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Autore: lady_cocca    24/12/2011    3 recensioni
Non aveva nemmeno annunciato il suo arrivo. Si era semplicemente presentata alla sua porta e in pochi secondi si era precipitata all'interno, cominciando a farneticare su tazze di tè bollente da preparare e medicine da somministrargli, mentre prendeva il monopolio della cucina.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Matt Donovan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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maroline
Challenge: scritta per il TVG Christmas Edition @ vampiregeometry con il prompt Caroline/Matt - A casa col raffreddore (sì, lo so, è anche il titolo della storia, ma che ci volete fare? Non sono capace di scegliere i titoli.)
Note: Sinceramente, non so perché io abbia scritto una cosa del genere, ma tant'è. Chi ha scritto la letterina con questo prompt può dare la colpa di tutto ciò al Natale, che mi fa venir voglia di tanto fluff fluffeggiante (?). Ambientata durante la prima stagione, quando questi due stavano insieme e Caroline ancora non era una vampira.
Come al solito ogni onore e gloria ad alister_, che ha betato anche questa storia. 

A casa col raffreddore

Non aveva nemmeno annunciato il suo arrivo. Si era semplicemente presentata alla sua porta e in pochi secondi si era precipitata all'interno, cominciando a farneticare su tazze di tè bollente da preparare e medicine da somministrargli, mentre prendeva il monopolio della cucina.
Matt, appoggiato allo stipite della porta, si era limitato ad osservarla per un po' armeggiare con cucchiaini e pentolini d'acqua, senza mai prendere fiato tra una parola e l'altra, o meglio, tra quelli che era riuscito a identificare come rimproveri più o meno farfugliati, misti a riflessioni ad alta voce sui minuti che dovevano passare prima che l'acqua bollisse.
Quando decise che era il caso di intervenire - quantomeno se voleva evitare che gli mettesse a soqquadro l'intera cucina - le si avvicinò lentamente da dietro e le mise le mani sulle spalle.
"Caroline", la chiamò, ma lei non si voltò; si appoggiò sbuffando al piano della cucina che aveva di fronte. Matt notò che aveva i capelli scompigliati, malamente legati in una coda piuttosto incerta.
"Non riesco a trovare la teiera", piagnucolò la ragazza.
"Seconda anta a sinistra", rivelò, bloccandole però la mano prima che riuscisse ad aprire l'armadietto. "Caroline, fermati." Solo allora lei si decise a voltarsi e a guardarlo negli occhi per la prima volta da quando era entrata.
"Non c'è bisogno di tutto questo", la rassicurò Matt, spegnendo il fornello acceso.
Caroline si sottrasse  bruscamente al suo tocco e si portò le mani ai fianchi, assumendo un'espressione severa.
"Sì, che ce n'è bisogno. Se non hai abbastanza riguardo per te stesso da capire che, forse, non conviene giocare a football con questo freddo, allora qualcuno dovrà averne a sufficienza al posto tuo". E accompagnò le proprie parole con lo stesso sguardo di rimprovero che, da bambina, tante volte aveva visto rivolgersi dalla madre – e, a dirla tutta, ancora capitava che gliene riservasse un paio, di tanto in tanto.
Qualche volta, quando al mattino si svegliava abbracciata a lui, Caroline si ritrovava a chiedersi come tutto quello fosse stato possibile. Come le fosse successo di innamorarsi proprio di Matt Donovan, il bambino con cui tante volte era stata costretta a giocare a casa dei Gilbert, senza che in tutti quegli anni fosse riuscita a farselo piacere. Era quantomeno paradossale che avesse imparato a conoscerlo davvero solo in quegli ultimi mesi, pur essendo di fatto cresciuta insieme a lui. Forse - anzi, sicuramente - perché prima di allora nessuno dei due si era mai preso il disturbo di capire l'altro; per parte sua, lo aveva sempre visto semplicemente come il giocatore di football primo ragazzo di Elena. 
"Guarda come ti sei ridotto!" esclamò. "Sei bianco come uno straccio, hai il naso tutto rosso, stai tremando e-"
"Ho solamente il raffreddore", minimizzò lui, ridendo appena.
Caroline sospirò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio con un gesto un po' imbarazzato e puntando lo sguardo a terra. "Scusa".
Matt piegò le labbra in un sorriso pieno di gratitudine e di affetto. "Non devi scusarti. Mi fa piacere che ti preoccupi così per me".
Lei sollevò appena gli occhi. "Davvero?"
"Davvero", confermò annuendo.
Caroline sorrise e avvicinò il viso al suo, facendo toccare le loro fronti, ma Matt si allontanò subito.
"Rischi di ammalarti pure tu", osservò premurosamente.
"Ora sei tu a preoccuparti senza motivo, Donovan. Mia madre mi ha incastrato per una cena con i suoi colleghi". Tutti gli anni, nel periodo di Natale, Liz la invitava, ma lei finiva puntualmente per inventarsi una scusa pur di darle buca. Il fatto era che si sentiva sempre un po' a disagio in mezzo alle famiglie perfette - che fossero quella di Elena prima dell'incidente o quella del vecchio Tony, che lavorava per la polizia di Mystic Falls da prima di sua madre e che Caroline conosceva più o meno dalla nascita. "Se mi ammalassi, avrei una ragione in più per non andare", spiegò mentre si riavvicinava a lui e gli allacciava le braccia intorno al collo.
"Magari potremmo metterci sul divano con una coperta addosso e guardare un film. Sai, di quelli smielatissimi", propose.
"Niente Titanic, però".
"Niente Titanic, promesso", giurò Caroline, mettendosi scherzosamente una mano sul cuore.
"Allora va bene", soffiò sulle sue labbra, baciandole dolcemente.
E lei lo strinse un po' di più a sé, beandosi del calore del suo corpo vicino al suo.
Che aveva portato con sé solo una vecchia cassetta di Ghost – e Matt lo detestava almeno quanto Titanic -, glielo avrebbe dopo.

   
 
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