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Autore: ShadowMoonLady    23/12/2011    9 recensioni
...Ti misi a cavalcioni su di me, sempre con quell’espressione seria che mi fece scappare una risata. Pensai che i miei baci ti avessero fatto venir voglia di qualcosa di più e mi sporsi verso di te, ma tu mi misi due dita sulle labbra. “La prima volta che mi hai visto” dissi. Mi confusi, non me l’aspettavo proprio. “Co-cosa?” chiesi. Tu hai fatto un gesto scocciato con la mano “Rispondi alla domanda” sembravi un po’ folle, ma a me piaceva la tua follia e ti accontentai, come sempre “Vuoi che ti racconti com’è stato per me?” tu hai annuito....
Tante prime volte di Blair e Chuck, dal punto di vista di quest'ultimo
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Noi due. Per sempre. Chuck & Blair'
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THE FIRST TIME
 
 Eravamo seduti sul tappeto di lana del mio chalet di montagna, una vacanza fuori dal mondo, per essere solo noi due. Il camino scricchiolava allegramente ed era l’unica fonte di luce, alla finestra un mondo innevato e purissimo, che non apparteneva a quell’atmosfera calda, ma rendeva il tutto immensamente romantico. Tu stavi seduta sulle mie gambe, e giocavi con la mia mano. Io sorseggiavo un Martini e ti fissavo rapita. Come fai a sembrarmi ogni volta più bella? Sembravi una bambina, intenta a cercare qualcosa che evidentemente non riuscivi a trovare, con la fronte corrugata e le labbra schiuse, ancora gonfie per i baci di poco prima. Il fuoco illuminava timidamente il tuo volto perfetto incorniciato dalla tua chioma mogano, ancora scompigliata. Ti scostai i capelli dal collo, e ci posai tanti piccoli baci. Era tutto così perfetto. Noi, nel nostro silenzio, non avevamo bisogno di nulla. Improvvisamente, come se dovessi placare dei tuoi dubbi per risolvere un rompicapo molto importante, ti giri. La mano aveva perso di ogni importanza. Ti misi a cavalcioni su di me, sempre con quell’espressione seria che mi fece scappare una risata. Pensai che i miei baci ti avessero fatto venir voglia di qualcosa di più e mi sporsi verso di te, ma tu mi misi due dita sulle labbra. “La prima volta che mi hai visto” dissi. Mi confusi, non me l’aspettavo proprio. “Co-cosa?” chiesi. Tu hai fatto un gesto scocciato con la mano “Rispondi alla domanda” sembravi un po’ folle, ma a me piaceva la tua follia e ti accontentai, come sempre “Vuoi che ti racconti com’è stato per me?” tu hai annuito. “La prima volta che ti vidi… Ah, si, quel momento non lo scorderò mai. Credo era l’estate del 1995. Avremo avuto si e no 4 anni. Sai è passato molto tempo ma è incredibile come certe cose non si dimenticano. Ma forse eravamo già destinati allora, chissà” quando hai visto che avevo intenzione di raccontare ti sei rilassata e  ti sei spostata al mio fianco, sotto al mio braccio, con la testa sulla mia spalla. Ti sorrisi. “Credo eravamo a una qualche festa, molto più probabilmente a una sfilata all’aperto di tua madre. Mio padre era stato invitato, come esponente di livello qual era. Naturalmente c’era anche Nate. Ora che ci penso non mi ricordo quando l’ho conosciuto… non mi sorprenderei se avessimo imparato a camminare sorreggendoci a vicenda, mentre i nostri padri erano a qualche riunione. Comunque mi ricordo che mio papà mi aveva lasciato il permesso di andare a giocare in giardino con gli altri bambini, a patto che non mi sporcassi. Ricordo che giocai ai pistoleri con Nate, in questo prato verde e che a un tratto inciampai su una bambina… dai bellissimi boccoli scuri, le labbra rosse a cuore e la pelle di porcellana. Sembrava una bambola. E si comportava da bambola. Ricordo che mi è dispiaciuto far cadere quella bambina, che quando si alzò da terra aveva gli occhioni pieni di