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Autore: Maggie_Lullaby    23/12/2011    6 recensioni
Nick, dopo la fine della storia d'amore più bella della sua vita, sembra non sapere come andare avanti e si lancia nel suo lavoro più di quanto non abbia mai fatto.
Clio è una bambina dalla spiccata intelligenza, una parlantina acuta e gli occhi da sognatrice.
Quando si incontrano per caso, nell'ultimo posto in cui entrambi vorrebbero essere, scopriranno che, in un modo o nell'altro, non possono più stare l'uno senza l'altra.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mmh... sì, sono tornata e sto postando una long. Sto ancora assimilando il fatto che sto postando una long quando non ne aggiorno una dai secoli dei secoli. Eppure, sì, eccomi.

Mi scuso profondamente con tutte le persone che seguivano le mie precedenti fic, non ho scuse per aver smesso improvvisamente di postare qualsiasi cosa, ma spero di poterlo a fare. Vi prometto che con questa storia, però, non ci dovrebbero essere problemi perché sino ad ora ho scritto dieci capitoli, sto iniziando a scrivere l'undicesimo e, considerando che posterò una volta a settimana ho tempo a sufficienza per portarmi avanti. :)

Piccola presentazione per questa fanfiction, sperando di chiarirvi tutto ciò che posso: prima di tutto, questa è una storia drammatica, sia ben inteso, e forse in alcuni punti non è per “stomaci delicati” anche se non l'ho messo come avvertimento. Nel caso vi paresse il caso che io debba aggiungerlo, ditemelo pure.

Di cosa tratta la storia, beh, l'avete letto nell'introduzione quindi non aggiungo altro.

A fondo pagina troverete il link di ogni canzone di tutti i capitoli, qualche avviso se ce ne sarà bisogno e... basta, direi. Oh, sì, qui sotto troverete anche un avviso per pararmi il fondo schiena in caso che qualcuno studiasse medicina tra voi.

Spero vivamente che questa storia vi piaccia, perché ci ho messo l'anima in ogni parola. Sono ben accette le critiche, assolutamente, e spero che chi trovi questa storia interessante me lo faccia sapere... tutto qui. Ma grazie comunque anche se leggerete e basta. :33

Ultima cosa, giuro! Questa storia non parla d'amore, o per lo meno inteso in senso romantico, per quanto sia presente in un certo senso per tutta la fic. Parla più che altro d'amore fraterno, direi.

Hope you like it.

There's a light that never goes out.

Capitolo 1.

Forse non sai quel che darei perché tu sia felice

[…] lacrime invisibili che solamente gli angeli

san portar via.

Ma cambierà stagione, ci saranno nuove rose

{Una poesia anche per te; Elisa}

Nick sbatté gli occhi castani, riscuotendosi dai propri pensieri, e storse la bocca quando l'ago che il medico gli aveva infilato nell'avambraccio fu estratto, la provetta piena di sangue scuro.

Il dottor Jim Turner sorrise al ragazzo, rassicurante, dandogli una pacca su una spalla.

«Tutto bene, Nicholas?», domandò, con un sorriso ebete sul viso solcato da numerose rughe.

Il diciannovenne annuì di sbieco, accettando volentieri il bicchiere d'acqua che l'uomo gli porgeva.

Il dottor Turner mise un'etichetta sulla provetta contenente il sangue di Nick e l'adagiò con grazia in una scatola piena di contenitori tutti uguali.

«Avremo i risultati domani», spiegò con aria pratica, muovendo le mani concitatamente. «Direi che potresti venire qui per le...», si sedette alla scrivania e diede una scorsa alla propria agenda, «per le cinque, cosa dici?».

Nick annuì, sempre senza proferir parola, con il desiderio sulla punta della lingua di dirgli che avrebbe preferito stare lontano da un ospedale per il resto dei suoi giorni.

«Tranquillo, non deve essere nulla di preoccupante», continuò Turner, controllando la cartella clinica dei precedenti esami che aveva fatto Nicholas solo nell'ultima giornata. «Un calo di zuccheri, oppure la pressione bassa. Sei molto sotto stress, anche. Dovresti fermarti per un periodo, rilassarti».

Nick alzò gli occhi al cielo mentre si infilava la propria giacca di jeans.

«Prova tu a prenderti una vacanza quando ci sono migliaia di persone che aspettano mesi interi per vederti e che non puoi deludere», sibilò, a bassa voce.

«Hai detto qualcosa?», domandò il medico, confuso, guardandolo attraverso gli occhiali di corno appoggiati sul grosso naso a patata.

«No», mentì il diciannovenne con non chalance. «Grazie per il suo tempo, dottore».

«È il mio lavoro», ribatté con un sorrisetto, impettito. «A domani».

«Arrivederci», mormorò Nick, uscendo dal piccolo ambulatorio, passandosi una mano fra i ricci scompigliati e gli occhi pesti dal sonno.

