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Autore: LadyDenebola    24/12/2011    0 recensioni
Alcuni personaggi de I due cristalli e delle Sferae Chaelis vogliono farvi i loro auguri ^^ A essere sinceri, nel loro mondo il Natale non esiste, ma oggi ho voluto fare uno strappo alla regola...Quindi buone feste e buona lettura a tutti voi!!! baci <3
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un denso vapore aleggiava nella piccola cucina ingombra di sedie fuori posto su cui erano posate pile di pentole di rame e piatti in precario equilibrio. Sul fuoco altre due grandi pentole già bollivano e borbottavano. Il tavolo stava appoggiato alla parete, anche se era chiaro, dalla sua posizione, che normalmente avrebbe dovuto stare al centro della stanza e che qualcuno l'aveva frettolosamente tolto di mezzo per facilitare i movimenti.

Una giovane donna si affaccendava attorno a questo tavolo, sminuzzando carote e frugando di tanto in tanto in un barattolo per poi ritirare la mano con uno sbuffo impaziente e ansioso.

I lunghi capelli castani raccolti in una coda e il viso lucido per tutto il vapore che la circondava, afferrò un tegame dove c'erano fette di carne già cotte a metà, vi buttò dentro le carote e lo appoggiò senza tante cerimonie su un gancio nel camino.

<< Ho la sgradevole sensazione che ceneremo in ritardo >>commentò un giovane che era entrato in quel momento.

La ragazza sbuffò ancora.

<< Il sale è quasi finito. Va' a prenderne un po' nella dispensa >>si limitò a dire e ficcò il barattolo di prima nelle mani del ragazzo.

Questo la guardò con un misto di esasperazione e divertimento prima di uscire senza un commento, lasciandola ad andare su e giù fra le pentole e i taglieri carichi di carne, verdure e pesanti fette di pane.

La ragazza si concesse solo un secondo per sbirciare fuori dalla finestra, il cui davanzale era già coperto di un soffice e candido manto mentre la neve continuava a cadere. Le montagne già non si vedevano più e lo stesso viottolo che portava alla villa era diventato un tutt'uno col prato innevato, vagamente spettrale nella notte scesa in anticipo.

<< Ecco qui >>Il ragazzo le posò accanto il barattolo col sale e guardò a sua volta fuori.<< Secondo te ce la faranno ad arrivare? Se vuoi vado loro incontro >>

<< No... no... tu mi servi qui, Jeff >>replicò distrattamente la giovane. Lo spinse verso il tagliere con la verdura, ignorando la sua espressione accigliata.

<< Non vorrai farmi cucinare?! >>

<< Non vorrai restartene lì a guardare?! >>rispose lei con lo stesso tono, tornando a girare nella pentola più grande sul fuoco. << Sbrigati, per favore >>

<< Ecco cosa mi merito per essermi offerto di restare qui a farvi compagnia >>borbottò il ragazzo. << Questi sono lavori da donna >>

<< In due finiremo prima. Ma se proprio non ti va puoi andare ad aiutare Arianna a ripulire la casa >>

Il giovane si immaginò immerso in festoni e ghirlande. Scosse la testa e consegnò le verdure tagliuzzate alla ragazza.

 

La neve scricchiolava sotto gli zoccoli dei cavalli e gli stivali dei loro quattro cavalieri che avevano deciso di smontare di sella e guidarli a piedi. I candidi fiocchi si facevano sempre più rari e un vento pungente aveva iniziato a soffiare facendo tremolare minacciosamente le torce che i quattro tenevano levate sopra la testa.

Uno di loro avanzò di qualche altro passo e si guardò intorno nella campagna innevata, con le colline coperte da una candida coltre simili a tanti soffici dolci. In lontananza gli parve di scorgere del fumo e piccole luci che baluginavano sulla neve. Stese la mano che teneva le redini del suo cavallo in quella direzione, e si incamminò.

Gli altri tre si guardarono attraverso i cappucci, perplessi e divertiti insieme al pensiero di perdersi in una tormenta di neve dopo tutti i pericoli che avevano affrontato in passato.

