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Autore: Amebosa Alby    24/12/2011    2 recensioni
Dream Smith è dislessica, iperattiva e inspiegabilmente innamorata del suo letto.
Ma potrà ancora fare sonni tranquilli dopo il suo arrivo a New York?
Tra un'auto a fiorellini, un cane-topo, un amico che legge l'Odissea (di sua spontanea volontà O.O), un non-così-amico inquietante e una misteriosa scomparsa, riuscirà Dream Smith a riconquistare l'amata pace del suo letto?
DAL CAPITOLO 8:
“Nico, cosa ci fai qui?” chiese Percy, chiudendo il suo armadietto.
“Un problema. Un enorme problema con mio padre.”
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Gli Dèi, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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IL CAPRICCIO DI  ADE.

 

Capitolo 1. Incontro inquietante in metro.

 

Era una fredda mattinata invernale.

Il vento a New York era così forte che penetrava nei vestiti e sembrava che tanti spilli mi pungessero la pelle.

Indossavo un lungo cappotto nero, un cappellino di lana e una sciarpa blu in cui avevo affondato metà viso.

Avevo il naso gelato e ogni tanto controllavo che fosse ancora attaccato.

Odiavo l'inverno. Lo trovavo così deprimente. Molti erano felici di avere la neve, ma io la consideravo un po' fastidiosa: causava interminabili file di automobili e quando decidevi che andare a piedi era più comodo, ti si infilava nelle scarpe, così tanta che quando tornavi a casa avevi le calze bagnate e i piedi viola, in più, mi faceva venire sonno.

Quel giorno, avevo deciso che una passeggiata mi avrebbe fatto bene, anche perché mia madre mi aveva vietato di prendere la sua macchina e “Distruggerla come l'ultima volta !”. E' uno dei tanti rimproveri che mi propina mamma ogni giorno, tra cui anche “Smetti di escogitare modi per incollare il didietro della professoressa di algebra alla sedia e studia, Dream!”.

Avevo messo come minimo dieci strati di vestiti, ero uscita di casa e con una gran voglia di vivere mi ero avventurata verso la mia nuova scuola, che avrei frequentato per soli sei mesi. Un record personale, di solito raggiungevo almeno un anno. Mi sistemai meglio lo zaino in spalla.

Ci vollero solo cinque minuti per convincermi che era meglio prendere la metropolitana. Se c'è una cosa che tutti quelli che mi conoscono sanno di me, è che sono terribilmente pigra.

Mentre compravo il biglietto non potei fare a meno di pensare a svariati modi con cui potermi liberare della neve e dell'inverno. Avrei potuto usare un lanciafiamme, il guaio era che dopo New York sarebbe diventata la nuova città sommersa di Atlantide.

Beh, pazienza. Trecentodieci traslochi invece di trecentonove non avrebbero fatto alcuna differenza per me.

Sul treno cercai un vetro che non fosse ricoperto di insetti morti e gomme da masticare per potermi specchiare.

Il cappellino mi copriva l'orrendo brufolo che avevo trovato sulla fronte quella stessa mattina e che mi ero decisa a far fuori entro la fine della giornata.

Avevo le labbra screpolate e sul mio viso chiaro spiccava il rosso del mio splendido (per modo di dire) naso gelato.

I capelli non erano da meno. Più che una stupenda, liscia chioma di lunghi capelli marroni, sembrava che dei gabbiani assassini mi avessero aggredita.

Quindi sommando il tutto, ero un mix tra Joker, Rudolf e Goku. Si, so che state pensando: ero davvero stupenda.

Mi sedetti con uno sbuffo e mi posai in grembo lo zaino.

Davanti a me una persona stava leggendo un libro. Non provai nemmeno a leggere il titolo, la mia dislessia non mi permetteva di leggere nemmeno le marche sulle confezioni dei cereali. Mi sarei solo depressa.

Posai semplicemente lo sguardo sulla persona di fronte a me. Non riuscivo a vedergli il viso perché il libro lo copriva, ma notai che indossava una giacca blu scura e dei jeans.

