Titolo:
Caught in the undertow
Fandom:
The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s):
Jules/Mason; hints Mason/Katherine + Brady/Jules
Avvertimenti:
oneshot, het, angry!ust
Genere:
Angst, Introspettivo
Challenge/Prompt:
scritta
per il TVG
Christmas Edition
@vampiregeometry,
con il prompt
Jules/Mason
– gelosia
(+ un prompt riciclato dal TVG!fest: Jules/Mason
- “Non mi fido di quella Kathy. Non mi piace”
“Non ti piace
perché è un vampiro o perché sei
gelosa?”)
Note:
io vorrei chiedere scusa in anticipo. Alla “anon”
che ha
promptato, innanzitutto, ma in generale a chiunque dovesse leggere.
Me ne vergogno così tanto che stavo per postarla in anonimo,
ma il
mio modo di scrivere è tragicamente palese,
perciò sarebbe stato
inutile – ergo, doppio fail. Comunque, è tutto molto
confuso, angst, con robe liberamente interpretabili, scritte a
caso e perché sì
– la timeline e la mia personale interpretazione di questi
due non
mi aiutava affatto ad accoppiarli – , e fa anche piuttosto
schifo.
Ribadisco le mie scuse.
Credits:
il titolo è preso da “Numb”
dei Linkin Park (dovrebbero denunciarmi per quante volte utilizzo
questa canzone per dare titoli/prompt alle mie fanfic)
Ci
sono persone che riescono ad inquadrare perfettamente un estraneo in
pochi minuti. Bastano occhiate attente, un paio di domande cortesi e
mirate, ma soprattutto l'olfatto, un istinto innato ad interpretare i
segni, che non si riesce a spiegare ma c'è. Semplicemente
esiste,
come la luna in cielo anche quando il sole le sta davanti.
Jules
possiede questo dono, e non sempre le riserva sorprese piacevoli. Un
esempio è quando Mason presenta al branco questa tale Kathy,
tutta
curve e vestiti troppo attillati.
Tralasciando
il look da sgualdrina d'alto bordo e la capacità di
distrarre
qualunque maschio nel raggio di chilometri col suo solo ancheggiare,
a Jules Kathy non piace per un sacco di altre buone ragioni, la prima
tra tutte che lei è un vampiro.
Nemica
naturale dei licantropi. Pericolo mortale per loro, a meno che non
sia tempo di plenilunio.
Basterebbe
solo questo a guardarla con sospetto, e invece Mason se la porta in
giro ammirandola come farebbe con un angelo sceso dal cielo, assicura
che la conosce da quasi un anno, e che è innocua,
Jules, perché non capisci?
Jules
non
vuole capire
perché, tra le altre cose, non si fida. E non si fida
perché sente
che c'è qualcosa di strano in quella succhiasangue.
Che
sia l'ombra lieve dietro l'affettazione dei suoi sorrisi o la nota
vibrante di malizia nella sua voce, non importa. Sono dettagli
insignificanti agli occhi di chiunque tranne che a quelli di Jules,
sono profumi dolci e velenosi a cui solo lei è sensibile, a
quanto
pare: nessun altro della schiera dei licantropi ce l'ha così
a morte con Kathy. È bastata la parola di Mason su quanto
lei sia
adorabile, premurosa, speciale.
È sempre presente alle sue trasformazioni, a quanto pare, e
questo
insospettisce Jules ancor di più, oltre a provocarle una
fitta
fastidiosa, illogica,
all'altezza del petto.
Perché
un vampiro dovrebbe fare qualcosa di simile e rischiare la pelle?
Solo
se amasse Mason sarebbe giustificata, ma Jules ne è sicura:
il suo è
tutto fuorché amore.
Una
sera, l'argomento riemerge per l'ennesima volta. Nel
camper di Mason sono rimasti solo lui e Jules, liberi dalla
onnipresenza di Kathy, mentre fuori infuria un temporale orribile.
Lei
osserva la pioggia picchiare sul finestrino per un po', prima di
parlare.
"Non
mi fido di quella Kathy” mormora piano.
Mason
allontana dalle labbra la birra che sta sorseggiando dalla bottiglia
e soffia fuori un sospiro di esasperazione trattenuta, come a dire
'non ricominciare'.
Ma
Jules non si lascia intimidire affatto.
"Non
mi piace" ribadisce pacatamente.
Distoglie
lo sguardo dalla pioggia per fissare Mason, che ha già
sfoderato
quel
sorriso.
Troppo
ampio, forzato, di chi chiaramente vuole nascondere la rabbia.
È
un ragazzo d'oro, dolce e tranquillo, lui, ma la ragazza sa di aver
toccato un nervo scoperto.
Tuttavia,
la risposta di Mason è così tagliente da
coglierla comunque
impreparata.
"Non
ti piace perché è un vampiro o perché
sei gelosa?"
domanda a brucia pelo, sempre con quel sorriso che adesso è
più un
ghigno sarcastico.
Jules
sbatte le ciglia un paio di volte, irrigidendo i lineamenti.
