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Autore: Shatzy    25/12/2011    2 recensioni
“Non ho intenzione di passare il Natale a New York! Ogni anno torneremo qui, da mio padre, e pregheremo che Finn abbia scelto un abete decente”.
“Si può fare… Anche perché il nostro appartamento sarà piuttosto piccolo e scomodo”.
“Piccolo e scomodo, ma deliziosamente arredato secondo le ultime tendenze”.

Buon Natale! [Klaine]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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fic natale
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma degli aventi diritto, altrimenti avremmo puntate piene dei primi piani di Chris Colfer, anche mentre stanno parlando altri personaggi e durante altre scene, sì; la fanfic non è stata scritta a scopo di lucro.
Note: la fic è ispirata alla 3x09 Extraordinary Merry Christmas, sono giusto un paio di missing moments.
C’è un riferimento al regalo di Blaine per Kurt, che hanno gentilmente deciso di tagliare dall’episodio, quindi se non volete rovinarvi la sorpresa (sempre che lo spoiler sia esatto… finché non vedo non credo, ma finché non vedo posso avere la speranza di qualsiasi cosa XD) non leggete.
Il titolo è ripreso da “Extraordinary Merry Christmas”, perché viene inquadrato Kurt mentre Blaine canta questa frase, e io mi sono sciolta <3
Non è betata :( perché una beta ha da fare cose più importanti e l’altra sarebbe il destinatario, visto che è il suo regalo di Natale XD (fortunata, eh?).


A Roby, Buon Natale <3
La prossima volta che ci vediamo ti farò un regalo decente, tipo una torta alla frutta <3
Love you




Hold me tight and kiss me slow

Gli ultimi raggi di sole della giornata davano una leggera colorazione aranciata a quei rami di abete affiancati stretti ai lati della stradina, mentre le prime luci artificiali si accendevano sopra di loro e in sottofondo riecheggiavano canzoni natalizie a ripetizione. Kurt osservò con attenzione un albero alla sua sinistra, valutandone lo stato delle fronde con una sola occhiata.
“Questo potrebbe andare?” gli chiese Blaine accanto a lui.
“È troppo alto” concesse, passando oltre con indifferenza.
“Quello di prima era troppo basso, quello prima ancora troppo spoglio, poi c’era quello con la corteccia troppo screpolata, quello con gli aghi troppo corti, e quello con un colore troppo chiaro” gli fece notare, sospirando.
“Esatto, per questo dobbiamo continuare a cercare” evidenziò Kurt, passando ad esaminare gli alberi sul lato opposto, mentre l’altro ovviamente lo seguiva, più vicino del necessario per via del freddo di quel pomeriggio. “Deve essere perfetto”.
Blaine sorrise, passandogli una braccio attorno alla vita. “Vedrai che lo sarà” disse rassicurante.
Il ragazzo si spostò leggermente, a disagio, cominciando a guardarsi attorno. “Blaine…” lo ammonì. Avevano scelto un giorno durante la settimana per comprare l’albero di Natale per la sua famiglia, ma non erano di certo stati gli unici ad avere questa idea, e sebbene quel venditore all’aperto desse innumerevoli spunti per nascondersi tra le stradine e gli abeti, era meglio non fidarsi e non rovinarsi la giornata per colpa di qualche idiota.
“Non c’è nessuno, avevo controllato” ammise quello, mettendo su un broncio e ritirando il braccio.
Kurt si limitò a guardarlo con sufficienza, per niente convinto, per poi tornare ad osservare di fronte a sé. “Deve essere perfetto” ripeté, più convinto.
Blaine mosse un paio di passi avanti a lui, iniziando a controllare i rami in una zona diversa mentre canticchiava sottovoce. Rimasero in silenzio per qualche minuto, muovendosi cauti lungo la stradina e valutando attentamente i possibili alberi di Natale davanti ai loro occhi, finché Kurt non starnutì.
“L’anno prossimo ci pensa di nuovo Finn o la tradizione salta” minacciò, ricordando come il fratellastro si fosse defilato dall’incarico, anche se il Natale era la sua festa preferita, perché comprare un abete gli ricordava il dicembre scorso, quando aveva lasciato Rachel – per la seconda o terza volta, Kurt aveva perso il conto – proprio in quell’occasione.
“Ma almeno così sei sicuro di avere il tuo albero perfetto” gli ricordò il suo ragazzo, affiancandoglisi.
“Sicuro. Quest’anno è importante” ammise, mentre le guance gli si arrossavano un poco. “Sai, perché mio padre sta finalmente bene, perché siamo una famiglia più unita, e perché Finn non ha ancora avuto disastri sentimentali e non sarà ridotto ad un’ameba per tutte le vacanze…” spiegò sotto lo sguardo curioso di Blaine, affondando il viso nella sciarpa.
“E perché siamo insieme?” propose l’altro, sorridendo ampiamente.
“Frequentare così tanto Rachel ti sta facendo male” gli disse, distogliendo lo sguardo ma lasciando andare una risata leggera, mentre intrecciava le loro dita senza trovare resistenza.  
“Devo andare di nuovo da lei più tardi, vuole che il nostro duetto di Natale sia perfetto così Artie la sceglierà per il Christmas Special” gli fece sapere, troppo gentile per lamentarsene, anche se gli angoli della sua bocca si abbassarono leggermente.
“Se ne sta approfittando… Vuole solo l’attenzione su di sé” gli confermò, lasciando andare la sua mano e afferrandogli direttamente il braccio.
“Ma mi ha chiesto di aiutarla!”
Kurt sospirò, cominciando a camminare lungo la stradina portandosi dietro l’altro. “Meglio se troviamo il mio albero in fretta, allora” disse.
“Magari dopo possiamo cercarne uno per il nostro chalet!” propose Blaine, notando con piacere l’imbarazzo nel suo ragazzo.
“Non è nostro, e poi Artie ha detto che ne avrebbe trovato lui uno a un prezzo molto più basso per rientrare nel budget” dichiarò. “E comunque non voglio uno chalet se devo dire al mondo che sei solo il mio migliore amico” concluse, mettendo un piccolo broncio ma non riuscendo ad evitare al sangue di affluire di nuovo sulle guance.
Blaine sorrise, avvicinandosi al suo orecchio. “Quando avremo una nostra casa incideremo i nostri nomi all’interno di un cuore sulla porta d’ingresso, così chiunque capirà quello che ci lega” sussurrò, facendolo rabbrividire.
“Blaine! Non rovineremo il legno di ciliegio pregiato della porta perché a te piace comportarti come un bambino” lo riprese, anche se non riuscì ad evitare di ridere.
L’altro ne approfittò per dargli un bacio leggero sulla guancia, prima di condurlo davanti a un gruppo di alberi. “Allora, questo abete…” lo distrasse, “Com’è che lo volevi?”
Kurt guardò il suo ragazzo, così intento a scrutare quei rami davanti al suo naso anche se un vago rossore si era diffuso pure sul suo viso, così deciso nell’aiutarlo a trovare l’albero di Natale per una famiglia non sua dopo aver passato almeno due ore al freddo di dicembre, così bello quando evitava il suo sguardo per l’imbarazzo ma continuava a tenerlo stretto a sé con un braccio.
“Perfetto”.