La sera prima era stato male. Di nuovo. E i suoi genitori quella volta si erano spaventati seriamente: un attimo prima stava mangiando, ridendo a una battuta di Joe, e quello dopo era a terra, privo di sensi. Così come due giorni prima, poco dopo un concerto, e una settimana prima ancora, prima di un'intervista al David Letterman Show. La prima volta era successo due settimane prima, a casa sua, e a trovarlo era stato Joe, passato per un saluto, entrato grazie alle chiavi di scorta che Nick stesso gli aveva dato.

Non era mai capitato così frequentamene, ecco perché Paul Senior e Denise l'avevano portato dal medico alle prime luci del mattino.

Nicholas era stanco di perdere le sue giornate in una stupida sala bianca, piena di puzza di disinfettante, con un medico che si dava tante arie per ragioni sconosciute. Era stanco della madre che, non appena arrivava a casa, gli dava troppe attenzioni e addirittura dei suoi fratelli, i quali erano un continuo “stai bene?”.

Se ci fosse stata lei sarebbe andata meglio. Avrebbe sopportato le pene dell'inferno se solo avesse potuto stringerla di nuovo.

Scosse il capo, grattandosi la punta del naso. Era impossibile. Ormai era un capitolo chiuso, finito, sigillato. Da dimenticare.

Sentì all'improvviso un contraccolpo sulle gambe e cadde a terra, gemendo.

«Oddio mio, scusami!», strillò una voce di donna, mentre Nick si rialzava massaggiandosi il punto della testa con cui aveva urtato una sedia. «Devo chiamare qualcuno?».

La donna che parlava doveva avere trent'anni, i capelli mori tendenti al mogano stretti in una lunga coda disordinata e il fisico esile e magro, gli occhi marroni preoccupati.

«No, si figuri», sorrise appena il ragazzo, cercando di non suonare sgarbato.

«Mia figlia... scusami davvero, le ho detto di stare ferma ma lei...», balbettò la donna, concitata.

Solo in quel momento Nick vide la bambina che evidentemente aveva spinto contro di lui una sedia a rotelle.

La piccola non doveva avere più di sette anni, il fisico esile e magro come quello della madre, e due grandi occhi azzurri, profondi come il mare, più simili a zaffiri che al comune blu.

Aveva i capelli di un color rosso chiaro, leggermente mossi e bellissimi.

«Scusa», mormorò la bambina, con tono angelico, melodioso, guardandolo con un piccolo sorriso sul volto.

«Non preoccuparti», le sorrise Nicholas, addolcito a quella vista.

La donna prese la bimba per mano, stringendogliela forte, poi si inginocchiò fino a mettersi esattamente alla sua stessa altezza.

«Clio, amore, ora devi aspettare la mamma seduta qui buona buona mentre va a prendere dei documenti e li firma, va bene? Qui ferma e buona, daccordo amore mio?», le chiese, con tono quasi supplichevole, il volto ora attraversato da rughe dettate dall'ansia.

«Sì, mamma», annuì Clio, le braccia dietro la schiena mentre si dondolava sulla punta dei piedi.

«Bravo tesoro mio», sussurrò la madre, negli occhi, però, c'era sempre una luce ansiosa, spaventata.

Nicholas spostò lo sguardo da madre a figlia, lanciando poi un'occhiata all'orologio.

«Vuole che le dia un'occhiata io?», domandò infine.

La donna si voltò di scatto, alzandosi, come se si fosse dimenticata della sua presenza.

«Lo faresti davvero? Due minuti, lo giuro».

Nick annuì, tranquillo.

«Ho tempo».

«Grazie, grazie davvero. Clio, stai con questo ragazzo un pochino? Torno subito, cucciola».

«Sì, mamma», ripeté di nuovo la bambina.

La madre le baciò i capelli e andò via, lanciandosi dietro delle occhiate ad intermittenza.

Clio si arrampicò su una sedia e si sedette, mettendosi il pollice in bocca e guardando Nick negli occhi.

«Ciao», disse dopo un po', con un sorriso, togliendo il dito dalla bocca.

«Ciao», ricambiò il diciannovenne.

«Come ti chiami?», domandò Clio.

«Nicholas.»

«Che bel nome!», esclamò la bambina, battendo le mani.

«Grazie. È molto bello anche il tuo», commentò senza sapere cos'altro aggiungere.

La piccola annuì, come se stesse soppesando le sue parole.

«È il nome di una Musa», spiegò, con aria pratica.

Nick annuì, ricordandosi i nomi delle Muse latine.

«Quanti anni hai, Clio?», domandò il ragazzo.

«Nove», rispose la piccola con un gran sorriso. Sembrava più piccola, constatò il ragazzo stranito.

Nick ricambiò il gesto, disegnando però una smorfia sul viso e dovette chiudere la bocca per non sembrare scocciato dalla presenza della bambina.

