quel caos lì, in quella città, e andare da qualche altra parte.
Cambiare pagina. O meglio... "quaderno". 
Così un giorno mi alzai dal letto, era una domenica di fine Ottobre, e con gli occhi gonfi ancora con la matita della sera prima, sbavata, i capelli arruffati e il pigiama feci due caffé, ne diedi uno a mia mamma e le dissi di ascoltarmi. 

-Ehi ma'. Sono giunta a una decisione, abbastanza drastica. Sai quest'ultimo periodo non è stato buono per nessuno, prima il divorzio che ci ha sconvolte tutte, Mia soprattutto, ora fuma anche di più, io lo immaginavo, cioé avevo letto un messaggio...
-Lizzie...
-No, mamma, lasciami finire... quando me ne avete dato la conferma mi è crollato il mondo addosso, non sembrava, magari a papà l'ho potuto nascondere, ma tu mi conosci e sai che faccio finta di essere forte, che mi posso tenere tutto dentro ma prima o poi esplodo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il fatto che il rapporto con Sofia sta andando in pezzi- mi asciugai una lacrima- e quel cretino di Andrea ha baciato quella, scusando il termine, troia. -sorridemmo.
-Va bene, ho capito, in conclusione... vuoi trasferirti? Andare da tuo padre? Vai. Se ti farà stare bene, sarai sempre la benvenuta qui, tesoro.
-Sì, mamma, voglio cambiare aria, non so che fare qui, voglio cercare qualcosa che mi faccia ridere, che mi renda felice e so che qui non c'è più niente per me.

Ci abbracciammo, poi inviai un'e-mail a mio padre:

Ehi, pa', come va? 
Qui va tutto a rotoli, la mia vita più che altro.
Ho deciso una cosa, ho deciso di trasferirmi, lì, da te, ne ho appena parlato con la mamma. 
Ma avrei un desiderio... vorrei vivere da sola, o per lo meno, non nella tua casa, magari un appartamento con altre ragazze, mi sentirei più libera.
A te andrebbe bene? Aspetta... ma dove stai lavorando?
Ti voglio bene e mi manchi, aspetto una risposta, baci.
La tua piccola.:)



Bene, avevo preso la mia decisione e non l'avrei cambiata.
Magari non avrei passato tutta la vita lì, magari solo un'annetto, o fino all'estate. Quanto bastava per dimenticare un po'.
Ora dovevo parlare con Sofia, Mia e la preside.
A Mia lo dissi il pomeriggio. 
Eravamo sorelle, la sua reazione fu normale, voleva il meglio per me, mi sarebbe mancata davvero tanto, nonostante passavamo più tempo a litigare che a fare altro la adoravo, ma io DOVEVO andarmene da lì.

La sera mi addormentai più serena, sarei andata in Inghilterra. Che bellezza.





Ehi lettore, grazie per avermi dedicato un po' di tempo.:3
Sono una ragazza, ovviamente, mi rivedo molto in Lizzie,
 
Ehi lettore, grazie per avermi dedicato un po' di tempo.:3
 
Sono una ragazza, ovviamente, mi rivedo molto in Lizzie, ma non completamente;
 
Ehm... vi sarei grata di qualche recenzione,
 
è la prima volta che scrivo qualcosa, solitamente sto al vostro posto, 
quindi non so vorrei sapere che ne pensate... Anche una critica costruttiva.
 
Ah, i one direction arriveranno presto, tranquilli;)
 
Stolemyheartx

 

  
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