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Autore: _Luna_    23/12/2011    21 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction su Sherlock Holmes... è nata dopo aver visto il secondo film, spero vi piaccia! {SPOILER} Se non avete visto il film, non leggetela, vi rovinereste la sorpresa!
Dalla storia:
« E’ un buon osservatore, Moriarty. Anche se tu, alla fin fine, non sei tanto complicato » lo osservò con un certo compiacimento « era più semplice batterti sfruttando le tue debolezze, non credi? »
Grugnì per il dolore « Quali debolezze? »
« Chiamala semplicemente Irene, la tua debolezza » sorrise, accarezzandolo nuovamente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Strinse il fazzoletto bianco macchiato di sangue. Poteva ancora sentirne l'odore, così chiuse gli occhi. Tubercolosi fulminante… o meglio, avvelenata. Alla fine, lei era caduta, schiacciata dai legami che lei stessa aveva creato. Il mondo in cui aveva scelto di vivere l’aveva condannata già in partenza. Non era stata abbastanza forte, non aveva saputo destreggiarsi tra le persone subdole di cui si era circondata. Aveva pagato il suo sbaglio
No. Si disse. Non è caduta.
Adesso era lui a cadere nell’errore.
Irene non cadeva. Non si sarebbe fatta sottomettere. E si sarebbe messa a ridere se l’avesse visto piangere per lei. Doveva essere forte, accettare la sua morte, capire e renderla reale.
Gettò il fazzoletto verso il mare. Non avrebbe dovuto ancorarsi alle sue debolezze. Era morta. Non c’era più niente da fare. Non avrebbe più visto il suo enigmatico ed elusivo sorriso. Era l’unico avversario che, fino ad allora, era riuscito a vincerlo con astuzia e furbizia.
Il fazzoletto svolazzava per l’aria, poi si posò lentamente sull’acqua, impregnandosi e cambiando colore. La lettera A non era più visibile. Irene se ne era andata, affondata e inerme come il suo fazzoletto.
Se ne era andata.
L’aveva lasciato.
Non c’era più.
 
 

• • •

 
 
 
Qualunque cosa avesse fatto, avrebbe perso. La ferita era già dolorante, la rabbia di Moriarty non era comparabile al dolore. Se solo avesse premuto sulla spalla, avrebbe avuto la meglio senza molto sforzo.
 
Prese il fiammifero.
 
Non c’era tempo per riflettere ma tutte le soluzioni portavano ad un’unica inevitabile fine. Inutile opporsi. Aveva fallito esattamente come Irene. La ragione era dalla sua parte: Moriarty era infinitamente più subdolo e aveva giocato bene le sue carte. Non era bastata tutta la sua intelligenza e la sua furbizia a contrastare la mente sadica del professore. Bisognava dire che era stato bravo. Era riuscito a muoverla come una marionetta e ora aveva deciso di tagliare i fili.
 
Accese la pipa, sorridendo.
 
In una manciata di secondi, soffiò nella sua stessa pipa e il professore fu costretto a coprirsi gli occhi. Non aveva pensato all’effetto sorpresa e forse poteva contare su quello per avere qualche vantaggio. Si scambiarono un paio di colpi ma, proprio come aveva previsto, Moriarty colpì più volte alla spalla, sorridendo crudelmente. Si avvicinarono di più al parapetto, stava per buttarlo giù con molta facilità. Sentiva già il vuoto dietro di sé.
« No! » non era Watson, anche se lui giunse qualche secondo dopo « No! » era una voce più calda e familiare, sebbene un po’ più cupa del solito
 
Il vuoto li aspettava.

 
Strinse la mano bramosa, madida di sudore. Pareva averlo salvato dall’inesistenza, solo l’omicida continuava a cadere, gridando orribilmente.
« Tieniti forte » gridò la voce, dall’alto. Alzò la testa e la vide: vestita da uomo, con i capelli raccolti e qualche boccolo indisciplinato che uscita. Era viva, era lì. Era la sua mano a tenerlo. Riconobbe il suo profumo, assaporandolo e riempiendosi l’anima.  Insieme a Watson, lo tirarono su e lo misero a sedere vicino al tavolo con la scacchiera. I Bianchi avevano vinto.
Watson si schiarì la voce, in imbarazzo, e, mentre medicava le ferite, rivolse un’occhiata veloce alla nuova arrivata e poi al suo amico. Lei sorrideva, accarezzandogli i capelli « Sei qui per qualche marito o in visita turistica? »  bofonchiò lui, scostando un po’ la testa.
« No, gioielli » Irene fece l’occhiolino, continuando a sorridere. Cacciò il fazzoletto dalla tasca destra del pantalone « Pensavo avresti trattato meglio le mie cose »
« Pensavo non tenessi alle tue cose »
« Ero anche io, sul battello, a sorvegliarti »
« Ma come… perché »
« E’ un buon osservatore, Moriarty. Anche se tu, alla fin fine, non sei tanto complicato » lo osservò con un certo compiacimento « era più semplice batterti sfruttando le tue debolezze, non credi? »
Grugnì per il dolore « Quali debolezze? » 
« Chiamala semplicemente Irene, la tua debolezza » sorrise, accarezzandolo nuovamente « Non sono venuta al Savoy perché sapevo che voleva sbarazzarsi di te ma ti ho seguito »
« Già, è sempre stato il tuo problema » ghignò, non riuscendo ad esternare, ancora una volta, i suoi sentimenti.
Watson decise che era il momento giusto per andarsene « Vado… vado a vedere come sta la nostra amica » disse, per lasciarli soli. Forse non morirà solo, Holmes, faccia una sforzo. Diteglielo.Pensò, rivolgendosi all’amico. Non era destinato a rimanere da solo. Non se lo meritava. Non necessariamente.
« E così… non sei morta »
« E così… baciami per una buona volta! »
Si avvicinò velocemente a lei, incurante delle ferite « Niente scherzi? » disse, prima di prenderla tra le braccia.
« Niente scherzi » promise Irene, baciandolo per prima.
Tennero le labbra unite in un bacio a lungo, ma all’improvviso, lei si allontanò « Sei troppo lento, Sherlock. Prova a prendermi » con uno scatto fulmineo aprì la porta e rientrò in sala. Le concesse un vantaggio di dieci secondi. Se anche non l’avesse rivista quella sera, sapeva che l’avrebbe ritrovata. Sempre.
La partita era riaperta.


N.d.A. Ciao anima buona e misericordiosa che ha voluto leggere questa storia! Lo ammetto: shippo loro due, ma anche Watson e Holmes mi piacciono parecchio :D Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi e mi scuso per qualche errore che può capitare ( scrivo a mano e poi riscrivo a computer xD ). Non so se avete notato: ho voluto riutilizzare le stesse lettere iniziali delle parole all'inizio e alla fine per due frasi, per evidenziare il confronto. Se vi è piaciuta questa storia, vi consiglio una mia nuova one-shot, sempre su questa coppia, si chiama "Non vede quello che cerca".Ok, ora vi lascio u.u Siate gentili e lasciate una recensione! Alla prossima! Un'ultima cosa, se siete fans della coppia Holmes/Watson, vi consiglio la mia nuova fanfiction: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=909520&i=1
_Luna_

   
 
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