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Autore: Matt2291    24/12/2011    2 recensioni
In questa storia i nostri personaggi non saranno ninja ma... folletti alle prese con il Natale XD
Questa fic è dedicata a tutti gli autori e lettori di questo fandom ^^
Purtroppo non ho tempo per elencare tutte le persone che ho conosciuto qui,
ma sono certo che quelle persone sapranno che è dedicata a loro :)
Buon Natale a tutti!!!
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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24 Dicembre, ore 22:27
                   

1 ora e 33 minuti al Natale

 
 
 
 
- NARUTO BAKA!! SHAN NARO SHAN NARO SHAN NARO!!! -.
- Presto! bloccate Sakura! -.
Nel periodo natalizio siamo tutti più buoni, è questa in un certo senso la vera essenza del Natale: la bontà.
Ci si prodiga per aiutare, senza chiedere nulla in cambio se non un sorriso di gratitudine, un abbraccio caldo, un momento di amicizia o amore.
Cambia tutto, cambia l’atmosfera che si trasforma in un bisogno di caldo affetto, cambia il divertimento e le abitudini, tutto al fine di offrire ai bambini il vero spirito del Natale.
In questa magica notte, milioni di bambini attendono di poter vedere il simbolo di questo magico periodo, colui che veste di rosso e distribuisce doni a chi crede in lui, e al Natale.
- Babbo Natale! Sakura è una furia! Ci aiuti! -.
L’uomo, dai lunghi capelli bianchi si alzò dalla poltrona del suo ufficio, ripose la lettera che stava leggendo e con espressione stanca si avviò al laboratorio, superando l’elfo che era venuto a chiamarlo.
- Che succede qui?! -  tuonò a gran voce, e tutto tacque.
Sakura lasciò andare il collo di Naruto buttandolo a terra e con passi pesanti si portò davanti il capo, guardandolo dal basso in alto con decisione.
- Naruto è un disastro! Ecco cosa succede! -  strinse i pugni e indicò il ragazzo agonizzante a terra.
- Naruto, che hai combinato? -  chiese leggermente scocciato.
Il ragazzo, con fatica riuscì a rimettersi in piedi massaggiandosi il viso tumefatto di lividi.
- Ah… Jiraya-Claus, io non ho fatto nulla di male, stavo solo facendo uno spuntino prima di riprendere il lavoro, tutto qui -.
Sakura si girò di scatto ringhiandogli contro.
- Naruto Uzumaki! Sono settecentosessantadue anni che ti sopporto! Anche se il fatto di macchiarmi il vestito con in tuo stupido ramen non sia di per sé grave, è stata comunque la goccia che ha fatto traboccare il vaso! -  batté un piede a terra che aprì una crepa nel parquet e intimidì i presenti che si allontanarono con un leggero brusio.
Una ragazza dai lunghi capelli biondi uscì dalla fila al lato di Sakura, si avvicinò sicura di sé e gli mise una mano sulla spalla. La ragazza dai capelli rosa si girò verso l’amica che la stava guardando con rimprovero.
- Ehi fronte spaziosa, potrai uccidere Naruto più tardi, adesso credo che abbiamo tutti del lavoro molto importante da fare, non credi? -.
- Ehi! Che significa che potrà uccidermi più tardi? -.
- STA ZITTO! -  gli urlarono le due all’unisono che lo fece rifugiare dietro le spalle di una ragazza dalla carnagione chiara e lunghi capelli corvini.
Appena si accorse della presenza del ragazzo che le stava tenendo le spalle, arrossì violentemente facendo scomparire il chiarore della sua pelle.
- N-N-Naruto-kun… -  non riuscì a dire altro che svenne tra le braccia del ragazzo.
- Oh? Ehi! Hinata? Oh no di nuovo! -  tenendola tra le braccia, sospirò pesantemente.
- Tsè, idiota -. Le orecchie del ragazzo si aguzzarono improvvisamente e il suo viso divenne una maschera di irritazione.
- Hai detto qualcosa, Sask’è-teme? -  cercò di sorridere il biondo, ma il risultato fu una smorfia quasi intimidatoria.
Il ragazzo interpellato, con capelli corvini e sguardo di ghiaccio, guardò l’amico-nemico con sufficienza prima di ripetere quello appena detto.