Ma, man mano che avanzavano pesantemente nella neve, si resero conto che la vista del loro amico non lo aveva ingannato. Il contorno di una piccola villa a due piani si faceva più definito e finalmente anche loro riuscirono a scorgere le finestre illuminate e il fumo abbondante che usciva dal camino.

Uno dei cavalieri batté entusiasta la mano sulla spalla del compagno che aveva avvistato la casa per primo, e lanciò un lungo fischio. Un'altra finestra si illuminò, mostrando una figura scura che vi si era fugacemente affacciata.

Qualche minuto dopo, quando i cavalieri erano ormai a pochi metri dal portone, questo si spalancò lasciando uscire un'alta figura ammantata.

<< Ben arrivati! >>li accolse Jeff. << Avevamo paura che vi perdeste >>

<< Sarebbe successo di sicuro se non avessimo avuto Tinhos con noi >>replicò ridendo l'uomo che aveva fischiato.

Il ragazzo fece loro cenno di entrare mentre uno degli ospiti lo aiutava a portare i cavalli nella stalla.

<< Fa un freddo boia lì fuori! >>fu il primo commento di un uomo con arruffati capelli corvini e brillanti occhi azzurri, mentre si scrollavano di dosso la neve e si toglievano i mantelli.

Arianna, una ragazza bionda e sorridente, si affacciò dal parapetto delle scale, sopra le loro teste, e li accolse con una risata.

<< Andate a vedere come ho sistemato il salotto! >>esclamò allegramente mentre scendeva di corsa e afferrava i loro mantelli. << Ci ho lavorato tutto il giorno >>aggiunse con una punta di orgoglio.

<< Andando per esclusione, allora, la cena l'ha preparata Denebola? >>sogghignò un altro cavaliere, un uomo dall'aspetto nobile, mentre seguivano la giovane.

La ragazza li fece accomodare in una grande sala scavata in pietra rossa e illuminata da un grande camino sulle cui mensole erano allineate statuine di legno finemente intarsiate; sulla cappa erano state agganciate tante piccole ghirlande e mazzetti di pungitopo. Altre ghirlande correvano lungo le pareti, alternandosi con lunghi festoni color porpora e oro.

Al centro della stanza troneggiava un massiccio tavolo coperto da un'elaborata tovaglia bianca orlata d'oro e argento, con sopra stoviglie tirate a lucido e panciute bottiglie colme di vino.

Accanto alla finestra celata dalle tende già tirate, si innalzava un piccolo abete sui cui rami erano appese esili candele, bacche di pungitopo e pigne con riflessi color ocra.

I cavalieri si lasciarono cadere sulle poltrone accanto al camino, ammirando la sala mentre la giovane sistemava i loro mantelli su una griglia lì vicino.

<< Be', anche se digiuneremo almeno possiamo consolarci con il bel lavoro che hai fatto >>esclamò l'uomo di prima sorridendole.

Anche lei rise, per poi notare i pacchetti che i suoi ospiti tenevano ancora ben stretti fra le mani da quando erano entrati.

<< Che cosa sono? >>

<< Oh, delle cosucce che vi abbiamo portato dal caldo Sud >>rispose il cavaliere che aveva visto per primo la villa e aveva guidato i suoi compagni. E non era un caso se era stato l'unico a riuscirvi in mezzo alla tormenta: era un elfo, ed essendo tale aveva una vista ben più sviluppata di quella degli uomini.

<< E le potrete aprire solo domani >>aggiunse il quarto cavaliere entrando in quell'istante insieme a Jeff.

Arianna lo guardò di traverso, e lui, un soldato biondo con un sorriso affabile stampato sulle labbra, scoppiò a ridere.

