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Autore: Psplik    24/12/2011    2 recensioni
Il 23 Dicembre Anna aveva preso il treno.
Un treno per andarsene che le serve in realtà per ritornare.
Un treno che ha sbagliato a prendere e che non sa dove la porta.
Un viaggio che passa a parlare con Francesco, che non esiste.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Ritorno


Ho fatto il pieno, ho perso il treno,
di quei treni che non passano più.

(Francesco De Gregori-Cartello alla porta)

 

 

Il 23 Dicembre Anna aveva preso il treno.
Il 23 Dicembre, il giorno dopo alla triste morte del suo cane, unico amico di una vita intera, Anna aveva deciso di andarsene via per un po', di respirare aria fresca in qualche posto in cui sarebbe stata capace di perdersi. Basta con quella stupida città, basta con le strade conosciute a memoria.
Voleva portarsi via.
Un treno per non-si-sa-dove pagato con non-si-sa-quali-soldi.
Non sapeva nemmeno se avesse preso il biglietto giusto, a dirla tutta.
Il 23 Dicembre un ragazzo, un uomo forse, le si era seduto accanto in quel grande vagone vuoto.
-Lei dove va, signorina?- aveva chiesto gentilmente, appoggiando lo zaino sulle ginocchia.
Generalmente, Anna ignorava le persone che le sembravano invadenti.
Anna, generalmente, era asociale e chiusa e fredda e sola. Tristemente e terribilmente sola.
-Via. E lei?- si era trovata a rispondere, voltando il viso nemmeno troppo bello o delicato verso l'uomo. -Torno a casa. Manco da anni e adesso ci torno. Sono proprio felice, sa?- aveva sospirato, sereno, poggiando la testa al sedile.
-Io sono Anna, vorrei tanto tornare a casa.- l'uomo aveva riso, ed era una risata strana.
-Francesco. E perché non ci ritorna?-
Francesco come suo fratello che aveva undici anni, quando se n'era andata portandosi via il cane e le poche cose che possedeva. Portando via cose per poi farsele portare via da Luca o dalla morte.
-Sono scappata.- aveva sussurrato, gli occhi scuri che l'affogavano nei ricordi.
-E allora ritorni, Anna. Casa sua non è lontana.-
-Ne è sicuro?-
-Assolutamente.-
Anna aveva sorriso, all'uomo e al cielo grigio fuori dal finestrino.
-E Luca?- aveva domandato Francesco, chinandosi per allacciare le stringhe alle scarpe da ginnastica logorate dal tempo.
La giovane aveva mosso velocemente una mano, come a scacciarne il pensiero, senza domandarsi neppure come facesse a sapere di Luca.
-Luca se n'è andato.- Francesco aveva annuito, passandosi una mano fra i capelli scuri, liberando gli occhi verdi da quella trappola di fili castani.
-Se ne vanno tutti, eh?-
Anna aveva sospirato. -Sì, me ne sono andata anch'io.-
-Ma non è stata colpa sua.-
Anna aveva scosso la testa. No, no, no. Non aveva intenzione di incolpare Luca di tutti i suoi sbagli, di tutto quell'errore che era stato scappare.
-Non del tutto forse, ma in gran parte sì.-
L'uomo si era alzato, mettendosi in spalla lo zaino semi-vuoto e rovinato.
-Deve scendere?-
Francesco aveva sorriso, mentre sistemava la cerniera della giacca.
-No, e lei?-
Anna aveva scosso la testa. -No, no.-
-Allora scendiamo, le va?-
Anna rise. -Come, adesso? E la sua casa?-
-Forse poi la trovo.-
E allora se n'erano andati. Erano scesi, partiti, ritornati da qualche luogo a qualche altro.
Francesco che non era vero ma non importava e Anna che vera lo era fin troppo.

Francesco che aveva dei meravigliosi e immaginari occhi verdi e Anna che piangeva da sola, quel 23 Dicembre.

  
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