lacrime e volevo fare la pace. Così gli diedi la manina, lei però si lamentò che gli avevo rovinato il vestitino e mi buttò a terra” Blair nel frattempo stava ridacchiando, forse memore del misfatto “io allora mi arrabbiai perché mi aveva sporcato e non volevo deludere mio papà, così ributtai a terra quella bambina e mi gettai addosso a lei. Iniziammo a tirarci i capelli e a darci pizzicotti. Poi arrivo il Gran Cavaliere Nate che salvò la damigella in pericolo, tirandomi via e prendendo la manina di questa bellissima bambina, che gli fece un sorrisone. Chiesi a questa bambina come si chiamava, e disse “Blair Waldorf” tutta altezzosa. Ancora ricordo che ti dissi il mio nome e ti dissi che mi stavi antipatica. Un po’ mi vergognavo perché ti trovavo una bella bimba. Poi la sera mio papà mi diede un bel po’ di schiaffi, perché mi ero sporcato. Un bambino di 4 anni al parco…” mi persi nei miei pensieri. Dopo un po’ mi accorsi che mi stavi fissando, e mi riscossi. “La prima volta che hai capito eravamo amici” dissi. Ghignai. Questo gioco mi stava piacendo “vediamo un po’… ci sono. Avevamo 8 anni. Eravamo usciti da scuola ed ero molto triste  perché la mia badante mi aveva detto che mio padre non ci sarebbe stato per il  mio nono compleanno. Allora tu mi venisti in contro e dissi “Bass, perché quel muso lungo? Ti ha picchiato un bimbo di 4 anni? Non c’è niente di cui vergognarsi, era sicuramente più forte di te” io non dissi niente e andai per la mia strada. Poi tu venisti più seria e mi chiesi qual era il problema, io te lo raccontai e tu decidesti che l’avresti organizzata tu la festa. Hai preparato tutto il soggiorno di casa tua  con tanti addobbi e hai comprato del gelato, con non so quali soldi, e hai invitato dei compagni di classe. Credo sia stato uno dei compleanni più belli.” Finì “altro?” le chiesi con un sopracciglio inarcato. Sorrise, evidentemente si stava divertendo anche lei. “ La prima volta che… mi hai trovati bella” chiesi con dolcezza “Bella o sexy? Specifica Blair” dissi con malizia. Mi hai dato un delicatissimo pugno al braccio. “Direi prima sexy, voglio vedere se riesci a restare nel decente” “Bene, la prima volta che ti trovai sexy… Sicuramente al Victrola, ma prima… Giusto! Come ho fatto a scordarmene? Era il 2 anno alla Constance, venisti a casa mia dicendomi che c’era una ragazza di cui dovevi vendicarmi. Organizzammo un ottimo piano, da mettere in atto la sera dopo per la festa di Catherine McFarren, mi sembra si chiamasse. Quella sera, messo in atto il piano, la ragazza era piangente, umiliata fino all’ultimo ed era caduta in mezzo alla sala piangendo. Tu la guardavi dall’alto sprezzante con un sorrisetto diabolico sulle labbra. Eri… fantastica. Capelli sciolti e selvaggi, rossetto rosso, vestito nero con uno scollo profondo attillato e corto con dei tacchi neri da 15 cm, come minimo. Eri spettacolare. E sapere che era stato anche merito mio renderti così… ti sarei saltata addosso in quel preciso istante, e non ti dico cosa ho pensato perché sono un signore” le ho detto con un sorriso lascivo dipinto in faccia. Ma io lo adoravo, perché c’era solo un modo per togliermelo e lei appunto l’ha utilizzato. Si è avvicinata e mi ha baciato con passione. Ho preso la palla al balzo e ci siamo distesi per terra, lei sopra di me. Quando stavo per ribaltare la posizione si è fermata. L’ho guardata con un sorriso di rimprovero. Ha ghignato, contenta come sempre di avermi in pugno. “E ora… la prima volta che mi hai trovato bella” disse, ancora sopra di me, puntellando i gomiti sul mio petto per alzare la testa “Adesso, per esempio, ti trovo bellissima” le dissi dolce, sei arrossita, non sei ancora abituata a dei complimenti del genere “Però la prima volta che ti trovai bella… credo sia stato una l’estate