- Si. Idiota -  e come se nulla fosse tornò al lavoro, ignorando bellamente gli insulti e maledizioni che il ragazzo gli lanciava, facendo quasi cadere Hinata per terra.
Nel frattempo Ino era riuscita a far ragionare Sakura, convincendola a tornare al lavoro, così come tutti.
Babbo Natale si avvicinò a Sakura, intimandole di tenere i nervi a riposo, e che questo periodo è simbolo di gentilezza non solo per gli umani, ma anche per gli elfi.
La ragazza abbassò lo sguardo dispiaciuta chiedendo venia.
L’uomo gli sorrise bonariamente dicendo di non preoccuparsi.
- Buon Natale Sakura -  gli disse solamente, bastò questo a farle tornare il sorriso per poi recarsi al reparto impacchettamento.
Volse lo sguardo a Naruto che stava cercando di far rinsavire Hinata scuotendola un po’.
Sorrise mestamente e si avvicinò al ragazzo, erano i soli fermi all’interno del laboratorio dove ogni sorta di giocattoli venivano prodotti a grande velocità.
Tutti gli elfi che vi lavoravano avevano una caratteristica in comune: il sorriso, si perché è sapere quanto sia importante ciò che si fa che fa nascere un naturale stato di serenità, e anche per il fatto di stare facendo una buona azione a milioni di bambini che potranno gioire di felicità.
Tutti si prodigano per portare il sorriso, nessuno escluso.
- Jiraya-Claus, non capisco, sono quasi settecento anni che Hinata sviene, e ho notato che succede solo quando è vicino a me -.
L’uomo lo guardò allibito.
- Precisamente Naruto, quando ti saresti accorto di questo particolare? -  chiese con un gocciolone che gli pendeva dalla fronte.
Naruto assunse un’aria pensierosa.
- Uhm… mi faccia pensare… circa un secolo fa credo -  decretò dopo alcuni secondi.
Babbo Natale sospirò, sbattendosi una mano sulla faccia. Naruto aveva impiegato seicento anni per capirlo?
- Ho capito -  disse stancamente, poi indicò la porta dietro il ragazzo  - porta Hinata nella sua stanza, poi torna qui a lavoro, intesi? -.
- Come sempre Jiraya-Claus! -  e corse via.
- Ti ho detto migliaia di volte di non chiamarmi così! -  gli urlò dietro.
Naruto si fermò, girò appena il viso e sorrise in modo ammiccante.
- Lo so, sono più di cinquecento anni che me lo ripete, ma una volta ho sentito Tsunade-baa-chan chiamarla così e mi è sembrato divertente! -  detto questo sparì dietro la porta.
- Quella è solo una befana!!! -  e scoppiò in una fragorosa risata.
Uno scricchiolio di ossa alle sue spalle lo paralizzò da capo a piedi.
Iniziò a sudare freddo, e con calcolata lentezza si guardò le spalle.
Vi era una donna. Ai piedi, delle scarpe e lunghe calze nere che le arrivavano a metà coscia, messe alla vista da una corta gonna nera in pizzo.
Il generoso seno era nascosto da una lunga maglia scura, tenuta ferma da un busto che le copriva tutto l’addome che le donava una forma longilinea e giovanile.
Un foulard rosa sopra le testa a coprirle parte dei capelli biondi tenuti con grande cura in due lunghe code.
Jiraya sorrise come meglio poté, ma verità era che stava morendo di paura.
- C-Ciao cara, come stai? -  salutò con un tremore alla mano.
La donna scricchiolò ancora le proprie dita, pronta a dare una lezione al suo caro marito.
- Vorrei ricordarti una cosa, mio caro Jiraya-Claus – aprì gli occhi di scatto.
- Per tutti i bambini, sarò anche la brutta, zitella e amorevole befana che porta loro i dolci -  strinse il pugno destro con forza, portandolo dietro il corpo.
- Ma tu dovresti sapere come sono, dato che siamo sposati da ottocentonovantanove anni, novecento tra poco più di un’ora, quindi non farmi arrabbiare! -  e gli mollò un super pugno che lo fece volare sopra le teste di tutti gli elfi, per poi finire contro la parete, crepandola.
Un sospiro di rassegnazione invase il laboratorio, mentre la donna assunse un’aria soddisfatta.
 
