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Autore: Lizzie_Siddal    25/12/2011    2 recensioni
[Mason/Jules]
"Non mi fido di quella Kathy. Non mi piace"
"Non ti piace perché è un vampiro o perché sei gelosa?"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jules, Mason Lockwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The forgotten ones'
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caught in the undertow

Titolo: Caught in the undertow
Fandom:
The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s):
Jules/Mason; hints Mason/Katherine + Brady/Jules
Avvertimenti:
oneshot, het, angry!ust
Genere:
Angst, Introspettivo
Challenge/Prompt:
scritta per il TVG Christmas Edition @vampiregeometry, con il prompt Jules/Mason – gelosia (+ un prompt riciclato dal TVG!fest: Jules/Mason - “Non mi fido di quella Kathy. Non mi piace” “Non ti piace perché è un vampiro o perché sei gelosa?”)
Note:
io vorrei chiedere scusa in anticipo. Alla “anon” che ha promptato, innanzitutto, ma in generale a chiunque dovesse leggere. Me ne vergogno così tanto che stavo per postarla in anonimo, ma il mio modo di scrivere è tragicamente palese, perciò sarebbe stato inutile – ergo, doppio fail. Comunque, è tutto molto confuso, angst, con robe liberamente interpretabili, scritte a caso e perché sì – la timeline e la mia personale interpretazione di questi due non mi aiutava affatto ad accoppiarli – , e fa anche piuttosto schifo. Ribadisco le mie scuse.
Credits:
il titolo è preso da “Numb” dei Linkin Park (dovrebbero denunciarmi per quante volte utilizzo questa canzone per dare titoli/prompt alle mie fanfic)


Ci sono persone che riescono ad inquadrare perfettamente un estraneo in pochi minuti. Bastano occhiate attente, un paio di domande cortesi e mirate, ma soprattutto l'olfatto, un istinto innato ad interpretare i segni, che non si riesce a spiegare ma c'è. Semplicemente esiste, come la luna in cielo anche quando il sole le sta davanti.
Jules possiede questo dono, e non sempre le riserva sorprese piacevoli. Un esempio è quando Mason presenta al branco questa tale Kathy, tutta curve e vestiti troppo attillati.
Tralasciando il look da sgualdrina d'alto bordo e la capacità di distrarre qualunque maschio nel raggio di chilometri col suo solo ancheggiare, a Jules Kathy non piace per un sacco di altre buone ragioni, la prima tra tutte che lei è un vampiro.
Nemica naturale dei licantropi. Pericolo mortale per loro, a meno che non sia tempo di plenilunio.
Basterebbe solo questo a guardarla con sospetto, e invece Mason se la porta in giro ammirandola come farebbe con un angelo sceso dal cielo, assicura che la conosce da quasi un anno, e che è innocua
, Jules, perché non capisci?
Jules
non vuole capire perché, tra le altre cose, non si fida. E non si fida perché sente che c'è qualcosa di strano in quella succhiasangue.
Che sia l'ombra lieve dietro l'affettazione dei suoi sorrisi o la nota vibrante di malizia nella sua voce, non importa. Sono dettagli insignificanti agli occhi di chiunque tranne che a quelli di Jules, sono profumi dolci e velenosi a cui solo lei è sensibile, a quanto pare: nessun altro della schiera dei licantropi ce l'ha
così a morte con Kathy. È bastata la parola di Mason su quanto lei sia adorabile, premurosa, speciale. È sempre presente alle sue trasformazioni, a quanto pare, e questo insospettisce Jules ancor di più, oltre a provocarle una fitta fastidiosa, illogica, all'altezza del petto.
Perché un vampiro dovrebbe fare qualcosa di simile e rischiare la pelle?
Solo se amasse Mason sarebbe giustificata, ma Jules ne è sicura: il suo è tutto fuorché amore.

Una sera, l'argomento riemerge per l'ennesima volta. Nel camper di Mason sono rimasti solo lui e Jules, liberi dalla onnipresenza di Kathy, mentre fuori infuria un temporale orribile.
Lei osserva la pioggia picchiare sul finestrino per un po', prima di parlare.

"Non mi fido di quella Kathy” mormora piano.
Mason allontana dalle labbra la birra che sta sorseggiando dalla bottiglia e soffia fuori un sospiro di esasperazione trattenuta, come a dire 'non ricominciare'.
Ma Jules non si lascia intimidire affatto.

"Non mi piace" ribadisce pacatamente.
Distoglie lo sguardo dalla pioggia per fissare Mason, che ha già sfoderato
quel sorriso.
Troppo ampio, forzato, di chi chiaramente vuole nascondere la rabbia.
È un ragazzo d'oro, dolce e tranquillo, lui, ma la ragazza sa di aver toccato un nervo scoperto.
Tuttavia, la risposta di Mason è così tagliente da coglierla comunque impreparata.
"Non ti piace perché è un vampiro o perché sei gelosa?"
domanda a brucia pelo, sempre con quel sorriso che adesso è più un ghigno sarcastico.
Jules sbatte le ciglia un paio di volte, irrigidendo i lineamenti.
Ora le viene più difficile sostenere lo sguardo, o anche solo ricordare tutte le belle e sensate argomentazioni sul fiuto per i guai, le persone indegne di fiducia, l'odio per i vampiri.

