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Autore: Tony Porky    24/12/2011    5 recensioni
ATTENZIONE, ATTENZIONE. Spoiler per chi non avesse ancora visto Sherlock Holmes: GOS.
Lo stava guardando. Della fuga miracolosa attraverso gli alberi era rimasta come ricordo la ferita sanguinante che aveva al fianco. Il proiettile che aveva strappato pezzi della sua carne era passato sibilando come un tuono. La sua attenzione, seppur minata di tanto in tanto dall’odore pungente della polvere da sparo, non si era mai affievolita. Aveva guardato Holmes correre e sopravvivere ad ogni passo. Il respiro trattenuto ad ogni colpo andato a vuoto, l’euforia di sentire l’odore familiare di tabacco e vino al suo fianco. Erano vivi. Eppure, guardando quei tratti tremanti, mentre si stava ricucendo la pelle ferita, sentiva che non ce l’avrebbero fatta.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cuore dei medici non si cura con le pillole.

 

 

Lo stava guardando. Della fuga miracolosa attraverso gli alberi era rimasta come ricordo la ferita sanguinante che aveva al fianco. Il proiettile che aveva strappato pezzi della sua carne era passato sibilando come un tuono.  La sua attenzione, seppur minata di tanto in tanto dall’odore pungente della polvere da sparo, non si era mai affievolita. Aveva guardato Holmes correre e sopravvivere ad ogni passo. Il respiro trattenuto ad ogni colpo andato a vuoto, l’euforia di sentire l’odore familiare di tabacco e vino al suo fianco. Erano vivi. Eppure, guardando quei tratti tremanti, mentre si stava ricucendo la pelle ferita, sentiva che non ce l’avrebbero fatta.  La voce della cartomante suonava come una litania funebre. L’ago che gli bucava la pelle gli sfuggì dalle mani. Il canto s’interruppe.
Un respiro lungo, intenso, frenato dallo sferragliare della carrozza che percorreva la strada innevata.
“Non respira più”

 Neppure io.  L’ho scoperto guardando quei lineamenti duri rilassarsi e distendersi in una maschera senza volto. Quando mi alzo, sento il silenzio opprimente. Un cuore che non batte è un cuore morto. Lo so, sono un medico. Non è così?
Il tempo sta scorrendo al contrario. A ogni mio passo verso il corpo steso a terra, la mia mente regredisce fino al primo incontro con il detective di Baker Street.
Un fallimento per il mio spirito da “crocerossina”, come aveva posto l’accento lui giocando spazientito con le provette del suo ufficio, ma una conquista per il mio animo.
Non sapevo che, da quel giorno, la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Quando appoggio l’indice e il medio sul suo collo e premo a fondo, spero che la sua mano mi stringa il polso e sfrutti le sue doti da lottatrice.
E’ tutto immobile, invece.
Le mie mani sfiorano la giacca, la stringono e la rilasciano, riproducendo i movimenti di quel cuore che non batte più.
E quando mi accorgo di non poter fare nulla, di essere rimasto come la preda davanti al suo predatore, la rabbia scoppia e si espande in me.
Tempesto il suo petto di pugni, perché la mia follia è ancora per lui.  Ha rovinato il mio mondo pacifico e inconsistente e mi ha spinto a rischiare la vita ogni giorno. Grazie a lui ho capito che respirare non è un particolare trascurabile. Holmes sperimenta e quando perde, sa come reagire. Ma non si può usare scappatoie nel gioco della morte, non quando tutto ciò che rimane sono le ombre del ricordo.


“Non morirà davanti ai miei occhi come un qualunque uomo.
Non glielo lascio fare, bastardo.
Non può fregarmi un’altra volta.
Non può rovinarmi la vita che mi sono costruito.”