*

“È perfetto!”
L’albero davanti a loro in effetti lo era davvero. Le decorazioni rosse di plastica e vetro, i fili dorati e le lucine accese non erano altro che la ciliegina sulla torta di un abete già perfetto di suo – non troppo alto, non troppo basso, con la giusta copertura di rami su tutta la circonferenza, l’odore non troppo forte di resina e il colore appropriato.
“Vale tutte e tre le ore che abbiamo impiegato per trovarlo” commentò Blaine soddisfatto, sedendosi meglio sul divano e assaporando la sua cioccolata calda.
Kurt stese meglio la coperta sulle loro gambe per poi riprendere a guardare il suo lavoro, compiaciuto. “Te l’avevo detto, bastava solo cercare meglio”.
Quella mattina di Natale era piuttosto fredda, anche se un timido sole stava iniziando a sciogliere la neve accumulata nei giorni precedenti. Blaine ne aveva approfittato per guidare fino a Lima per gli auguri alla famiglia del suo ragazzo, ed era rimasto piacevolmente coinvolto dall’energia di Kurt al mattino, tanto che si era ritrovato ben presto sul divano del salotto, riscaldato dal fuoco nel camino, da una coperta di lana, dalla cioccolata bollente che gli aveva preparato – corredata da biscotti alla crema – e da Kurt stesso, accoccolato al suo fianco, di fronte a quell’impeccabile albero di Natale.
“Sicuro che non vuoi rimanere per pranzo?” gli chiese poco dopo, poggiando la testa sulla sua spalla e prendendogli un braccio con entrambe le mani.
Blaine posò un bacio leggero sui suoi capelli. “Credo che i miei si accorgerebbero dell’assenza, visto che saremo solo noi tre oggi” chiarì, non molto contento.
L’altro sospirò, strofinando la guancia sul maglione morbido del ragazzo. “L’anno prossimo potremmo passare il Natale tutti insieme” propose con noncuranza.
“Tutti insieme?” chiese, spostandosi un po’ per guardarlo negli occhi e notare quel vago rossore sulle guance. “Mi sembra un’ottima idea” lo rassicurò, scendendo a dargli un bacio veloce sulle labbra. “E magari quello dopo ancora potremmo festeggiarlo noi due insieme nel nostro appartamento a New York…” e lasciò in sospeso la frase, accarezzandogli languidamente la pelle del viso con le labbra.
Ma Kurt si riscosse subito, allontanandosi e corrugando la fronte. “Non ho intenzione di passare il Natale a New York! Ogni anno torneremo qui, da mio padre, e pregheremo che Finn abbia scelto un abete decente” s’impuntò.
Blaine sorrise. “Si può fare… Anche perché il nostro appartamento sarà piuttosto piccolo e scomodo”.
“Piccolo e scomodo, ma deliziosamente arredato secondo le ultime tendenze” precisò Kurt, soddisfatto.
Poi, senza sapere chi aveva iniziato cosa, si ritrovarono ad avvicinarsi lentamente, fino a quando le punte dei loro nasi non si sfiorarono con tenerezza, mentre la tazza di cioccolata miracolosamente arrivava intatta sul tavolino e la coperta inesorabilmente scivolava sul pavimento. Blaine gli circondò la vita con le braccia e Kurt gli passò le mani tra i capelli, tenendolo più stretto a sé, e quando capirono che era proprio impossibile continuare a guardarsi perché a quella distanza non sarebbero riusciti a mettere a fuoco nulla, chiusero gli occhi e permisero alle loro labbra di toccarsi. Almeno fino a quando un’allegra melodia che suonava molto come Jingle Bells non li distrasse il secondo dopo.
“Santo cielo, è quello stupido orologio che ci ha regalato Rachel! Suona ad ogni ora con questa canzone, è irritante!” si lamentò Kurt, allontanandosi e recuperando la coperta mentre si passava una mano sul viso arrossato.
