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Autore: Rota    23/12/2011    0 recensioni
Qualcuno tra loro aveva detto che fosse molto romantico, tutto quello - qualcuno che in realtà stava cercando, con tutte le proprie forze, di nascondere l'incredibile drammaticità della situazione in maniera assurdamente fuori da ogni logica. D'altronde, Raiko Shimizu era solito alle stranezze di quel tipo, ma di sicuro non poteva dire di essere abituato a cenare a lume di candela. Anche perché con tutto quello che era successo non erano ancora riusciti a farsi attaccare luce e gas, quindi da quando si erano stanziati in casa si lavavano in fretta e in fretta mangiavano.
E se fosse stato solo per quel particolare non sarebbe stato certo la fine del mondo, peccato solo che il giovane uomo dovesse spartire la sorte e il poco cibo disponibile con una sorella minore alquanto isterica e un pseudo- fidanzato altrettanto isterico, che si stavano giustamente litigando la colpa di tutto intanto che la cena si freddava davanti ai loro nasi.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gau Meguro, Raikō Shimizu, Raimei Shimizu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: Rota
*Titolo: Normale felicità
*Fandom: Nabari no Ou
*Personaggi: Raiko Shimizu, Raimei Shimizu, Gau Meguro
*Genere: Commedia, Generale
*Avvertimenti: What if…?, cenni di Shonen ai, One shot
*Rating: Verde
*Challange: Questa fanfic partecipa alla Challange Natalizia indetta da Fan World (L)
*Pacco regalo/Prompt: Pacco grigio/ Candela, "Io quella roba non la mangio"
*Note autore: ... a me è parso di capire, leggendo l'ultimo capitolo del manga, che alla fine Raiko, Gau e Raimei andassero a vivere assieme - tutti appassionatamente - a Banten, una volta terminati "alcuni lavori". Insomma, la fantasia è volata rapida a quel punto (L)





Qualcuno tra loro aveva detto che fosse molto romantico, tutto quello - qualcuno che in realtà stava cercando, con tutte le proprie forze, di nascondere l'incredibile drammaticità della situazione in maniera assurdamente fuori da ogni logica. D'altronde, Raiko Shimizu era solito alle stranezze di quel tipo, ma di sicuro non poteva dire di essere abituato a cenare a lume di candela. Anche perché con tutto quello che era successo non erano ancora riusciti a farsi attaccare luce e gas, quindi da quando si erano stanziati in casa si lavavano in fretta e in fretta mangiavano.
E se fosse stato solo per quel particolare non sarebbe stato certo la fine del mondo, peccato solo che il giovane uomo dovesse spartire la sorte e il poco cibo disponibile con una sorella minore alquanto isterica e un pseudo- fidanzato altrettanto isterico, che si stavano giustamente litigando la colpa di tutto intanto che la cena si freddava davanti ai loro nasi.
Lui ormai era abituato ai fagioli in scatola, alle pappette pronte in cinque minuti, al sushi pre- confezionato di scarsa qualità che si trovava solo in supermercati poco raccomandabili: per lui il cibo era comunque cibo e non si sarebbe sognato di avanzare critiche dal momento che non era lui a cucinare e Gau sapeva usare insaporitori e spezie varie in un modo tale da far sembrare tutto addirittura buono. Insomma, non vedeva davvero il motivo di tanto attrito nell'aria.
Portando un nuovo boccone alla bocca, vide Gau sbracciarsi concitato e indicare lui e cosa si trovava tra le sue mani - non che ci desse troppa attenzione ma pareva che Meguro lo stesse usando per sostenere la propria tesi, quasi lui fosse una prova credibile. Nondimeno, Raimei fu abbastanza perfida da far notare subito dopo quanto poco Raiko potesse essere preso come classico esempio di "persona normalmente raccomandabile", appunto.
Raiko non era mai stato una persona molto agile mentalmente e intuitiva, aveva bisogno dei suoi tempi per arrivare a certe conclusioni e se li prendeva con tutta la calma e la tranquillità del mondo, senza porsi alcun problema di sorta. Tuttavia, nel momento in cui la conversazione tra i suoi due commensali arrivò a un'ottava tale che lui dovette strizzare gli occhi e cominciare a guardarli preoccupato, una vocina interiore gli suggerì che quello a cui stava assistendo non era che il risultato di una serie di piccole cose.