<< Mi dispiace, ma Mailo ha ragione >>aggiunse Tinhos, l'elfo. Annusò l'aria e ridacchiò a sua volta.<< Sembra che sia ora di mangiare! >>

Tutti si voltarono verso la porta mentre la giovane dai capelli castani, che si era cambiata con un bell'abito lilla, entrava reggendo una pentola che sembrava essere più pesante di lei. A seguirla, pentole e tegami altrettanto colmi di cibo la seguivano fluttuando con grazia.

<< E io dovrei fidarmi della tua cucina, Denebola? >>esclamò con un sorrisetto l'uomo con gli occhi azzurri, Rio.

<< Dopo un viaggio del genere non vorrete digiunare? >>rise lei posando le pentole sul tavolo.<< Vi ricordo che ho già cucinato per voi, durante le nostre missioni >>

<< Hai ragione, abbiamo rischiato allora e rischieremo anche oggi! >>disse il loro compagno dall'aspetto nobile.

Denebola arrossì appena ma si unì alle risate degli altri.

La cena trascorse fra risate e chiacchiere allegre, al caldo del camino acceso mentre fuori aveva ripreso a nevicare, ma i compagni quasi non se ne accorsero.

Quando si era fatto ormai tardi e tutti si erano dati la buonanotte, Denebola chiuse l'anta della credenza sull'ultimo piatto lavato e decise di tornare nel salotto prima di salire a dormire.

Fu qui che trovò Alexander, accovacciato accanto all'alberello ai cui piedi erano stati lasciati i pacchetti che lui, Rio, Mailo e Tinhos avevano portato e quelli aggiunti dai loro ospiti.

<< Pensavo fossi già andata di sopra >>disse quando la ragazza si accoccolò su una poltrona.

<< Volevo rimanere ancora per qualche minuto... Ma che cosa stai facendo? >>chiese Denebola senza perdere un singolo movimento dell'altro.

Alexander si rialzò tastando un piccolo pacco dalla forma quadrata.

<< Cercavo questo >>Si sedette ai piedi della poltrona di Denebola. Un sorriso lievemente sarcastico, che la ragazza si era vista rivolgere molte volte in passato, illuminò il suo volto serio, sotto la barba accuratamente rasata.<< La cena era squisita >>

<< Grazie >>Denebola accennò alla finestra.<< Penso che dovrete restare qui per più di tre giorni, sai? Se non smette di nevicare... >>

<< Poco male >>Alexander alzò le spalle. Si rigirò per un attimo il pacchetto tra le mani prima di rialzare lo sguardo sulla ragazza e farle cenno di sedersi di fronte a lui.

Sorpresa, Denebola si lasciò scivolare giù dalla poltrona.

<< Nessuno si offenderà se il mio regalo lo apri già adesso >>disse Alexander porgendole goffamente il pacchetto.

Denebola lo scartò incuriosita e subito avvampò mentre faceva penzolare davanti agli occhi una collana d'oro con un ciondolo a forma di farfalla.

<< Appartiene alla mia famiglia >>spiegò Alexander con voce incerta, perché non riusciva a decifrare l'espressione della ragazza. << Quando sono tornato a casa, mio fratello mi ha consegnato la mia parte di eredità. Pensavo potesse piacerti... >>

<< Certo che mi piace >>esclamò Denebola con un gran sorriso, e Alexander tirò un sospiro di sollievo. La ragazza si alzò i capelli per permettergli di allacciarle la collana.<< Io però non ho nulla di mio da darti >>. Dalle sue mani sprizzarono piccole fiamme che si modellarono fra le sue dita fino ad assumere la forma di una spilla d'argento con sopra incise un'elegante A e un giglio.

Sotto lo sguardo lievemente sorpreso di Alexander, Denebola gliela appuntò sul maglione.

<< N-non ti piace? >>

<< Sì, ma non mi aspettavo una magia >>rise Alexander.

<< Tranquillo, non scomparirà quando l'incantesimo si sarà esaurito >>

Alexander le diede un buffetto sulla guancia e la baciò. Quando si separarono gli occhi gli brillavano di una dolcezza infinita.

<< Buon Natale, piccola >>

<< Buon Natale, Alex >>

 

 


 

   
 
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