L’altro sospirò, lasciando però andare un sorriso. “Almeno non potete non notarlo”.
“Già. Al contrario di certe persone che non si accorgono mai di nulla” gli disse, guardandolo con una luce particolare negli occhi che sapeva di sfida e affetto.
Blaine inclinò la testa per fissarlo meglio, concentrandosi fino ad aggrottare le sopracciglia e a mordersi il labbro inferiore. “Stai tentando di dirmi qualcosa?”
Questo, Blaine” si arrese, sventolandogli davanti al viso la sua mano sinistra.
“Oh” realizzò, notando la sottile banda di carta argentata sul dito di Kurt. “Non me ne ero accorto” precisò, arrossendo. Il suo anello.
“Lo porto da stamattina” gli fece sapere con orgoglio, accoccolandosi nuovamente contro la sua spalla.
Blaine gli prese la mano e la portò contro il suo petto, cominciando ad accarezzarla piano. “Sai, potresti portarlo più spesso” disse, fissando vagamente il soffitto e perdendosi nel suo pensiero. “Intendo, non a scuola magari, ma quando siamo insieme, se ti va”.
“No” lo interruppe subito, alzandosi a fissarlo con sicurezza. “Potrebbe rovinarsi”.
L’altro roteò gli occhi, decisamente divertito. “Kurt, è fatto con la carta delle gomme da masticare, posso fartene uno nuovo in qualsiasi momento”.
“No” ripeté con più convinzione, mettendo un broncio adorabile. “È perfetto così, è mio, e non ne voglio un altro. In più, mangiare tutte quelle gomme ti fa male ai denti”.
Blaine ridacchiò, stringendolo più forte e tornando a guardare quell’albero riccamente decorato di fronte a sé, mentre si lasciava lentamente andare in quella calma mattinata. “If you liked it then you shoulda put a ring on it…” canticchiò piano, mentre Kurt gli assestava una gomitata leggera sul fianco, chiaramente non divertito da quella fuga di notizie che probabilmente Tina aveva avuto con il suo ragazzo.
“Non mi hai ancora detto cosa ne pensi del regalo che ti ho fatto” cambiò quindi argomento, anche se le sue parole giunsero attutite dalla spalla dell’altro.
“Mh…” Blaine si spostò leggermente, smettendo per un attimo di accarezzargli i capelli e cercando di vincere la sensazione di disagio. “Sono caldi e comodi. Sì. Proprio un’idea carina” gli disse, sentendo chiaramente il sorriso di Kurt contro di sé.
“I calzini vanno sempre bene, no?” lo prese in giro, ben ricordando con orrore la chiacchierata tra ragazzi dei giorni scorsi nello spogliatoio del McKinley.
“Dei calzini comprati da GAP” precisò l’altro, quasi oltraggiato. Almeno adesso aveva avuto la conferma che Kurt non era un tipo che dimenticava facilmente. E che godeva dell’imbarazzo altrui, o quantomeno del suo.
“Sai cosa renderebbe questo Natale davvero perfetto?” gli chiese però Kurt subito dopo, facendo sparire il ghigno dalle sue labbra e guardandolo con dolcezza.
“Uno sconto sulla collezione di Elizabeth Taylor? La prossima puntata di Once upon a Time? Tuo padre vestito da Santa Claus?”
“No” rise, avvicinandosi fino a sfiorargli il naso con il proprio, mentre la sua mano sinistra gli accarezzava la guancia. E Blaine poteva sentirlo bene contro la sua pelle, quell’anello con i bordi spigolosi. “Un bacio”.
E dopo né la perfezione del loro albero di Natale, né l’orologio di Rachel, né Finn che scendeva rumorosamente dalle scale riuscì a distrarli.

   
 
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