 
 
 
 
 
24 Dicembre, ore 23:12
 

48 minuti al Natale

 
 
 
 
- Ciao Cometa, pronta per una nuova notte di consegne? -.
La renna emise possente bramito di assenso e quasi sembrò che sorridesse.
Kiba si prendeva davvero una grande cura delle renne del capo, come fossero sue, e in un certo senso lo erano.
Nessuno aveva le sue capacità di allevamento e conoscenze mediche veterinarie in tutto il polo nord, mezzo millennio di studi non erano uno scherzo.
- Allora Kiba, come stanno le nostre amiche? Forza che siete ancora giovani! -  Lee cercava sempre di ricaricare l’entusiasmo di tutti con parole di incoraggiamento, riferendosi molte volte al fatto che la giovinezza fosse la chiave della carica natalizia, teoria piuttosto smentita, dato che avevano tutti minimo seicento anni.
- Lee, queste renne hanno novecentosettantatre anni, saranno anche immortali ma non tanto giovani  -  rise il ragazzo, spazzolando la schiena di Itachi*.
- Punti di vista -  fece una smorfia, poi riprese  - Quest’anno è stato davvero impegnativo, i bambini sono sempre di più e vogliono giocattoli sempre più elaborati -  si abbandonò al pavimento della stalla sospirando.
- Per questo io mi occupo solo delle renne, loro non cambiano mai gusti -  fece un ghigno divertito.
Lee si alzò da terra dandogli una amichevole pacca sulla schiena.
- Già, preferiscono stare con i loro simili -  fuggì, prima che la spazzola di un infuriato Kiba lo colpisse in testa.
 
 
- Shika? Potresti darmi una mano anziché poltrire tutto il tempo?! -  urlò Ino, con una grossa pila di regali tra le braccia che stava trasportando dal magazzino alla slitta.
Il ragazzo vestito da meccanico aprì svogliatamente un occhio, osservando la figura minuta della ragazza che stava per cedere sotto una montagna di pacchi regalo.
Con uno slancio si mise a sedere, grattandosi la nuca per poi sbadigliare sonoramente.
- Sei seccante -  disse solo, prima di alzarsi con un grosso sospiro e prendere parte dei pacchi, salvando così la vita alla ragazza.
- Oh, il principino si è svegliato? Tutto bene sire? -  lo schernì la ragazza con sguardo maligno che il ragazzo ignorò completamente, voltandosi e incamminandosi verso la slitta.
- Antipatico! -  sentì solamente alle sue spalle, prima di posare i pacchi nel sacco.
- Ehi Shika, allora come te la passi? -  un paffutello fece la sua comparsa dalla porta laterale del garage riservato alla slitta.
Shikamaru sorrise al suo amico ormai da secoli.
- Ciao Choji, non ti ho mai detto che sei il miglior chef del Polo Nord? -  chiese tranquillamente, mettendo le mani in tasca.
Il ragazzo, vestito da cuoco incrociò le braccia al petto mettendosi a pensare.
- Si, credo due o tremila volte… nell’arco di ottocento anni -  e sorrise bonariamente.
- Ah Cho sei qui, cosa c’è di buono stasera? -  posò a terra i pacchi Ino, sorridendo poi al suo amico.
- È inutile Ino, lo sai che non rivelo mai i piatti prima di Natale, rassegnati -  Ino gonfiò le guance imbronciata.
I due ragazzi trattennero una risata, per poi liberarla in tutta la sua contagiosità che investì anche Ino.
 