Ora
le viene più difficile sostenere lo sguardo, o anche solo
ricordare
tutte le belle e sensate argomentazioni sul fiuto per i guai, le
persone indegne di fiducia, l'odio per i vampiri.
"Di
cosa dovrei essere gelosa, di preciso?”
Le
parole escono fuori distratte, quasi incolori, ma ha replicato troppo
velocemente.
Maledizione.
Dovrebbe essere molto
più facile dissimulare indifferenza, perché in
fondo adesso c'è
Brady, e quello che prova per Mason non ha nemmeno un nome, non
è
nulla di importante, non è nulla.
Nulla che meriti
gelosia, comunque.
"Di
me e lei. Ho notato come mi guardi” è la risposta,
asciutta e
semplice.
Un dato di fatto, una
semplice osservazione, quasi che stesse parlando del tempo.
"Sei
gelosa. Mi sbaglio?”
I
nervi di Jules cedono in quell'istante, su quelle affermazioni pacate
che la fanno sentire così esposta, vulnerabile, furiosa
– lei che
odia non riuscire a mantenere il distacco perfino quando è
perfettamente legittimo, naturale, ovvio
che debba succederle.
La mente le si riempie
di frammenti di immagini, opportunità sprecate, ricordi e
profumi.
L'alba dopo un
plenilunio, passata sulla riva di una spiaggia, con l'odore del mare,
e le onde, e corpi abbracciati, la sabbia a graffiare la pelle nuda e
calda di ferite appena rimarginate.
Un sogno o la realtà,
Jules non saprebbe dire se sia successo veramente, e quando, e come,
se una volta o almeno cento.
Forse è solo ciò che
avrebbe voluto vivere con Mason, se Kathy non ci fosse stata.
Si accorge di essersi
alzata in piedi, con le braccia inermi lungo i fianchi e gli occhi
vitrei fissi su quelli di lui.
Chiama a sé
l'autocontrollo, la maschera di freddezza che scende di nuovo sul suo
viso.
"Ti
sbagli” replica con calma, abbandonandosi ad un'aria di
studiato
compatimento.
"Solo
non credevo che un lupo potesse cadere così in basso da
scoparsi...un cadavere”
Questa volta è lui a
scattare, portandosi dietro il rumore di vetri in pezzi sul pavimento
- un gesto involontario, dettato dalla fretta di alzarsi e
fronteggiare Jules ergendosi in tutta la propria altezza.
"Amo
Kathy e lei mi ama!” ruggisce, a pochi centimetri dal suo
volto.
La
furia fa vibrare il suo corpo, un lampo color oro gli attraversa lo
sguardo – la stessa cosa che succede a Jules, mentre tende i
muscoli ma non indietreggia di un passo, maledicendo lo stretto
spazio del camper. La sua schiena incontra la solidità di
una parete
quando i suoi fianchi e quelli di Mason si urtano appena –
involontariamente o meno, Jules non ne ha idea.
"La
tua Kathy puzza di menzogna, Mase” sibila a denti stretti.
"Posso
fiutarlo ogni volta che ti si struscia contro...” continua,
imponendosi di ignorare quella vicinanza un po' forzata e un po' no,
ma soprattutto odiando la propria assoluta non voglia di ritrarsi.
Mason
dilata le narici, il respiro serrato.
"Un'altra
parola, Jules! Solo una e...”
"E
cosa? Mi metti le mani addosso?” abbaia Jules in una
provocazione
istintiva, rendendosi poi conto che Mason lo ha fatto veramente.
Come
quella volta.
Anche quella volta
stavano litigando – parole burrascose come le onde che
divoravano
la riva - ricorda Jules all'improvviso, pentendosene subito.
Non può permettere
alle emozioni di mettersi in mezzo.
Non di nuovo, e tanto
non servirebbe a riportare indietro il tempo, a respirare ancora
l'odore salmastro dell'oceano.
La
presa sui suoi polsi è ruvida, aggressiva –
sarebbe dolorosa se
Jules non possedesse a sua volta una forza inumana - , ma allo stesso
tempo in quel tocco c'è qualcosa di così
fremente, accorato e
angoscioso da farle male fisico.
"Dovresti
essere felice per me...”
Una
preghiera, una supplica a comprendere, ad accettare.
Ma
Jules si libera dalla stretta violentemente, come se bruciasse - un
fuoco freddo che non lascia segni visibili, tanto più a chi,
come
lei, non vuole averne affatto – e in un attimo ha superato
Mason,
raggiungendo la porta.
"Fa'
come vuoi, ma non sorprenderti se ti pugnalerà alle
spalle” lo
avverte gelida.
"Quelli
della tua specie sono gli unici di cui ti puoi fidare. La tua unica vera
famiglia”
Non
si volta per vedere l'effetto delle proprie parole ed esce fuori,
incurante di ciò che ha lasciato dietro sé, del
silenzio di Mason,
della tempesta.
Il
rumore della pioggia soffoca ogni cosa, ma nelle orecchie di Jules
c'è solo l'eco di una marea che non esiste.