Clio dondolava i piedi avanti e indietro, guardandosi intorno con curiosità, come se quella hall fosse un museo, non un ospedale.

«Come mai sei qui?», fece la bambina, tornando a fissare Nick.

Il ragazzo si sedette accanto a lei, con un sospiro, iniziando a giocherellare con le dita con la dog tag che teneva al collo.

«Dovevo fare degli esami.», spiegò, cercando di sembrare indifferente, come se non fossero niente di che.

Clio lo squadrò con aria inquisitoria, gli occhioni ridotti a fessure nel tentativo di osservarlo meglio, inclinando leggermente il capo verso destra.

«Sei stanco», constatò, sicura. Non era una domanda.

Nick inarcò le sopracciglia, grattandosi nervosamente il naso.

«Già, un po'», annuì. «Ho dormito poco».

Clio scosse il capo.

«Sei anche un po' pallido», continuò Clio. «Stai bene?».

«Certo», annuì Nick, velocemente. Iniziava a sentirsi un po' a disagio in compagnia di quella bambina così acuta..

«Sicuro?».

«Tu perché sei qui, invece?». Evitò accuratamente di rispondere, rendendosi solo troppo tardi che magari era stato troppo invadente.

Clio scrollò le spalle.

«Linfoma giovanile», disse a bassa voce. «La mamma la chiama leucemia.».

Nicholas si irrigidì. Cancro.

«Mi dispiace tanto», sussurrò, sinceramente dispiaciuto.

Fu il turno di Clio di non rispondere. Abbassò il capo verso terra.

«Sto bene», chiarì subito, come se non volesse apparire debole. «Ho ancora tutti i capelli in testa.».

Il cantante si stupì di sentire una bambina di nove anni così informata.

«Te l'ha detto tua madre?», chiese. Sapeva di essere invadente, ma non gli importava.

«Oh, no, la mia mamma non mi dice molto... Dice che non devo sapere più del necessario. Mi dicono tutte le infermiere. Sono mie amiche, sai?».

Nick fece per parlare di nuovo ma fu interrotto dall'arrivo frettoloso della madre di Clio.

«Grazie, grazie mille.», disse, allungando una mano per stringerla al ragazzo. «Grazie davvero... ehm...».

«Nicholas», si presentò, vedendola in difficoltà.

La donna gli sorrise.

«Laura Randall», si voltò verso la figlia e la prese per mano. «Si è comportata bene? Spesso è molto agitata».

«Benissimo, è una brava bambina», assicurò il riccio, sorridendo appena.

Laura prese Clio in braccio.

«Grazie ancora, Nicholas, per la disponibilità.».

«Si figuri».

«Arrivederci», disse, salutandolo, per poi allontanarsi.

Dalle spalle della madre Clio mosse una mano con un gran sorriso.

«Ciao Nick!».

Il ragazzo la fissò un secondo, poi ricambiò anche lui il sorriso, questa volta ampio, e la salutò con la mano finché non sparì alla sua vista.

 

Continua...

 

Angolino della squilibrata:

Canzone, l'unica italiana presente in tutta la fic, ma molto carina, ve la consiglio: http://www.youtube.com/watch?v=riwwtU2GhUE

Avviso:

Non sono un'esperta di medicina, ho cercato di fare quante più ricerche possibili riguardanti il diabete e la leucemia con Mrs Wikipedia, ma non ho trovato tutto ciò che cercavo. Nel caso trovasse delle discrepanze nella fanfiction a livello medico è a causa di questo, me ne scuso.

Questa storia non è a scopo di lucro. I membri della famiglia Jonas ed altri personaggi realmente esistenti non mi appartengono, al contrario Clio, Laura e altri simili, che sono di mia creazione e mi appartengono in quanto tale (e per me sono l'ammmore **).

Questo primo capitolo so che non è niente di speciale, l'ho scritto l'anno scorso (precisamente il 30 Ottobre 2010 u.u) e non è bellissimo e nemmeno lunghissimo ma vi scongiuro, se vi sembra una storia interessante provate a leggere i prossimi capitoli, modestia a parte un po' migliora, mi sembra!

Oh, piccola avvertenza che potete tranquillamente non considerare, tecnicamente Laura si leggerebbe Lora, all'americana. Ma fate come volete. ;)

-Come ho già avvertito sopra, pubblicherò un capitolo a settimana, il giorno dovrebbe rimanere venerdì ma potrebbero esserci dei cambiamenti in futuro. Con le vacanze di Natale e il fatto che parto per qualche giorno vi avverto che il prossimo aggiornamento dovrebbe essere il 28/29 e quello dopo ancora il 5/6 Gennaio, da qui in poi gli aggiornamenti, salvo casi estremi, rimarranno regolari.

A Natale siamo tutti più buoni, se mi lasciaste una recensione, per quanto breve, mi farebbe davvero piacere. Davvero! Grazie mille ♥

  
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