prima che Serena se ne andasse da New York. Eravamo al mare, io, te, Serena e Nate. In California, se non ricordo male. Era il crepuscolo, Serena e Nathaniel si stavano rincorrendo sulla riva da bravi piccioncini, io stavo su uno sdraio e mi fumavo una sigaretta, divagando coi pensieri. Eravamo solo noi in spiaggia. In un momento mi accorsi che non c’eri allora ti cercai con lo sguardo, non so per quale ragione. Ti trovai sotto una delle tante palme, rannicchiata, con gli occhi lucidi che guardavi lo spettacolo, il tuo ragazzo con la tua migliore amica, ho visto negazione nei tuoi occhi, stavi fingendo di non vedere quello che ormai era palese a tutti. Guardavi quei due con un tale amore, un amore cieco, che ti rendeva tale. Ma in fondo sapevi. Ti alzasti, andasti da Nate e lo baciasti con foga, quasi un modo per convincerti che forse quello che in cuor tuo sapevi non era vero. Nathaniel si staccò quasi subito, ti fece una carezza sul volto e tornò a inseguire Serena. Avevi capito, ma per amor loro feci finta di niente e guardasti il mare. Ti trovai davvero bellissima.” Finito il racconto ti guardai, e notai che avevi gli occhi un po’ appannati “E tu come facevi a saperlo? Insomma, hai descritto parola per parola quello che stavo provando” ti feci una carezza “Perché ti conosco e ti conoscevo troppo bene, Blair” “La prima volta che mi hai baciato… come è stato per te?” chiesi “è stato… Bè è stato magico. E spaventoso. Era come baciare mia sorella, la mia peggior nemica e quello che aspettavi da sempre tutto insieme. Ero incantato, mi domandai come avevo fatto a baciare qualcuno che non fossi tu. Era tutto troppo perfetto. Notai che forse quello era il mio primo vero bacio, e mi odiai averlo fatto. È strano passare da odiare qualcuno a rendersi conto di non poterlo sfiorare senza sentire quelle farfalle che ti perforano lo stomaco. Ero terrorizzato, però, mi dissi, perché no? Non mi sarei certo innamorato. Il mio era solo desiderio fisico, una botta e via. Quanto sono contento di essermi sbagliato.” Dissi. Mi hai fatto un sorriso dolce “So bene Bass com’è ritrovarsi ad amare il proprio peggior nemico” poi aggiunsi “La prima volta che ti sei accorto di amarmi” “è stata la cosa che mi ha confuso più al mondo. Quello che lo ha capovolto, tutta la mia vita è stata completamente e inesorabilmente stravolta. Quando lo capii, mi resi conto che era troppo tardi per pensare di poter tornare indietro. Capii che ti amavo già dalla nostra prima volta. È stato il giorno che mi hai cacciato dal tuo letto. Stavo camminando verso casa ed ebbi l’illuminazione. Folgorato. Allora mi buttai nella prima donna che trovai per strada, ma non cambiò nulla. Blair Waldorf aveva fatto scomparire l’altro me, perché non c’era più gusto in niente senza di lei. Galeotto e Galera fu, il Victrola” “E te ne sei pentito, di quella notte? Avresti preferito che non fossi stata così ostinata, che non fossi venuta?” chiesi con un filo di voce. Era quello il nocciolo della questione, mi resi conto. “Mai. Neppure per un solo momento. Anche nelle nostre pause peggiori, nei nostri dolori più grandi. La felicità per aver vissuto i miei momenti con te era sempre maggiore” dissi, ed era la sacrosanta verità. “Mi ami?” sussurrò “ Sempre, Blair, non dubitarne mai”.










.IL MIO ANGOLINO
Salve a tutti!! Ecco come promesso una nuova storia Chair senza pretese!! Sono un po’ di fretta, quindi scriverò poco. Ringrazio chi ha letto e commentato le mie precedenti storie e spero mi facciate lo stesso onore con questa!! Sono aperta a consigli, anche un commento negativo va bene!! Se volete una storia in particolare, ditemelo, mi piacciono le sfide. COMMENTATE!! PLEASE!!
XOXO
M



































  
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