Le mie palpebre cominciavano a diventare estremamente pesanti. Sentivo che in meno di un minuto mi sarei addormentata.

Fu solo un attimo. Guardai il libro per solo un attimo. Ma in quei pochi secondi feci in tempo a vedere le lettere sulla copertina roteare. Mi svegliai improvvisamente.

“Odissea” lessi ad alta voce.

“Come?”

Il proprietario dell'Odissea abbassò il libro e mi fissò con aria interrogativa.

Era un ragazzo di circa diciassette anni, un mio coetaneo. Aveva i capelli neri e gli occhi verdi acqua.

“Il libro che stai leggendo. E' l'Odissea, no?” chiesi semplicemente, con una scrollata di spalle.

Lui fece un sorriso un po' incerto, assottigliando gli occhi, come se mi stesse esaminando nei minimi particolari. Cosa che mi rese piuttosto nervosa dato che in quel momento era davvero meglio non esaminarmi nei minimi particolari. Specialmente se a farlo era un ragazzo piuttosto carino.

“Si, lo è. Studi greco?”

A quella domanda aggrottai le sopracciglia. Sinceramente, non capivo molto bene cosa c'entrasse lo studio del greco in tutta quella faccenda, ma pensai che il ragazzo volesse soltanto fare conversazione.

“Ehm, più o meno. L'ho studiato nella mia vecchia scuola. Solo teoria, però. Non mi ricordo già più niente. Tu?”

Ignorò completamente la mia domanda e mi mostrò il libro.

“Come fai a sapere che questa è l'Odissea?”

Il mio primo pensiero fu -Ok, questo ragazzo è pazzo.-

Scossi la testa, sentendomi a mia volta scema a rispondere ad una domanda ovvia come quella.

“L'ho letto. Sulla copertina.”

Il ragazzo rise.

“Sai, quello lo avevo capito. Ma come hai fatto a leggerlo? E' scritto in greco e tu hai detto che te lo sei dimenticato!”

Ed il mio secondo pensiero fu -Ignora il pazzo che hai di fronte, alzati e cambia posto.-

Ovviamente, non seguii la mia coscienza e come un'idiota chiesi:”Mi stai forse prendendo in giro? Non è greco! Se lo fosse, non riuscirei a leggere il titolo.”

-Ma non ci saresti riuscita neanche se fosse stato in inglese- aggiunse una vocina nella mia testa.

“Sei dislessica?”

-Ma questo legge nel pensiero?!-

Incrociai le braccia al petto e squadrai il tipo che avevo di fronte.

“Mi stai forse pedinando? Sei, non so, una qualche spia che ha ingaggiato mia madre per inseguirmi ovunque vado? Se lo fai, ti avverto, sono pigra, ma non mi lascio prendere in giro.”

Il ragazzo fece per dire qualcosa, ma le porte del treno si aprirono e io schizzai fuori più veloce della luce.

La giornata era iniziata in un modo a dir poco fantastico.

-Tutta colpa della neve.- pensai, mentre varcavo le porte della mia nuova scuola.

 

 

 

 

Spazietto mio:

Chi mi conosce, mi ucciderà.

So di avere Missione U.L.M. Ancora incompleta, ma mi è venuta l'idea per questa ff e non ho potuto non scriverla xD

Comunque, questa storia è solo un esperimento, uno sfogo.

Quindi, non so se la finirò. Non riesco mai a finire le long xD

Per adesso ho scritto fino al capitolo quattro. Vedrò se farla andare avanti.

E' ambientata dopo The Last Olympian, per cui potrebbe contenere qualche spoiler, e NON tiene conto di The Lost Hero e di The Son of Neptune (altrimenti sarebbe uscito fuori un casino xD) ANCHE SE aggiungerò lo stesso Leo, Piper e Jason, dato che li adoro xD

Diciamo che non c'è tutta la storia di (ATTENZIONE SPOILER!) Gaea, ma che lo stesso i due camp sono alleati e sanno della rispettiva esistenza.

Be, ditemi che pensate di questa...cosa.

Al prossimo capitolo! (se qualcuno lo vorrà xD)

Alby :3 

  
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