 
 
 
 
24 Dicembre, ore 23:36
 

24 minuti al Natale

 
 
 
 
 
- Svelti, svelti, svelti! Manca poco all’ora X e non possiamo permetterci ritardi, anzi a dirla tutta siamo in ritardo già ora! Una volta finivamo tutto un giorno prima, avanti più in fretta! -.
Shizune, il capo folletto, era la più anziana di tutti e dirigeva i lavori di ogni sorta di reparto da quasi un millennio. Era stimata e rispettata da tutti, la sua grinta mai cambiata negli anni li spronava ad andare avanti con entusiasmo e volontà.
- Allora Shizune, manca ancora molto? -.
- Oh signora Tsunade! Abbiamo un leggero ritardo quest’anno, ma dovrebbe essere tutto pronto prima di mezzanotte, glielo assicuro -  accennò un leggero inchino.
La signora Tsunade era rispettata ancor più del gran capo.
Si diceva che fosse lei a dirigere tutto lì dentro, ma erano solo voci senza fondamento e Jiraya dava comunque molti consigli per poter apportare miglioramenti in ogni reparto, anche nei regali di nuova generazione.
Tsunade sorrise soddisfatta del risultato, fortuna che c’era sempre stata lei ad aiutare quel posto, o sarebbe finito in bancarotta da tempo, e addio Natale.
- Attenzione lì sotto! La pila sta ondeggiando! -  alla loro destra, una alta pila di pacchi stava ondeggiando pericolosamente, e prima di rendersi conto di qualcosa, cadde tutto a terra.
Sotto, una ragazza sbarrò gli occhi terrorizzati e si rannicchiò su se stessa, aspettando il forte impatto.
- Hakkeshō Kaiten! -  un forte vento circondò la ragazza, e nulla la colpì.
Riaprì lentamente gli occhi, e vide delle gambe vicino a lei, alzò lo sguardo è incontrò una cascata di capelli scuri che posavano leggeri sulla schiena di un ragazzo.
- N-Neji -.
Neji, oltre ad essere il responsabile del reparto ricerca, era anche il migliore nelle arti marziali, sviluppando una conoscenza secolare in ogni disciplina esistente e creandone una sua.
Il ragazzo tese una mano verso di lei, che la afferrò con gioia.
- Stai bene Tenten? -  chiese tranquillamente, guardando gli occhi nocciola della ragazza con dolcezza velata.
- Si, grazie -  i suoi occhi luccicarono come capelli d’angelo e quasi involontariamente, strinse la mano del ragazzo nella sua.
 
 
 
 
24 Dicembre. Ore 23:50
 

10 minuti al Natale

 
 
 
 