"Di cosa dovrei essere gelosa, di preciso?”
Le parole escono fuori distratte, quasi incolori, ma ha replicato troppo velocemente.
Maledizione.
Dovrebbe essere molto più facile dissimulare indifferenza, perché in fondo adesso c'è Brady, e quello che prova per Mason non ha nemmeno un nome, non è nulla di importante, non è nulla.
Nulla che meriti gelosia, comunque.

"Di me e lei. Ho notato come mi guardi” è la risposta, asciutta e semplice.
Un dato di fatto, una semplice osservazione, quasi che stesse parlando del tempo.

"Sei gelosa. Mi sbaglio?”
I nervi di Jules cedono in quell'istante, su quelle affermazioni pacate che la fanno sentire così esposta, vulnerabile, furiosa – lei che odia non riuscire a mantenere il distacco perfino quando è perfettamente legittimo, naturale,
ovvio che debba succederle.
La mente le si riempie di frammenti di immagini, opportunità sprecate, ricordi e profumi.
L'alba dopo un plenilunio, passata sulla riva di una spiaggia, con l'odore del mare, e le onde, e corpi abbracciati, la sabbia a graffiare la pelle nuda e calda di ferite appena rimarginate.
Un sogno o la realtà, Jules non saprebbe dire se sia successo veramente, e quando, e come, se una volta o almeno cento.
Forse è solo ciò che avrebbe voluto vivere con Mason, se Kathy non ci fosse stata.
Si accorge di essersi alzata in piedi, con le braccia inermi lungo i fianchi e gli occhi vitrei fissi su quelli di lui.
Chiama a sé l'autocontrollo, la maschera di freddezza che scende di nuovo sul suo viso.
"Ti sbagli” replica con calma, abbandonandosi ad un'aria di studiato compatimento.

"Solo non credevo che un lupo potesse cadere così in basso da scoparsi...un cadavere”
Questa volta è lui a scattare, portandosi dietro il rumore di vetri in pezzi sul pavimento - un gesto involontario, dettato dalla fretta di alzarsi e fronteggiare Jules ergendosi in tutta la propria altezza.

"Amo Kathy e lei mi ama!” ruggisce, a pochi centimetri dal suo volto.
La furia fa vibrare il suo corpo, un lampo color oro gli attraversa lo sguardo – la stessa cosa che succede a Jules, mentre tende i muscoli ma non indietreggia di un passo, maledicendo lo stretto spazio del camper. La sua schiena incontra la solidità di una parete quando i suoi fianchi e quelli di Mason si urtano appena – involontariamente o meno, Jules non ne ha idea.

"La tua Kathy puzza di menzogna, Mase” sibila a denti stretti.
"Posso fiutarlo ogni volta che ti si struscia contro...” continua, imponendosi di ignorare quella vicinanza un po' forzata e un po' no, ma soprattutto odiando la propria assoluta non voglia di ritrarsi.
Mason dilata le narici, il respiro serrato.

"Un'altra parola, Jules! Solo una e...”
"E cosa? Mi metti le mani addosso?” abbaia Jules in una provocazione istintiva, rendendosi poi conto che Mason lo ha fatto veramente.
Come quella volta.
Anche quella volta stavano litigando – parole burrascose come le onde che divoravano la riva - ricorda Jules all'improvviso, pentendosene subito.
Non può permettere alle emozioni di mettersi in mezzo.
Non di nuovo, e tanto non servirebbe a riportare indietro il tempo, a respirare ancora l'odore salmastro dell'oceano.
La presa sui suoi polsi è ruvida, aggressiva – sarebbe dolorosa se Jules non possedesse a sua volta una forza inumana - , ma allo stesso tempo in quel tocco c'è qualcosa di così fremente, accorato e angoscioso da farle male fisico.

"Dovresti essere felice per me...”
Una preghiera, una supplica a comprendere, ad
accettare.
Ma Jules si libera dalla stretta violentemente, come se bruciasse - un fuoco freddo che non lascia segni visibili, tanto più a chi, come lei, non vuole averne affatto – e in un attimo ha superato Mason, raggiungendo la porta.

"Fa' come vuoi, ma non sorprenderti se ti pugnalerà alle spalle” lo avverte gelida.
"Quelli della tua specie sono gli unici di cui ti puoi fidare. La tua unica vera famiglia”
Non si volta per vedere l'effetto delle proprie parole ed esce fuori, incurante di ciò che ha lasciato dietro sé, del silenzio di Mason, della tempesta.
Il rumore della pioggia soffoca ogni cosa, ma nelle orecchie di Jules c'è solo l'eco di una marea che non esiste.

   
 
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