Cinque giorni erano passati da quando erano arrivati, tutti e tra, in quella casa. Cinque giorni: meno di una settimana. Gli impegni che avevano da sbrigare in qualità di unici membri della famiglia Shimizu li tenevano impegnati e non poco, però erano riusciti a trovare materassi e coperte per dormire, stoviglie e pentole per cucinare, il minimo indispensabile per ricominciare daccapo una nuova vita. Come animali solitari che dopo una vita passata in solitudine forzata e voluta si devono abituare l'uno all'altro per questioni spicce di accoppiamento, così avevano cominciato da subito a comportarsi anche loro. Raiko e Raimei conservavano dentro l'animo quel briciolo di nobiltà che li rendeva distanti dalle cose terrene e materiali, da quella superficialità di cui si occupava benissimo il resto dell'umanità. Ma Raiko era fin troppo indifferente, mentre Raimei, imbarbarita dal contatto con quel resto dell'umanità tanto barbaro, avevano dimenticato cosa significasse convivere sotto lo stesso tetto - e Gau non aiutava certo nel processo.
Se Raiko non aveva il minimo riguardo nei confronti della femminilità della sorella, senza quindi lasciarle il giusto spazio intimo per sé stessa, Raimei si indispettiva per un nonnnulla e gli dava contro anche per delle bazzeccole incredibili - e Gau se la prendeva con lei nel momento stesso in cui la ragazza si metteva contro il fratello.
Se Raimei riusciva a lamentarsi di ogni singolo aspetto che possedeva delle pecche, in maniera anche impietosa e maliziosa, Raiko la stuzzicava di tanto in tanto facendole notare che la sua incapacità nelle faccende domestiche certo non avrebbe aiutato in alcun modo a migliorare la faccenda - e Gau gli dava man forte sottolineando il concetto più e più volte.
Gau, in quel preciso frangente, aveva solo preso le sue veci e si era comportato di conseguenza.
Si arrivò a un punto tale che la ragazza sbatté a terra il proprio piatto mezzo vuoto, freddo e desolato, e sbottò una frase decisamente poco carina che includeva una quantità di disprezzo incredibile e tutta la cattiveria di cui lei era capace in quel momento.
-Io quella roba non la mangio!-
Gau non ci impiegò molto a risponderle per le rime, arrabbiandosi ancora di più.
Eppure, avevano molto fantasticato su quanto fosse stato bello possedere una casa dove vivere tutti assieme, ancora quando Miharu era il re di Nabari. Raimei ci aveva pensato spesso - aveva trovato il tempo, tra una battaglia e l'altra, di concedersi pochi secondi ogni giorno per fantasticare su un futuro da costruire tutti assieme. Come aveva ritrovato la pace con l'unico membro vivente della sua famiglia, come sempre aveva agito perché ogni guerra e ogni discordia fossero nulla all'interno del suo mondo, allora aveva anche sognato ciò per cui combatteva: un futuro sereno. E l'aveva raggiunto, con sudore e sangue, con sacrifici e lacrime era riuscita ad arrivare alla meta. Era decisamente amara quella fine, quasi la ragazza non si meritasse altro. Raiko era uguale a lei, perché era normale per un ragazzo come lui desiderare un tetto sopra la testa e una vita da poter condividere in serenità con le poche persone che amava in maniera sincera e devota, il fidanzato e la sorella. Che quella fosse la "normalità" suonava decisamente ironico.
Persino la quotidianità sembrava una cosa difficile da conquistarsi, insidiosa come un nemico mortale contro cui puntare la propria spada.
Raiko notò, però, che mentre lui faceva volare di qua e di là il pensiero, riempiendosi di tristezza e inquietudine, tra i due contendenti era quindi calato il silenzio, e che Raimei e Gau si limitavano a guardarsi in cagnesco, spossati e ansanti. Fu un commento di troppo a far girare loro la testa nella sua direzione, quasi si ricordassero solo a quel punto della sua presenza. Si guardarono in tre senza dire una parola per diverso tempo, studiandosi e osservandosi a vicenda.
Raimei fu la prima, perché più portata alla spontaneità genuina. Gau il secondo perché aveva tanto nervosismo da sfogare. Raiko il terzo perché alla fin fine non era poi un brutto personaggio neppure lui.
Risero di gusto per alcuni minuti, liberandosi di ogni astio che avevano accumulato in corpo e unendosi, per la prima volta, attorno a un'unica emozione.
Non ripresero a mangiare, onde evitare altre discussioni, però parlarono, parlarono per tutta la serata - finché le candele riuscirono a fare luce nella stanza.
Era probabile che Raiko e Gau avrebbero impiegato ancora diverso tempo per abituarsi ad avere una ragazza in casa esattamente come Raimei avrebbe impiegato diverso tempo ad abituarsi a loro e alla loro intimità di coppia. Però quello era il loro inizio. Goffo, maldestro, litigioso.
L'inizio di una famiglia normale votata alla normale felicità.
   
 
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