 
Tsunade aprì un baule e prese il vestito da lavoro del marito, riponendolo su una sgabello vicino il caminetto del salotto.
Così sarà caldo quando lo indosserà.
Sorrise tra se e se, ponderando sul perché avesse sposato quel vecchio ciccione, e pensare che quando lo incontrò per la prima volta, era muscoloso e affascinante.
Il flebile cigolio della porta la riportò alla realtà, vide suo marito con un rosso maglione di lana entrare nella stanza.
Nulla di strano, tranne per un grosso particolare.
- Che hai fatto alla barba?! -  quasi urlò, con stupore e incredulità.
L’uomo si grattò la guancia e sorrise impacciato, avvicinandosi alla moglie.
- Ho voluto cambiare look, non ti sembrò più giovane così? -  e sorrise ampliamente, cosa che colpì in un certo senso Tsunade, che si sentì quasi arrossire. Non vedeva il viso del marito da secoli ormai, ed ora, le faceva uno strano effetto.
Quasi con titubanza, gli mise le mani sul viso, e man mano che faceva scorrere le dita, sentiva gli angoli della sua bocca aprirsi in un sincero sorriso.
- Sei più giovane, è vero -  disse solo, prima di posagli un bacio sulle labbra.
Jiraya osservò amorevolmente sua moglie, prendendo la sua mano nella propria.
- Anche per la tua dolcezza mi sono innamorato di te sai? E mai, come in questo momento, mi sono sentito tanto incantato dal vedere i tuoi occhi, da cui si specchiano le veloci e irregolari fiammelle del focolare, mai come in questo momento, credo di averti guardata come la prima volta -  sussurrò come per paura che qualcun altro sentisse le parole che erano rivolte solo a lei.
Gli posò una mano sulla guancia, e Tsunade chiuse gli occhi, pensando che, a dirla tutta, sposare quel ciccione non era stata una cattiva idea.
 
 
 
 
24 Dicembre, ore 23:55
 

5 minuti al Natale

 
 
 
 
 
 
 
Ormai era tutto pronto, e Shizune osservava soddisfatta la slitta ormai carica di doni che stavano per essere distribuiti in tutto il mondo.
Jiraya arrivò quasi nello stesso momento, con Tsunade sorridente attaccata al suo braccio che non accennava a staccarsi. Tutti spalancarono gli occhi quando videro il capo senza barba e dovette così spiegare il fatto che avesse voglia di cambiare.
Tutti si complimentarono con lui, per il fatto che dimostrasse solo ottocento anni.
- Tesoro, tra pochissimo è il nostro novecentesimo anniversario, cosa mi regalerai? -  chiese dolcemente Tsunade al suo fianco. Jiraya sorrise maliziosamente.
- Quest’anno hai fatto un po’ la cattiva, al mio ritorno credo ti dovrò punire a dovere -  e si scambiarono un lungo bacio, interrotto dalle esclamazioni di disgusto dei presenti; alcuni si tennero la bocca per non vomitare.
Jiraya, detto Babbo Natale, salì sulla propria slitta mentre le renne erano impazienti di prendere il volo.
Nel frattempo tutti si erano riuniti vicino la slitta, impazienti anche loro di osservare il decollo che non smetteva di stupirli, che non smetteva di far desiderare che fosse Natale ogni giorno, che non smetteva di regalare loro la magia di quella magnifica notte.
Jiraya, tutto coperto dal suo paffuto vestito rosso non smetteva di rivedere la vita di ognuno di loro, e mai sarebbero state sufficienti le parole per ringraziarli tutti.
Si limitò ad osservarli, uno per uno, e dai loro sguardi egli capì che anche loro comprendevano i suoi sentimenti, comprendevano la gioia di poter regalare la felicità e un po’ di magia in tutto il mondo.
 
 
 
 
25 Dicembre, ore 00:00
 

È Natale

 
 
 
 
 
 
 
Forse per fede, forse per magia o forse perché semplicemente era così, le renne incominciarono a scalciare sempre di più, finché non si sollevarono da terra, insieme a loro la slitta con il grosso sacco sul sedile posteriore.
Nessuna fatica, nessun lamento, solo il desiderio di poter volare via, tra le nuvole e le stelle, di casa in casa, e senza aspettare altrimenti, un coro di voci urlanti e gioiose annunciò la partenza del simbolo del Natale che scomparve in cielo, lasciando dietro di sé il solo dolce suono dei suoi campanelli.
 
 
 
 
Fin
 
 
 
 
 
 
 
 
*Una delle renne di Babbo Natale si chiama Donnola, ovvero Itachi XD
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa fic è dedicata a tutti coloro che vogliono credere nel Natale ^^
L’ho scritta di getto questa sera, perciò chiedo scusa per eventuali errori :)
 
Matt
 
 
Buon Natale a tutti!!!
  
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