E poi, come l’ago che scorre dentro una ferita sanguinante, l’idea nasce esplodendo nel mio cervello.
I medici sono troppo attenti alla salute degli altri per preoccuparsi della loro. Ma non si accorgono che il rimorso, l’affezionarsi e il capitolare come un soldato al fronte sono il loro pane quotidiano. Curano gli altri, ma il loro spirito è legato a quello dei loro pazienti.
Ma, a differenza dei loro protetti, il cuore dei medici non si cura con le pillole. Non quando il tuo peggior paziente e migliore amico ti muore davanti agli occhi.
L’ultima volta che ho pianto è stato al funerale di mio padre. L’odore dei fiori freschi era un macabro diversivo per allontanare dalla testa il pensiero che lui sarebbe diventato cibo per vermi. La mia mente logica non riusciva a pensare ad altro. Ora che le lacrime escono senza che io le abbia chiamate, mi accorgo di aver vissuto l’ultima grande avventura della mia vita. Non avrei più trovato un cane disteso a terra con le zampe serrate e la bocca dischiusa. Ora davanti a me, il mio migliore amico sembrava vittima dei suoi stessi esperimenti.
Però stavolta sapevo che non si sarebbe risvegliato.
Un fantasma avrebbe avuto più consistenza di me, in quel momento. Ero incatenato al mio posto, inerme e indifeso. Quanti particolari si sta perdendo, Holmes.  Posso immaginare la sua voce analizzare con una cadenza ironica e saccente, il perché delle mie lacrime, attribuendo la densità e quantità alla mia famosa allergia agli agrifogli. Sbaglierebbe. Questa volta il suo rigor di logica non l'avrebbe salvata, perché niente è più inspiegabile e irrazionale dei sentimenti umani. L’unico ambito in cui l'avrei  superata.
La zingara mi accoglie nel suo petto, accarezzandomi i capelli con una lentezza esasperante. Non sento il freddo che soffia nelle mie ossa e non mi accorgo di sanguinare. Sperimento sulla mia pelle la disfatta.
Stavolta ho perso, perché Holmes non è rimasto con me.
E improvvisamente, quella voce da maestro elementare che t’insegna i rudimenti della vita, si forma nella mia testa.

 

"Dottore, riesce sempre ad essere prevedibile. Non sa che i geni nascondono sempre l’asso nella manica giusta?”

 

Il petto della cartomante profuma di fiori d’arancio, un bizzarro contrasto con l'odore di freddo che sento attorno a me.
Me l'aveva promesso, il giorno in cui, alla ricerca dell'introvabile, un'altra zingara aveva predetto qualcosa di speciale.
Il regalo di nozze.
Era assurda come idea. Holmes che mi compra un regalo di nozze? Mi aveva promesso centrini di pizzo e io ero rimasto inorridito dalla sua depravazione illimitata.
L’ovvio non esiste, non quando hai per amico il più grande progettista del pianeta. Va tutto secondo i piani.
Non so se ridere. So solo che quando la mia mano cala con l’ago e s’impianta nel suo cuore, non ho dubbi.

“Holmes, è riuscito a fregarmi anche da morto.
E giuro che quando aprirà gli occhi, la ucciderò un’altra volta.
Bastardo egoista.”



~







Angolino nell'Armadio:

WOW. Non ho altro d'aggiungere se non l'esclamazione più incisiva di tutte: WOW.
GOS è un film pazzesco. Questa scena, come molte altre, mi hanno distrutto e appagato in ugual misura. Watson che perde il suo migliore amico (per due volte, poi...poraccio xD), Holmes che sbaglia per la prima volta e paga con la vita di altre persone, la tortura di non poter fare nulla ma rimanere inerme. Questo è meraviglioso per un'amante dell'angst e della psicologia come me.

Guy Ritchie, mi hai reso una donna felicissima.
E soprattutto, mi hai dato lo spunto per tornare a scrivere :)
Bene, passando alla FF in sè xD I pensieri di Watson sono un pò sconclusionati, ma per scelta...in quel momento, non sapeva nemmeno più di essere vivo.
Penso che molto presto, scriverò qualcosa sulla famosa "tortura" a ritmo di Schubert.
Spero vi sia piaciuta, anche se non sono soddisfatta appieno e chiedo scusa per eventuali obrobri causati dall'ora xD
VI AUGURO UN MERAVIGLIOSO NATALE E UN BELLISSIMO FINE 2011.
Un bacio grande,
Tony P.
   
 
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